So che lei vive a Roma, sarebbe piacevole potersi
incontrare.
Sì ho casa a Roma ma il mio fanatico attaccamento a questa
contraddittoria ma meravigliosa terra racalmutese mi tiene per ora legato qui a
Racalmuto via F. Martorana 11bis, tel 0922948173 cell. 3291383700
Accetto,curiosa di conoscerti personalmente,lascio a te
anche la scelta del giorno e dell'ora
Attenzione alle attese .. la delusione è assicurata. I sono
un pensionata a 360 gradi quindi liberissimo. Qualsiasi giorni e qualsiasi ora
è assicurata. Ti pregherei quindi di stabilire tu ora e giorno che ti fa più
comodo. Grazie.
Non ho attese,mi piace parlare guardandosi ,gli occhi dicono
più delle parole,...se mi dai un recapito telefonico sarà più facile
stqabilire il giorno e l'ora io abito ad Ostia
ecco i mie due recapiti telefonici: 0665742876 oppure cell.
3291383700. Non tanto - o forse - per imitare Sciascia ma io non guido per cui
vediamo di conciliare le nostre difficoltà logistiche.
disturbo se ti chiamo ora?
Tutt'altro!!
3 giugno 18.47.31
Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedica ieri,ho appreso
molto,rimaniamo d'accordo per giovedì mattina un saluto e buona serata
Ciao dolce splendida signora; a giovedì,(ma se vuoi possiamo
anticipare a domani mercoledì).
domani ho un impegno con la scuola di mia nipote
A giovedì allora
si certo 1ora è arrivato il momento della riscossa.....
sto leggendo la poesia del cactus.........anche tu gli anni
li porti a meraviglia ......
non lamentarti e poi il bene più grande è rimanete lucidi
attivi con il cervello(organo prezioso)e a te funziona alla grande
Non mi lamento!!!
3 giugno 23.03.48
L'altra Parrocchia del '49. Leonardo Sciascia Paese con
figure: E' questo il vero don Luigino Messana? ... ma il barone Trupia,
entrando col suo passo anchilosato, il gran naso che gli disegna un profilo
aerodinamico, muoveva le mani, leggere come farfalle, a foggiare nell'aria un
gran corpo di donna: una di quelle gigantesse alla Baudelaire, alla cui ombra
don Ignazio riprende quota come una piccola mongolfiera. Così tutti i nostri
personaggi (perché sono gli uomini che vediamo ogni giorno, ma al tempo stesso
sono personaggi in cerca d'autore) parlano ora di donne - e il signor Munisteri
riprende sonno dentro la sua poltrona. Le donne, le donne. Sono tutti mariti
premurosi e fedelissimi, di donne non conoscono che la propria moglie: ma quale
fantasia, che baldiniana golosità, con che gusto si accendono in determinazioni
anatomiche, in battute piccanti. Il barone Trupia si affida all'eloquenza delle
mani: forse vedremo le sue mani staccarsi, volteggiare nell'aria, svanire alla
ricerca di quella donna incontrata quarant'anni fa a Pinerolo, nella tal via di
Milano, dentro la tal piazza di Roma. Ecco: è già un personaggio, il nostro
barone Trupia; può benissimo entrare dentro le saporitissime pagine di uno
scrittore contemporaneo che tanto amiamo. E magari uscirne sbattendo la porta,
tanto la sua presenza annienterebbe i vari Percolla e Muscarà del "Don
Giovanni in Sicilia".
5 giugno 21.56.45
se hai un telefono fisso comunicamelo. Il mio è a Roma
0665742876 a Racalmuto è 0922948173
Sciascia stravolge poi la sua ironia sulla sessuomania del
Circolo Unione. Ecco come "I giovani apposta tirano fuori discorsi sulle
donne., fingono malinconia considerando chi per l'età più non le può godere.
