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Inizio conversazione in chat
Lillo Taverna Questa insolente sfuriata della Cernigoi sta ancora in FB dal 20 giugno e non mi è data possibilità di rintuzzare vis a vi la signora, che mi minaccia di stalking a ogni piè sospinto e di ricorso alla polizia postale pur di evitare il confronto. Sarò il "tale Lillo" ma se codesta calunniatrice del Messana si rivolge alla sua Cassa di Risparmio di Trieste le faranno presente che il dottore Calogero Taverna allora superispettore del Secit di Reviglo mise in ambasce il presidente socialista che pensava potermi intimidire presso il ministro Formica che invero io intimidivo per una certa faccenda Sindona, la cui banca Privata Finanziaia avevo ispezionato e ne avevo determinato la Liquidazione Coatta Amministrativa ai sensi dell'art. 67 L.B. Intanto inizio a frantumarle la sua supponenza di essere in grado di "rinfrescare la memoria su questa persona" e cioè il comm. di S. Maurizio e S. Lazzaro gr. uff. dottore Ettore Messana. .......................................................................Come si può valutare il Messana questore a Lubiana in quell'ambiguo esordio della annessione della Slovenia all'Italia che ebbe inizio il 6-18 aprile 1941 se non s'inquadra bene quella faccenda là che non può certo limitarsi ad un uzzolo dissennato di Mussolini!
Messana va là a Lubana non da militare, non con concezioni guerresche, ma ome un ordinario questore sia pure del regime fascista. Un passo audace per un'acceleraione di carriera.
Noi non frequentiamo commissariati di PS, non gradiamo la vincinza al Viminale come cittadini romani. Ne stiamo alla larga. Prevenuti, anche.
Ma anche tanti amici e tanti compagni di università che poliziatti sono stati, anche commissari e quindi persino questori. La gente più pacifica che io conosa. Un lavoro come un altro. Un posto ambito se si possiede un titolo di studio a livello universitario.
E tale era Ettore Messana. Un suo bizzarro antenato aveva fatto il questore a Bologna appenascoccata l'ora fatidica dell'Unità d'Italia, addirittra nel 1860. Tipo strano che da Racalmuto va in Emilia e si mette a fare il questurino. E' laureato, scrive versi blasfemi, stordisce i felsinei con il suo verseggiante spirito paesano. se non contadino di certo di u piccolo borghese asceso nella scala dei valori della terra del sale e delo zolfo, uno di quelli che noi chiamiamo galantuomini. E in fondo il pronipote Ettore Messana tende a fare il "galantuomo". Non disdegna le belle donne e sicuramente in Slovenia le donne erano e sono belle. E qualcuna di loro persino generosa. Si sarà portata a letto qualcuna? Probabile. Ma basta questo per farne un violentatore di femmine?
Cara Cernigoi non scherzare.
Dunque, Lubiana diviene provincia italiana nel maggio del 1941. Vi dovevano essere molti italiani. Ma a dominare sono i comunisti. Poi vi sono i cattolici mitteleuropei austracizzanti. Tra le due fazioni cttiverie e aggressioni da lunga data.
Le colonie itaiane sparute e comunque sgradite.
Cosa intendeva conseguire il governo fascista nel volere introdurre colà una sua "amministrazione civile"?
Studi sri devono essere acora fatti, almeno dall'angolo visuale italiano. A noi consta che solo Teodoro Sala negli anni '60 si produsse in una ricerca seria, obiettiva. A disposione ha solo tutto sommato la impostazione di studiosi titini. Sotto in foto si può controllare. Sala molto correttamente ci informa che allo stato atuale delle ricerche (anni '60) non sussisena "una conoscenza approfondita sugli intendomenti del governo fascista italiano nei confronti dei territori occupati". Certo il governo fascista si proponeva la "italianizzazione più o meno completa e a scadenza più o meno lunga dei territori annessi". Ma si scontra con una lotta di liberazione irriducibile che i "popoli jugoslavi condussero dal 1941 al 1945". Appunto perciò "tale lotta condizionò in modo determinante proponimenti e azioni dell'occupatore".
Ettore Messana, appena cinquantenne, sedentario, poliziotto da scrivania, arriva nel maggio 1941 a Lubiana credendo di dovere andare a svolgere quel ruolo che ogni normale questore svolgeva in patria. No! lì, dopo un primo momento di perplessità nella turbolenta Lubiana scoppia l'insurrezione armata. Cosa da militari, dunque non da funzionari che anhe se di alto gado, erano sempre imbelli civili. E Messana comincia subito a scricchiolare .
Il Messana non fa neppure in tempo a gustarsi la prestigiova (credeva) poltrona di Questore della provincia di Lubiana che arriva Emilio Grazioli, prima come Commissario Civile quindi quale organo supremo cui si danno il nome e i poteri eccezionali di un Alto Commissario per la provincia di Lubiana. Carta intestata subito (vedi foto) sovranità territoriale. Al Messana, neppure le briciole del potere.
Si aggiuneranno poi i comandi militari; quali quelli del 2° granatieri, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed anche della Milizia fascista non sottoposta alla Giurisdizione del C.d. A. Noi siamo stati a spulciare all'ACS di Roma il faldone LUBIANA MI- D.G. PS 1942 , busta 13. Sì, in un
caso abbiamo riscontrato che "agenti di P.S. arrestavamo ZAGAR Francesco di Frascesco e di Zagradnik Ivanka .... e HUMAR Milan, naturale di Stefania, che avevano lanciato un sasso ciascuno contro la vetrina dellUnione Militare, cagionando un "danno di circa L, 6.000", ma il caso, come gli altri, passa sotto la giurisdizione di Emilio Grazioli. Il 5 aprile 1942 il Tribunale Militare li condannò lo Zagar a quattro anni e l'Humar a 6 anni per "manifestazioni sedizionse (art. 4. del Bando del Duce 24/10/1941).
Esose le condanne? senza dubbio. Ecco dirai tu signora Cernigoi, la cattiveria del Messana. Aveva folleggiato per cattiveria, per sola malvagità d'animo nel fare il rapporto di polizia, come scrisse il Ricciardetti per un casi triestino.
No, cara: era subentrato il citato bado del Duce del 24 ottobre 1942.
Scrive Teodoro Sala: Grazioli "incalzato dall'iniziativa partigiana .. premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano ...emanò lì11 settembre 1941 un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. Il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini di carattere più generale ma non meno drastici, recanti ' Disposizioni generali per i territori annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 ottobre 1941".
Rintuzziamo le accuse di Ricciardelli a Messana che pervicacemente la CERNIGOI manine in FB del 20 giugno 2014 di LA NUONA ALABARDA. continuando a dileggiarmi
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo un tempo riportato locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da addurre a lode omaggiante.
Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
E quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia. Nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi.
E quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca.
lunedì 12 settembre 2011
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
“Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro.”
Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti.”
Qui siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a metà del 1941 a Lubiana. Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in una lettera riportata dal grande studioso Sala, viene subito esautorato di fatto dall’esercito. Mussolini voleva una “guerra parallela” ma solo per dimostrare ai tedeschi come può esserci una “occupazione umanitaria”. Del resto a Lubiana vi esano molti coloni italiani e questi Mussolini voleva anche proteggere dalle barbarie teutoniche che erano ben note. In un primo momento, dicono gli storici seri, si cercò a Lubiana di impiantare industrie e attività economiche secondo le concezioni coloniali fasciste. Forse qualche apporto vi fu da parte del Messana. Ma è da escludere. Ove si eccettui forse l’avere comprato del legnami per farsi fare una “camera” per la quale nella famiglia Messana si vagheggia ancora, di quello che insinua il Ricciardelli non resta altro che il sospetto di una malevolenza di bassa cucina burocratica. E la Cernigoi vi corre dietro:
“Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.”
Insomma qui la colpa del Messana è solo quella di essere “amico” del commendatore Gueli ma il Messana “non riuscì ad effettuare operazioni di polizia degne di particolre rielievo”. Onore al merito ma no!? Ecco invece come pasticcia il Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
“Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito”
Quali elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza assoluta di ogni senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un poliziotto che misura la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di polizia, più o meno segreti.
Mi si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
“Si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.)
Che possiamo obiettare? Come fa il Ricciardelli ad affermare che “non c’era addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa dello stesso ufficio politico della Questura (ove pare che militasse proprio il Ricciardelli e quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto ”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e per i precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce l’ha. Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le carte riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti dell’Ufficio Politico della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti malefizi della politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto ci fa pensare che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per scrivere sotto ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte olezzo fascista.
Ma il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei. Il ministero non avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte persecuzione razziale se il Messana nel rappresentare la faccenda non si fosse sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento assolutorio.
Ma giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di censurabile contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la classica ripicca del subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di guerra dedito ai crimini contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale straniero o italico osò tanto.
Procediamo nelle accuse del Ricciardelli.
“Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione stessa.[3]”
Il Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa? Colpa grave? Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio Tamburini?
E per chiusura il denigratore subalterno, a forza di volere diffamare, finisce con testimoniare a favore proprio del Messana.
“Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4]
Che un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo copre di ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8 settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a Trieste, ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati quali il Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio” incappando in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere perseguito. Ed è certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più tragico: in quel biennio Messana non c’era alla questura di Trieste, Ricciardelli, invece, sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della “politica”. E’ l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il Messana che se ne torna a Roma pur di non collaborare con fascisti repubblichini e tedeschi dalla doppia esse. Ammirevole!
Ecco perché tempo fa avevamo scritto:
Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.
Credevo che Li Causi fosse un avvocato ed invece no! Laureato in quella che oggi si direbbe laurea in economia e commercio ed a Palermo e in tempi di oscurantismo universitario nella Sicilia palermitana, molto leguleia e apicale nelle scienze mediche ma risibile in quella delle faccende economiche e finanziarie, egli faceva tutto sommato il politico giornalista, una schiatta che non mi è molto simpatica.
