ai miei concitadini, ai miei compaesani, stanziali o migranti o immigrati o emigrati, colti incolti poeti o disperati. un ammonimento: non pensate di potermi importunare innocuamente. Signor o signora o direttore o cugino o assessore sotto veste di Colpi di Spillo non mi potete insolentire come avete fatto a propoisto del convegno su Messana he VOI avete fatto sfumare servendovi magari di sindaci estranei o locupletati signori della terra o architetti del cannone. Signor Sergio Scime che mi celia con Fedro e poi siccome ha cancellato crede che io non conservi la copia. Signor agnus belans che mi invitava a parlare comu m'insignà ma pa' e ma ma'. (certo non parlo come parla lei facendosi infilzare da qualche commissario nerboruto). signor dottore sottratto alla malcapitata fisarmonica, signore che mi dava dell'albatro baudelaireano (come dire uno che svolazza nei cieli della follia ma goffamente s'impantana nelle impervie vie delle cose concrete), e via discorrendo non fatemi incazzare sennò vi sputtano per mare e per terra sino alla vostra decima generazione. E se avete rapinato al comune milioni per regalarli a quelli della monnezza agrifgentina, o se il vostro bene amato fratello vuole 80 milioni di vecchie lire dal sindaco uscente per essersi inventata una racalmuto parigina, o se avete rubato a man bassa con l 'aima, o se offrendo verri qui e verri là avete addonmesticato catanesi ingordi o se avete acquattato fratelli npoti zii e soprattutto zie dal culo grosso nella ripartizione elleesseuana o cose simili io ve le ricamo dadaisticamente. Finite peggio delle evirate prefiche bresciane dell'Andreuccio empedolino, l'affabulatore del nulla giallognolo.
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