domenica 28 settembre 2014

parvus pastor belans



...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.

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sabato 13 settembre 2014

 


Belante pastorello, tu minuscolo escremento esistenziale, sciacquati la bocca dinanzi ai veri uomini come questo protagonista della Donna del Mossad:
L’avvocato Pujades accentuò i suoi tic nervosi. Si fece rilasciare un mandato ampio e pieno. Si accomiatò di mala grazia dallo scrittore amico e si precipitò in tribunale. Meluccio tornò a dimensioni normali, si sentì uomo ormai vecchio come capita a tutti i settantenni. Non era paura la sua, solo angoscia, avvilimento, avversione per tutto quanto sa di stato, di potere, di procure, di capitani e di avvocati, anche. Li avvertì come nemici ed ebbe in uggia anche la vita. A passi lenti, bolso e vecchio si incamminò per le scalette che conducevano su, al seminario. La sera agrigentina sapeva di morte, quasi un preludio funebre. L’uomo, questa misera cosa con empiti di onnipotenza subito in cenere. A Meluccio cessò la voglia di lotta … rintanarsi nell’ospizio dei del Carretto ora era l’unico suo desiderio, emergeva l’infanzia, quando si sentiva protetto dal corpo della madre, sotto al rifugio, per ripararsi dalle bombe che dal cielo piovevano nella guerra del Quaranta. “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”, la polvere del mercoledì delle ceneri quale saggissimo simbolo! - in questo era profondamente cattolico, cupo, senza speranza, dannato all’inferno. Non per nulla amava proclamarsi: cattolico non credente.

 


Rispondo superficialmente al caro amico Gaspare Agnello per rammentargli che l'epiteto di critico letterario sta nella locandina di quella reclamizzata trasmissione di tal Paolo Liguori, che sotto l'immondo pseudonimo di Cencio stava a Lotta Continua sotto il tallone prima di Sofri e quindi del mio amico Deaglio.

Di straforo vi partecipavo anch'io e mi sbilanciai con trafugamemti molto pericolosi di c.d. fissati bollati nel quatro trimestre del 1979. Quella documentazione che ti inviai a suo tempo. Ma ovvio io non sono degno delle opzioni scrittorie di Racalmare, che ha fatto appropriazione indebita di una finitima contrada meno toponimamente araba, ma che molto banalmente si fa chiamare Noce. Se un premio al nome di Sciascia debba oggi istituirsi questo dovrebbe essere chiamto e gestito nella casa di Sciascia, ovverossia dovrebbe essere intitolato LA NOCE. Non sarebbe vezzoso?

Sto menando non certo per gloria personale. A 80 anni me ne fotto di tutto specialemnte di chi, belante pastorello, mi vorrebbe mandare a farmi fottere, invidioso magari della mia supposta pensione aurea pari a 10 mila euro mensili (perché poi così poco?).

A Racalmuto abbiamo poi firme davvero eccelse che non vengono manco degnate di una citazione nel premio che tu ribadiscci essere voluto dallo schivo Sciascia.

A prescindere dai dati caratteriali, Pierino Carbone scrive belle cose, e a me piace l'alata ispirata sincera non mistificata manco per niente femminista poesia del grande mio paesano Calogero Restivo. Perché giammai l'avete incluso tra i candidati al premio? Non vi fa gioco? Preferite i galanti corteggiamenti di esangui signorine di tarda età? Affari vostri, ma lasciateci in pace.

 


Forse che sì, forse che no, caro Giovanni, ma a tutto concederti a me interessa ben poco l'integrità etica del denunciante, ma può essere anche un pluriergastolano ostativo, se dice la verità, se le accuse sono fondate, io in odium auctoris non condanno come santa romana chiesa. E' l'accusa che in ogni caso mi interessa non l'accusatore. CMC, le nove imprese subappaltanti, gli estranei scrittori e neppure la banda della benemerita credo che possano far finta di niente se davvero le crepe prima del collaudo di Mezzarati sono effettive. Se no, lo dimostrino. Ne ho diritto come cittadino che paga le tasse, come racalmutese che ne sto subendo danni enormi in quanto archeologia, salubrità delle falde acquifere e ubertosità delle migliori terre racalmutesi andate a farsi fottere per usare il linguaggio del insediato vicepresidenziale, il belante pastorello. Al quale dico io da vetero comunista tutt'altro che pentito e quindi feroce antirenziano faccio vigilanza democratica magari facendo il pendolare tra Roma e Racalmuto ma non per cercare di sgraffignare fondi comunitari per incommensurabili culture granarie e prolificità precoce di inesistenti capretti dall'Aima di via Palestro 60-

Pubblicato da Calogero Taverna a 09:26 body {background-color: transparent;}a, span {font-

giovedì 11 settembre 2014

 





Ora come allora. Chissà che ne pensa il belante pastorello, il grande difensore delle sue pie donne LSU, qualche minuto presenti quasi sempre

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Carissimo Sergio,
innanzitutto rallegramenti sincerissimi per il tuo blog (che mi sta consentendo di entrare nei misteri dolorosi dell'acefala amministrazione locale).
Sono alla ricerca affannosa (si fa per dire) di qualche consigliere comunale che abbia l'ardire di presentare la seguente interrogazione o interpellanza comunale. Potresti autarmi a trovare il sollodato rappresentante del popolo di Racalmuto (trasversalmente)?