Se fosse stato avvocato, come Montalbano magari, sarebbe stato più accorto, meno populista in questa rutilante aggressione denigratrice del Messana. Siamo a metà luglio del 1947. Li Causi sa bene che il Messana proprio da Scelba era stato già giubilato. Eppure il Li Causi doveva essere un po' grato al commendator Messana che gli aveva salvaguardata la vita dalle ire del bandito Giulano. Ma i politici, si sa, e i politici giornalisti ancor di più dinanzi ad una sceneggiata magniloquente sotto le lampade dei cinegiornali, non resistono. Dunque in estrema sintesi Li Causi dice tre cose: Messana stragista di Stato nel 1919 a Riesi; criminale di guerra a Lubiana e capo del banditismo politico siciliano in combutta con Giuliano nel biennio tra il 1945 e il 1947. Le mie modeste ricerche su basi documentali e respirando polvere d'archivio mi portano a ritenee senza ombra di dubbio che: A) A Riesi il giovane commissario nel 1919 non c'era o se c'era ebbe parte tanto marginale e subordinata da passare del tutto inosservato; A Lubiana come questore vi stette appena un anno e fu subito esautorato dal cosiddetto ALTO COMMISSARIO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA, il triestino Emilio Grazioli, quello che persino emanò leggi marziali che comminavano la pena di morte anche per inezie, nel Settembre del 1941, e tra il Grazioli e il Messana fu subito gelo anche per faccende razziali, essendo il questore persino del Sud. Inviso ai fascisti, non gradito alle SS, dopo un anno il Messana, colpevole di non essere colpevole, viene ibernato a Trieste ove anche il suo più feoce denigratore, il Ricciardelli, un poliziotto della Politica fascista, deve ammettere che il questore Messana fu "insignificante". E allora turre le bubbole che anche Blu Notte s'inventa? Lo dobbiamo a due superfetazioni denigratrici della Cernigoi che mal capendo, omettendo doverosi convalidamenti, fregandosene della documentazione esistente nell'Archivio Centrale dello Stato, finge di non accorgersi che si trattava in un caso di una sparata vendicatia dei titini vittoriosi che non ebbe seguito alcuno e nell'altro l'assurda demigrazione di un Ricciardelli che a Trieste, lui Irpino, credeva ormai di far parte di un'altra nazione in quel 1947 e sfoga il suo malinomo di subordinato complessato. Nessun fatto, solo sospetti e dispetti i suoi tanto che quello malevolo sfogo resta là a Trieste e manco arriva a Roma. Si trattava di mandare alla fucilazione un Ispettore Generale di PS per crimini di guerra contro l'umanità, non dei riferimenti per una promozioe al grado uperiore. E poi questo umile questurino della "politica" di Trieste che autorevolezza poteva mai avere per giudicare un suo superiore che nel 1943 non aveva voluto aderire alla RSI e si allontana dall'ufficio rimettendoci persino lo stipendio! Diversamente il suo censore, che a Trieste rimane e si fa persino deportare per pochi giorni a Dakao per una facecnda ebraica rimasta oscura; C) Messana non potè essere CAPO DEL BANDITISMO POLITICO SICILIANO, data tutta la sua azione represiva delle bande armate svolta come ISPETTORE GENERALE DI PS nel biennio tra il 1945-1947. Per non farla qui lunga, dico che le carte della NARA relative alle infiltrazioni della OSS americana in quegli anni, ritrovate e studiade dallo storico di vaglia, il professore Giuseppe Casarrubea, portano in tutt'altro versante. Portano all'antenata della CIA. E Messana vi si scontrò come dimostrano relazioni ardite da me rivenute negli archivi statali dell'EUR. Io arrivo a conclusioni estreme. Il professore Casarrubea, ovviamente, è molto più cauto. Noto certi tentennamenti nel suo ultimo libro sulla Sicilia Segreta di Bompiani. ma non posso prmettermi processi alle intenzioni per di più di un valentissimo storico che ora riscuote la mia massima stima. Al principio di questa mia esogena avventura non l'avevo capito. Gli ho chiesto e gli chiedo pubbliche scuse. Ed ecco la concione del pubblicista Li Causi che credo di avere efficacemente sgonfiata. ---------------- C'è di più: in quei giorni, sia l'Ispettore di pubblica sicurezza, sia il Comando dei carabinieri, sia la Questura di Palermo rendono noto (anche attraverso circolare) che Giuliano sta preparando delle aggressioni contro le sedi e gli uomini dei partiti di sinistra. Si soggiunge poi a voce: "Badate che la nostra vita è in pericolo". Ci accorgiamo di trovarci di fronte a tutta un'azione, la quale vorrebbe localizzare l'esplosione e la responsabilità dei misfatti avvenuti in Sicilia, attorno a questo mito evanescente, a questo personaggio che si chiama Giuliano, per dire: "Tutto il resto non c'entra. Che c'entra la mafia? Tutti galantuomini! Che cosa c'entrano i partiti politici? È impensabile che ci possano essere degli uomini nei vari partiti politici che possano essere individuati come responsabili di sì orrendi misfatti". Si cerca di creare intorno a noi una psicosi di paura, aggiungendo che la polizia ci proteggerà, e che sarà fatta tutta un'azione in comune perché Giuliano sia preso. Ma, scusate, perché Giuliano finora non è stato preso? In un rapporto del Comando dei carabinieri si dice, fra l'altro: "Giuliano ha preso contatto con l'aristocrazia e gli uomini politici, si è dato a dettar legge e a scrivere lettere minacciose, ecc.". Il rapporto continua: "È stato in questi ultimi tempi accertato - siamo alla fine del 1946 - che il bandito Giuliano, certamente a seguito dell'azione intensa svolta sulle montagne dalle squadriglie, si è trasferito con i suoi uomini a Palermo e nei comuni limitrofi, protetto da qualche elemento della mafia, appoggiato di certo da qualche famiglia molto in vista. Non si creda, pertanto, di poter catturare Giuliano con le armi in mano, anche per la vicinanza di quasi tutti gli altri banditi i quali, specie se giovani e arditi, ben provvisti di denaro -- Giuliano dai soli sequestri ha ricavato più di cento milioni -- sono stati notati alla spicciolata qui in Palermo". Ebbene, queste cose sono state dette a quest'ultima operazione, con i duemila uomini, fra soldati e carabinieri, che sono stati mandati a Montelepre, conferma la giustezza del giudizio espresso dal generale dei carabinieri. Si vuol creare cioè tutta una coreografia allo scopo deliberato di stornare, come dicevo, l'attenzione del pubblico da quella che è la vera situazione e da quello che veramente ci vorrebbe per stroncare questa situazione, per recidere appunto i legami fra questo banditismo, fra una parte della mafia, e quelle famiglie in vista, quelle famiglie aristocratiche che fanno parte di quei partiti ben individuati nelle relazioni ufficiali. Si ha, in altre parole, questa precisa situazione, che il banditismo politico in Sicilia è diretto proprio dall'ispettore Messana: e l'ispettore di pubblica sicurezza, il quale dovrebbe avere per compito quello di sconfiggere il banditismo -- il suo compito veramente sarebbe quello di socnfiggere il banditismo comune e non già quello politico -- l'Ispettore di pubblica sicurezza, dicevo, diventa invece addirittura il dirigente del banditismo politico. Ma c'è di più: il Messana non avrebbe dovuto intervenire nella ricerca di esponenti politici indiziati e invece egli è andato sempre in cerca di questi elementi. Quando, nel settembre dello scorso anno, furono uccisi, a bombe a mano, alcuni contadini riuniti nella sede della cooperativa ad Alia per discutere sul problema della divisione delle terre, non si sa perché è intervenuto l'ispettorato di pubblica sicurezza, dopo che la Questura di Palermo aveva operato dei fermi di indiziati, e i fermati vengono rilasciati. Alla vigilia del 2 giugno avviene a Trabia un tipico delitto di mafia; la camionetta dove si suppone che siano i responsabili viene fermata a Misilmeri, alle porte di Palermo: ebbene, nonostante che su quella camionetta si trovassero armi, secondo una prima versione della polizia, i fermati vengono dopo un giorno rilasciati. Questa impressione non è dunque cervellotica, ma ha un fondamento molto serio e l'onorevole ministro dell'interno lo sa perché sono stato io personalmente ad accompagnare da lui un altro collega che gli ha detto: "Ma come fai a fidarti di Messana, tu che dici di essere un repubblicano sincero? Messana, infatti, non solo ha svolto opera per il trionfo della monarchia prima del 2 giugno, ma ha continuato a complottare contro la Repubblica dopo il 2 giugno, designato come era Ministro degli interni di un restaurando Regno di Sicilia, se Umberto fosse sbarcato a Taormina o in non so quale altro punto della costa siciliana; e bada che io sono un testimone auricolare, uno che ha partecipato a queste trattative, respingendole". Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!", ma Scelba come può ignorare che Messana ha iniziato la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani? Il 9 ottobre del 1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di cui tredici morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un comizio. I vecchi di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il Ministero Nitti ordinò un'inchiesta mandando sul posto il generale dei carabinieri Densa, mentre la Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria soprattutto per accertare le cause della morte misteriosa di un tenente di fanteria, che si rifiutò di eseguire l'ordine di far fuoco del Messana, che ne disapprovò apertamente la condotta, e che il giorno dopo fu assassinato. Questi i precedenti del commendator Messana, noti al ministro dell'Interno. Ci troviamo, come vedete, di fronte ad un uomo che per istinto è contro il popolo, e trova, nei legami con i nemici del popolo, il modo di esercitare la professione di massacratore di contadini. Oggi, sfacciatamente, questo non può farlo, per quanto nel clima creatosi in Sicilia è possibile -- in Sicilia, terra dei "Vespri" -- che i poliziotti di Scelba, ministro siciliano, aggrediscano un pacifico corteo di donne che dimostrano contro il carovita. Oggi è possibile in Sicilia questo, perché agli interni c'è un ministro siciliano, così come nel 1894 a soffocare nel sangue il movimento dei fasci dei lavoratori fu un altro ministro siciliano, Francesco Crispi. Si è tentato, come nei primi decenni del secolo, di stroncare il movimento contadino, assassinando capilega e segretari di Camere del lavoro; a quest'azione di intimidazione il popolo siciliano risponde con la superba affermazione democratica del 20 aprile; allora l'agraria, la mafia ricorre al terrore di massa e si hanno Pian della Ginestra e le stragi del 22 giugno. Ma l'Ispettore Messana, che ha il compito di proteggere agrari e mafiosi, che è uomo che obbedisce a pressioni di parte, ordisce intrighi politici, suggerisce a Scelba la parola d'ordine che il Ministro fa subito sua: le stragi siciliane sono opera di banditi comuni, e Messana diviene il perno di una situazione infernale: Messana si allea ai banditi di strada. Il popolo siciliano, il popolo italiano tutto, hanno diritto di chiedersi come sia possibile il perdurare di un tale stato di cose. All'annunzio dell'orrendo crimine di Pian della Ginestra, subito, d'impulso le più alte autorità preposte all'ordine pubblico in Sicilia hanno detto: "Questo è un tipico delitto di mafia; bisogna iniziare un'azione a fondo contro questi assassini"; ma è intervenuto il Ministro Scelba prima alla Costituente, poi in Sicilia; ma credete che sia andato laggiù per disporre l'azione di ricerca e pronta punizione dei veri responsabili? No; è andato solamente per salvare la mafia, per dire: "Niente; questo è banditismo comune; basta con gli arresti di mafiosi e mandanti indiziati". E degli ufficiali dei carabinieri sono venuti da me, piangendo, a dirmi: "Vedete, questi sono i telegrammi di contr'ordine che sospendono le operazioni di polizia che avevamo iniziato". Ora, il diritto di sospettare che una collusione esista fra banditismo, certi partiti politici e, fino a prova contraria, governo è legittimo e allarma la popolazione siciliana, allarma e commuove giustamente tutto il Paese; è quindi assolutamente necessario uscire da questa situazione e oggi esistono condizioni favorevoli per farlo; c'è il movimento delle masse lavoratrici in Sicilia capace di aiutare questo processo di risanamento nel campo sociale; ci sono i partiti democratici che debbono costringere tutte le forze politiche della Sicilia ad assumere la propria responsabilità, a liberarsi dai legami con la mafia, con questa cancrena, con questo banditismo politico-sociale che continua a vivere di ricatti, di prepotenze, di estorsioni, di omicidi. Oggi esistono queste condizioni: sfruttiamole, poggiamo sul movimento delle masse, poggiamo sui partiti veramente democratici, e su questa azione inseriamo l'azione di polizia che sarebbe confortata da tutta quanta l'opinione pubblica.
Lillo Taverna Sono ferocemente antifascista ma sono anche romano e so come vanno le cose nella Capitale. Sappiamo tutti come si atteggiano gli organi di polizia giudiziaria, dormienti spesso quando ci sarebbe da star svegli, frementi quando il potente cade. E se Alemanno verrà assolto (io penso prosciolto persino in istruttoria) chi lo ripagherà di tutto questo mare di merda che lo sta sommergendo? La Costituzione non dice che ognuno di noi è da presumere innocente sino a sentenza passata in giudicato? Bah! Resto sempre vetero comunista tutt'altro che pentito, convinto che la verità è sempre rivoluzionaria (mi pare lo dicesse il compagno Pajetta).
Questo mio piccolo ironico post lo ho oggi lanciato in una sorta di fossa dei serpenti, serpenti velenosissimi di stampo rosso antico, di gente insomma arrabbiatissima che vuole (come me) la resurrezione del vecchio grintoso cattivo battagliero PCI- E’ passato indenne, anzi con qualche applauso. Che il mondo stia davvero cambiando?
La voglia di apparire morali è sempre dirompente negli uomini di poca morale. Sono quindi moralisti. Protervi e insolenti. Han sempre voglia di trovare un reo di comodo da giustiziare. Insomma il Cristo su cui far ricadere le loro miserie, i loro latrocini le loro persino evasioni fiscali. Il cattivo è sempre l'altro: il potente, di questi tempi dicono il politico, l'uomo dal colletto bianco, l'arricchito, il nemico, l'antipatico.
Io vorrei dire a certi miei amici di Malgrado Tutto, se ad una vostra pronipote dovesse capitare quello che sta colpendo una pronipote di Ettore Messana cosa direste? Contestano alla signora pronipote di Ettore Messana di essere una reproba perché il suo bisnonno per i pennivendoli politici di oggidì era stato uno stragista di stato a Riesi, addirittura un criminale di guerra a Lubiana, il capo del banditismo palermitano (prima ‘politico’ secondo una marpionesca battuta di Li Causi, poi - persino per i grafomani di Malgrado Tutto - tout court “Capo del Banditismo” siciliano dei tempi di Giuliano di Montelepre
E’ da un anno che rinvengo documenti, notizie, collegamenti storici e cronachistici che ridicolizzano tutti e tre siffatti calunniosi addebiti. Niente da fare. Ci si mette ora Malgrado Tutto. Contrabbanda per oro colato un malaccorto rapporto di un ispettore che cercò di scaricare sull’ultima ruota del carro, un insicuro vicecommissario giovane e forse addetto al commissariato della lontana Mussomeli, responsabilità (se tali poi erano) della Benemerita Arma dei carabinieri dello Stato Maggiore dell’esercito e persino del Prefetto di Caltanissetta, volendo noi escludere quelle del politico del luogo, l’on. Pasqualino Vassallo.
Figurati quando scopriranno che anche un generale dei carabinieri scese a Rieti! A loro non importa che anche quello scarica barile finì in modo miserevole. Che nulla ebbe poi a venire addebitato al Messana che poté senza raccomandazioni e senza appoggi politici (di grazia non parliamo di mafia e di fascismo) assurgere ad altissimi gradi ed a gloria nazionale. Delenda Cartago: il giudice ora è Malgrado Tutto.
Mi si dice: ma guarda che un assistente universitario, avendo tempo da perdere, si è recato a Roma e ha trovato il fascicolo personale di Messana. Frottola: il fascicolo personale di Messana è ancora top secret al Viminale. Quell’assistentucolo si partì da Palermo per Roma ove non poté starci molto perché Roma è la città più cara d’Italia. Io invece a Roma ci sto e il primo piano dell’Eur ove si studia l’archivio centrale di stato è come casa mia: basta che prenda il 31 e vi arrivo in meno di venti minuti.
Se non fosse comico sarebbe tragico che a fare gli accusatori d’inflessibile morale è gente, racalmutese purtroppo, i cui fascicoli personali dimorano in certi Giochi di Potere. Vorrò vedere i loro pronipoti quando si vedranno infilzati perché qualcuno ha trovato una lettera anonima o un eccesso di zelo di qualche maresciallone dell’antimafia che ne dice peste e corna. Ma furono assolti, non vi fu luogo a procedere. Per i pennivendoli del futuro sarà la stessa pacchia dei pennivendoli del presente: dagli all’untore, dagli al mostro. Ma quella chi è? È la pronopite di colui che se ne andava a mangiare a Racalmuto il verro volpino a Gargilata. Divorzio assicurato, carriera stroncata.