Don Ferdinando Trupia salta su dal divano - ho settant'anni, ma una bella donna
la sento da qui alla chiesa del Carmine; voi voglio vedere quando avrete la mia
età. I giovani protestano - ma noi in generale parliamo, sappiamo quello che
lei è ancora capace di fare. Sì - dice don Ferdinando - son capace di fare cose
da pazzi, con una donna. L'altro giorno, a Palermo , sapete che mi disse una
donna? Tu meglio di un giovane di vent'anni sei, mi disse, non è una cosa
normale, dovresti andare da Coppola (Coppola è il primario della clinica
psichiatrica universitaria). Da Coppola, capite? Pare anche a me che non è una
cosa normale, proprio voglio andarci, i nervi sono. Il barone Lascuda leva gli
occhi dal giornale, si volge al vicino - lui deve andare da Coppola? E io che
dovrei fare? Chiudermi tra quattro mura enon uscire più di casa, questo dovrei
fare. Una cosa ti dico, che non ne posso più. L'altra sera sono andato a fare
visita ad un amico, c'erano tre ragazze che mi stavano intorno, son dovuto
andar via perché non ce la facevo più; queste se ne accorgono, pensavo, e che
figura ci faccio? Che stai dicendo? - chiede don Ferdinando, vibrante come un
diapason nel timore che si mormori di lui - Vai cercando donne? E perché no -
dice il barone, tu sei dell'ottantatre e io dell'ottantasette. te ne sei
scordato? Don Ferdinando si avvicina ad uno dei giovani, mormora - ora ci
divertiamo - questo qui raglia sempre di donne, come un asino castrato è, non
c'è da credere mezza parola. Poi rivolto al barone - raccontami di queste
ragazze, credo di sapere chi sono, forse ti pigliavano a gabbo. Tu non sai
niente - dice il barone - né io posso dirti niente; ma per pigliare a gabbo me
ce ne vuole, e tu lo sai. Le ragazze mi strusciavano addosso come gatte, una ce
n'era con un paio d'occhi, una bocca. e il petto che mi toccava l'orecchio, lei
si chinava apposta e il petto mi toccava l'orecchio, qui; era una osa --- poi
si è messa a suonare il pianoforte, io le stavo di faccia, in um modo mi
guardava ..." [segue]
6 giugno 13.26.16
Buongiorno....sono al pc e sto documentandomi sui fatti
riguardanti la Slovenia ....non ti nascondo che la cosa non mi è facile.....c'è
comunque tanta voglia di andare infondo
ieri avevi parlato di compiti a casa .......
io ieri il compito a casa l'ho fatto. Ho raccolto un
centinaio di pagine su tuo nonno. Ti avevo chiesto se avevi il telefono fisso
perché dovendo parlare a lungo il telefonino è micidiale. Ora vado a pranzo.
Questo pomeriggio, mettiamoci in contatto. Un carissimo saluto e l'augurio di
uno splendido pomeriggio.
Grazie ,il mio numero fisso è0656339881,buon pranzo a dopo
6 giugno 15.24.14
Qui riporto antiche mie cose. In sintesi vi è poi il mio
approccio alla questione ETTORE MESSANA. Non condividevo allora sberleffi
infondati, figurarsi adesso che di ricerche ne ho fatte tante e molto proficue
in onore del Questore Ettore Messana e molto a disdoro dei di lui denigratori,
falsari e sopprattuto calunniatori. Io spero che Totò (come MALGRADO TUTTO) mi
leggano già qui e si accingano a contattarmi per una loro indefettibile
RESIPISCENZA OPEROSA (altrimenti corrono brutti rischi dovendosela vedere con
le ire della signora GIOVANNA MESSANA di Roma - ma abita a Osta - che è poi
l'unica ad essere superstite parente diretta del questore le cui radici
racalmutesi alla fin fine si legano solo al suo genitore) Si dà il caso che
l’ex Sindaco di Racalmuto sia penna vivacissima e irrefrenabilmente polemica.
Mi delizia, come può accadere tra affini. Ha per il momento i guai suoi e non
sono bazzecole. Dovrebbe rinchiudersi nei suoi attacchi-difesa. Ma son panni
per lui molto stretti. Così deborda in un comodo anticomunismo d’altri tempi,
in confronti tra le paghe dei ricchi e le miserie dei poveri, ed ecco da ultimo
nel dileggio di grandi (in ogni senso, anche negativo) personaggi locali. Cozza
così con le mie convinzioni di aduso alle ispezioni bancarie d’alto tiro e con
i risultati delle mie frequentazioni dei più disparati archivi di stato o di
santa romana chiesa. Riprendo un mio contrappormi in Facebook per darne
ragguaglio anche a miei lettori d’altre sponde. Scusatemi. 6 febbraio Salvatore
Petrottoha pubblicato qualcosa sullaCalogero Taverna 16 ore fa Scoprire con
triste ed amara meraviglia che certi personaggi, davvero inquietanti, che hanno
segnato, assai negativamente, la storia d'Italia sono di Racalmuto, mi
rattrista non poco. Mi riferisco al mafioso vero e non presunto tale, Jò
Macaluso, braccio destro di Sindona, una sorta di factotum siculo-americano che
aveva le porte aperte persino alla Casa Bianca, ai tempi di Nixon! Od ancora,
ad Et...tore Messana, il terribile questore, fascista della prima ora, già alle
prese con le stragi di centinaia di operai e contadini durante il famoso
Biennio Rosso, tra il 1919 e 1920. Lo stesso Messana che, vent'anni dopo avere
represso nel sangue le lotte sindacali di moltitudini di poveri disgraziati,
fece sterminare migliaia di iugoslavi a Lubiana, in Slovenia, con la scusa che
erano comunisti. Un criminale di guerra che, anziché essere condannato per le
torture ed i numerosi eccidi perpetrati, dopo la caduta del Fascismo, viene,
inspiegabilmente, riabilitato e nominato capo della polizia in Sicilia, dal
governo Bonomi, di cui faceva parte anche Alcide De Gasperi. Una volta in
Sicilia il Messana si accorda con la mafia, la stessa mafia che fece uccidere
centinaia di inermi contadini e che perpetrò la prima strage di Stato in
Italia, all'indomani della caduta del fascismo, quella di Portella delle Ginestre.
