lunedì 28 dicembre 2015


Si sta intrecciando una pensosa corrispondenza con il Direttore di ARTICOLO 21 Stefano Corradino. Qui ci va di riportare un mio spunto su un dramma direi racalmutese: l’ergastolo ostativo inflitto al nostro compaesano ALFREDO SOLE. Comunque la si pensi – ed ogni sentimento, ogni risentimento ha profonde ragioni etiche - la crudeltà di una pena (l’ostatività del 4 bis) è un’infamia civile di questo novello millennio.

In questi giorni ho inviato ad Alfredo, tramite il suo INFORMACARCERE POSTA DIRETTA, queste considerazioni:

Carissimo Alfredo, ti riporto qui un mio acidulo intervento in un comunicato della meritevole associazione cattolica Giovanni XXIII.


Nell'essere tutto dalla vostra parte seppure da sponda religiosa avversa, mi permetto di osservare che non sono d'accordo con Saviano "in odium auctoris". Se un tempo ciò se lo permetteva la saggia santa romana Ecclesia perché non dovrei permettermelo io? Sono molto mio malgrado d'accordo - una tantum - con Travaglio. La vera battaglia dovrebbe essere - e sarebbe vincente - quella dell'abolizione dell'art. 4 bis. Credo di essermi - nel mio insignificante piccolo - spiegato nella fitta corrispondenza che sto avendo con l'ergastolano ostativo Alfredo Sole (cfr. ARTICOLO 21). Per troppo chiedere ed a sproposito i poveri ergastolani "ostativi" nulla stanno stringendo; anzi si stanno loro stringendo anche i radi sprazzi di umanità che si stavano concedendo.





Oggi girovagando per le bancarelle di natale ho comprato a 5 euro l'uno tre libri di Enzo Biagi. Come chiusa del libro IL BOSS E' SOLO: "Vera Girotti, a un giornalista che è riuscito ad avvicinarla, ha detto una sola frase: Buscetta è un uomo che voi non potete capire. Di certo non è facile giudicarlo: "Mi ci romperò la testa" dice il capitano Bellodi, l'ufficiale dei carabinieri inventato da Sciascia nel
Giorno della Civetta, mandato a comandare la compagnia di Corleone. Forse non serve. Il mestiere di uomo per Tommaso Buscetta, è stato ancora più difficile. E ha fatto male soprattutto a se
stesso. La solitudine è la sua difesa ed anche la sua cella, dalla quale non uscirà mai."
Tanto cinismo, tanta disumanità - sia pure sotto abilissima patina di nobiltà d'animo - non me li
sarei aspettati. Questo è il perbenismo borghese imperante. Trascinarci dentro l'incolpevole Sciascia, un'altra birichineria. Ben altro sosteneva Sciascia. Biagi è morto per dirgli: ti ci vorrei te nella perenne solitudine di una cella per vedere che uomo resteresti. Calogero Taverna

 

Frattanto, potevo rivolgermi al Direttore di ARTICOLO 21 con questa segnalazione-plauso:

 

Meritevole il tuo giornale: sono riuscito a farvi pubblicare due note di un ergastolano "ostativo" speciale (Alfredo Sole del mio paese). Ecco uno squarcio di una sua lettera privata inviatami. Il giornale dovrebbe andarne fiero:
Sono appena tornato dal colloquio con l'educatore. Non mi chiamava da molto tempo- Un suo collega che neanche mi conosce (così mi ha detto ...) gli ha segnalato l'ultimo mio scritto su "ART. 21". Abbiamo parlato di quel convegno sull'ergastolo che ho citato nello scritto e non solo. A quanto pare è d'accordo con me sul concetto di delazione, quella delazione che mira ai benefici personali mettendo un altro in carcere al proprio posto. Ha compreso che cambiare radicalmente significa non fare del male a nessuno ...


Caro Stefano, credimi ARTICOLO 21 ha compiuto un miracolo nel tremendo carcere di OPERA in Milano. Ha fatto rimeditare carcerieri ed educatori di "tenace concetto" direbbe il mio compaesano Leonardo Sciascia. Il mio fitto dialogo è sciorinato in informacarcere Alfredo Sole. Un tuo collaboratore potrebbe cogliervi tanti spunti per affrontare sul serio questa tremenda piaga del cosidetto ergastolo ostativo ex art. 4 bis. Per ora se ne occupano Veronesi, Sofri, Saviano, Travaglio ed altri.
Ma non è questa la sede per dissertazioni lunghe e complesse. Pensa alla traslazione di tutta questa complessa questione su un settimanale di sintesi su base cartacea. Ma a lunedì. Salutissimi Calogero

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