Ma già anche a Racalmuto, anche in Malgradotutto si pensa che il reprobo, l’immorale stragista di stato, il criminale di guerra, il capomafia immondo non può che essere l’altro, l’antipatico, il politico di parte avversa, quello che diventò sindaco, assessore, commissario di pubblica sicurezza persino commendatore (solo 500 in Italia) di san Maurizio e san Lazzaro, che è poi ancora una commenda di riferimento di Casa Savoia.
La Cernigoi spara. Il Messana (sostanzialmente in quel tempo esautorato questore nella strana provincia di Lubiana), dopo avere trucidato chissà quanti partigiani titini, per premio nel 1942 fu insignito della commenda di Casa Savoia (che all’epoca manco esisteva). Una panzana così grossa dovrebbe passare sotto silenzio non tanto per rispetto della signorina titina quanto per decenza ed amor patrio; invece Malgrado Tutto pur di impedirmi di chiedere la titolazione di una strada ad Ettore Messana me la propina con grosso risalto tipografico a maggior mio scorno.
Sia chiaro io me ne fotto e in fondo me la rido: mi stanno facendo tanta pubblicità e quindi ringrazio. Ma mi fa senso che si presti ad una sì indegna diffamazione quel giornaletto che si vanta di essere sempre quello del moralista Sciascia, che invero in tutta la sua vita amò solo la ricerca della verità, soprattutto controcorrente.
Pubblico questa densa lettera del Messana. Messana uomo delle bande siciliane? non mi pare; Messana amico degli americani? non mi pare. Messana uomo degLi agrari? Non mi pare. Messana "capo del banditismo politico siciliano"? mi dispiace per Li Causi: o ha le traveggole o imbroglia. E gli storici d'oggidì? Non mi pare che abbiano confidenza con questa documentazione. Forse Malgrado Tutto saprà tirare il coniglio dal cappello del suo preconcetto denigrare il grande compaesano.
Il professore Giuseppe Casarrubea , uomo di Partinico e già questo dice tanto - come dire con DNA erinno che è poi sangue né siculo né sicano - è uomo di seria cultura, accigliato ma né arrendevole né inflessibile. Ama la verità storica, quellta che si riesce a distillare da documenti e carte d'archivio, da ricerche e contestualizzazioni, da bloccarsi appena emergono aporie, incertezze, dubbi, la verità contrapposta a quella che persegui.
Ora dirige, persgue a Partonico l'Archivio Casarrubea (wwwcasarrubea.wordpresscom). E' un archivio più denso di quello ell'ACS. L'ho potuto sperimentare quando in Malgrado Tutto non so chi vi poté acquisire qualche foglio che svelava a dire di un ispettore generale di PS che il Meissana nel 1919 si era dipartito da Mussomeli con una mitraglia male interpretando i desiderata dei suoi superiori. Ne sono rimasto perplesso. Ne ho scritto al Casarrubea che senza adesione alle mie tesi credo che abbia corretto il tiro e Malgrado Tutto sia rimasto sguarnito di quanto pesava fosse demolitore di certe mie ricognizioni in difesa del Messana.
Vi fu un tempo in cui non sapendo chi fosse il Casarrubea - non sono uomo di studi storici - osai essere sgradevole. Gli ho chiesto scusa; credo che abbia capito e tollerato.
Riporto sù un suo blog molto duro verso il mio compaesano l'ispettore generale di PS Ettore Messana. A me pare che il professore fa male ad appoggiarsi ad una triestina, la Cernigoi che storica non è ma semplice maniaca di scoop storici. Incappa in topiche colossali. La vicenda di Messana a Lubiana va tutta riscritta. Cercheremo di dare qualche spunto noi che però storci non siamo. Sul ruolo di Messana a Portella della Ginesrra o nei rapporti con Giuliano credo che le mie carte ci portino in territori non molto investigati sino ad adesso.
Limitiamoci qui all'accusa del Licausi avverso Messana tendente a farne dell'allora manco commissario giovane Messana un feroce stragista di Stato. Abbiamo fatto ricerche, abbiamo indagato con le tecniche ispettive della Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia. Noi arriviamo a conclusioni opposte. Ma qui il Casarrubea ci pare guardingo, cauto, pensoso. Non si fida di Commissari e generali che hanno tesi di comodo, interessi castali da difendere anziché ragguagli su verità che poi dovrebbero venire acclarate in sede processuale. Qui il Casarrubea si limita a scrivere - diversamente dal suo solito - che il Messana "nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage di Riesi. Tiene 'a battesimo', a modo suo, le lotte contadine. Venti morti!". Un modo diciamo - ci perdoni il professore - di dire tutto e dire niente.
Quello che il Messana farà (ma noi sappiamo che non è così) Messana appunto lo fa (o l'avrebbe fatto) dopo.
Noi non abbiamo tesi preconcette. Se ci dimostreranno che sbagliamo ne prenderemo ben volentieri atto. Ma con prove alla mano.
Di sicuro, il Messana, deceduto nella metà degli anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu costretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.
E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.
Scrivevo tempo fa ed ora ribadisco con maggior forza: caro Malgrado Tutto, caro mio stimato cugino, poco simpatica Cernigoi, stimato professore: MESSANA NON HA COLPA ALCUNA per i fatti di Riesi. Mi si accusi pure di sciocco campanilismo. si creda che resti vittima di astuti indizi, mi si riduca ad un ingenuo Lillo che si avventura nei prati esclusivi di chi facendo ricerche storiche a proprio uso e vantaggio perché può barattare il mostro che si è inventato con prebende televisive, editoriali, cinematografari e quindi solo magari soggetto cui dare un parternalistico buffetto.
Mi dispiace per voi: Messana non potè essere fascista nel 1919. non poté essere sadico ammazzacontadini proprio sotto Cagossi (si dice Nitti), non fece parte di nessuna OVRA (basta consultare i fascicoli all'ACS relativi alla famigerata organizzazione degli spirlungoni italici dal cappello floscio come nel film una giornata particolare): anche perché all'organizzazione si faceva parte di ufficio solo se Ispettore Generale di PS e Messana tale lo divenne dopo. Ignoranti e malevoli.
Non ebbe nulla a che fare Messana con la Mafia. Se pure fu protetto da un suo superiore che lo stimava costui si chiamava Giuseppe Gueli, Nell'agosto del 1945 è ancora ispettore generale di PS pari grado di Ettore Messana. E me lo ritrovo in un pingue fascicolo riguardante un tale insignificante Calogero Vizzini. E' un duro Giuseppe Gueli, al Vizzini lo lascia ancora al confino di polizia subito in epoca fascista, nonostante pressioni di fratelli vescovi e zii arcivescovi. Ignoranti, infornatevi prima e poi menate.
Altrimenti ci fate la figura della signorina titina che scrive impudentemente che "Messana [nel 1942] ricevette come riconocimento [dopo l'esecuzione da parte del Macis del capo partigiano Anton Tomsisc] la commenda dell'Ordine di S. Martino e Lazzaro" Cazzo che storica! Quella onorificenza Messana la ricevette a fine della sua carriera nel 1963, ventun'anni dopo. Mi dispiace per il professore Casarrubea, che continuo a stimare, che definisce la Cernigoi "storica capace di scrupolose ricerche". Quando la infilzerò e di brutto per la insipienza delle sue accuse contro il Messana per il tempo in cui fu questore di Lubiana, voglio vedere. Capisco che gli storici fanno casta. si sostengono l'un l'altro, ma cavolo non sottovalutino la mia capacità a scoprire gli altarini.
Orsù dunque torniamo a Riesi.
Mi pare che il professore Casarrubea che in un suo volume del 2007 scrive "Ettore Messana, un siciliano di Racalmuto, domiciliato a Roma, Questi a 64 anni , era già al termine della sua carriera [ma attenzione Messana a 64 anni se ne stava a Roma al ministero ultra rispettato consultato: si era infatti nel 1962; i fatti che interessano il Casarrubea erano passati da 15 anni] L'aveva iniziata alcuni decenni prima [oltre trent'anni prima] suggellandola con uno di quei fatti che avevano legato il suo nome a un evento tragico del biennio rosso: la strage di Riesi del 1919". Di grazia una prova un indizio serio, un documento! Nulla in fin dei conti, solo la faziosa parola di Li Causi, falsa perché protesa ad una indegna lotta politica: attaccare Messana per colpire Scelba.
Ma il Casarrubea nel più recente volume del 2013 oblitera questa circostanza. Dirà: perché fuori tema? Ma anche prima era fuori tema.
Passano 15 anni dal 1919; siamo ora nel 1934, ottant'anni fa, un prete valdese scrive a suo modo la storia di Riesi. Ecco come descrive i fatti del 1919. Dite quel che volete ma io non trovo alcuna prova delle tremende responsabilità omicide del Messana. Insomma il Messana con le gravi responsabilità politiche di chi non seppe arginare la grave rivolta popolare non c'entra. Quando proprio vorrete essere cattivi anzi cattivisimi potete al massimo tirar fuori un ligio rispetto di un ordine superiore. Un agente di PS tace ubbidendo e ubbidendo tace.
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
Dopo i tumulti di Riesi
Truppe rientrano a Riesi
Lo stato dei feriti
Un sottotenente ucciso
CALTANISSETTA 10 notte.
Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.
Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue.
Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.
Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.
I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.
Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.
Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.
L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.
In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.
Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.
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Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere:
“Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”
La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.
E’ in corso ancora una indegna lite che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro la figlia della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non può vivere coniugalmente con una discendente del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire) siciliano”, quello dei tempi insomma del bandito Giuliano di Montelepre.
Schubert Liszt Der Müller und der Bach Lisitsa
Franz Schubert (1797-1828) Texts by Wilhelm Müller (1794-1827) Translation by Celia Sgroi Sheet music at IMSLP here : http://tinyurl.com/72wxunq The Miller a...
youtube.com
Ancora oggi restiamo infilzati dalla acuminata penna della signorina Cernigoi in la Nuova Alabarda del 20 giugno scorso con questo truculento escatollo:
La Nuova Alabarda 20 giugno APPUNTI SU ETTORE MESSANA. "Ho ricevuto negli ultimi tempi alcuni messaggi da tale Lillo Taverna, che mi "accusa" di "essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana", del quale Taverna starebbe ricostruendo una biografia. In effetti ho avuto modo di scrivere alcune note su questa persona, denunciata come criminale di guerra alle Nazioni unite, basandomi su documenti ufficiali de...i quali ho indicato anche la collocazione archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria su questa persona." Nel traballante gergo italico della slava non riusciamo a capire se "questa persona" su cui ritiene "opportuno rinfrescare la memoria" siamo noi o il malcapitato incolore Ettore Messana. Tralascio talune insulsaggini di esordio per un punto che dovrebbe rinverdire la nostra memoria o fare ingiustizia di quella del Messana; eccolo: "Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dottor Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre che furono condannati a pene minori. Messana e gli altri furono anche accusati di avere creato false prove nel corso di una indagine da loro condotta, in conseguenza della quale 16 persone innocenti furono fucilate dopo la condanna comminata dal giudice Macis. Si tratta dell’indagine per l’attentato al ponte ferroviario di Prešerje del 15/12/41, per la quale indagine, come risulta da altri documenti della questura di Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri Raffaele Lombardi ed altri agenti e militi furono proposti per onorificenze e premi in denaro per la buona riuscita delle indagini relative: Messana ricevette come riconoscimento per il suo operato la “commenda dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro”." Non abbiamo avuto bisogno di andare lontano, di raggiungere Lubiana o chissà qualche altro diabolico archivio. Ci è bastato prendere qui a Roma il 31 sotto casa mia e subito all'ACS italiano. Tra le carte del SIS, come dire i corpi segreti del Viminale appena uscito dal dopoguerra del 40-45 ecco un fascicolone di ben 64 cartelle dense dense. Certo, non è l'originale, ma non c'è da dubitare che sia genuino, autentico. Sta lì non so da quando - si potrebbe appurare - e vi sta perché effettivamente il Messana nel dopoguerra fu qui sotto inchiesta ma tutto si ridusse in "ci scusi, baggianate titine". la prova? Seguiamo il fascicolo. Il fascicolo parte dalla REGIA QUESTURA DI LUBIANA, n. 05698 Gab° di Prot. e riguarda la DENUNZIA A CARICO DI 1) Tomisic Michele di Antonio; 2) Bernot (in Tomsic) Vida di Giovanni; 3) Macek (in Kardelj) Giuseppin di Francesco; 4) Marinko Michele di N.N.; 5) Slander Maria fu Luigi; 6) Hodoscek Kalman fu Milan; 7) " Giuseppe " Simcic Martino di Giovanni. Quale 'accusa? " falso ai sensi degli art. 482 - A 75 e 476 C.P.; associazione sovversiva e propaganda sovversiva ai sensi degli art. 4 e 5 del Bando del Duce; ecc. Che si tratti di quellAnton Tomsic della Cernigoi? Nessun dubbio.
vedo subito ergersi furente qualcuna: ecco l'infamia; cosa son mai codeste grida mussoliniane? e si manda alla forca qualcuno in forza di una sovversività sanzionata da incerti articoli di un bando mussoliniano?
Siamo i primi a rimanerne sconcertati. Abbiamo cercato di capirci qualcosa e buoni lumi abbiamo trovato in questa pagina del SALA: la riportiamo testualmente. A Lubiana Grazioli si smarrisce ed emana l'11 settembre del 1941 un bando che "era quasi una dichiarazione di stato di guerra". Veniva comminata la pena di morte pe ogni piccolo segno di ribellismo partigiano. Veniva istituito un tribunale straordinario di tre membri che avrebbe giudicato per direttissima. Ma l'Italia è sempre patria del diritto e così "il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini, di carattere più generale ma non meno drastico, recanti 'Disposizioni penali per i territri annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 settembre 1941".
