venerdì 12 maggio 2017

I MESSANA nell'Ottocento racalmutese

Lo storico di famiglia Eugenio Napoleone Messana, chiude il suo excursus sul Settecento Racalmutese con un pruriginoso capitoletto su una Racalmuto in mano a feroci banditi. La sua fonte storica è un suo antenato alquanto bislacco - e chiarchiaresco a dire delle malelingue del Circolo Unione- don Serafino Messana.

Scrisse costui un 'romanzo storico', invero né l'uno né l'altro, e penso con forte fantasia sedimentata nella sua ormai famiglia di 'nobil lignaggio'; infanga personaggi del creduto basso popolino.

Solo che gli attuali rampolli sovrastano codesti galantuomini in declino della fine dell'Ottocento, ragion per cui, il lavoro storico di don Serafino è solo aggancio per apparizioni libresche di sapore mnemonico ma non in grado di elevale ad un qualche grado di credibilità.

Sarebbero dunque feroci banditi un romantico Domenioco Curto, ladro di passo per ordine della principessa Gajetani e Buglio, Giuliano Campanella che rubò 'un cavallo ad un certo Carbone di Racalmuto'. E a tal fine lo uccise.

"Il suo corpo, per superiore disposizione, fu dal carnefice diviso in quattro parti e infisso, fino alla completa putrefazione agli alberi ove commise i misfatti più atroci. Una di queste parti fu affissa a Cannatone e la località ne porta ancora il nome: "lu quartu di Giulianu".

A parte il massacro grammaticale, ci pare che la cosa sia inverosimile. Periodo borbonico sì, ma fu un periodo in cui la giustizia veniva amministrata sotto la sovrintendenza inglese. Una qualche ferocia c'era ma non sino a questo punto. Nell'unìca esecuzione di cui siamo certi, quella del brigante Nalbone, avvenuta a Lu Chianu Castieddru, il boia taglia capo e mani e consegna il tutto al pietoso prete che salmodiando ne porta le spoglie nella carnaria della Matrice.

I Messana non son nuovi a queste elefantiasi narrative e un certo spirito sbirresco ce l'hanno sempre avuto. Ma per fortuna il mio denigratore storico un I MESSANA nell'Ottocento racalmutese

Lo storico di famiglia Eugenio Napoleone Messana, chiude il suo excursus sul Settecento Racalmutese con un pruriginoso capitoletto su una Racalmuto in mano a feroci banditi. La sua fonte storica è un suo antenato alquanto bislacco - e chiarchiaresco a dire delle malelingue del Circolo Unione- don Serafino Messana.

Scrisse costui un 'romanzo storico', invero né l'uno né l'altro, e penso con forte fantasia sedimentata nella sua ormai famiglia di 'nobil lignaggio'; infanga personaggi del creduto basso popolino.

Solo che gli attuali rampolli sovrastano codesti galantuomini in declino della fine dell'Ottocento, ragion per cui, il lavoro storico di don Serafino è solo aggancio per apparizioni libresche di sapore mnemonico ma non in grado di elevale ad un qualche grado di credibilità.

Sarebbero dunque feroci banditi un romantico Domenioco Curto, ladro di passo per ordine della principessa Gajetani e Buglio, Giuliano Campanella che rubò 'un cavallo ad un certo Carbone di Racalmuto'. E a tal fine lo uccise.

"Il suo corpo, per superiore disposizione, fu dal carnefice diviso in quattro parti e infisso, fino alla completa putrefazione agli alberi ove commise i misfatti più atroci. Una di queste parti fu affissa a Cannatone e la località ne porta ancora il nome: "lu quartu di Giulianu".

A parte il massacro grammaticale, ci pare che la cosa sia inverosimile. Periodo borbonico sì, ma fu un periodo in cui la giustizia veniva amministrata sotto la sovrintendenza inglese. Una qualche ferocia c'era ma non sino a questo punto. Nell'unìca esecuzione di cui siamo certi, quella del brigante Nalbone, avvenuta a Lu Chianu Castieddru, il boia taglia capo e mani e consegna il tutto al pietoso prete che salmodiando ne porta le spoglie nella carnaria della Matrice.

I Messana non son nuovi a queste elefantiasi narrative e un certo spirito sbirresco ce l'hanno sempre avuto. Ma per fortuna il mio denigratore storico un tal suterino Difrancesco non ne sa nulla.

Per il 'civile' don Serafino, 'terribile masnadiero' fu Raffaele Grillo, inteso Ciciruni; che avrebbe 'ucciso il giudice Criminale di Racalmuto Giuseppe La Mandra. 'E morì per condanna a morte'.

Parla della Banda Salvatore Nalbone e Ninu Macaluso, che usava andarsi a riparare 'nel granaio del villico Garlisi'.

