Hanno svelato tre paginette segrete del defunto arciprete Padre Puma. Se ancora vige certo codice canonico non si potrebbe. Questione di 'spoglio'. Le carte dei ministri con cura di anime, dall'arciprete e anche dai parroci su su ai vescovi, ai porporati, allo stesso papa devono restare 'segrete', fanno parte del cosiddetto 'spoglio'. Dentro vi possono stare confessioni inconfessabili. Senza segreti la Chiesa è morta come senza segreti bancari le banche sono morte ad iniziare dalla Banca d'Italia.
Sciascia pubblicando DALLE PARTI DEGLI INFEDELI si beccò una scomunica ipso facto. Lui ci scherza sopra. Invero quelle carte sono del tutto innocenti; quelle vere del vescovo Ficarra, grecista insigne e finito in subordine a Canicattì sotto il più longevo ed inestricabile arciprete della storia siciliana, quel Mons. Vincenzo Restivo nominato parroco il 14 marzo 1946 e rimastovi quasi centenario sino a qualche anno addietro, stanno ancora ben serrate negli archivi segreti del Vaticano e per quello che ho potuto intravvedere Sciascia ha svelato un bel nulla.
Noi non sappiamo dove stanno le carte scottanti dell'arciprete di Racalmuto Mons. Alfonso Puma Pagliarello. Quelle che qualche giovane corrispondente di Malgrado Tutto ha pubblicato son cose innocue. Padre Puma non fu tipo da abbandonarsi alle confessioni compromettenti. Io lo stuzzicai in tutti i modi. Niente da fare. Nella lunghissima intervista che ho pubblicato, ma corredata dalla registrazione autentica del suo dire, non si sbilancia mai.
Chiamare testamento queste tre paginette manoscritte mi sembra furberia editoriale. Sanguigno e contadino quale fu il mio carissimo amico padre Puma sin dal 10 ottobre 1945, amava tanto la vita da ritenersi immortale per fare veridico testamento.
Queste tre paginette pubblicate da Malgrado Tutto sono tanto ovvie e scontate così come ovvie e scontate furono le ampie risposte alle mie maliziose domande. Lo stesso stile, la stessa sornioneria elusiva..
Meno in un punto: la mafia. Qui come allora ampia condanna; ma chi gli può credere? Padre Puma come Leonardo Sciascia come me (ma io seppi svicolare dalle insidie di Imposimato) fummo marchiati dal livore dell'Antimafia. Padre Puma in modo più cocente, umiliante, infame, deleterio.
Si dà il caso che sia io sia Padre Alfonso Puma della mafia per la mafia abbiamo la stessa indulgenza di Leonardo Sciascia. Ricordate come è disinvolto il grande Racalmutese in NERO su NERO (pag. 798 del secondo volume Bompiani delle sue Opere)? Ve lo rammento: "Racalmuto è un paese in cui la mafia è stata estirpata da Mori; che non ha mai avuto un deputato né al parlamento nazionale né a quello regionale e dove, dunque, il clientelismo è piuttosto vago; che non ha sottoproletariato; che ha completamente eliminato i fascisti dalla vita politica. Ed ecco, io credo che tutta la Sicilia abbia votato i due referendum in condizioni identiche. E cioè senza subire influssi mafiosi e clientelari, senza tener conto dei fascisti, senza rabbia qualunquistica e sottoproletaria."
Già, dirà qualcuno, ma questo nel 1977. Vero. Non so se Federico Martorana fosse stato mandato alla Regione (ed è certo in ogni caso che il compagno Federico con mafia e fascisti non ha mai avuto nulla a che fare). Poi, invero, fu lo stesso Sciascia ad andare ad occupare uno scranno al senato. Ma di lui tutto si può dire ma non certo che vi andò per volontà degli 'scassapagliara' cui Sciascia spesso fa riferimento. Vi fu infine l'On. Vincenzo Milioto (ma se eletto, non lo dove ai racalmutesi, mai mafiosi mai fascisti, s'intende dopo il fascismo. Mica siam fessi!).
Calogero Taverna
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