Silvano Messina è un medico scrittore, un cardiologo romanziere, un romanziere che punta la sua sapida e scorrevole penna sulle truci vicende della Racalmuto (per lui Rahalmuto avverso la Regalpetra di Sciascia quindi) di quel fatidico anno del Signore del 1622. "ACCADDE ALL'ALBA" l'efferata esecuzione del conte giovane e inquieto Girolamo II del Carretto per Silvano. Per Nanà questo avvenne quando "il conte stava affacciato al balcone alto tra le due torri guardando le povere case ammucchiate ai piedi del castello." Sarebbe stato allora, secondo Sciascia, che "il servo Antonino Di Vita 'facendoglisi da presso l'assassinò con un colpo da arma a fuoco' "; e a "sera di quel 6 maggio 1622, i regalpetresi certo mangiarono con la salvietta, come i contadini dicono per esprimere solenne soddisfazione".
Prosa ora divenuta asciutta quella di Sciascia (chcehè ne abbia detto Pasolini che addebita al grande scrittore racalmutese un inesistente vezzo ipotattico; prosa linda. lineare. vivace ma non troppo quella di Silvano Messina. Il quale magari si concede l'ardire di ibridare le sue fantasiose escursioni storiche con azzeccati termini medici che chissà perché diedero fastidio a Tano Savatteri, reduce magari da una irriverente denigrazione di Rosso Di San Secondo sulle orme di un Oriani vendicativo e pettegolo.
Non siamo critici letterari e qui ci fermiamo.
Pubblichiamo, anche se non autorizzati, un capitoletto di questo bel romanzo inedito ACCADDE ALL?ALBA di Silvano Messina nato a Racalmuto come Sciascia ma in atto canicattinese a tutti gli effetti. E' un capitoletto eccentrico. Poco ha a che fare con la sua storia ma molto con il tormentato problema del feudalesimo secentesco siciliano e di converso racalmutese. Vi troviamo qua e là citazioni delle nostre maldestre fatiche "storiche". Nel complesso comunque, mentre restiamo attenti alle letture giuspubblicistiche di questo estroso cardiologo, non riusciamo ad orientarci. Ma per il momento vogliamo divulgare la lezione di diritto feudale del Nostro Silvano. Credo che dopo piglierò anch'io la mia penna giusperita e annoterò il mio dissenso e le mie paturnie giuridiche e microtoriche.
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