In questo trambusto legislativo quale responsabilità poteva avere il subordinato questore di Lubiana Messana? Lo troviamo nelle note del Sala ma ne troviamo documentato il suo smarrimento la sua irresponsabilità: scrive al generale T. Orlando , comamdante della Divisione Granatieri di Sardegna per segnalare l'esautoramento della locale questura che dovrebbe pur dirigere. In effetti ormai è "tutto un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assurgere compiti di polizia all'insaputa della questura, ora l'Alto Commissario, contro le deposizioni in vigore, ADIBIVA DEI MILITARI AL SERVIZIO CARCERARIO".
Come fa la Cernigoi ad insistere sulle responsabilità del Messana? Allude a documenti dell'archicio di Lubiana. Noi le contrapponiamo questi documenti sull'episodio:
Scrive il Messana il 4 aprile 1942: "nei primi giorni del dicembre 1941 quest'ufficio era venuto a conoscenza che nelle abitazioni di via Podmilskakova n. 19 e di via Aljaseva n. 6 p.p. entrambe in questa città, affluivano numerose persone nelle ore più disparate del giorno, lasciando adito a sospetti di ogni sorta. Si ravvisò, quindi, l'opportunità di disporre un abile servizio di appostamento.
Si poté, perciò, ben presto stabilire, anche secondo le informazioni e notizie risultate alla polizia germanica attraverso interrogazioni di arrestati appartenenti a bande armate catturati in territorio occupato dalle truppe tedesche, che le predette abitazioni servivano di recapito ai corrieri che operavano a favore delle bande armate, recalcitranti a riconoscere il dominio delle forze dell'Asse nelle zone del cessato governo iugoslavo e che le persone che vi alloggiavano tenevano contatto con i partigiani rifugiatisi nelle montagne. Ravvisandosi la imperiosità di una sorpresa, vennero operate due distinte irruzioni.
In quella eseguita il giorno 9 di detto mese di dicembre, verso le ore 20,15, all'abitazione di Via Podlmelskova n. 19, furono trovati un uomo e una donna che, alla richiesta di fornire le loro generalità, dissero di chiamarsi rispettivamente il primo Smagur Giovanni di Giuseppe e di Dolsak Francesco nato a Trbovlje il 15 settembre 1903 e resiente a Moronog n. 11, commesso viaggiatore, e la seeonda Medved Giuseppina fu Francesco e fu Turl Maria nata a Maribor il 20 febbraio 1914 e residente in Lubiana: Meskanska n. 20 - odontotecnica.
A distanza di circa un quarto d'ora sopraggiunse in bicicletta una donna, la quale, fermata, disse di chiamarsi Stergar Anna di Janes e di Potonknik Luigia nata a Borvnika il 15/8/1911 e residente a Lubiana: Via Podmlsskova n. 19, sarta e nubile." [segue]
Non amo la polizia, non amo gli sbirri, ma questo non mi può consentire di trasformare una diligente accorta meticolosa irruzione di un nucleo di investigatori di PS in atti criminali che avrebbero determinato "assassinio e massacri. terrorismo, sistematico", per "torture ai civili" assieme a "violenza carnale", a "deportazioni di civili" ed a "detenzione di civili in condizioni disumane"; il tutto proteso al "tentativo di nazionalizzare gli abitanti occupati", ragion per cui siamo nelle previsioni "degli articoli 4,5, 45 e 46 della Convenzione dell'Aja del 1907 e dell'art. 13 del Codice militare jugoslavo del 1944".
E artefice di tutto questo per la signora Cernigoi o come più le aggrada essere chiamata, che avalla, sarebbe il Messana e proprio per quanto con diligenza, con precisionismo poliziesco, con rispetto di ogni norma procedurale sarebbe avvenuto secondo questo corposo rapporto che andiamo pubblicando.
Tralascio il fatto che il Messana nell'aprile del 1944 non poteva essere colpevole di quanto sanzionato dal codice militare jugoslavo del 1944: stupidaggine che la dice lunga sulla serietà del rapporto dei tutini del 14/7/1945 e che a Cernigoi recepisce acriticamente pur di dimostrare la sua umanitaria invettiva contro il Messana. Mi minaccia a varie d riprese di stalking. Ma non a me ma al tribunale della serietà storica codesta signora deve rispondere. Ha preso abbagli? succede. Ma correggersi ci si deve quando si infanga un fedele servitore dello Stato (magari di polizia) come il Messana. Non può la Cernigoi sottrarsi all'obbligo del confronto tra il vituperevole atto di accusa dei titini e questo documento insospettabile del Messana che andiamo pubblicando.
Precisa il Messana che anche si è dovuto muovere in dipendenza delle "informazioni e notizie risultate alla polizia germanica" e anche perché vi erano stati "interrogatori di arrestati appartenenti a bande armate, recalcitranti a riconoscere le forze dell'Asse nelle zone del cessato governo jugoslavo" sempre effettuati dai tedeschi e con la Ghestapo non c'era mica da scherzare, altro che il blando buonismo italico di cui risentiva anche il funzionario di polizia Messana il quale si affretta a dire che gli abitanti delle case che stava ispezionando "tenevao contato con i partigiani rifugiatisi nelle montagne". Da qui "l'imperiosa necessità di una sorpresa ... per cui due distinte irruzioni. (vedasi foto).
Come si fa a voler sostenere e persistere che in una siffatta operazione - più atto dovuto che iniziativa persecutrice - sussistono tutti gli estremi di "una costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsic alla pena capitale, eseguita in data 21/5/1942) per reati che non avevano commessi"?
Il professore Giuseppe Casarrubea è storico di colossale statura. Siciliano. Ha costituito un archivio ultra specializzato sulla storia contemporanea di Sicilia e se vuole può infilzare chicchessia si avventuri in controtesi storiche; il Casarrubea ha investigato l'evolversi storico di questa nostra Sicilia esplicandone una impareggiabile diagnosi documentaria. Povero chi ci capita: non basta un esoterico Gerbino per scalfirlo.
Si da però il caso che a confliggere su un personaggio storico ci sono cascato proprio io che reputo Ettore Messana una vittima di una triplice calunnia veterocomunista, firmata Li Causi.
Il grintosissimo storico di Calatafimi ancora nel 2008 ecco come inizia a scorticare il mio eroe Ettore Messana:
Blog di Giuseppe Casarrubea
Archivi tag: Messana
La Resistenza antifascista in Slovenia e l’ispettore Messana
Pubblicato il 2 agosto 2008 di casarrubea
(Questa parte è illustrata grazie alla scrupolosa ricerca condotta dalla storica Claudia Cernigoi, direttrice della rivista “La Nuova Alabarda.” Si tratta di immagini tratte da una vasta collezione fotografica sui crimini fascisti dell’Italia in Slovenia) III L’ombra lunga del fascismo … Continua a leggere →
cioè:
Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi. Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della Slovenia.
Notammo e subito Casarrubea corresse che in definitiva Ettore Messana non può definirsi anagraficamente "siciliano di Racalmuto", perché nel 1888 Ettore nacque a Gela essendo la madre una dei dintorni di Palermo e il padre uno strambo personaggio di una famiglia, questa invero tipicamente racalmutese: i Messana.
Famiglia comunque collaterale a quella dell'attuale sindaco Emilio Messana. Ma Adriano Messana il padre appunto di Ettore discendeva da un gabellotto ultra arricchitosi in quel di Racalmuto a cavallo del 18° e 19° secolo.
Inezia eguale (ma forse no) a quel moltiplicare i morti di Riesi del 1919. Certo basta un morto falcidiato da una mitraglia appostata nel campanile delle chiesa madre di Riesi per gridare vendetta al cospetto di dio e degli uomini.
Il Casarrubea su questa prima imputazione di crimine gravissimo (strage di stato anticontadina) lanciata dal Li Causi in una sua filippica in sede Costituente, mi pare che ci va coi piedi di piombo. Non ha la documentazione fulminante per avventurarsi in anatemi storici che non si addicono ad uno scienziato della storia che deve tenere sempre conto dell'avalutatività, vero connotato di una seria a scienza sociale (e la storia lo è in sommo grado).
Casarrubea questo passo del suo blog in definitiva lo lascia lì e non ne fa ampio svolgimento nella sua trilogia Bompiani, limitandosi a scrivere a pag. 93 del suo pregevole LUPARA NERA.: "l'ecidio [di Bava Beccaris] ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi, nel 1919."
Francamente quell'ORDINATO è sovrabbondante: andrebbe provato, circostanziato, coonestato, completato. Il Casarrubea - e se potesse, e se volesse - saprebbe come fare. si guarda bene ad andarsi ad impantanare in un ginepraio da cui non saprebbe come uscire. Lascia alla Cernigoi - e di questi tempi all'incauto e disinformato MALGRADOTUTTO - il piacere di assaporare quella ciambella che è molto avvelenata. Invero l'ANPI di Palemo non è andata per il sottile e a affiancato l'attuale comune di Riesi per una tronfia manifestazione calunniatrice nei confronti del Messana, con tanto di cippo penso eurofinanziato.
Da ultimo con il professore Casarruba ho avuto questo signorile scambio di corripondenza, ma astutamente ognuno di noi due è rimasto nelle proprie convinzioni e non saprei se sono riuscito un tantinello a scalfire le sue. Le mie, almeno per questa faccenda Riesi, no, anche perché il Casarrubea non ama far teatrino alla Malgrado Tutto.
Dispiego qui quattro altre veline fitte e tediose del rapporto Messana da cui partì la condanna a morte inflitta dal giudice monocratico Macis all'eroe partigiano del Maresciallo Tito, Tomsic. Vi leggo della grande "agitazione in cui vivono le donne tedesche per le ingenti perdite al fronte orintale". Vi sono spunti che potrebbero giovare alla ricostruzione di quella che fu la tragica congiuntura della Lubiana del 1941."Si accenna alla cifra elevatissima del costo della vita, che costrige parte della popolazione all'inedia e alla fame."
Se il Messana era proteso a fabbricare carte false per feroci esecuzioni da grande criminale di guerra perché doveva disperdersi in simili puntualizzazioni che mentre rendevano precaria l'esecuzione che dopo il Macis - ehe solo il Macis - non poté che sentenziare, davano adito a riserve avverso l'Asse e la stessa politica mussoliniana. Se Messana doveva inventarsi accuse pretestuose, metteva una beretta o due pistole di fabbricazione sovietica nel soppalco di quella falsa sartoria periferica e andavan tutti alla fucilazione senza colpo ferire.
La Cernigoi dando acritico assenso alle carte dei titini finisce solo coll'indurre in errore il profesorre Casarrubea che non si astiene dal ribadire che il Messana in quella congiuntura davvero poté essere da modesto questore quasi in disgrazia un feroce criminale di guerra. La Cernigoi è perentoria:
Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 (Copia del rapporto originale in lingua inglese si trova nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551 Zbirka Kopij, škatla 98, pp. 1502-1505), lo accusa (sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione) di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”.
Ma chi è che scrive queste infamie? codesta COMMISSIONE STATALE JUGOSLAVA del 14/7/1945 te la raccomando. Una storica quale la Cernigoi dice di essere deve documentarsi, essere obiettiva, valutare e soprattutto rendersi immune da correità in evidenti calunnie per vendetta bellica.
La Cernigoi doveva pur sapere cosa fu la storia della Jugoslavia, della Slovenia e della stessa Lubiana dopo la sconfitta delle truppe dell'ASSE. Mi limito a fotocopiare la copertina di un libro. pubblicato in inglese nel 2006 e che venne tradotto e stampato in Italia nel 2008; la Cernigoi goriziana non poteva ignorarlo quando mi mise a scrivere quel che scrisse.
Cavalo: erano sloveni coloro che "oltre a subire l'ignominia del furto da parte dei soldati britannici, ... furono traditi quando, malgrado le assicurazioni ricevute dai militari, vennero rimpatriati in Slovenia con l'inganno, e con ciò mandati a morte certa: circa 12.000 'demobranci' furono vittime di massacri efferati una volta rimpatriati in patria". Come dire massacrati dai loro fratelli quelli che ora inssediatisi nella feroce assetto del potere della dittatuta Tito, in veste di alta Commissione Statale Jugoslava, correi quegli inglesi che abbiamo visto come si erano comportati, si mettono a volere giustiziare anche innocenti funzionari italiani che dalla metà del 1942 (tre anni prima) avevano lasciato la Jugoslavia e tanto ne ignorano da non sapere neppure il loro nome. Il Messana viene indicato nelle infami accuse di costoro come vago "MESSANA QUESTORE". Non sanno manco il nome e vorrebbero ergersi a imparziali giudicici. E quelle forsennate accuse arrivano a Roma, stanno al SIS e finiscono fondatamente nel cestino. La Cernigoi che è così diligente nel dirci cosa fecero i titini contro Messana perché poi non si recò a Roma per vedere come nelle competenti sedi istruttorie e giudicanti quelle infamie vennero accolte, e cioè come carta straccia. Ha voglia solo di credere ai
suoi ex compatrioti slavi. Ma la civiltà giuridica italiana è tutt'altra cosa. Immergetevi nella lettura
di questo rapporto Messana per capire come il questore fosse uomo di legge, pignolo. tedioso ma obiettivo, metodico, solerte funzionario di Stato insomma. E questo sarebbe un criminale di guerra? Mi dispace per il Licausi che poi ci ammoglia lu panuzzu. Non è leale, non è corretto, non è politicamente commendevole.
E questi Titini chi erano? cosa facevano. quale credibilità meritavano?
