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Quell'estate felice | |||||||||||
Un film di Beppe Cino. Con Olivia Magnani, Dario Costa, Djoko Rossich, Giovanni Argante, Sergio Friscia.
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Drammatico, durata 111 min. - Italia 2007. uscita venerdì 20 febbraio 2009.MYMONETRO Quell'estate felice valutazione media: 3,00 su 1 recensione. | |||||||||||
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Estate del 1951in Sicilia. Il giovane professore Angelo Amato ama non riamato la più bella e misteriosa ragazza del paese, Maria Venera. Cinquantanni dopo, il Professore ormai invecchiato si rivedrà raccontato in un film.
Com'eravamo innamorati nell'estate felice degli anni Cinquanta e nella Sicilia di Bufalino | ||
Marzia Gandolfi
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Nell'estate del cinquantuno Angelo Amato fu giovane e felice. Professore di lettere antiche, impiegato in un istituto magistrale di Modica, fu innamorato non corrisposto della nobile e assai volubile Maria Venera, ignorando l'amore devoto di una giovane studentessa che finì per sposare un meno avvenente collega. Diversi anni dopo, nel buio di una sala cinematografica, Amato rivede come in un film la sua gioventù e le affannose avventure del suo cuore. Tra fuitine e scandali d'amore, tra affittacamere avvenenti e studentesse infatuate, tra cocotte arrendevoli e amanti resistenti, scorre lenta la stagione del perduto amore.
Quell'estate felice conferma l'impressione che il cinema italiano sia vitale solo nei suoi margini, soprattutto quelli meridionali. Alla Puglia di Winspeare e alla Sardegna di Mereu si aggiunge ora (ma non da ora) la Sicilia di Beppe Cino. Questi autori condividono e rivelano un'inedita attenzione per la loro terra, mai fondale su cui innestare storie ma rivelatrice, per affinità o per contrasto, dei sentimenti dei loro personaggi. Per il regista siciliano e per il suo protagonista guardare è una cosa del cuore e risponde all'urgenza di rivedersi come uomo e di ripercorrere la stagione dell'amore con i suoi desideri che "non invecchiano quasi mai con l'età". Libera e nostalgica trasposizione del romanzo di Gesualdo Bufalino ("Argo il cieco"), Quell'estate felice attraversa i luoghi della vicenda narrata illuminandoli della luce del passato. Un viaggio a ritroso nella memoria, nel privato mitico delle radici e nella cultura e nella tradizione della terra d'origine. Da quell'estate felice emerge la Sicilia degli anni Cinquanta, che non sfugge a una voluta ed elegante tipizzazione (giardini e facciate barocche, interni aristocratici, ritualità sacre e pagane) ma elude i clichè mafiosi e affida temi importanti come l'amore a Ovidio alle conversazioni di piazza e a quelle da salotto. In questo mondo cresce emotivamente e sentimentalmente Angelo Amato, alter ego dello scrittore siciliano (o forse no), accompagnato dagli insegnamenti di un collega filosofo, di un vecchio aristocratico decadente o di un virtuoso del bughivù. Una crescita che lo condurrà alla bellezza e alla scoperta di sé. Il film è la lunga evocazione di un uomo che ha intrapreso davanti allo schermo cinematografico una ricognizione interna, un viaggio attraverso la parte più nascosta e recondita del sé. Il senso arcaico di appartenenza a un luogo, a un sentimento, a una donna, regala un fulcro di fuoco alla narrazione. Un tessuto narrativo capace di (ri)comporre momenti di un'educazione sentimentale che ha il carattere di un'illuminazione. Gli interstizi di una giovinezza, raccontata e affidata allo spettatore, diventano, nel ricordo, finestre sul grande oceano di un'umanità semplice e ricca, ironica e grata. Un film che respira un sentimento del vivere molto intenso, cantando la ballata delle dame che furono in un paese che non c'è più, in una vita nova che non è più. |
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