Signora Cernigoi,
magari credendosi insolentita da me mi
ha insolentito oltre misura. Me la son presa a ridere: non potevo
avere un blog che guarda caso ha visitazioni milionarie in mezzo
mondo sol perché diminutivamente quando ero fanciullo mi chiamavano
Lillo anziché Calogero come in anagrafe.
Lei si è avventurata in ricerche
storiche più grandi di lei e ha creduto di suonar la grancassa
della denigrazione di Ettore Messana in base ad un paio di
documenti (di diversa natura e portata) non coonestandoli, non
decriptandoli, non storicizzandoli.
Li ha passati al defunto Giuseppe
Casarrubea che gli servivano a puntino nella sua rabbia blasfema
contro l'innocente Grande Ufficiale, comm. di San Maurizio e San
Lazzaro dottore Ettore Messana, titanica figura dell'ordine pubblico
nazionale dal 1919 sino alla sua morte. (11 novembre 1963).
Vuole che le riporti sue espressioni
laide e calunniatrici?. Lasciamo perdere. Lei è in buona fede, ma
obiettivamente ha calunniato un grande servitore dello Stato
Italiano.
Lei scrive che l'Italia Fascista il
6/4/'41 “invase la Jugoslavia”. Se fosse una seria storica non
sarebbe stata tanto disinvolta ed ingenua. Quella fu faccenda
intricata e ambigua che fa tremare le vene e i polsi ai maestri della
Storia d'Italia. Aggiunge on supponenza tutta femminile: “in
perfetto accordo con l'esercito di Hitler”. Diciamo: impudente e
disinformata superficialità?
Non mi pare che lei poi sia molto
ferrata nell'uso corretto dei terribili gerundi: “creando la
'provincia di Lubiana e mettendo ai posti di comando dei propri
funzionari”. Tra la conquista dell'intera Jugoslavia e la
costituzione della Provincia italiana di Lubiana quel gerundio al
presente, in contemporanea, grida vendetta al cospetto del dio della
giusto uso della lingua italiana. Se Gerbìno l'aggredisce – ma non
ne condivido il tono volgare e offensivo – qualche ragione forse ce
l'ha.
Mi consenta:: istituita la Provincia di
Lubiana Mussolini chi ci doveva mandare a governarla? Degli
stranieri?
C'era da nominare ANCHE un questore e
in quella cajenna fu destinato Ettore Messana di Racalmuto, classe
1884.
Per premio? No, signora. Messana da
tempo doveva fare il questore a Palermo, ma in odio ai fascisti,
venne messo in salamoia e quindi sballottato a Lubiana. Ma vi stette
solo un anno un mese e giorni perché inviso ai tedeschi, non
sopportato dall'esercito, e calunniato dai veri padroni di Lubiana,
il prefetto Tamburini e il Federale, che in effetti si era arrogata
la gestione dell'ordine pubblica come comprova l'ampia documentazione
da me reperita all'ACS. Lei ovvio non si è data pena di appurare,
consultare, ricercare, sondare. Diciamo che lei non è una storica e
la chiudiamo qui?
Sì, verso giugno del 1942 arriva come
ispettore Gueli, dalla Sicilia, repressore della mafia più e secondo
me meglio di Mori. Doveva essere amico di Messana secondo le
malelingue dell'ANPI di Palermo e del locupletante comune di Riesi;
ma guarda caso lo fa promuovere Ispettore Generale di PS e lo
sballotta in subordine a Trieste ove svolge umilianti incarichi in
subordine quasi da capostazione come dimostra certa documentazione
del Casarrubea deturpata da un sedicente storico di nome Cono e
fanfaronata da un avvocato in disuso di Malgrado Tutto.
Le cose a Lubiana quando si
incattiviscono e di brutto? Quando Messana non c'è più: nel luglio
del 1942. E chi lo dice? Le cito questo passo di un libro
agghiacciante uscito in Italia di recente ( Slovenia 1945, Le/guerre
– Jon Corsellis- Marcus Ferrar – 2008 pag.46): “Nella zona
italiana, che fu dichiarata parte integrante dell'Italia, l'immagine
dei gentili e romantici soldati italiani si rivelò un mito.
Nell'agosto del 1942 il generale comandante Mario Roatta espose
sommariamente al suo stato maggiore, una linea politica fondata sulla
deportazione indiscriminata degli abitanti dei villaggi sloveni,
uomini, donne e bambini, sospettati di proteggere i partigiani: 'Non
preoccupatevi se fra gi espulsi ci sono persone innocenti: Le
operazioni devono essere brevi ed efficaci. Se necessario, non
esitate ad essere spietati. Dev'essere una pulizia totale. Dobbiamo
internare tutti gli abitanti, sostituendoli con famiglie italiane,
famiglie di soldati morti o feriti'.”
E Messana dov'era Signora mia? In
quell'agosto Messana stava già neghittoso e subordinato pur con un
grado elevatissimo a Trieste. E Messana all'inizio a Lubiana
apparteneva a quella corrente che voleva far prospera quella novella
provincia italiana. Ma non ebbe fortuna: fu in forte attrito con il
Prefetto Tamburini, con il Federale Grazioli e soprattutto con
l'esercito incattivito per i tanti morti che i partigiani sulle
montagne procuravano. Lo storico Sala comprova quanto qui detto.
Ma soprattutto sarà Senise, come
spiegherò meglio dopo, che conferma e tratteggia una figura di
grande dignità quanto al Racalmutese Messana. Lei non dico che
doveva consultare i testo del 1946, che invero si trovava nelle
biblioteche più assortite, come dice di avere fatto il Coco, che
però o non capisce o distorce per amore di tesi preconcette e
succube.
Ma nel 2012 Mursia pubblica quel
vecchio testo ( (Cermine Senise – Quando ero capo della polizia –
1940-19439). Siccome mi insolentisce un paio di anni fa doveva per lo
meno contestarmi la validità di giudizi come ad esempio questo:
“Messana ... non aveva prprio
l'animo del fascista”.
E quindi il giudizio dello ”energico
e assai intelligente ispettore generale, il famoso Cocchia” per il
quale piena era la “buonafede del questore Messana”, mentre non
altrettanto si poteva dire del “segretario federale e del prefetto
che aveva fatto non meno baccano del federale”. Secondo Senise e
Coccia, costoro “erano stati tratti in inganno da quei due o tre
funzionari infedeli, che si erano macchiati della calunniosa
delazione in odio al loro superiore, uomo energico e rigoroso”.
E questo lusinghiero giudizio attiene a
quel Messana che penso poi per vendetta denigrato calunniato e
svillaneggiato da quel Ricciardelli che le sta tanto a cuore cara
Signora Cernigoi.
In proposito cosa mai lei ha appurato,
cercato, trovato? E così vuol far storia'. Lei calunnia gentile
signora. (Continua).
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