Leggiamo a pag. 102 del libro che abbiamo menzionato: " I nuovi leader comunisti, fautori della linea dura, erano anch'essi determinati a consolidare il loro potere, e scelsero un modo particolarmente truce per farlo. L'ex leader comunista jugoslavo, Milovan Djilas, lo esprsse con franchezza in un'intervista del 1979: 'Eravamo una forza rivoluzionaria completamente nuova, senza scrupoli, senza una leader-ship eletta adeguatamente, né tribunali e tutto il resto. In verità, nel 1945 continuavamo ad arrestare ed a giustiziare la gente in modo alquanto arbitrario, sia per motivi politici che per qualsiasi altro motivo ritenessimo perseguibile. La nostra base di legittimità era ancora più sottile di quella del governo sovietico'."
Ed io debbo credere ad accuse raffazzonate da costoro, da gente così? Cernigoi non ti pare di esagerare. Se poi scrivo che chi solidarizza con siffatti negrieri per infangare denigrare distruggere l'onore di un apprezzato e onorato alto ispettore generale di PS quale il Messana è di fatto un antitaliano davvero esagero e merito chissà quale denuncia per diffamazione. Difendo un diffamato e sarei colpevole di non inchinarmi alle scriteriate accuse senza alcun costrutto. Per fortuna dalla mia parte ho tante carte del SIS che scagionano d'en plein il Messana: avevano anche acquisito tutto il noioso certosino rapporto Messana per vedere se ben si era comportato nel fare le indagini sul Tomsic che poi ritenuto colpevole dal magistrato monocratico Macis venne giustiziato. Il Messana in fin dei conti rese tanto ardua una giustizia sommaria da venire in relazione a questa vicenda ulteriormente in dispetto alle autorità fasciste di Lubiana e sbolognato subito dopo a Trieste, in subordine dato che manco i fascisti di Bologna lo gradivano. E questo sarebbe un CRIMINALE DI GUERRA. Spero che il professore Casarrubea, re melius perpensa, prenda le distanze dalle inquietanti posizioni della Cernigoi. Lui è storico serio per andare dietro a gonnelle del giornalismo che si improvvisano magistrae historiae.
Trascrivo qui una corrispondenza in FB. Pensate come sarebbe proficuo mandare qualcuno a rovistare in questo archivio. Fotografare quanto può riguardare tre o quattro personaggi storici sui quali fare ricerche storiche finalizzate del tipo: quale ruolo ebbe davvero Guarino Aella di Canicattiì, o Ettore Messana di Racalmuto, o i giovani ufficiali americani paracadutati di Montedoro, che so: gli Alfano, e Calogero Volpe era già importante, Aldisio senza dubbio. Mattarella già non macava. Vizzini già operante. Perché hanno fatto sindaco di Racalmuto Baldassare Tiebra e perché venneri eletti aassessori certe figure racalmutesi. Etc.
21 ore fa Sfogliare faldoni )(all'inzio) fotografare il documento che si reputa interessante,sai che ci vuole. Poi dopo occorre coonestarlo, inquadrarli, fare in biblioteca la adeguata ricerca storico. Ma ciò dopo e in un collettivo. Qualcosa abbiamo fatto insieme- Insieme abbiamo corretto il Peri, un colosso. So che Casarrubea con M.Cereghino ha ricostruito la storia del diario di Ciano.Lui stesso dice:E' in uscita, ai primi di dicembre, un volume, curato da me e da Mario Cereghino sul Diario scritto dal genero di Mussolini, conte Galeazzo Ciano, tra il 1937 e il 1943. Viene ricostruita, per la prima volta, la storia del diario di Ciano, utile a una nuova rilettura della storia d'Italia del fascismo. Editore Castelvecchi, pp. 820, Euro 44. Ho preso l'appunto che hai scritto.Vedremo. E' un altro aspetto, interessante ma un altro aspetto. Con Mario José Cereghino e con taluni dei documenti Nara dicono di avere costruito la storia della scomparsa di Giuliano (v. libro del 2113 pubblicato da Bompiani). Ma qui siamo nella terza fase delle mie ricerche su Messana. Forse faremo le scintille.Il Cerreghino a leggere il blog di Casarrubea mi pare che ne sia l'erede. Cercano collaboratori. Potresti offrirti. Sarebbe una seconda giovinezza scientifica. Dopo qualche seduta saresti tu la professoressa. 19 ore fa National Archives and Records Administration (Colle ge Park, Maryland, Usa) Estremi cronologici: 1942-1975 Consistenza: Unità 11, contenenti ciascuna circa 150 documenti in lingua inglese. Storia archivistica: Le carte di questa serie sono state reperite press o il NARA National Archives and Records Administration (College Park, Maryland, Usa), consultando i Fondi CIA Central Intelligence Agency, DEA Drug Enforcement Administration, DOS Department Of State, FBI Federal Bureau of Investigation, OSS , Office of Strategic Services, tra il 2002-2005. Descrizione: La serie contiene atti secret e top secret prodott i dall’Intelligence USA relativi all’Italia e alla Sicilia negli anni sopra citati. Si tratta di copie autentiche rilasciate dalle cons ervatorie dell’archivio di riferimento con l’indicazione della collocazione originaria di cias cun documento. In particolare la documentazione è relativa ai seg uenti argomenti: Le attività svolte dagli uffici dei servizi segreti statunitensi, e, in particolare, dall’X-2 di James Jesus Angleton in Italia, soprattutto negli anni 19 44 -1947; Le iniziative svolte dal Dipartimento di Stato USA degli anni 1967-1973; Le attività dell’ FBI e della DEA, degli anni 1940-1950; Le iniziative intraprese contro la mafia siculo-americ ana; Forme varie di investigazioni; Le attività anticomuniste; Documenti del Dipartimento di Stato e della CIA su Cuba negli anni 1960-1975; Documenti (circa 160) su supporto digitale riguarda nti la figura di Che Guevara (collezioni CIA e Dipartimento di Stato, anni 1964-1968); Moro; Matte i e l’Eni; Don Luigi Sturzo; Scelba Strumenti di ricerca: Inventario parziale in : G. Casarrubea, Inventario documenti Usa (NARA) Postato il 18 luglio 2008 in Blog di Giuseppe Casarrubea , h ttp://casarrubea.wordpress.com/2008/07/18/inventari o-archivio-casarrubea-documenti-usa/ G. Casarrubea, Documenti del Dipartimento di Stato Usa, Postato il 24 luglio 2008 in Blog di Giuseppe Casarrubea http://casarrubea.wordpress.com/2008/07/18/inventar io-archivio-casarrubea-documenti-usa/ La documentazione è stata prodotta da: CIA Central Intelligence Agency DEA Drug Enforcement Administration DOS Department Of State FBI Federal Bureau of Investigation OSS Office of Strategic Services Inventario documenti Usa (NARA) casarrubea.wordpress.com
Ti invito al proceso che si farà in onore del questore Messana in quel di Racalmuto (Agrigento) al Circolo Unione il giorno 23 gennaio 2016. Un processo di condanna di quanti hanno calunniato la memoria adamantina di codesto importantissino gand commis dell'Ordine Pubblico Nazioale d'Italia, dal 1919 sino alla fine dei suoi giorni.
Ho dovuto rinviare di una settimana perché avevo bisogno di acquisire la patecipazione di Enzo Sardo un diavolo dell'organizzazione. L'ora è ancora da stabilire ma sarà nel tardo pomeriggio di sabato 23 gennaio 2013.Tu non dovresti mancare e spero di concorcare con te un tuo intervento. Per il momento mi limito a far trambusto per la voglia di fare esplodere l'effetto annuncio. Penso che sarà una manistazione storica- Capire cosa fu il sindacalismo nittiano dell'ottobre del 1919; cosa davvero fu la Lubiana del primo anno di occupazine, cosa fu il banditismo siciliano voluto dall'OSS di America, e quale fu dopo la politica dell'ordine pujbblico degasperiano (tutte vicende in cui l'ispettore generale di PS Messana lasciò una traccia profonda ma in positivo), non credo che ci siano molti in Italia che ne sappano davvero qualcosa .. e dire che è storia nostra.
Leggo solo ora il tuo messaggio,da qualche tempo mi sono trasferita da mia zia per assisterla in attesa di trovare una buona badante,la notizia che mi dai è bellissima ti devo sempre molta riconoscenza per l'interesse avuto nei confronti del nonno ,hai creduto nella sua onestà di uomo d'onore quale egli era.GRAZIE per un inzio di anno così bello
Buon anno pure a te. Ma sei obbligata a venire - mia ospite - il 23 gennaio a Racalmuto data in cui farò un feroce processo ai calunniatori di questo grande gran commis dell'ordine pubblico nazionale il comm. di San Maurizio e san Patrizio il dottore Ettore Messana benemerito ISPETTORE GENERALE di PS Ettore Messana. collaboratore massimo dell'on. Alcide De Gasperi.
Notizie Lillo Taverna 1 h · [Messana nelle veste di ISPETTORE GENERALE di P.S. grado che aveva già conseguito nel giugno del 1942 per punizione non essendo stato disumano ligio alle nuove leggi regolamentari fasciste . come da me documentato e non quindi un CRIMINALE DI GUERRA come azzarda calunniosamente ad affermare tal Cernigoi slovena nata a Trieste fu inviato] in Sicilia e subito deve risponderne a Ferruccio Parri che proprio destrorso e filofascista non era. Se con Bonomi è pur sospettabile una qualche frequentazione massonica (e quale grande commesso dello Stato Italiano non è stato massone?) le insinuazioni di Casarrubea non hanno più fondamento alcuno dal momento che il Messana transita riverito ed ascoltato sotto Parri sino al 9 dicembre del 1945, sotto Romita sino al 1° luglio 1946 (DE GASPERI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO), sotto lo stesso DE GASPERI quale ministro degli Interni sino al 1° febbraio 1947. E guarda caso appena Scelba - sì proprio Mario Scelba - sale allo scranno di Ministro degli Interni, quello che doveva essere il suo protettore, il nostro Messana viene invitato ad accomodarsi fuori, ma fuori per modo di dire visto che torna al Ministero a Roma e al Viminale vi resta oltremodo autorevole e rispettato sino al suo pensionamento per raggiunti limiti di età. NOTA: MINISTRI DEGLI INTERNI BONOMI prof. Ivanoe , dal 18 giugno 1944 al 20 giugno 1945 PARRI prof. Ferruccio , dal 21 giugno al 9 dicembre 1945 [ » ] ROMITA ing. Giuseppe, dal 10 dicembre 1945 al 1° luglio 1946 DE GASPERI dott. Alcide , dal 10 luglio 1946 al 1° febbraio 1947 SCELBA avv. Mario,dal 2 febbraio 1947 al 16 luglio 1953 [ » ] FANFANI dott. prof. Amintore, dal 16 luglio 1953 al 18 gennaio 1954 ANDREOTTI dott. Giulio , dal 18 gennaio 1954 al 10 febbraio 1954.- Gentilissima Cernigoi, se Lei è o si dichiara solerte e coscienziosa Storica crede davvero che un arcigno De Gasperi poteva rendersi compiacente di quel Messana quale lo descrive il Ricciardelli - che mi pare di nessun prestigio godette e che comunque rimase impalato al suo basso ruolo nonostante volesse accreditarsi, dopo essere stato capo della Politica del fascismo, protettore degli ebrei. Se Lei è una ricercatrice seria dovrebbe convenire con me che le insinuazioni del Ricciardelli, con solo tutti quei "si dice" "pare" "qualcuno afferma" " a ben pensare" e via discorrendo e mai uno straccio di fatto documentato e provato, meritavano di finire nel cesso come tutto indecorosamente vi finirono. E De Gasperi poi fu Ministro degli Esteri e dovette occuparsi di quella calunniosa congerie di accuse a TUTTI i nostri funzionari in Slovenia che Titini, pronubi gli Americani e gli Inglesi, confezionarono senza alcuna prova, obiettività, credibilità. E anche quella falsa congerie di calunnie di una Nazione Estera che cercava vendetta e non giustizia finì nel cesso, archiviata con un non luogo a procedere. E così il duro grintoso non malleabile De Gasperi si tenne vicino e si affidò e officiò il Messana fregandosene degli strilli di un Li Causi che per giunta avrebbe dovuto alzare un monumento al Messana che informato dal suo confidente Fra Diavolo seppe che Giuliano stava ordendo un agguato allo stesso Li Causi per ucciderlo. E se a Li Causi nulla successe lo deve proprio a Messana che lo protesse e lo avvisò del pericolo. Leggersi gli atti provessuali per darmi ampiamente ragione. Qualche mio amico e parente vorrebbe chissà quali documenti a comprova di quanto ho riscontrato a discolpa del Messana. Come si fa a documentare che una calunnia è una calunnia se non dimostrando che non vi sono prove documentali ma che vi sono sentenze passate in giudicato di Tribunali persino Militari persino Stranieri che tanto affermano e discopano! Sono forse prove serie quelle che la Cernigoni dice di trovarsi a Lubiana, redatti un paio di anni dopo da parte di inviperiti nemici di questa Italia e scritti per giunta in sloveno e basati solo su postume dichiarazioni tanto vaghe quanto sospette? Se si è antitaliani: subito e si mette anche la mano sul fuoco!! 4 luglio 11.20.00 Mi scrive Giovanna: Su ciò che hai scritto,la cara giornalista e storica,dovrebbe riflettere e coraggiosamente darti delle risposte.... Ma la Cernigoi all'epoca spalleggiata dal defunto ed autorevole Casarrubea finito persino corrispondente ed avallante di Malgrado Tutto. non ne dette per intesa e anzi sino all'altro giorno mi minaccia di stalkink che spero porti finalmente in porto per farle gustare cosa è poi capace di infliggerle l'ispettore BI del caso Sindona o il Superispettore dl mnistro delle Finanze Reviglio, il qui presente dottore Calogero Taverna.