Brigante storico fu certo Salvatore Nalbone, la cui infelice fine, è latinamente registrata negli archivi della Matrice.

Gli antenati del questore Messana scavalcano il passaggio dei due secoli e si affacciano importanti e rispettati nell'Ottocento. Lo speziale Calogero Messana espunge tutto il retaggio contadino e zolfataro del padre Luigi e nel 1820 è pacificamente annoverato tra i 'ricchi di Racalmuto. Sempre lo storico di famiglia Messana ci racaconta: " ... giunse a Racalmuto la nuova della costituzione della Giunta di Palermo. I ricchi allora trovarono naturale sfogo, per garantirsi, nel fare lo stesso e sorse la Giunta provvisoria di Pubblica Sicurezza e Tranquillità". Emblematica la composizione. Francesco Pomo Presidente e deputati Gaetano Gambuto, Pietro Cavallaro, Giuseppe Salvatore Tulumello, Luigi Scibetta, Pietro Matrona, Calogero Messana, Luigi Salvo.

La nuova crestomazia c'è tutta. Ma sono appena otto famiglie veramente abbienti. Tra queste non manca come si vede lo speziale Messana.

"La ricchezza ereditata dal padre - sempre lo storico di famiglia - gli consentì [a don Calogero Messana, speziale] di sposare, con lauta dote, l'unica figlia Maria Angela al barone Giuseppe Tulumello".

Iniziano i matrimoni fra ricchi intorbidendosi in coniugi tra parenti stretti, persino fra primi cugini e i virgulti di siffatti nobili lombi sono quelli che sono, non risplendenti insomma.

tal suterino Difrancesco non ne sa nulla.

Per il 'civile' don Serafino, 'terribile masnadiero' fu Raffaele Grillo, inteso Ciciruni; che avrebbe 'ucciso il giudice Criminale di Racalmuto Giuseppe La Mandra. 'E morì per condanna a morte'.

Parla della Banda Salvatore Nalbone e Ninu Macaluso, che usava andarsi a riparare 'nel granaio del villico Garlisi'.

Brigante storico fu certo Salvatore Nalbone, la cui infelice fine, è latinamente registrata negli archivi della Matrice.

Gli antenati del questore Messana scavalcano il passaggio dei due secoli e si affacciano importanti e rispettati nell'Ottocento. Lo speziale Calogero Messana espunge tutto il retaggio contadino e zolfataro del padre Luigi e nel 1820 è pacificamente annoverato tra i 'ricchi di Racalmuto. Sempre lo storico di famiglia Messana ci racaconta: " ... giunse a Racalmuto la nuova della costituzione della Giunta di Palermo. I ricchi allora trovarono naturale sfogo, per garantirsi, nel fare lo stesso e sorse la Giunta provvisoria di Pubblica Sicurezza e Tranquillità". Emblematica la composizione. Francesco Pomo Presidente e deputati Gaetano Gambuto, Pietro Cavallaro, Giuseppe Salvatore Tulumello, Luigi Scibetta, Pietro Matrona, Calogero Messana, Luigi Salvo.

La nuova crestomazia c'è tutta. Ma sono appena otto famiglie veramente abbienti. Tra queste non manca come si vede lo speziale Messana.

"La ricchezza ereditata dal padre - sempre lo storico di famiglia - gli consentì [a don Calogero Messana, speziale] di sposare, con lauta dote, l'unica figlia Maria Angela al barone Giuseppe Tulumello".

Iniziano i matrimoni fra ricchi intorbidendosi in coniugi tra parenti stretti, persino fra primi cugini e i virgulti di siffatti nobili lombi sono quelli che sono, non risplendenti insomma.

!780 matrimonio di Luigi Messana del quondam Michelangelo Messana e Gerlanda




 

 

 

 

 

giovedì 11 dicembre 2014


Gueli tenneVizzini al Confino anche dopola caduta del fascismo.

GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre

GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre

Dopo i tumulti di Riesi


Truppe rientrano a Riesi

Lo stato dei feriti


Un sottotenente ucciso

CALTANISSETTA 10 notte.

Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.


Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di colpo.

Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.


Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.


Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.


I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.


Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.
Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.

L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.

In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.


Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.


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Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.

Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere:

"Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!"


Di sicuro, il Messana, deceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.


