I Luoghi di Culto
L'area sacra di S. Erasno (Corvaro di Borgorose)
L'area cicolana è caratterizzata dalla presenza di numerosi santuari pagani che spesso sembrano assumere, oltre alla funzione religiosa, anche un ruolo aggregativo a livello politico-sociale e costituire importanti nodi di scambio commerciale.
Borgorose, chiesa S.Giovanni in Leopardis
Questi santuari, per lo più di natura rurale, hanno goduto di particolare vitalità anche grazie al permanere della loro funzione di fiere e mercati in occasione di eventi religiosi ed al loro collocarsi in corrispondenza delle tappe dei percorsi di transumanza. Frequentemente i santuari in questione si trovano su terrazzamenti i cui imponenti resti in opera poligonale sono ancora oggi visibili spesso su questi stessi terrazzamenti, in epoche posteriori, si sono impiantati luoghi di culto cristiani, come nel caso della chiesa di S. Mauro in Fano, nel Comune di Borgorose, che si erge su alcuni blocchi in pietra parallelepipedi riferibili ad una struttura anteriore relativa ad un luogo di culto. Anche la chiesa di S. Giovanni in Leopardis risulta costruita su strutture in opera poligonale, così come quella di S. Maria delle Grazie, sorta probabilmente sui ruderi di una villa romana.
Borgorose S.Giovanni in Leopardis(2)
Nel comune di Fiamignano, nel cui territorio si è supposto si trovasse l'antica Vesbula menzionata da Dionigi di Alicarnasso, presso, il monte Aquilente si trovano alcune strutture in opera poligonale, identificabili come luogo di culto. In particolare si conservano due muri laterali e parte di un muro frontale. La cella del tempio venne inglobata dalla costruzione della chiesa di S. Angelo in Cacumine Montis. Sempre nel comune di Fiamignano, a Marmosedio, si trovano i resti di un muro di terrazzamento in opera poligonale, identificato come santuario, sul quale oggi sorge la chiesa di S. Lorenzo in Fano.
Nel Comune di Pescorocchiano, alle pendici del monte Fratta, in località Alzano si trovano i resti di un ampio complesso caratterizzato da quattro terrazzamenti in opera poligonale nel secondo dei quali è inserita una cella circolare sotterranea denominata Grotta del Cavaliere. Questa imponente struttura fu identificata in passato come la sede dell'antico tempio di Marte, sito da Dionigi di Alicarnasso nel territorio di Suna. Il rinvenimento nel 1983 di una piccola base votiva con iscrizione di dedica ad una divinità non facilmente definibile, databile al I sec. a.C., ha permesso la sua certa identificazione in quanto luogo di culto. Il manufatto si conserva oggi nel piccolo museo annesso al Monastero delle Clarisse di Borgo S. Pietro.
Si ricorda, infine, sempre nel Comune di Pescorocchiano, il Santuario di Civitella, unico ad essere stato recentemente oggetto di indagini archeologiche ad opera della Soprintendenza. Sulla cella del tempio, costituita da un basamento di blocchi accostati largo 6 metri, si è impostata in epoca posteriore la chiesetta di S. Angelo.
Dott.ssa Giovanna Alvino
Direttore Archeologo Coordinatore della SBAL
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Direttore Archeologo Coordinatore della SBAL
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
L'area sacra di S. Erasno (Corvaro di Borgorose)
Nella piana di Corvaro, in località S. Erasmo, furono individuati due basamenti attribuiti ad altrettanti edifici templari. Questa zona, in prossimità della quale era una sorgente, per la presenza di un culto cristiano venne denominata S. Erasto, come ricordano l'archeologo Edward Dodwell e dall'architetto Virginio Vespignani, che nel 1830 effettuarono sul posto delle ricognizioni. Oltre un secolo dopo, nel 1956, a seguito di lavori agricoli, si rinvenne un deposito votivo, databile tra il III e la metà del I sec. a.C., i cui materiali si conservano oggigiorno a Roma, nei magazzini del Museo Nazionale Romano.
Il podio dell'edificio (vista da nord-ovest)
Ma soprattutto compaiono le maschere votive quadrangolari, di tipo analogo a quelle rinvenute a Pescorocchiano. Si tratta di un tipo di offerta votiva diffuso in un'area che finora sembra limitarsi, oltre al Cicolano, soprattutto al bacino fucense ed alla contigua alta valle del Liri. Tra i materiali figurano anche alcune armi in ferro (punte di lancia, sauroteres).
Nel 1995 a causa di danneggiamenti, subiti da uno dei due basamenti già noti, dovuti ai lavori relativi alla realizzazione del nuovo percorso della strada Salto Cicolana, è stata riportata in luce, a seguito di un intervento di scavo richiesto dalla Soprintendenza, la pianta dell'edificio, inquadrabile in età romana. Sul basamento (10 x 10 m), realizzato in grossi blocchi squadrati, successivamente si è addossata un'ulteriore struttura edificata anche con l'impiego di materiali antichi che presenta una pianta rettangolare: i lati lunghi sono stati messi in luce per un tratto esteso di ca. 8 m, mentre uno dei lati corti, completamente riportato in luce, presenta una lunghezza di ca. 7 m.
Sono state, inoltre, rinvenute anche alcune sepolture a cappuccina (a fossa terragna con copertura di tegole), addossatesi all'edificio a pianta quadrata, la cui identificazione a seguito di tali rinvenimenti, dovrà probabilmente essere riconsiderata.
Dott.ssa Giovanna Alvino
Direttore Archeologo Coordinatore della SBAL
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
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