martedì 22 novembre 2016

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    Annibale Calderale racconta vita in trincea, cibo, stanchezza, sete, nemici, animali, pidocchi a Hudi Log, Castagnevizza (Kostanjevica na Krasu), Slovenia il 1917

    La nostra posizione Hudi Log era formata  da una striscia di forma trapezioidale  larga circa 100 metri  incuneata fra lunga 300 metri , le linee nemiche, esposte anche al fuoco alle spalle. Di giorno non si nota nulla di anormale, la sera invece si nota chiaramente la precarietà della nostra situazione, quando gli austriaci tirano i razzi alle nostre spalle. Se gli austriaci dovessero strozzare la nostra base, rimarremo tutti in trappola. Tutti i giorni che siamo stati in 1° linea non abbiamo avuto un momento di pace, di tranquillità le artiglierie e tutte le altre armi sono state continuamente in azione tranne brevi momenti di sosta: Siamo stati sempre in 1° linea a faccia a faccia con nemico, che in certi punti era a due o tre metri da noi; sempre lottando con la morte, che falciava largamente. Tanti giovine vite: qualche volta ho avuto la fortuna di riposarmi in una galleria, appena sotto la linea, ma era un altro patimento anche se era una fortuna poter stare al riparo  dalla morte i vestiti pesanti. Vestiti pesante come si era, tutti armati (1 pistola, un pugnale facoltative 3 spigoli-munizioni -) maschera antigas, tascapane con bombe e tutti gli altri accessori, ammassati uno addosso all’altro, mancava l’aria era un patimento indescrivibile. Qualche volta, non potendone più sentendomi soffocare , pensavo di uscire dalla galleria all’aperto, ma fuori c’era la morte in agguato, ed io rinunziavo. Tra tutto pieno di pidocchi, ed anche questi insetti, mi davano il loro fastidio.

    C’erano pure tanti topi (Zoccole) starei per dire addomesticati che passavano e ripassavano su di noi , si diceva che non toccavano il formaggio e si cibavano di cadaveri. Il vitto arrivava tutti i giorni dalle ore 22 alle 24. Nei giorni che non perveniva, voleva dire che la colonna porta viveri era stata colpita, nel tratto retrovia 1° linea. Il rancio consisteva in una razione di pasta di brodo cotto verso le ore 16, ma che arrivava caldo in marmitte ermeticamente chiuse, in un pezzo di carne lessa che arrivava in sacchi, una pagnotta di pane, una tazza di caffè anche caldo, certe volte qualche pezzo di formaggio ed un poco di vino il tutto solo una volta al giorno , di tanto in tanto distribuivano qualche sigaro e poche sigarette. Mi avanzava quasi sempre qualche razione di viveri (dei bersaglieri partiti per la licenza, feriti trasferiti all’ospedale, deceduti) L’acqua consisteva in una razione di mezzo litro al giorno, nelle cassette d’acqua da servire per la refrigerazione delle canne delle mitragliatrici, una volta non fu trovata una goccia d’acqua era stata tutta bevuta, per evitare altre sorprese del genere si dovette aggiungere petrolio all’acqua suddetta

    Durante il turno di trincea non mi sono mai lavato per insufficienza di acqua, mai sbarbato, sono con la divisa a brandelli, sono stanco avvilito agitato ho bisogno di calma assoluta, di tranquillità per riprendermi.

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