Stralciamo da appunti pubblicati prima, queste sparate di Casarrubea. Casarubea ora è morto e quindi la mia contestazione finisce qua.
"L’ispettore Ps, l’Italia fascista e il battesimo della Repubblica di Giuseppe Casarrubea
4. ^
« Il discorso che il dirigente della sinistra pronuncia, in un clima di tumulti, alla Costituente nella seduta del 2 maggio 1947, giorno successivo a Portella, costituisce un po' il lancio ufficiale della sfida. Bersaglio del dirigente comunista non sono soltanto gli ambienti monarchici e mafiosi dell'isola, che in quei primi frangenti indica quali diretti responsabili del massacro, bensì anche "alti funzionari addetti alla polizia", alludendo anzitutto all'ispettore di PS Ettore Messana. Li Causi censura inoltre lo stesso ministro dell'Interno, che s'è affrettato a negare, con equivoca certezza, ogni politicità all'eccidio.
Tale esordio risente, ovviamente, della concitazione di quei giorni; nondimeno è indicativo d'un percorso plausibile, che viene meglio esplicitato in occasioni successive. Alla seduta della Costituente del 15 luglio, infatti, comunisti e socialisti già espulsi dal governo, il leader siciliano si esprime con veemenza su possibili correità governative, mentre definisce gli equivoci di Messana, del resto tristemente noto nell'isola perché responsabile della strage di Riesi nel 1919, con trecidi contadini uccisi, massacratore in Grecia negli anni della guerra, implicato infine nella strana morte di un carabiniere. »
Messana con l'eccidio di Riesi del 1919 non c'entra nulla. Non appare nella pubblicistica del tempo. Non appare nei resoconti postumi. Un documento di recente rispolverato da Malgrado Tutto ridimensiona la vicenda Messanda; viene accusato da un inquisitore dello Stato di vigliaccheria, di essere scappato per viltà. Nessuna partecipazione quindi alla sparatoria con mitra dal campanile di una chiesa che avrebbe fatto delle vittime destinate a crescere nei resoconti politici di questo ultimo dopo guerra.
Messana non c'entra nulla con la Grecia. Si confonde Grecia con Lubiana. Ma a Lubiana Messana ci rimette le penne. Impigliato in accertamenti di polizia contro un partigiano terrorista, scovato dai tedeschi, al giovane questore se qualche pecca gli si può addebitare è l'essere stato fin troppo blando, persino umanitario. Un lungo verbale di oltre sessanta cartelle lo dimostra. A Roma se ne farà accurato esame critico e Messana risulta del tutto incolpevole. Per tiepidezza viene mandato a Trieste sia pure con promozione a Ispettore generale di PS e gli tocca fare solo ordinaria amministrazione. Dopo un suo subalterno, al tempo di Triste città liberà si vendica con un rapporto calunnioso e malevole che viene cestinato inesorabilmente. Le carte dell'Archivio Centrale dello Stato lo scagionano in tutto e per tutto. Quanto alla vicenda di Fra' Diavolo e di Portella della Ginestra, Casarrubea in un processo intentatogli da un generale ritenutosi diffamato non poté provare nulla contro Messana. E se la cavò per decorsi termini di prescrizione. Messana, guarda caso, scrisse rapporti su rapporti denunciando le intese tra OSS americana e bande armate al tempo del bandito Giuliano. Denunce che poi gli costarono la defenestrazione. Montalbano tentò di diffamarlo ma dovette desistere in quanto non aveva elementi di prova. Li Causi fu feroce contro Messana, ma le sue accuse risultano infondate persino calunniose.
"L’ispettore Ps, l’Italia fascista e il battesimo della Repubblica di Giuseppe Casarrubea
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« Il discorso che il dirigente della sinistra pronuncia, in un clima di tumulti, alla Costituente nella seduta del 2 maggio 1947, giorno successivo a Portella, costituisce un po' il lancio ufficiale della sfida. Bersaglio del dirigente comunista non sono soltanto gli ambienti monarchici e mafiosi dell'isola, che in quei primi frangenti indica quali diretti responsabili del massacro, bensì anche "alti funzionari addetti alla polizia", alludendo anzitutto all'ispettore di PS Ettore Messana. Li Causi censura inoltre lo stesso ministro dell'Interno, che s'è affrettato a negare, con equivoca certezza, ogni politicità all'eccidio.
Tale esordio risente, ovviamente, della concitazione di quei giorni; nondimeno è indicativo d'un percorso plausibile, che viene meglio esplicitato in occasioni successive. Alla seduta della Costituente del 15 luglio, infatti, comunisti e socialisti già espulsi dal governo, il leader siciliano si esprime con veemenza su possibili correità governative, mentre definisce gli equivoci di Messana, del resto tristemente noto nell'isola perché responsabile della strage di Riesi nel 1919, con trecidi contadini uccisi, massacratore in Grecia negli anni della guerra, implicato infine nella strana morte di un carabiniere. »
Messana con l'eccidio di Riesi del 1919 non c'entra nulla. Non appare nella pubblicistica del tempo. Non appare nei resoconti postumi. Un documento di recente rispolverato da Malgrado Tutto ridimensiona la vicenda Messanda; viene accusato da un inquisitore dello Stato di vigliaccheria, di essere scappato per viltà. Nessuna partecipazione quindi alla sparatoria con mitra dal campanile di una chiesa che avrebbe fatto delle vittime destinate a crescere nei resoconti politici di questo ultimo dopo guerra.
Messana non c'entra nulla con la Grecia. Si confonde Grecia con Lubiana. Ma a Lubiana Messana ci rimette le penne. Impigliato in accertamenti di polizia contro un partigiano terrorista, scovato dai tedeschi, al giovane questore se qualche pecca gli si può addebitare è l'essere stato fin troppo blando, persino umanitario. Un lungo verbale di oltre sessanta cartelle lo dimostra. A Roma se ne farà accurato esame critico e Messana risulta del tutto incolpevole. Per tiepidezza viene mandato a Trieste sia pure con promozione a Ispettore generale di PS e gli tocca fare solo ordinaria amministrazione. Dopo un suo subalterno, al tempo di Triste città liberà si vendica con un rapporto calunnioso e malevole che viene cestinato inesorabilmente. Le carte dell'Archivio Centrale dello Stato lo scagionano in tutto e per tutto. Quanto alla vicenda di Fra' Diavolo e di Portella della Ginestra, Casarrubea in un processo intentatogli da un generale ritenutosi diffamato non poté provare nulla contro Messana. E se la cavò per decorsi termini di prescrizione. Messana, guarda caso, scrisse rapporti su rapporti denunciando le intese tra OSS americana e bande armate al tempo del bandito Giuliano. Denunce che poi gli costarono la defenestrazione. Montalbano tentò di diffamarlo ma dovette desistere in quanto non aveva elementi di prova. Li Causi fu feroce contro Messana, ma le sue accuse risultano infondate persino calunniose.
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