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Lillo Taverna
Pier Luigi Bersani "Basta con gli allarmismi sulle banche. Matteo Renzi dica: le salverà lo Stato"
L'Huffington Post | Di Redazione
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Pubblicato: 30/11/2016 08:28 CET Aggiornato: 1 ora fa
PIER LUIGI BERSANI
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Se vince il No, il governo tecnico di Matteo Renzi deve andare avanti. Pier Luigi Bersani, in un'intervista al quotidiano la Repubblica, chiama proprio così l'esecutivo guidato dal segretario del Pd: "Tecnico". "Perché la sua maggioranza non è stata votata dagli italiani", spiega. L'ex segretario poi dice basta agli allarmismi sulle banche che rischiano: "Renzi dice che le salverà lo Stato. Bersani inoltre teme che se vinca il Sì si andrà votare con l'Italicum. Mentre assicura che non ci sarebbe nessuna scissione. L'ex segretario dem spiega poi di essersi messo dalla parte del No per "non regalarlo alla destra".
Gli allarmi sui mercati sono giustificati? È difficile negare che la vittoria del No porti con sé più instabilità rispetto al successo del Sì.
«Non è vero. L’altro ieri, per fortuna, ci sono state due dichiarazioni. La prima, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha precisato: io ci sono. La seconda, di Roberto Speranza, che a nome dei deputati della maggioranza di governo schierati con il No ha assicurato: non ci saranno vuoti di potere».
Manca la voce di Renzi?
«Esatto. Basta allarmismi. Gli italiani votino in piena libertà e secondo convinzione. E il governo abbia la dignità di pronunciare una parola chiara, seria sul futuro, lasciando in pace i malati di epatite C o i risparmiatori. I malati non c’entrano nulla con la Costituzione, chiaro? Poi, Renzi e Padoan dicano chiaramente che sulle banche è pronto un piano B».
Un intervento dello Stato?
«Proprio così. Basta una frase: quanto alla tutela del risparmio siamo convinti del piano A, ovvero gli aumenti di capitale, ma, in caso, può intervenire la mano pubblica. Se serve, si fa. Senza tante balle».
Se vince Renzi, si va subito alle urne?
«Temo di sì, con l’Italicum in vigore. Prenderebbe velocità la strada delle elezioni e porterebbe a un cambio della forma di governo sbagliato e pericoloso. Nascerebbe un governo del capo proprio nel momento in cui il mondo si riempie di capi problematici ».
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Pubblicato: 30/11/2016 08:28 CET Aggiornato: 1 ora fa
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Se vince il No, il governo tecnico di Matteo Renzi deve andare avanti. Pier Luigi Bersani, in un'intervista al quotidiano la Repubblica, chiama proprio così l'esecutivo guidato dal segretario del Pd: "Tecnico". "Perché la sua maggioranza non è stata votata dagli italiani", spiega. L'ex segretario poi dice basta agli allarmismi sulle banche che rischiano: "Renzi dice che le salverà lo Stato. Bersani inoltre teme che se vinca il Sì si andrà votare con l'Italicum. Mentre assicura che non ci sarebbe nessuna scissione. L'ex segretario dem spiega poi di essersi messo dalla parte del No per "non regalarlo alla destra".
Gli allarmi sui mercati sono giustificati? È difficile negare che la vittoria del No porti con sé più instabilità rispetto al successo del Sì.
«Non è vero. L’altro ieri, per fortuna, ci sono state due dichiarazioni. La prima, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha precisato: io ci sono. La seconda, di Roberto Speranza, che a nome dei deputati della maggioranza di governo schierati con il No ha assicurato: non ci saranno vuoti di potere».
Manca la voce di Renzi?
«Esatto. Basta allarmismi. Gli italiani votino in piena libertà e secondo convinzione. E il governo abbia la dignità di pronunciare una parola chiara, seria sul futuro, lasciando in pace i malati di epatite C o i risparmiatori. I malati non c’entrano nulla con la Costituzione, chiaro? Poi, Renzi e Padoan dicano chiaramente che sulle banche è pronto un piano B».
Un intervento dello Stato?
«Proprio così. Basta una frase: quanto alla tutela del risparmio siamo convinti del piano A, ovvero gli aumenti di capitale, ma, in caso, può intervenire la mano pubblica. Se serve, si fa. Senza tante balle».
Se vince Renzi, si va subito alle urne?
«Temo di sì, con l’Italicum in vigore. Prenderebbe velocità la strada delle elezioni e porterebbe a un cambio della forma di governo sbagliato e pericoloso. Nascerebbe un governo del capo proprio nel momento in cui il mondo si riempie di capi problematici ».
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