"Premesso che un cittadino romano lamenta di avere subito alla fine del 2010 un indebito accertamento su una inesistente evasione fiscale della seconda rata dell'ICI del 2005;
- che lo stesso, dopo avere corrisposto l'indebito perchè riteneva suo obbligo rispettare il brocardo SOLVE ET REPETE, ha poi accertato che aveva già assolto la sua obbligazione fiscale nei tempi e nelle forme di legge;
- che dopo fastidi, preoccupazioni, spese varie, viaggi da Roma a Racalmuto, nervosismi per le lunghe attese nei corridoi di questo Comune ed altro, gli veniva riconosciuta la regolarità del suo comportamento e, con grande sorpresa dell'interessato gli veniva praticato, seduta stante, uno "sgravio" molto dubbio quanto a ritualità, ammissibilità, efficacia, estensibilità, impregiudicabilità ed altro ancora;

trascendendo il caso singolo, emblematico comunque, anche a discarico di responsabilità di questo Consesso comunale per doveri di vigilanza;

SI CHIEDE
l- quale attività addestrativa sia stata svolta e quale si intende praticare, specie in relazione alle incombenti riforme in materia di federalismo fiscale e della ormai certa ristrutturazione del tributo che andrà a chiamarsi IMU;
- quale equa ripartizione e tassazione ci si accinge a varare, dopo studi di settore ed approfondimenti giuridici e tecnici, del nuovo assetto catastale, in vista della soppressione del catasto immobiliare rurale e delle rivalutazioni degli estimi in generale;
- quale riorganizzazione degli uffici tributari comunali si sta studiando con l'immissione di personale qualificato e di strutture informatiche idonee (si pensi che attualmente i pagamenti ICI con F24, per quanto se ne sappia, non pare che vengano da anni recepiti per carenza dell'obsoleto programma informatico cui forse si debbono i tuzioristici accertamenti che il sullodato cittadino lamenta);
Pertanto
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SI PROPONE

- la costituzione di un gruppo di studio con poteri anche ispettivi;
- l' avvalimento di centri collaborativi che a titolo gratuito contribuiscano alla progettazione di nuovi paradigmi organizzativi per una maggiore funzionalità degli uffici tributari territoriali;
-in ogni caso, la rivisitazione della disciplina tributazia locale di competenza consiliare, ai fini di un più equo carico impositivo"


Ovvio che ogni responsabilità ricade sul sottoscritto dott, Calogero Taverna.

Mi rimetto al tuo buon cuore e arrivederci alle prossime mie puntate anche per un dibattito sulle tue intriganti frecciate politiche e civili.

AAbbimi per firmato


LILLO DI PUMA - il mio paese

mercoledì 10 settembre 2014

 


Lillo Taverna Tanto tripudio per una strada al n° 640 che un senatore di Forza Italia proprio oggi denuncia già collabente. Due dei tre ignari scrittori, nel regno dei cieli, davvero applaudono e si precipitano a turare le vistose falle di Mezzarati? Che dice il belante pastorello?

 

domenica 28 settembre 2014

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Rimuovi

Lillo Taverna Voglio i tre vasi originali, non quelli fasulli che avrebbe voluto il belante pastorello. Tre vasi di pietra ma di quella con cui chiese e colonne di chiese racalmutesi sono state edificate, la pietra estratta nell'ex convento di san Benedetto (territorio di Favara ma dal Pirri assegnato a Racalmuto). Estrarre il masso è agevole. Scolpirne i vasi, come quelli genuini che mostrano alcune foto, è possibile. La lavorazione marmi dei Conti, quelli bravi, quelli che lavorano nel quartiere del Carmine è in grado di farne riproduzioni fedelissime. Li ho visti all'opera, posso assicurare. I soldi? ma il Comune invece di prestarsi a questa speculazione di immobiliaristi politicizzati volta a far locupletare somme esorbitanti inventando speciosamente una invereconda casa Sciascia, potrebbe attingere agli eccessi delle rese tributarie che con il sistema (non criticabile) di tassazione TARI 2014 inonderanno le casse comunali. Con questo nuovo sistema impositivo, gravissimo per i cittadini racalmutesi, tra gli introiti dell'anno scorso e l'applicazione di quest'anno, quale surplus si è verificato?. Bene. Ristoriamo la liquidità racalmutese con lavori e iniziative produttive, quella liquidità prosciugata da tasse giuste ma tanto dissolutrici dell'economia locale. Mica vogliono supertartassarci per ripianare i debiti del triennio commissariale solo per obbedire alla Corte dei Conti, e quindi dirottare fuori di Racalmuto i nostri magri risparmi magari per andare a foraggiare quegli appaltanti di cui agli attacchi del buon Petrotto?

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