Mafia che fece uccidere i sindacalisti Accursio Miraglia e Girolamo Li Causi.
Quest'ultimo, Li Causi, tra l'altro, proprio a proposito del Messana, ebbe modo
di dire che era il capo dei banditi, mentre Giuliano una sorta di capo della
polizia. Tutto a ruoli invertiti! Stato ed Antistato, mafia ed antimafia, sono
spesso allora come oggi la stessa cosa! Che tristi ed amare verità, un pò
sciasciane ed un un pò troppo racalmutesi, visto che tali protagonisti, di
queste terribili storie d'Italia, sono di Racalmuto! Sciascia ed i suoi
contrari, potremmo concludere, se ci riferiamo al questore aguzzino, poi
divenuto capo della polizia in Sicilia, Ettore Messana, od ancora al mafioso Jò
Macaluso.Visualizza altro ********************* Lillo Taverna Carissimo Totò,
ti piace il tono acuto anzi acutissimo e figurati se puoi troare un censore nel
sottoscritto che se può ha voglia di gridare più di te. Trattandosi ora
dell'onore di Racalmuto cui tengo in modo spasmodico sino a bittare natemi a
figli di amici miei che mi sono sari e cui debbo persino gratitudine, mi
permetto di contraddirti. 10 ore fa • Mi piace Lillo Taverna Joe Macluso non fu
(anzi non è visto che è ancora vivo) quel truculento boss della mafia
siculo-americana che fu comodo far credere. Le ciarle dei giornali e dei
mass-madia sono comiche di disinformati. Personaggio folklorico quanto ti pare,
capace di andare a S. Francesco e cercare di liberare il padre dal tetto, ma
niente di più. Quanto a Sindona - e credo di saperne e di sapere cose in esclusiva
- fu utile idiota, tanto più utile quanto più idiota. Ci rimise persino la
pelle per la sua insipienza. Sai che Occiuto ed io restammo disorientati dal
fatto che codesto signor Presidente di ben quattro banche (tre a Milano ed una
a Messina) non aveva manco apposto la firma nei più scottanti verbali dei
consigli di amministrazione e non per furbizia, solo per non essere stato manco
inviato.
6 giugno 18.19.42
stasera ho inviato questo breve preavviso a Claudia
Cernigoi: lei dovrebbe essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore
Ettore Messana già ispettore generale di pubblica sicurezza. In contatto con la
nipote di tanto grande personaggio della storia di Italia ho fatto e continuo a
fare ricerche che la smentiscono in pieno Non so se reputa di procedere ad una
sorta di resipiscenza operosa. Sappia che la signora Giovanna Messana non è
persona da oppiare. Certo non ha avuto tempo per inseguire e perseguire codesti
sedicenti storici fabbricanti di calunnie nei confronti del suo grande avo. Ma
ora ha deciso.
,bravissimo,ottimo avvertimento,
ne sto spedendo un altro a G. Casarrubea
bene
Malgrado Tutto si è reso colpevole di una diffusione di
notizie infamanti nei confronti di questo nostro grande concittadino, il noto
personaggio Ettore Messana, celeberrimo ospite nel nostro famosissimo
personaggio don Luigino Messana in arte - per voce corrente - don Ferdinando
Trupia di sciasciana memoria. Ho inviato un subdolo preavviso solo
apparentemente rivolto ad una sedicente giornalista triestina. Ecco: stasera ho
inviato questo breve preavviso a Claudia Cernigoi: lei dovrebbe essere
l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana già ispettore
generale di pubblica sicurezza. In contatto con la nipote di tanto grande
personaggio della storia di Italia ho fatto e continuo a fare ricerche che la
smentiscono in pieno Non so se reputa di procedere ad una sorta di resipiscenza
operosa. Sappia che la signora Giovanna Messana non è persona da oppiare. Certo
non ha avuto tempo per inseguire e perseguire codesti sedicenti storici
fabbricanti di calunnie nei confronti del suo grande avo. Ma ora ha deciso.
ottimo......l'ho già condiviso
6 giugno 23.19.02
Questo il passo di Li Causi che dovresti cercare e
trascrivere o fotocopiare nell'Archivio Centrale di Stato. Da qui parte
l'ignominia Riesi -------------------- Cfr. Discorso di Girolamo Li Causi al
Senato della repubblica, 23 giugno 1949, in Commissione parlamentare di
inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, Atti relativi alla strage di Portella
della Ginestra, parte prima, p. 90.
