IL CHIERICO DIEGO LA MATINA LO TROVIAMO NELLA NUMERAZIONE DELLE ANIME DEL 1660 QUALE SI CONSERVA IN MATRICE. SI ERA REGOLARMENTE COMUNICATO. STA DA SOLO TRA GIUSEPPE BORSELLINO DI FILIPPO, SPOSATO CON DOMENICA, ANTONIO PIAMUNTISI (DI NOTEVOLE PROSAPIA) E ERASMU D’ALAIMO DISCENDENTE DEGLI ALAIMO, famosi medici. STA AL CENTRO E QUINDI NON ERA UN INDIGENTE. E’ DI RACALMUTO, SENZA DUBBIO E PARE ESSERE PROPRIO QUELLO CHE NACQUE E FU BATTEZZATO CREDIAMO IN MATRICE (MA NON E’ DA ESCLUDERE CHE INVECE ERA STATO BATTEZZATO A SAN GIULIANO ABITANDO ALLORA I SUOI A ”LU Chianu di li Starauli)-
Se costui è quello che “nella chiesa dell’Annunziata di Racalmuto … fu battezzato il 15 di marzo del 1622” (ma Sciascia sbaglia a leggere o glielo leggono male, perché invece si stratta del 1621, se cioè si tratta di DIEGO LA MATINA, figlio di Vincenzo e di Francesca di Gasparo) beh! La cosa diventa alquanto antipatica. Non poteva morire il 17 di marzo del 1658 visto che ce lo ritroviamo religioso comunicato e devoto in questa Numerazione del ’70.
Un intrigo che varie volte abbiamo additato ma nessuno cha mai contestato. Abbiamo incontrato solo un indifferente silenzio come gente che non ha voglia di perdere tempo appresso a noi.
Manco quell’ex prete ora ritornato pio docente nelle alte scuole di Canicattì che ha voglia di fare le pulci allo Sciascia della Morte dell’Inquisitore e che si vanta di avere consultato tutti gli archivi religiosi di Agrigento, si è mai curato di guardare questo altrettanto religioso liber che si custodisce in Matrice. Noi avremmo fatto notare al grande Sciascia, se fosse ancora vivo, che nella “relacion sumaria” dell’atto di fede, non si sarebbe annotato che “Fray Diego La Matina, natural de Rahalmuto, Diocesis de Girgento, [era] de etad de 37agnos”. Se nato nel 1622 dovevano verbalizzare di 36 anni,
Certo il grande Sciascia avrebbe ammesso il suo errore di trascrizione e mi avrebbe tappato la bocca facendomi notare che anche da qui veniva fuori la certezza che di quel nostro pesano si trattava- Mi sarei però potuto togliere la piccola soddisfazione di contestargli questa cattiveria contro il padre Matranga. Sciascia sicuro che se costui avesse saputo la storia che proprio nel 1622 “il priore degli agostiniani e il servo di Vita, fecero vendetta per tutto il paese” giustiziando il povero Conte Girolamo del Carretto, ne “avrebbe saputo trarre brillanti considerazioni dal fatto che un parricidio, del servo verso il signore, era stato consumato nel luogo e nel tempo in cui il parricida era nato”. Già il parricida sarebbe il La Matina, così nato quando Girolamo del C
S’intende si tratta di piccole nostre pignolerie.
E allora? Noi diciamo che un solo Diego La Matina nasce a Racalmuto tra il 1621e il 1622; che dopo sino a questa numerazione del 1670 non abbiamo altri nati con tal nome. Che un clericus Diego la Matina a Racalmuto l’abbiamo, ci vive , sta al centro e può tranquillamente comunicarsi a Pasqua una dozzina di anni dopo che sarebbe stato bruciato a Sanr’Erasimo in Palermo.
