Michele Sindona non ebbe neppure a partecioare alle riunini del CdA della Banca Privata Finanziaria quando furono decise le esiziali speculazioni in cambi che determinarono la messa in liquidazione coatta di quella meneghina grande banca. I giudici di Milano non persero tempo nel condannare Sindona quale reo di tutte le fattispecie penali della legge fallimentare. Come fa Rossi a dichirarae che il padre della Boschi non era imputabile per i reati fallimentari perché non sarebbe stato membro del comitato esecutivo deliberante. Come può sentirsi la coscienza a posto nel dichiararsi incopetente quanto a tutte le dichiarazioni omissive alla Banca d'Italia del giudicando padre della importante ministra del governante Renzi? Qui non si tratta di libertà di pensiero, qui deve scattare quella che ai miei tempi si chiamava VIGILANZA DEMOCRATICA. Nessuno poteva pretendere che il Rossi si mettesse a svelare segreti istruttori. ma se lio ha fatto deve pagarne le conseguenze. con buona pace di Orfini, Renzi, Boschi e a quanto pare devo aggiungere il carneade che mi contesta. Calogero Taverna
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