7 giugno 2.36.24
A UMBERTO SANTINO mi pare che lei scriva che "il
Commissario Messana" avrebbe nel 1919 fatto sparare sui contadini di Riesi
provocando 15 morti e 50 feriti. Sto facendo ricerche accurate e questo non mi
risulta anzi mi sa di mistificazione diffamatoria. Sto cercando di tutelare il
buon nome del nonno della signora Giovanna Messana e quindi credo che sia suo
dovere dimostrarmi la fondatezza della sua accusa
Leggo a suo nome espressioni lesive dell'onore del questore
Ettore Messana. Per incarico della signora Giovanna Messana, nipote di questo
grande personaggio storico e altamente meritevole quale il grande Ufficiale
Ettore Messana Ispettore generale di PS sto conducendo accurate indagini
storiche e quindi posso comprovare nelle competenti sede che la Signora intende
adire che quanto affermato nell'articolo a suo nome è infondato e distorsivo
della verità nei termini e nel significato che verranno più pertinentemente
formulati.
7 giugno 19.24.45
Ho trovato un testo storico sui fatti di Riesi che ti
riporto qui. Reputi che possa pubblicarlo subito o è meglio che appuriamo altre
cose?
il libro è questo qui
e questi alcuni dati su quello storico: (Scusami se non
riesco a farti delle copie decenti.se trovi difficolta allora puoi tirar fuori
direttamente tu il libro da internet http://www.riesi.com/archiviolastoriadiriesisalferro/home,htm
)
8 giugno 18.05.24
non sono riuscita a leggere nulla ,cliccando sull'indirizzo
non mi si apre la paggina sono costretta a farmi aiutare da mia nipote,non sono
a casa ti chiamo al telefono domani mattina,oggi ho avuto la bellissima
sorpresa della venuta di Domenica,siamo state insieme non molto perchèera in
partenza con il figlio per Napoli ci sentiamo domani ciao e grazie
ho visto la foto: complimenti e tantissimi auguri a questa
grande famiglia dei Messana, nelle forme più allargate. Hai fatto un ottimo
pranzo.
si è stata una piacevolissima sorpresa
sto leggendo l'intervento di Licausi ......altre pag non mi
si sono aperte devo chiedere aiuto a mia nipote
sono a casa di mia figlia e sto adoperando il suo pc ti
telefono da casa
non so se faro dardi se rientro ad orario decente ti chiamo
ci spero e ci conto
8 giugno 22.46.38
ho stasera inviato questo biglietto all'IstitutoItaliano di
Cultura - Lubiana.
Sto facendo delle ricerche storiche sul questore Ettotre
Messana. Fu questore di Lubiana nel tragico periodo tra il 1941 e il 1942.
Potreste darmi suggerimenti, notizie, riferimenti bibliografici ed altro?Vi
sarei particolarmente grato. Calogero Taverna già ispettore capomissione della
Vigilanza sulle aziende di credito della Banca d'Italia; superispettore del
SECIT (Ministero Finanze) nel settennio della fondazione sotto il ministro
Reviglio - ab. a Roma via Lorenzo Rocci 68, 00151 Roma, tel. 0665742876 o cell.
3291383700. Spesso me ne sto nel mio paese natio, il paese di Sciascia,
Racalmuto, in via F. Martorana 11bis, 92020 Racalmuto (Ag.) tel. 0922948173.
Grazie.
10 giugno 0.21.48
Carissima Giovanna, leggo in Storia d'Italia- Le regioni -
DALL'UNITA' AD OGGI, LA SICILIA / GIULIO EINAUDI EDITORI Rosario Mangiameli la
regione di guerra 1945/50, pag. 576 /ss. I continui rasstellamenti avrebbero
dovuto mettere incrisi secondol-opinione di Ettore Messana , responsabile
dell-ispettorato di Pubblica Sicurezza, i traffici illegali e alienare a
Giuliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettore. E-
convinzione di molti che se Giuliano non cadr' ben presto nelle maniella
giustizia dovr' rimanere vittima della maffia, stanca ed atterrita dallo
sconvolgimento che ha determinato l-inusitato quanto inaspettato movimento di
forze anzidette. In questi giorni / non [ strana coincidenza / non pochi
malfattori, alcuni di essi noti capobancda, sono stati trovatiuccisi senza che
sia stata rivelata alcuna traccia egli uccisori.