E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.
Scrivevo tempo fa ed ora ribadisco con maggior forza: caro Malgrado Tutto, caro mi stimato cugino, poco simpatica Cernigoi. stimato professore: MESSANA NON HA COLPA ALCUNA per i fatti di Riesi. Mi si accusi pure di sciocco campanilismo. si creda che resti vittima di astuti indizi, mi si riduca ad un ingenuo Lillo che si avventura nei prati esclusivi di chi facendo ricerche storiche a proprio uso e vantaggio perché può barattare il mostro che si è inventato con prebende televisive, editoriali, cinematografari e quindi solo magari soggetto cui dare un parternalisico buffetto. Mi dispiace per voi: Messana non potè essere fascista nel 1919. non poté essere sadico ammazzacontadini proprio sotto Cagossi (si dice Nitti), non fece parte di nessuna OVRA (basta consultare i fascicoli all'ACS della famigerata organizzazione degli spirlungoni italici dal cappello floscio come nel film una giornata particolare): anche perché all'organizzazione si faceva parte di ufficio solo se Ispettore Generale di PS e Messana tale lo divenne dopo. Ignoranti e malevoli. Non ebbe nulla a che fare Messana con la Mafia. Se pure fu protetto da un suo superiore che lo stimava costui si chiamava Giuseppe Gueli, Nell'agosto el 1945 è ancora isperrore generale di PS pari grado di Ettore Messana. E me lo ritrovo in un pingue fascicolo riguardante un tal insignificante Calogero Vizzini. E' un duro Giuseppe Gueli, al Vizzini lo lascia ancora al confino di polizia subìto in epoca fascista, nonostante pressioni di fratelli vescovi e zii arcivescovi. Ignoranti, infornatevi prima e poi menate.
Altrimenti ci fate la figura della signorina titina che scrive impudentemente che "Messana [nel 1942] ricevette come riconocimento [dopo l'esecuzione da parte del Macis del capo partigliano Anton Tomsisc] la commenda dell'Ordine di S. Martino e Lazzaro" Cazzo che storica! Quella onorificenza Messana la ricevette a fine della sua carriera nel 1963, ventun'anni dopo. Mi dispiace per il professore Casarrubea. che continuo a stimare, che definisce la Cernigoi "storica capace di scrupolose ricerche". Quando la infilzerò e di brutto per la insipienza delle accuse contro il Messana per il tempo in cui fu questore di Lubiana, voglio vedere. Capisco che gli storici fanno casta; si sostengono l'un l'altro, ma cavolo non sottovalutino la mia capacità a scoprire gli altarini.
Orsù dunque torniamo a Riesi.
Mi pare che il professoreCasarrubea che in un suo volume del 2007 scrive"Ettore Messana, un siciliano di Racalmuto, domiciliato a Roma, Questi a 64 anni , era già al termine della sua carriera [ma attenzione Messana a 64 anni se ne stava a Roma al ministero ultra rispettato consultato: si era infatti nel 1962. i fatti che intressano il Casarrubea erano passati da 15 anni] L'aveva iniziato alcuni decenni prima [oltre trent'anni prima] suggellandola con uno di quei fatti che avevano legato il suo nome a un evento tragico del biennio rosso: la strage di Riesi del 1919". Di grazia una prova un indizio serio, un documento! Nulla in fin dei conti, solo la faziosa parola di Li Causi, falsa perché protesa ad una indegna lotta politica: attaccare Messana per colpire Scelba.
Ma il Casarrubea nel più recente volume del 2013 oblitera questa circostanza. Dirà, perché fuori tema? Ma anche prima era fuori tema.
Passano 15 anni dal 1919; siamo ora nel 1934, ottant'anni fa, un prete valdese scrive a suo modo la storia di Riesi. Ecco come descrive i fatti del 1919. Dite quel che volete ma io non trovo alcuna prova delle tremende resposbilità omicide del Messana. Insomma il Messana con le gravi responsabilità politiche di chi non seppe arginare la grave rivolta polopare non c'entra. Quando proprio vorrete essere cativi anzi cattivisimi potete al massimo tirar fuori un ligio ispettore di un ordine superiore. Un agente di PS tace ubbidendo e ubbidendo tace.

La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di S. Maurizio e S. Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.


Calogero Taverna








contraomniaracalmuto.blogspot.it/2015/01/ettore-messana-due.html
----- Malgrado Tutto: Le riportiamo, per sua informazione, la replica di Claudia Cernigoi.APPUNTI SU ETTORE MESSANA. Claudia Cernigoi: Ho ricevuto negli …




dal 1990 la Nuova Alabarda scava nei misteri italiani e fa informazione alternativa. Direttore responsabile Claudia Cernigoi. Reg. Trib. Ts 798/90.


www.instoria.it/home/ombra_lunga_fascismo.htm



La presenza di Ettore Messana in Slovenia rientrava in ... Claudia Cernigoi, ...
Alcuni risultati sono stati rimossi






Posts about Ettore Messana written by casarrubea. ... Claudia Cernigoi, Croazia, Ettore Messana, Gaetano Collotti, Giuseppe Casarrubea, Giuseppe Gueli, ...
 





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contro la Cernigoi a favore di Messana. ... APPUNTI SU ETTORE MESSANA. ... giornalista triestina Claudia Cernigoi.


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