Si può quadrare il cerchio? Stiracchiando qui e allargando là possiamo fare due congetture: o quello che fu bruciato non era di Racalmuto, che quell’eretico non fu racalmutese, che sarà stato un briccone he avrà potuto turlupinare quelli del Santo Ufficio contrabbandandosi per il nostro racalmutese Fra Diego La Matina esibendo magari un bel certificato di battesimo (cosa usuale allora). Potè dirsi diacono e scampare alla impiccagione sul posto per mano degli stesso sgherri che l’avevano acciuffato (così venivano trattati allora i briganti di passo che fossero incappati nelle mani della giustizia). Oppure questo nostro comunicato fra Diego La Matina nel 1670 chissà da dove veniva Non mi si dica che fosse un frate trasferito da chissà da chissà dove in qualcun die nostri convento. Non al centro sarebbe stato censito ma in seno al suo convento.
Se costui è quello che “nella chiesa dell’Annunziata di Racalmuto … fu battezzato il 15 di marzo del 1622” (ma Sciascia sbaglia a leggere o glielo leggono male, perché invece si stratta del 1621, se cioè si tratta di DIEGO LA MATINA, figlio di Vincenzo e di Francesca di Gasparo) beh! La cosa diventa alquanto antipatica. Non poteva morire il 17 di marzo del 1658 visto che ce lo ritroviamo religioso comunicato e devoto in questa Numerazione del ’70.
Un intrigo che varie volte abbiamo additato ma nessuno cha mai contestato. Abbiamo incontrato solo un indifferente silenzio come gente che non ha voglia di perdere tempo appresso a noi.
Manco quell’ex prete ora ritornato pio docente nelle alte scuole di Canicattì che ha voglia di fare le pulci allo Sciascia della Morte dell’Inquisitore e che si vanta di avere consultato tutti gli archivi religiosi di Agrigento, si è mai curato di guardare questo altrettanto religioso liber che si custodisce in Matrice. Noi avremmo fatto notare al grande Sciascia, se fosse ancora vivo, che nella “relacion sumaria” dell’atto di fede, non si sarebbe annotato che “Fray Diego La Matina, natural de Rahalmuto, Diocesis de Girgento, [era] de etad de 37agnos”. Se nato nel 1622 dovevano verbalizzare di 36 anni,
Certo il grande Sciascia avrebbe ammesso il suo errore di trascrizione e mi avrebbe tappato la bocca facendomi notare che anche da qui veniva fuori la certezza che di quel nostro pesano si trattava- Mi sarei però potuto togliere la piccola soddisfazione di contestargli questa cattiveria contro il padre Matranga. Sciascia sicuro che se costui avesse saputo la storia che proprio nel 1622 “il priore degli agostiniani e il servo di Vita, fecero vendetta per tutto il paese” giustiziando il povero Conte Girolamo del Carretto, ne “avrebbe saputo trarre brillanti considerazioni dal fatto che un parricidio, del servo verso il signore, era stato consumato nel luogo e nel tempo in cui il parricida era nato”. Già il parricida sarebbe il La Matina, così nato quando Girolamo del C
S’intende si tratta di piccole nostre pignolerie.
E allora? Noi diciamo che un solo Diego La Matina nasce a Racalmuto tra il 1621e il 1622; che dopo sino a questa numerazione del 1670 non abbiamo altri nati con tal nome. Che un clericus Diego la Matina a Racalmuto l’abbiamo, ci vive , sta al centro e può tranquillamente comunicarsi a Pasqua una dozzina di anni dopo che sarebbe stato bruciato a Sanr’Erasimo in Palermo.
Si può quadrare il cerchio? Stiracchiando qui e allargando là possiamo fare due congetture: o quello che fu bruciato non era di Racalmuto, che quell’eretico non fu racalmutese, che sarà stato un briccone he avrà potuto turlupinare quelli del Santo Ufficio contrabbandandosi per il nostro racalmutese Fra Diego La Matina esibendo magari un bel certificato di battesimo (cosa usuale allora). Potè dirsi diacono e scampare alla impiccagione sul posto per mano degli stesso sgherri che l’avevano acciuffato (così venivano trattati allora i briganti di passo che fossero incappati nelle mani della giustizia). Oppure questo nostro comunicato fra Diego La Matina nel 1670 chissà da dove veniva Non mi si dica che fosse un frate trasferito da chissà da chissà dove in qualcun die nostri convento. Non al centro sarebbe stato censito ma in seno al suo convento.
arretto veniva occisus a servo. Ma essendo nato quel La Matina nel 1621, codesta bella trovata cattivella non ha senso.
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