Di questi tempi debbo battagliare con incolti ma saccenti mei compaesani. A Racalmuto, paese di mafia di pluriomicidi di pervertiti di biscazzieri di strade dedicate a nefandi, da che l'ANPI di Palermo ha fatto erigere un cippo a Riesi in onore di chissà quale sedicente sindacalista trucidato da chissà quale Polizia di Stato, è divenuto di moda dare addosso alla fulgida figura di Ettore Messana, un avvocato del primo dopoguerra 1915-‘18 divenuto capo apicale della Polizia di Stato, consigliere principe di De Gasperi dal 1947 (luglio) sino alla sua morte avvenuta il 26 novembre 1963. Morì austero in una casa dell'INGIC e fu sepolto fra i grandi al Verano.
Partito all'attacco il dirompente ex sindaco Petrotto (subito però ravvedutosi) non sembrò vero a mio cugino Gigi Restivo imbrattare le paginette informatiche di Malgrado Tutto con gli isterici dileggi del Casarrubea.
Da ispettore eccelso quale fui ed ancor mi sento sono partito al a contrattacco ed ancora non ho smessi di far ricerche d'archivio e appunti di storici seri per mettere alla berlina tali sedicenti storici da strapazzo, da Montalbano a Li Causi, dalla Cernigoi al Ricciardelli e sia pure con la cautela che bisogna avere quando si combatte contro i defunti lo stesso Casarrubea, che ormai con mio accoramento, non è più Fra noi. Aspetto l'uomo politico di Sutera per capire se anche lui vuole aggregarsi ai detrattori del Messana in forza di qualche insignificante stralcio di giornale antico.
Ultimamente ho fatto un atto di misericordia: ho fatto sì che il mio compagno comunista Calogero Alaimo Di Loro non si esponesse al ridicolo con un esile e superato libretto approvato da Mangione di A grigento ma bocciato sonoramente dalla CGIL romana.
E cos' oggi mi imbatto in Eugenio Napoleone Messana che nel suo rigonfio tomo sulla storia di Racalmuto parla di Messana e ne parla anche bene.
Il testo di Eugenio Napoleone Messana fu snobbato da Leonardo Sciascia.
Sornionamente divaga Il Racalmutese: “negli anni la richiesta e ricerca del libro di Tinebra Martorana ... divenne tanto intensa quanto vana. E non la spense nemmeno la pubblicazione nel 1969 , della terza storia del paese ‘Racalmuto nella storia della Sicilia' di Eugenio Napoleone Messana ... voluminosa, fitta di notizie."
Soggiungiamo noi che altrettanto la pubblicazione di E.N. M. era "richiesta e ricercata .... [ma] era fatica intensa quanto vana" per certe delusioni dell'autore. Ma Sciascia se all'opera "letteraria” del Tinebra dette il placet al suo pur amico Messana, no: “ voluminisa e fitta di notizie"; e dire che per il romanziere del “giorno della civetta "limitato è il numero delle notizie che si possono estrarre da libri e da manoscritti, moltissime e di sottili e lunghi i tentacoli sono quelle che si posso estrarre dalla memoria. Dalla galassia della memoria”.
Per Sciascia dunque le fitte notizie del Messana non avevano il luccichio della "galassia della memoria".
Ma noi che manco storia vorremmo fare ma semplici cronache antiche del paese nostro, troviamo notizie ghiotte nella immane fatica di Eugenio Napoleone Messana.
Questo, sindaco folkloristico di Racalmuto, approfittò della carica per rovistare nei faldoni e nelle carte comunali. E statene ceto che quello che lui scrive sulla seconda metà dell'Ottocento sino ai suoi giorni (sino al 1969) è impareggiabile.
Si abbandona certo a stravaganti giudizi di valore; lui piuttosto bigotto e clericale, deve atteggiarsi per calcolo politico a comunista. Eppure inventarsi meriti sindacali e politici rossi a Racalmuto è blasfemìa. Dare uguale peso a traumi sociali e dispetti paesani e giulivi può disturbare il ricercatore storico ed obiettivo. Ma le notizie ed informazioni che dà Eugenio Napoleone Messana sono impagabili e insostituibili.
E così, e proprio oggi, veniamo a scoprire nel testo del Messana che "fra gli intellettuali del paese che in questo periodo (attorno al 1918) si affermarono meritano particolare attenzione l'avv. Giuseppe Scimé, l'avv. Salvtore Petrone e l'AVV. ETTORE MESSANA (v. pag. 357)". Passando a pag. 359 leggo: "Allorché il fascismo soppresse la libertà ed instaurò la dittatura, Calogero Picone Chiodo dovette fuggire da Racalmuto. .... Dopo tanto girare riparò a Bolzano in casa di ETTORE MESSANA, suo amico d'infanzia ed ex compagno, già vice questore in quella città. I due erano tanto intimi che si chiamavano compari. Ettore Messana intanto una mattina arrivato in questura trovò un telegramma firmato dal Ministro dell'Interno, così concepito: 'dicesi ricercato antifascista Calogero Picone Chiodo aggirarsi presso codesta città, pregasi disporre accurati servizi onde assicurarlo giustizia prima che valichi frontiera.' ... Il ricercato era l'ospite compare e suo paesano. Tornatosene a casa, aspettò che finisse il pranzo, poi si chiamò in disparte il compare e glielo esibì. Il povero Liddu Chiovo non seppe che dire. Ettore Messana gli assicurò che lo avrebbe messo in salvo lui oltre il confine . Verso sera gli procurò un passaporto con false generalità e lo fece scortare sino a Insbruk da due agenti."
Sappiamo pur bene che Geniu era fantasioso e non ci giureremmo sulla totale attendibilità delle notazioni che ci fornisce. Intanto non sappiamo in che anno siamo. Davvero in quell'anno (che dovrebbe essere alla fine degli anni Venti) Ettore Messana era Vice Questore a Bolzano?. Se era così, in poco più di undici anni Ettore Messana sarebbe passato da Vice Commissario di Mussomeli a Vice Questore di Bolzano. Ma se è così, il Messana che faceva svelta carriera in combutta con la mafia di Sicilia e che nel 1919 era stato persino un fanatico fascista della "prima ora” diventa una frottola dell'ANPI di Palermo magari condita e condivisa dal Malgrado Tutto di mio cugino Gigi Restivo.
Conosco la settimana scorsa questo simpatico personaggio, Gero Difrancesco, già sindaco comunista di Sutera, attore nelle vesti di Caifa, ed ora valente archivista in Caltanissetta. Mi omaggia con un suo libro "Storie scordate". Prosa fluida ed elegante, conoscenza storica non indifferente, sagacia archivistica. Nel tracciare la biografia piuttosto laudativa di un equivoco personaggio fascista, il senatore Giuseppe Mormino, riporta un anonimo - non confidandoci la fonte - di data incerta (ma dovrebbe essere una delazione vergata tra il 1933 e il 1936 – noi pensiamo, poco prima del31 luglio 1936) dove per incidens apprendiamo: "... quando il Mormino fu chiamato da voi come capo di gabinetto il questore di Palermo era stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino per dar posto al Lauricella suo fiduciario .."
Giuseppe non è Ettore ma può trattarsi di topica della memoria. L'anonimo npn è siciliano (così almeno si dichiara). Dice di essere un non isolano "inviato in Sicilia con una alta carica , [aveva cercato] di ristabilire il costume ed evitare tutte le più impure speculazioni e le più vergognose solidarietà, [ma aveva trovato] nel personale dipendente un fronte unico ed [era] stato soverchiato". Succedeva che "alla maffia bassa e volgare si [era] sostituita una nuova maffia che imperversava nell'Isola". Ovvio che per l'anonimo Messana non era di codesta congrega: a suo giudizio "era funzionario di valore" degno già nel 1933 di fare il questore a Palermo.
Se non dovesse trattarsi di Ettore il nostro dire ha scarso rilevo, ma se quel Giuseppe dovesse leggersi Ettore quante diffamazioni, insolenze, sospetti, denigrazioni dell'ANPI di Palermo e di storici di recente formato riesino (ivi compreso il duo Cernigoi-Casarrubea dovrebbero andare al macero.
Si dà il caso però che io non faccio agiografia di nessuno, cerco solo la verità.
Calogero Taverna
OnlineCarmelo Antinoro
Ciao Carme'- Sono in ambasce tragiche e tu mi ci devi levare. Ho contrasti storici con i detrattori del grande questore ETTORE MESSANA. Lo dicono "racalmutese" ma è certo che non è nato a Racalmuto. Nacque nel 1888. Ad un certo punto ho riscontrato che era nato a Gela. Ora un mio contendente mi grida che nel 1888 a Gela non nacque nessun Messana. Tu che tutto puoi con i registri dei Tribunali fotografati dai Mormoni non potresti darmi qualche dritta? Si può sapere dove è nato codesto Ettore Messana nato in Sicilia nel 1888? Il padre si chiamava Clemente Messana che dpvrebbe essere nato negli anni attorno al 1850 a Racalmuto (ma neanche questo a dire il vero trovo nella tua completa collezione masterizzata.) T'amminghiasti cu stu Messana!
avi tri anni ca cci vaiu appriessu
Ma non è Messana ch mi interessa, sono le tre grandi stravolgimenti storici he l'hanno avviluppato e che i cosiddetti storici vanno imbrogliando.
i tre grandi
Gela non risulta pubblicato dai mormoni. Ho guardato adesso.
Clemente Antonio Messana n. Grotte 16.1.1851 da Luigi di anni 36 e Francesca Gueli di anni 22 possono essere genitori di Ettore?
Sicuramente sì- Sei grande.
Ecco perché non l'ho trovato a Racalmuto.
Lettera apeerta con AR al dr. Gero Difrancesco.
Come vedi non è facile distriacrsi tra gli archivi dello Stato Civile. Mi domando: Gela è più diligente di Racalmuto? Resta ulteriormente assodato che l'Ispettore Generale di PS non solo non era di Racalmuto ma neppure il padre don Clemente Messana nato il 16.1.1851 era di Racalmuto, salvo errori ed omissini diciamo noi modesti bancari. Tutti questi saccenti storici che deplorano il "raalmutese" Messana dovrebbe essere messi alla gogna storica. Allora non caschiamoci manco noi. Io ad esempio vorei sapere chi sno questi preti della Sutera del 1275-1280.
Non vi possono essere più dubbi. ETTORE GIUSEPPE MESSANA è racalmutese a pienissimo titolo. Nasce non nel 1888 come molti abbiamo creduto ma il 6 aprile 1884 il 26 di aprile. E' figlio di Clemente Pietro Messana e di donna Sophia Mirabella: fanno dapadrini don Agostin mantine e sua moglie donna Calogera Rizo. Celebra il battesimo il sacerdore Giuseppe Mantione. Debbo questo atto chiarifiatore all'acume e ingegnosità dell'architetto di Favara Carmelo Antinoro, direttore del Museo di Agrigento. Ammetto qui tutti i miei errori (più o meno giustificbili). Sno anche contento che così si spiega quel GIUSEPPEche i professore Gero Difrancesco ex sindaco di Sutera ha riscontrato inun anomnimo che ha pubblicato nel suo bel libro: STORIE SORDATE. Pregevole e da consultare. Litigando litigando vien fuori la verità.
Ma io ora ufficalmente chiedo l'intestazione di una importante via al comm. di San Maurizio e San Lazzaro, grand'Ufficiale dottore Ettore Messan, Ispettore Generale di PS, morto nel 1963 e sepolto con gli onori di Stato tra i GRANDI al Verano-
Non vi possono essere più dubbi. ETTORE GIUSEPPE MESSANA è racalmutese a pienissimo titolo. Nasce non nel 1888 come molti abbiamo creduto ma il 6 aprile 1884 . E' figlio di Clemente Pietro Messana e di donna Sophia Mirabella: fanno da padrini don Agostino Mantione e sua moglie donna Calogera Rizzo. Celebra il battesimo il sacerdote Giuseppe Mantione.
Debbo questo atto chiarificatore all'acume e ingegnosità dell'architetto di Favara Carmelo Antinoro, direttore del Museo di Agrigento.
Ammetto qui tutti i miei errori (più o meno giustificabili). Sono anche contento che così si spiega quel GIUSEPPE che il professore Gero Difrancesco ex sindaco di Sutera ha riscontrato in un anonimo che ha pubblicato nel suo bel libro: STORIE SCORDATE. Pregevole e da consultare. Litigando litigando vien fuori la verità.