Tralascio le considerazioni di Mangiameli decisamente
settarie e prevenute. penso che i successivi accadidienti abbian dat ragione al
Messana anzich{ alle postume insinuazioni del Mangiameli. Quello per; che qui
importa [ la seguente citazione> ACS, per arcivio centrale di stato, PCM ,
1944 / 47 , 8\2 | 10371 Sicilia ordine pubblico rapporto di Messana cel 17
febbraio 1946 Sulle indagini per la cattura di Giuliano vedi le ben documentate
pagine di Spano- Faccia a faccia con lamafia.
pag. 578 nota n. 25 Il primo a fare il nome di Giuliano fu
l-ispettore Mesana che contava su impoetanti confidenti nella banda, il
principale di questi Fra Diavolo, al ecoloSalvatore Ferrei, legato alla mafia
del Trapanese, fu ucciso il 27 giugno 1947 nella caserma dei carabinieri di
Alcamo, dove si trovava in stato di fermo. Era questo un episodiodella lotta
tra polizia e carabinieri per assicurarsi la cattura di Giuliano, ma on la
morte di ferreri scompariva un possibile testimonesui mandanti ella strage di
Portella della Ginestra. Ferrei infatti per primoaveva parlato della esistenza
di un lettera che consegnata da Pasquale Sciortino a Giuliano, vrebbe influito
sulla decisione di compierela strage. Cfr, le deposizioni del generale dei
carabinieriGiacinto Paoloantonio davanti alla commissione antimafia in Archivio
Italiano Testo integrale , pp. 419&23, 467/83. 723 37.
Carissima Giovanna, leggo in Storia d'Italia- Le regioni -
DALL'UNITA' AD OGGI, LA SICILIA - GIULIO EINAUDI EDITORI Rosario Mangiameli la
regione di guerra 1945/50, pag. 576 /ss. “I continui rastrellamenti avrebbero
dovuto mettere in crisi secondo l’opinione di Ettore Messana , responsabile
dell’ispettorato di Pubblica Sicurezza, i traffici illegali e alienare a
Giuliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettore: «E’
convinzione di molti che se Giuliano non cadrà ben presto nelle mani della
giustizia dovrà rimanere vittima della maffia, stanca ed atterrita dallo
sconvolgimento che ha determinato l’inusitato quanto inaspettato movimento di
forze anzidette. In questi giorni -non è strana coincidenza - non pochi malfattori,
alcuni di essi noti capi banda, sono stati trovati uccisi senza che sia stata
rivelata alcuna traccia degli uccisori. » Tralascio le considerazioni di
Mangiameli decisamente settarie e prevenute. Penso che i successivi accadimenti
abbiano dato ragione al Messana anziché alle postume insinuazioni del
Mangiameli. Quello però che qui importa è la seguente citazione: ACS, (per
Archivio centrale di Stato), PCM , 1944- 47, 8-2 /10371 Sicilia ordine pubblico
rapporto di Messana del 17 febbraio 1946 Sulle indagini per la cattura di
Giuliano vedi le ben documentate pagine di Spanò- Faccia a faccia con la mafia.
Nella successiva pagina 578 abbiamo questa importantissima nota: n. 25 Il primo
a fare il nome di Giuliano fu l’ispettore Messana che contava su importanti
confidenti nella banda, il principale di questi Fra Diavolo, al secolo
Salvatore Ferreri, legato alla mafia del Trapanese, fu ucciso il 27 giugno 1947
nella caserma dei carabinieri di Alcamo, dove si trovava in stato di fermo. Era
questo un episodio della lotta tra polizia e carabinieri per assicurarsi la
cattura di Giuliano, ma con la morte di Ferreri scompariva un possibile
testimone sui mandanti della strage di Portella della Ginestra. Ferreri infatti
per primo aveva parlato della esistenza di una lettera che consegnata da
Pasquale Sciortino a Giuliano, avrebbe influito sulla decisione di compiere la
strage [di Portella delle Ginestre]. Cfr, le deposizioni del generale dei
carabinieri Giacinto Paoloantonio davanti alla Commissione antimafia in Archivio
Italiano Testo integrale , pp. 419-23, 467-83. 723- 37.
