Scrivevo stamani in tempi ancora non sospetti: Lillo Taverna Si dà il caso che con il 4 marzo il POPOLO italiano vuole Di Maio e Salvini ad egemoni della settima potenza del mondo. I nostri personalistici e spesso bislacchi giudizi di valore abbandoniamoli al vento di primavera. Mattarella non è chiamato a scendere a compromessi con Di Maio e Salvini , deve soltanto rispettare la novella volontà del popolo come si è evoluta il 4 marzo a forza di Rosatellum. Lui è espressione del Porcellum. E' desueto e peraltro non mi pare in grado di acchiappare le già operanti palingenesi del nuovo mondo italico. Si dimetta e così evita il rischio di un impeachment . Se non capisco male, è esplosa una contrapposizione tra l'interesse nazionale italico e quello germanico. La Merkel, alle prese con una perniciosa sovrabbondanza di liquidità, pratica una politica deflazionistica, all'Italia per la gravissima crisi di liquidità del nostro sistema bancario urge una politica inflazionistica sia pure moderata e ben gestita. La Banca d'Italia più che ubbidire agli imperativi categorici di Draghi quando in versione tedesca deve primariamente rispettare il nostro art. 47 della Costituzione. E se Mattarella vuol essere ultra ligio alla costituzione deve propendere per Savona e quindi Salvini e non certo per le campane del moribondo PDsmo di sapore Prodiano (Ciampi è morto). Calogero Lillo Taverna Dovrebbe essere pacifico, il problema non è la persona di Savona. Savona scrive una lettere gesuitica (già vuole un Europa più EQUA) e il problema si margina? E' la politica economica di Savona che turba Mattarella, E soprattutto è Salvini che ha idee e visioni ben più oltranziste di quelle di Savona. Da uomo di banca d'Italia confesso subito che sono in sintonia con Salvini. Credo che M5S al momento opportuno capirà che è stellarmente lontano dalle visioni di CDx persino berlusconiane di Snvini. E Mattarella che è di altra scuola se non di altra sudditanza economica che farà? Eureka? Ma no! E' l'incipit di una perniciosa commedia degli equivoci che chissà dove ci porterà.
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