Ma io ora ufficialmente chiedo l'intestazione di una importante via al comm. di San Maurizio e San Lazzaro, grand'Ufficiale dottore Ettore Messana, Ispettore Generale di PS, morto nel 1963 e sepolto con gli onori di Stato tra i GRANDI al Verano-
Buona Pasqua cara donna Giovanna Messana. Non praevalebunt. Ho tante di quelle frecce al mio arco da farne tanti san sebastianini da strapazzo. Ma occorre caparbietà. Vanno perseguiti ai sensi di legge. Di una cosa comunque mi vanto: prima in Internet appena si digitava il nome dell'immenso Capo della Polizia Siciliana veniva fuori un mare di fango e di ignominie. Ora il mio blog in difesa di Messana e in attacco dei suoi calunniatori giganteggia. Io non desisterò. Ettore Messana nacque a Racalmuto nel 1884 (e non nel 1888 causa di tanti sviamenti) è un titano al servizio dello Stato (qualsiasi sia stato il colore dei suoi governanti e merita onore e gloria nella terra che lo generò. Nessuno mi fermerà. E' una lotta per la verità la giustizia il dovuto tributo d'onore a chi davvero nobilitò il natio spazio vitale e non certo con qualche sillaba bene azzeccata. Ettore Messana mi appartiene; è mio concittadino, è del mio tesso paese. Anche a tentarono di calunniarmi mentre Cosa Nostra aveva deciso la mi esecuzione per averla colpita nel portafoglio bancario. (Meglio la morte per loro). Quindi lotto per Messana perché lotto per il mio onore. MaIgrado tutto i calunniatori vanno sbugiardati e impiccati moralmente. Per un cippo a spese UE sovvertono la storia e infangano eroi dell'ordine pubblico. In tre anni di ricerca ho acquisito testimonianze conoscenze riconoscimenti al cui confronto gli ignbili detrattori infami e neppure informati devono scadere nella gogna dell'imbecillità e della grettezza etica e culturale. Calogero Taverna.
GRAZIE E ANCORA GRAZIE per l'impegno e la caparbietà messa in questi anni nella ricerca storica e veritiera su Ettore Messana,il mio amatissimo nonno,non nascondo di essermi affidata e cullata dalle sue parole sufficienti a farmi dimenticare le infamie ,la mia famiglia non conosce disonore,realtà che a molti non piace..ancora un grazie e l'augurio di una serena PASQUA
Posso assicurare che il grand’ufficiale Ettore Messana, onore di Racalmuto, non ha ombre.
Ho setacciato la sua vita. Immacolata. L'unico colpa di Ettore Messana: attaccato al dovere non si è curato molto dei disagi che cosi ricadevano sulla sua famiglia. E' capitato pure a me e quindi lo capisco. Finché Ettore Messana fu vivo nessuno si permetteva di dargli addosso. L'on. Montalbano ci provò due volte e ne uscì malconcio. Li Causi fu da Togliatti messo da canto e al suo posto venne l'avvinazzato Bufalini ma in definitiva il giovanissimo rampante Emanuele Macaluso. A Viterbo Pisciotta diede ulteriore prova di essere un fanfarone manovrato da certi giudici istruttori (allora come ora) per fandonie non provabili. IL presidente, in relazione a Messana, lo liquidò in malo modo. Vi fu la faccenda della RSI. La Cernigoi manco sapeva che Senise ne aveva parlato e aveva dichiarato che Messana "non aveva l'anima del fascista”. In tempo di democrazia un attestato di grande merito. Messana a Bolzano fa scappare un perseguitato dall'OVRA il compaesano Picone Chiodo (v. E.N. Messana Racalmuto nella storia di Sicilia). Altro che agente dell'OVRA! Dopo Bolzano Messana era già destinato ad andare a fare il questore a Palermo. Non ci va perché si oppone tale gerarca Giuseppe Mormino, senatore del Regno, Costui fu "bersagliato anche attraverso lettere anonime indirizzate a Mussolini. Una di queste ne tratteggiava un aspetto alquanto controverso [si fa per dire, altro che controverso! ndr] seppure rispondente a quello che si era venuto delineando [in Sicilia specie se di acuto intelletto sappiamo essere più gesuiti dei gesuiti, ndr] nell'immaginario collettivo dei suteresi".
Estrapolo da quella lettera che credo bene infornata e compilata da alto personaggio dell'epoca.: " “Eppure quando il Mormino fu chiamato da voi [Mussolini] come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino pe dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è tuttora e rimarrà Questore di Palermo ed esponente della cricca Mormino separatista ed accaparratrice".
A darmi siffatti lumi insperati nientemento è il prof. Difrancesco nel suo libro STORIE SCORDATE pagg. 127 e 128, il quale professore invero non si vuole piegare alla verità di un Messana illibato e di suoi paesani marciti da interesi che qui son ben descritti. A prescindere dai gesuitici giri di parole.
Quanto a quel Giuseppe, nessuna topica. Al grand’ufficiale Messana, il suo primo nome è sì Ettore per una non commendevole faccenda della importante ma intricante famiglia Messana di Racalmuto. Ma il suo secondo nome è Giuseppe. L'ho dovuto apprendere per i felici risultati delle ricerche genealogici dell'impareggiabile architetto favarese Carmelo Antinoro. Costui sulla base di una esordio processuale può correggere il domma infondato del Casarrubea di far nascere nel 1888 il Messana mentre la datra esatta era il1884. Così abbiamo sottomano e l'atto di battesimo del Messana a Racalmuto e il rivelo al Municipio. Si chiarisce così chi veramente era Messana figlio di don Clemente Antonio Messana e di donna Rosalia Mirabella, nato in una strada che ora non c'è più.
Riuscirò però a individuarla e vi apporrò una lapide a mie e spese visto che il consanguineo avv. Messana attuale sindaco fa orecchie da mercanti per una faccenda che si collega allo zio Everardo. Bene! Così sappiamo che il secondo nome del gran. Uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana è Giuseppe e che per una quarantina di anni l'Ispettore Generale di PS preferiva farsi chiamare appunto Giuseppe. Familiarmente il grande 'Peppino Messana’ di cui ai ricordi si qualche vecchio ancora residuante al Circolo Unione.
Mi rivolgo pertanto pubblicamente a donna Giovanna Messana unica vera nipote del celebre capo della Polizia Siciliana Ettore Messana e la invito ad essere ospite mia nella mia non indegna villetta di Bovo e presenziare al convegno in onore di questo grande figlio racalmutese che dovrà concludersi con i disvelamento della lapide sul muro della vecchia casa dove nacque Ettore Giuseppe Tancredi (ECTOR JOSEPH THANCREDUS per i preti)
Comprendo reticenze dispetti e forse sospetti avverso la mia persona. No! Non son io che ho destato dal sonno dei giusti Ettore Giuseppe Tancredi Messana; molto tempo che io mi interessassi al caso vi fu un giovanissimo Giuseppe del tiaso maschile di Danilo Dolci a fingere di credere alla triplice calunnia di Li Causi e farne oggetto di dissacrante blasfemia. E poi l’ANPI di Palermo e quindi l’Amministrazione Comunale di Riesi rei di infamie calunnie stravolgimenti storici denigranti Ettore Giuseppe Tancredi Messana. Quanto soldi lucrarono? E soldi e soldi UE e sezioni speciali di sovvenzioni bancarie cinematografiche lì a turlupinare la gente con false sparatorie ordinate dal Messana nella piazza di Riesi. E quindi il Casarrubea che le spara grosse che più grosse non si può come in un processo intentato da Gianlombardo viene stigmatizzato da un giudice togato di questa Repubblica. Ci si era messo poi anche Totò Petrotto invece di pensare alle calunnie che gli scaraventavano contro; e per mettere la ciliegina sulla torta ecco il protervo Malgrado Tutto così insolente anche nei confronti della sublime donna Giovanna Messana.
Posso assicurare che il grand’ufficiale Ettore Messana, onore di Racalmuto, non ha ombre.
Ho setacciato la sua vita. Immacolata. L'unica colpa di Ettore Messana: attaccato al dovere non si è curato molto dei disagi che cosi ricadevano sulla sua famiglia. E' capitato pure a me e quindi lo capisco. Finché Ettore Messana fu vivo nessuno si permetteva di dargli addosso. L'on. Montalbano ci provò due volte e ne uscì malconcio. Li Causi fu da Togliatti messo da canto e al suo posto venne l'avvinazzato Bufalini ma in definitiva il giovanissimo rampante Emanuele Macaluso. A Viterbo Pisciotta diede ulteriore prova di essere un fanfarone manovrato da certi giudici istruttori (allora come ora) per fandonie non provabili. IL presidente, in relazione a Messana, lo liquidò in malo modo. Vi fu la faccenda della RSI. La Cernigoi manco sapeva che Senise ne aveva parlato e aveva dichiarato che Messana "non aveva l'anima del fascista”. In tempo di democrazia un attestato di grande merito. Messana a Bolzano fa scappare un perseguitato dall'OVRA il compaesano Picone Chiodo (v. E.N. Messana, Racalmuto nella storia di Sicilia). Altro che agente dell'OVRA! Dopo Bolzano Messana era già destinato ad andare a fare il questore a Palermo. Non ci va perché si oppone tale gerarca Giuseppe Mormino, senatore del Regno, Costui fu "bersagliato anche attraverso lettere anonime indirizzate a Mussolini. Una di queste ne tratteggiava un aspetto alquanto controverso [si fa per dire, altro che controverso! ndr] seppure rispondente a quello che si era venuto delineando [in Sicilia specie se di acuto intelletto sappiamo essere più gesuiti dei gesuiti, ndr] nell'immaginario collettivo dei suteresi".
Estrapolo da quella lettera che credo bene informata e compilata da alto personaggio dell'epoca: " “Eppure quando il Mormino fu chiamato da voi [Mussolini] come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino per dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è tuttora e rimarrà Questore di Palermo ed esponente della cricca Mormino separatista ed accaparratrice".
A darmi siffatti lumi insperati nientemeno è il prof. Difrancesco nel suo libro STORIE SCORDATE pagg. 127 e 128, il quale professore invero non si vuole piegare alla verità di un Messana illibato e di suoi paesani marciti da interessi che qui son ben descritti. A prescindere dai gesuitici giri di parole.
Quanto a quel Giuseppe, nessuna topica. Il grand’ufficiale Messana, ha per suo primo nome Ettore per una non commendevole faccenda della importante ma intricante famiglia Messana di Racalmuto. Ma il suo secondo nome è Giuseppe. L'ho dovuto apprendere per i felici risultati delle ricerche genealogici dell'impareggiabile architetto favarese Carmelo Antinoro. Costui sulla base di una esordio processuale può correggere il domma infondato del Casarrubea di far nascere nel 1888 il Messana mentre la data esatta era il 1884. Così abbiamo sottomano e l'atto di battesimo del Messana a Racalmuto e il rivelo al Municipio. Si chiarisce pertanto chi veramente era Messana figlio di don Clemente Antonio Messana e di donna Rosalia Mirabella, nato in una strada che ora non c'è più.
Riuscirò però a individuarla e vi apporrò una lapide a mie e spese visto che il consanguineo avv. Messana attuale sindaco fa orecchie da mercanti per una faccenda che si collega allo zio Everardo. Bene! Così sappiamo che il secondo nome del gran. Uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana è Giuseppe e che per una quarantina di anni l'Ispettore Generale di PS preferiva farsi chiamare appunto Giuseppe. Familiarmente il grande 'Peppino Messana’ di cui ai ricordi di qualche vecchio ancora residuante al Circolo Unione.
Mi rivolgo pertanto pubblicamente a donna Giovanna Messana unica vera nipote del celebre capo della Polizia Siciliana Ettore Messana e la invito ad essere ospite mia nella mia non indegna villetta di Bovo e presenziare al convegno in onore di questo grande figlio racalmutese che dovrà concludersi con il disvelamento della lapide sul muro della vecchia casa dove nacque Ettore Giuseppe Tancredi (ECTOR JOSEPH THANCREDUS per i preti).
Comprendo reticenze dispetti e forse sospetti avverso la mia persona. No! Non son io che ho destato dal sonno dei giusti Ettore Giuseppe Tancredi Messana; molto tempo prima che io mi interessassi al caso vi fu un giovanissimo Giuseppe del tiaso maschile di Danilo Dolci a fingere di credere alla triplice calunnia di Li Causi e farne oggetto di dissacrante blasfemia. E poi l’ANPI di Palermo e quindi l’Amministrazione Comunale di Riesi rei di infamie calunnie stravolgimenti storici denigranti Ettore Giuseppe Tancredi Messana. Quanti soldi lucrarono? E soldi e soldi UE e sezioni speciali di sovvenzioni bancarie cinematografiche lì a turlupinare la gente con false sparatorie ordinate dal Messana nella piazza di Riesi. E quindi il Casarrubea che le spara grosse che più grosse non si può come in un processo intentato da Gianlombardo viene stigmatizzato da un giudice togato di questa Repubblica. Ci si era messo poi anche Totò Petrotto; invece di pensare alle calunnie che gli scaraventavano contro. E per mettere la ciliegina sulla torta ecco il protervo Malgrado Tutto così insolente anche nei confronti della sublime donna Giovanna Messana.
Che venga Giovanna Messana a Racalmuto a dirci quale soave nonno fu Ettore Giuseppe Tancredi Messana e tagliare il nastro del velario sulla lapide a memoria di questo grandissimo figlio di Racalmuto Ettore Giuseppe Tancredi.
[Calogero Taverna]
Racalmuto non è fossa dei serpenti, la quasi totalità dei racalmutesi veniamo da una grande ammirazione e stima per il "questore Messana". Molte sono le famiglia che sono state beneficiate dal “questore Messana". Qualche nota ironica c'è solo per il cugino. il famoso don Luigino che nel libro di Sciascia viene descritto come un particolare don Ferdinando Trupia.