10 giugno 12.59.58
Contra Omnia Racalmuto ...per mestiere spiego bene agli
altri quello che per me non comprendo. sabato 15 febbraio 2014 Li Causi, chi
era l'on. Girolamo Li Causi. Ci imbattiamo in codesto grande comunista in
queste nostre attuali ricerche sulla massiccia figura del questore Messana. Se
amiamo la verità, la nostra indagine deve spaziare a trecentosessanta gradi con
spirito storico, distaccato, per quanto possibile avalutativo. Come vedremo
Casarrubea si appoggia a Li Causa per deturpare la figura di Messana. Ne
vedremo a suo tempo le distorsioni persino infamanti Girolamo Li Causi Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera. sen. Girolamo Li Causi Bandiera italiana
Parlamento italiano Senato della Repubblica GirolamoLiCausi.jpg Luogo nascita
Termini Imerese Data nascita 1º gennaio 1896 Luogo morte Palermo Data morte 14
aprile 1977 Titolo di studio Laurea in scienze economiche Professione
Pubblicista Partito PCI Legislatura I, V Gruppo Comunista Incarichi
parlamentari Vicepresidente della commissione speciale pdl enti locali regione
siciliana dal 9 marzo 1950 al 24 giugno 1953 Vicepresidente della commissione
parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della "mafia" dal 13 novembre
1968 al 24 maggio 1972 Incarichi parlamentari Vicepresidente della Commissione
Speciale Per L'esame Del Disegno Di Legge N.1: "Autorizzazione
All'esercizio Provvisorio Del Bilancio Per L'anno Finanziario 1953-1954"
dal 25 giugno 1953 all'11 giugno 1958 Vicepresidente della Giunta Per I
Trattati Di Commercio E La Legislazione Doganale dal 6 ottobre 1953 all'11
giugno 1958 Vicepresidente della Camera dei Deputati dal 12 giugno 1958 al 15
maggio 1963 Vicepresidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul
fenomeno della mafia in Sicilia dal 5 giugno 1963 al 4 giugno 1968 on. Girolamo
Li Causi Bandiera italiana Assemblea costituente Collegio Unico Nazionale
Pagina istituzionale « Perché avete fatto uccidere Giuliano? Perché avete
turato questa bocca? La risposta è unica: l'avete turata perché Giuliano
avrebbe potuto ripetere le ragioni per le quali Scelba lo ha fatto uccidere.
Ora aspettiamo che le raccontino gli uomini politici, e verrà il tempo che le
racconteranno. » (Girolamo Li Causi. Intervento alla Camera dei deputati nella
seduta del 26 ottobre 1951[1]) Girolamo Li Causi (Termini Imerese, 1º gennaio
1896 – Palermo, 14 aprile 1977) è stato un politico italiano. È stato il primo
segretario del PCI siciliano. Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Incarichi
istituzionali 1.2 Portella della Ginestra 1.2.1 Documenti 2 Note 3 Bibliografia
4 Collegamenti esterni Biografia[modifica sorgente] Già dirigente socialista,
aderì al Partito Comunista d'Italia nel 1924. Nel 1926 fu per alcuni mesi
direttore de L'Unità. Nel 1928 venne arrestato per la sua attività antifascista
e condannato a 21 anni di carcere. Liberato nell'estate del 1943, diventò
partigiano ed entrò nel CLNAI. Venne quindi rimandato nella natia Sicilia per
organizzare la presenza del Partito Comunista, di cui divenne il primo
segretario regionale. Il forte impegno politico contro la mafia caratterizzò
subito la sua azione e per questo 16 settembre 1944 fu vittima di un attentato
da parte di un gruppo di mafiosi guidato da Calogero Vizzini. In tale
occasione, in cui vennero ferite 14 persone, Li Causi venne attaccato durante
un comizio in cui stava intervenendo insieme a Gino Cardamone e Michele
Pantaleone a Villalba[2]. Incarichi istituzionali[modifica sorgente] Nel 1946
venne eletto deputato nell'Assemblea Costituente. Fu eletto per la Prima volta
in Parlamento nel 1948 e, attraverso varie legislature, ricoprì la carica di
Deputato e quella di Senatore. Fu vicepresidente della prima Commissione
parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso. Portella della
Ginestra[modifica sorgente] « Gli obiettivi immediati delle forze alleate in
Sicilia furono dunque: a) mantenere l'ordine conservando nello stesso tempo
