Grandi questi racalmutesi, miei amabili compaesani: mentre le imbarazzate voci ufficiali locali del M5S tacciono, loro imbeccati da un Travaglio senza pudore si mettono a difendere l'indifendibile Raggi romana. E per giunta - loro che Roma si e no l'hanno vista in cartolina - ne stigmatizzano passato e futuro pur di esaltarne il triste presente. Non è che poi siano uomini di gran coraggio. Alle mie bordate contro il loro sindaco, contro il loro vivere talora manigoldo omettono ogni dire, peggio delle tre simmiette care al sindaco Messana. Certo: hanno palazzi collabenti al centro del paese da decenni minaccianti l'incolumità pubblica, hanno bar irregolari, arraffano prebende feataiole indecorose, metton sù no-profit molto profittevoli, fanno un paio di lavori in nero e poi affollano i ranghi delle ellesseu o dei cococo comunali. Io amo molto il mio paese per odiarlo. Ma la tentazione di questi tempi è sempre più ribollente nei miei precordi ideali. Calogero Taverna
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