Non nego che qualche 'lontano parente” si faccia eco di una certa malevolissima stampa nazionale e certa cinematografia. Ma diciamo che Racalmuto non è Riesi o Partinico. Mi vanto con anni di battaglie tramite internet di avere costretto certa intellighenzia di sinistra (e stranamente anche d destra) a ripensare alla faccenda. La storiografia ufficiale ora sta per fare un grosso ripensamento perché l'apertura degli archivi del NARA americano ci sta svelando come la Sicilia non fu “libera” dal 1943 al 1950 e come le autorità italiane (Messana compreso) dovettero subire codesta limitazione di sovranità. Gli americani furono terrorizzati dal fatto che nel Nord Italia i comunisti erano sul punto di una secessione a favore dell’ Unione Sovietica. Era scoppiata la guerra fredda e la Sicilia per gli American divenne contrafforte reazionario e persino fascista pronto ad una controffensiva, ad una “marcia su Roma” che partisse non più da Milano ma da Palermo. Messana, uomo d'ordine e nazionalista, cercò con tutte le se forze sempre più grame e sfilacciate di contrapporsi a questo "disordine" delle OSS (leggi antenati della Cia) e fascista (leggi Valerio Borghese Junio). Ma sconvolgente svolta fu la vittoria socialcomunista siciliana del 20 arile del 1947. Gli americani partirono al contrattacco, Portella delle Ginestre, militarizzazione della 'banda Giuliano”, “peregribationes Mariae”. Ricattatori “pacchi dono americani, trasmutione della sopita ormai mafa tradiionale in cosa nostra all’americana e ua discorrendo. Il duro Messana era d'ostacolo ed ecco che viene preso da De Gasperi e portato A Roma per ruoli ancora più importanti ed egemoni. Giuliano dopo Messana che lo lottava divenne ancora più forte; passano ben tre nuovi Ispettori Generali di P.S. e la banda Giuliano è sempre lì protetta e foraggiata ed intoccabile. La Sicilia non è libera e sotto surrettizia sovranità americana. Parlano di Mafia risorta e di Cosa Nostra di estrazione americana ma dietro ci sono i tremendi servizi segreti americani. Dopo l'esodo Messana del 1947 dobbiamo attendere tre anni e ed arrivare al 1950 per la giubilazione di Giuliano. Ancora adesso serpeggia l'ipotesi di Casarrubea secondo cui nel cortile dell'avvocaticchio Di Maria il corpo crivellato non era di Guliano, perché costui era stato fatto scappare dagli americani ed accolto in America ove sarebbe sopravvisuto ancora a lungo. Una sentenza dice di no. Ma qualche fondo di verità ci sarà pure. E Messana era ben lontano in questo triennio dalla Sicilia; Ferreri o fra Diavlo era agente americano imposto a Messana, altro che suo criminale confidente. Fu giustiziato in una caserma dei carabinieri d'orine e per conto del potere occulto militare degli americani e Messana non c'etrava niente. E questo aspetto inquietante emerge anche dal processo Gianlombardo Casarrubea. Insomma la storia di Sicilia in quel periodo è tutta da riscrivere e la figura di Messana ne esce linda e stimabile. Penso che vada la pena anche per la famiglia che si faccia luce, penso che il grand'Ufficiale Ettore Messana sarebbe ben felice lassù se vedesse la sua nipotina Giovanna l'irrequieta nipotina con cui giocava a carte recarsi là dove nacque il 6 aprile del 1884 come attestato all'Anagrafe comunale e mgari farsi fotografare a futura memoria accanto a quel fonte battesimale ancora esistente in Matrice ove "Die eodem .. Ego Sac. Joseph Mantione batptizavi infantem ... natum ex iugalibus D. Clemente Antonio Messana et domna Rosalia Mirabella cui nomen ECTOR JOSEPH THANCREDUS. Patrini d. Augustinus Mantione et domna Calogera Rizzo jiub.". Era nato Ettore da una famiglia di ‘don’, i celeberrimi “galantuomini" del Circolo Unione, ove son sicuro il Questore accompagnato dal devotissimo cugino don Luigino ebbe varie volte ad accompagnarlo per avere l'ossequio dei dignotosi e magari sussiegosi galantuomini racalmutesi. Il decano l'ultra nonagenario avv. Burruano me ne parla ancora ammirato e devoto. Era stato grande amico del Questore. Per due ore ho discusso con l’on. Federico Martorana, imparentato con i Messana, e ultra comunista mi diceva che in quel lontano 1963 si era recato a Roma dal “questore” a perorare l’avvicinamento un poliziotto ai suoi familiari. E il Messana dirgli che lui ormai era fuori gioco, ma una settimana il poliziotto aveva il sospirato trasferimento. Francamente non comprendo certe reticenze e ritrosie della famiglia del ‘questore’. Una celebrazione in Racalmuto verrebbe gradita ed applaudita dalla cittadinanza a civilissima e consapevole ed anche quei tre o quattro intellettuali frastornati da una incontrastata campagna di stampa e cinematografica sarebbero tra primi a riverire una siffatta gloria racalmutese, magari solo ora adeguatamente rievocata.
Racalmuto non è fossa dei serpenti, la quasi totalità dei racalmutesi veniamo da una grande ammirazione e stima per il "questore Messana". Molte sono le famiglia che sono state beneficiate dal “questore Messana". Qualche nota ironica c'è solo per il cugino. il famoso don Luigino che nel libro di Sciascia viene descritto come un particolare don Ferdinando Trupia.
Non nego che qualche 'lontano parente” si faccia eco di una certa malevolissima stampa nazionale e certa cinematografia. Ma diciamo che Racalmuto non è Riesi o Partinico. Mi vanto con anni di battaglie tramite internet di avere costretto certa intellighenzia di sinistra (e stranamente anche di destra) a ripensare alla faccenda. La storiografia ufficiale ora sta per fare un grosso ripensamento perché l'apertura degli archivi del NARA americano ci sta svelando come la Sicilia non fu “libera” dal 1943 al 1950 e come le autorità italiane (Messana compreso) dovettero subire codesta limitazione di sovranità. Gli americani furono terrorizzati dal fatto che nel Nord Italia i comunisti erano sul punto di una secessione a favore dell’Unione Sovietica. Era scoppiata la guerra fredda e la Sicilia per gli American divenne contrafforte reazionario e persino fascista pronto ad una controffensiva, ad una “marcia su Roma” che partisse non più da Milano ma da Palermo. Messana, uomo d'ordine e nazionalista, cercò con tutte le sue forze sempre più grame e sfilacciate di contrapporsi a questo "disordine" delle OSS (leggi antenati della Cia) e fascista (leggi Valerio Borghese Junio). Ma sconvolgente svolta fu la vittoria socialcomunista siciliana del 20 aprile del 1947. Gli americani partirono al contrattacco: Portella delle Ginestre, militarizzazione della 'banda Giuliano”, “peregrinationes Mariae”. ricattatori “pacchi dono" americani, trasmutazione della sopita mafia tradizionale in Cosa Nostra all’americana e via discorrendo. Il duro Messana era d'ostacolo ed ecco che viene preso da De Gasperi e portato a Roma per ruoli ancora più importanti ed egemoni. Giuliano dopo Messana che lo lottava divenne ancora più forte; passano ben tre nuovi Ispettori Generali di P.S. e la banda Giuliano è sempre lì protetta e foraggiata ed intoccabile. La Sicilia non è libera e sotto surrettizia sovranità americana. Parlano di Mafia risorta e di Cosa Nostra di estrazione americana ma dietro ci sono i tremendi servizi segreti americani. Dopo l'esodo Messana del 1947 dobbiamo attendere tre anni e ed arrivare al 1950 per la giubilazione di Giuliano. Ancora adesso serpeggia l'ipotesi di Casarrubea secondo cui nel cortile dell'avvocaticchio Di Maria il corpo crivellato non era di Guliano, perché costui era stato fatto scappare dagli americani ed accolto in America ove sarebbe sopravvissuto ancora a lungo. Una sentenza dice di no. Ma qualche fondo di verità ci sarà pure. E Messana era ben lontano in questo triennio dalla Sicilia; Ferreri o fra Diavolo era agente americano imposto a Messana, altro che suo criminale confidente. Fu giustiziato in una caserma dei carabinieri d'ordine e per conto del potere occulto militare degli americani e Messana non c'entrava niente. E questo aspetto inquietante emerge anche dal processo Gianlombardo Casarrubea. Insomma la storia di Sicilia in quel periodo è tutta da riscrivere e la figura di Messana ne esce linda e stimabile. Penso che vada la pena anche per la famiglia che si faccia luce, penso che il grand'Ufficiale Ettore Messana sarebbe ben felice lassù se vedesse la sua nipotina Giovanna l'irrequieta nipotina con cui giocava a carte recarsi là dove nacque il 6 aprile del 1884 come attestato all'Anagrafe comunale e magari farsi fotografare a futura memoria accanto a quel fonte battesimale ancora esistente in Matrice ove "Die eodem .. Ego Sac. Joseph Mantione batptizavi infantem ... natum ex iugalibus D. Clemente Antonio Messana et domna Rosalia Mirabella cui nomen ECTOR JOSEPH THANCREDUS. Patrini d. Augustinus Mantione et domna Calogera Rizzo jug.".
Era nato Ettore da una famiglia di ‘don’,i celeberrimi “galantuomini" del Circolo Unione, ove son sicuro il Questore accompagnato dal devotissimo cugino don Luigino ebbe varie volte ad accompagnarlo per avere l'ossequio dei dignitosi e magari sussiegosi galantuomini racalmutesi. Il decano l'ultra nonagenario avv. Burruano me ne parla ancora ammirato e devoto. Era stato grande amico del Questore. Per due ore ho discusso con l’on. Federico Martorana, imparentato con i Messana, e ultra comunista mi diceva che in quel lontano 1963 si era recato a Roma dal “questore” a perorare l’avvicinamento di un poliziotto ai suoi familiari. E il Messana dirgli che lui ormai era fuori gioco, ma una settimana dopo il poliziotto aveva il sospirato trasferimento. Francamente non comprendo certe reticenze e ritrosie della famiglia del ‘questore’. Una celebrazione in Racalmuto verrebbe gradita ed applaudita dalla cittadinanza a civilissima e consapevole ed anche quei tre o quattro intellettuali frastornati da una incontrastata campagna di stampa e cinematografica sarebbero tra primi a riverire una siffatta gloria racalmutese, magari solo ora adeguatamente rievocata.
Se viene in Sicilia la farò incontrare con l'avv. Luigi Burruano e vedrà come si commuove nel ricordare il suo amico il 'questore' Messana. certo una volta hanno fatto delle birbanterie femminili a Messina. Non dirò mai che il Questore fosse casto e puro e se qualcuno mi dovesse dire che sverginò tardivamente la bella Elettra non me ne meraviglierei. Era maschio. Ormai è troppo giù a Caltanissetta Lillo Infurnari ma se è arrivato al grado di Vice Questore (indolente come è non è andato oltre) lo deve al questore Messana. E tanti e tanti devono al Messana se sono potuti entrare in polizia o tra i carabinieri o nell'esercito e favi carriere e trovarvi dignitoso lavoro e soprattutto uno stipendio certo e sicuro. Nella mia lunga vita, sia pure poco vissuta a Racalmuto, del questore Messana a Racalmuto ne ho sempre sentito parlare bene e in toni ammirati. Sciascia non elogia certo la figura di questo alto poliziotto ma non ne dice mai male (e questo è molto in un denigratore professionale). Finché non esplose la pubblicistica Casarrubea (prima che io me ne interessassi) nessuno a Racalmuto aveva ad eccepire su questo ammirato suo grande figlio. Dopo addirittura la famiglia Messana collegata sproloquiò. Ed io sin sicuro per i postumi connessi alla storia dello zio Everardo. ma una rondine non fa primavera. Invero Eugenio Napoleone Messana nel suo enfiato volume su Racalmuto nella storia di Sicilia sembra ignorare Ettore Messana. Ma ho scoperto che sia pure per incidens dà una testimonianza sul questore a Bolzano che spazza via la calunnia di Casarrubea, dell'ANPI di Palermo e dell'amministrazione di Riesi tendenti a fare apparire Messana agente dell'OVRA. [P.S. Preciso che se la Cernigoi me ne ha dette di cotte e di crude era per reazione: L'AVEVO PROVOCATA IN MALO MODO SINO A CHIAMARLA "SIGNORINA" nonostante fosse sposata da 35 anni. Ma rispetto a ciò che le aveva detto Gerbino ero un educando. Invero da ultimo mi ha aggredito Colpi di Spillo di Malgrado Tutto per avergli fatto saltare il giochetto teso a consolidare i loro infondati sospetti (e dispetti) avverso il questore Messana. Poveracci, se qualche membro Messana vero ed autentico e non il Bellavia di turno dovesse incazzarsi, delle brutte condanne almeno per diffamazione a mezzo stampa non gliele toglie nessuno.]
Calogero Taverna
Gentilissima donna Giovanna Messana, Le segalo che il ciclo delle mie investigazioni sulle TRE CALUNNIE LICAUSIANE possonodirsi concluse. Cert mi si sono aprte voragini storiche da riolmare, ma non rigiardao suo nonno. Sono venuto ai ferri orti con ilMIO circolo unione. Hanno voluto posporre una cerimonuia in omaggio al grande e benemrito cittadino racalmuteseil gr,uff, conn. di maurizio esanazzaro DottoreEttore Messana n capisaldi dell'ordine pubbico nell'Italia degasperiana.
Gentilissima donna Giovanna Messana, Le segnalo che il ciclo delle mie investigazioni sulle TRE CALUNNIE LICAUSIANE possono dirsi concluse. Certo mi si sono aperte voragini storiche da ricolmare, ma non riguardano Suo nonno. Sono venuto ai ferri orti con il MIO circolo unione. Hanno voluto posporre una cerimonuia in omaggio al grande e benemerito cittadino racalmutese il gr.uff. comm. di San Maurizio e San Lazzaro Dottore Ettore Messana un caposaldo dell'ordine pubblico nell'Italia degasperiana.
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