buoni rapporti con la popolazione; b) ripristinare un tessuto sociale
affidabile e conforme agli interessi anglo-americani, come si venivano
delineando nel quadro strategico internazionale; c) stroncare le forze di
sinistra prima di un loro troppo profondo radicamento sociale. » (Nicola
Tranfaglia in "Come nasce la Repubblica", pagine fra 91 e 98) Li
Causi fu probabilmente l’uomo politico più direttamente impegnato sulla strage
di Portella della Ginestra: la denunciò all’opinione pubblica e ne seguì gli
sviluppi, individuandone la principale causa nella vittoria, alle elezioni
regionali, dell’alleanza elettorale di sinistra in un contesto di scontro tra
il separatismo isolano e il movimento contadino che chiedeva l’applicazione
della riforma agraria. Li Causi indirizzò inoltre durissime accuse anche alle
forze di polizia, denunciando i loro legami con mafiosi e saparatisti, e al
ministro Mario Scelba, più volte accusato di essere direttamente implicato
nella vicenda. Documenti[modifica sorgente] Il 10 maggio 1950, durante la sua
deposizione istruttoria, Girolamo Li Causi presentò alcuni significativi
documenti. Venne esibita per prima una lettera mandata da Salvatore Giuliano
all'Unità con richiesta di pubblicazione. Il timbro fa risalire la missiva al 2
ottobre 1948. Fra gli stralci di interesse investigativo si trova questo:
"[...] oggi potrei mostrare una lettera che un amico intimo del signor
Scelba, proprio alla vigilia delle elezioni, mi mandò e conteneva la promessa
[...]". Il secondo documento presentato, era una missiva autografa di
Giuliano che rispondeva al comizio dello stesso Li Causi tenuto a Portella
della Ginestra i 1º maggio 1949, quando venne scoperta la lapide dedicata alle
vittime. In questo discorso che fece scalpore all'epoca, Li causi chiese
direttamente a Giuliano di far i nomi dei mandanti della strage e nella lettera
esibita Giuliano rispondeva: "I nomi possono farli coloro che tengono la
faccia di bronzo, ma non un uomo [...]". Li Causi esibì infine una terza
lettera autografa di Giuliano, già pubblicata dall'Unità il 30 aprile 1950, in
cui il malvivente minacciava senza mezzi termini Mario Scelba in riferimento al
suo luogotenente Gaspare Pisciotta, in odore di tradimento. « Il Giuliano
allora si è avvicinato a me chiedendomi dove fosse mio fratello. Ho risposto
che si trovava in paese con un foruncolo. Egli allora mi ha detto: 'E' venuta
la nostra liberazione'. Io ho chiesto: -E qual è?- Ed egli di rimando mi disse:
'Bisogna fare un'azione contro i comunisti: bisogna andare a sparare contro di
loro, il 1º maggio a Portella della Ginestra. Io ho risposto dicendo che era
un'azione indegna, trattandosi di una festa popolare alla quale avrebbero preso
parte donne e bambini ed aggiunsi: 'Non devi prendertela contro le donne ed i
bambini, devi prendertela contro Li Causi e gli altri capoccia. »
(Dichiarazione di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Salvatore Giuliano) Tutte
queste lettere, unitamente alla deposizione di Pisciotta in cui lo stesso
sostiene la presenza di una corrispondenza tra Giuliano e il Ministro Mario
Scelba (latore un deputato amico), non fornirono, secondo gli investigatori,
riscontri oggettivi al proseguimento delle indagini in direzione di un
intreccio destabilizzante fra Salvatore Giuliano e segmenti dell'ambiente
politico. [1] Note[modifica sorgente] 1.^ at Leinchieste.com 2.^ dai fatti
raccontati da Alfio Caruso nel libro Turiddu il postelegrafonico
Bibliografia[modifica sorgente] Girolamo Li Causi, "Terra di Frontiera.
Una stagione politica in Sicilia 1944-1960", a cura di Davide Romano
presentazione di Italo Tripi e della prefazione di Oliviero Diliberto Edizioni
La Zisa, 2009. Francesco Petrotta, Portella della Ginestra. La ricerca della
verità, Ediesse 2007, ISBN 978-88-230-1201-1 Giuseppe Casarrubea e Mario J.
Cereghino, Tango Connection, Bompiani Carlo Ruta, Giuliano e lo Stato.
Documenti e testimonianze sul primo intrigo della repubblica, Edi.bi.si.,
Messina 2002 Collegamenti esterni[modifica sorgente] Lo sbarco Alleato ed il
riemergere della mafia Portella della Ginestra Intervento di Girolamo Li Causi
all'Assemblea Costituente, seduta del 15 luglio 1947. Mafia e banditismo
Estratto da un documento del 18 settembre 1948, conservato presso l'Archivio
Istituto Gramsci Siciliano, fondo "Girolamo Li Causi" Il Filo Nero a
cura di Vincenzo Vasile Documenti statunitensi e italiani sulla Banda Giuliano,
la X Mas e il neofascismo in Sicilia (1944 – 1947) a cura di Giuseppe
Casarrubea
annotiamo questi appunti. Ne trarrermo spunti per
documentare come si sbatte un mostro in prima pagina. Vizio giornalistico
mondiale, nequizia della sedicente cultura storica italiana molto nostrana. Lo
scoop come lo scoop anche nell'inventare una fasulla pagina di storia. Si vince
una cattedra. Il mostro sbattuto in prima pagina si chiama: questore ETTORE
MESSANA da Regalpetra Libera Racalmutouto: l'onore della famiglia gravemente
vilipeso, il buon nome di Racalmuto giù nel fango. Difenderemo con documenti
sia l'onore della famiglia Messana, sia il buon nome di questo infangato grande
paese di Sciascia, RACALMUTO. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. <
Utente:Lupo rosso | Sandbox Indice [nascondi] • 1 il convegno di Palermo o 1.1
Introduzione o 1.2 intervento di Salvatore Lupo o 1.3 intervento di Ernesto
Burgio e Lino Buscemi o 1.4 intervento di Giuseppe Casarrubea o 1.5 intervento
di Giuseppe Carlo Marino • 2 Collegamenti Esterni • 3 Note il convegno di
Palermo[modifica | modifica sorgente]
Utente:Lupo_rosso/Sandbox/relazioni_mafia_fascismo_servizi_segreticaso_Mori
Introduzione[modifica | modifica sorgente] Il convegno di Palermo prende spunto
da un libro giudicato dagli esperti del settore molto importante per documenti
presentati .Il titolo del libro e' come nasce la repubblica? diNicola Tranfaglia;il
convegno di Palermo e' inerente ai rapporti tra mafia, Vaticano e neofascismo
dallo sbarco degli alleati in Sicilia al 1947 basato sulla ricerca di Nicola
Tranfaglia e di Giuseppe Casarrubea,come nasce la repubblica? utilizza come
pezza d'appoggio i documenti americani e italiani desecretati,il convegno
arriva, arricchendole della conoscenza ed esperienza degli storici
partecipanti, a conclusioni che si ritrovano sviluppate e completate da
materiali storici comprovanti nel libro [1] Promotori del convegno sono il
preside della Facoltà di Lettere Giovanni Ruffini e Salvatore Lupo, ordinario
di Storia contemporanea presso la stessa facolta'. Le parole di Girolamo Li
Causi nell'intervento alla camera dei deputatinella seduta del 26 ottobre 1951
servono ad introdurre la tematica del convegno di Palermo in cui si
sviluperranno le tesi accusatorie espresse da Girolamo Li Causi ed avvalorate
dai documenti desecretati presentati da Nicola Tranfaglia in come nasce la
repubblica? « Il popolo siciliano è stato accusato dal Ministro Scelba di
omertà. Ma voi, come potete immaginare che a Monreale, dove si sapeva che la
famiglia del Miceli era d'accordo con Verdiani,[2][3] In quella seduta,
Girolamo Li Causi si assume il compito di illustrare l'interpellanza presentata
assieme con Giuseppe Montalbano[4], Riccardo Lombardi, Virgilio Nasi, Umberto
Fiore[5] e Luigi Sansone al presidente del Consiglio e dai ministri
dell'Interno e di Grazia e Giustizia sulla gravità della situazione in Sicilia.
e che ospitava Giuliano, ci possa essere chi vada a denunciare i Miceli[6][7]?
Polizia, banditi, mafia, erano insieme, mangiavano insieme, e voi accusate il
popolo siciliano di omertà, mentre il funzionario dello Stato appare il correo,
il favoreggiatore, l'istigatore. Voi avete accusato il popolo siciliano di
omertà, ma l'omertà è vostra, per aver sospinto i vostri funzionari a questi
metodi, per aver indirizzato la loro azione a martoriare le popolazioni, per
aver tollerato che violassero la legge. Ma è naturale per voi che debba essere
così, dato lo scopo che volete raggiungere. Il vostro disegno è chiaro:
condanniamo quelli delle gabbie di Viterbo, diamo loro l'ergastolo e la nostra
coscienza di gente civile è appagata; chiudiamo questa pagina vergognosa e non
diamo più spettacolo all'estero. Già, come se queste ferite sanguinose
potessero essere così sanate! » « Credete che non ci fosse stato il movimento
contadino, se non ci fossero i partiti democratici questo bubbone sarebbe
scoppiato? No, questi delitti sarebbero stati occultati, le istruttorie
archiviate, come si faceva prima. Ora non è più possibile commettere
impunemente delitti per conservare i propri privilegi, per violare la
Costituzione; oggi non è più possibile che la Nazione possa consentire che,
commesso il primo delitto, quello di violare la Costituzione, seguano tutti gli
altri, per cui dai Verdiani, dai Luca, dai Perenze,[8] fino all'ultimo
maresciallo dei carabinieri si può impunemente infrangere la legge, con la
coscienza che la legge si viola "contro i comunisti", gli assoldati
di Stalin, i nemici della Patria, contro i quali, quindi, tutto è lecito. » [9]
intervento di Salvatore Lupo[modifica | modifica sorgente] L'introduzione di
Salvatore Lupo di per se stessa costituisce un momento di sintesi dell'intero
periodo storico in questione. « “...la nuova Italia non nasce indipendente ma
sotto l’occupazione americana, che ci fa capire come la Resistenza al fascismo
abbia riscattato la sconfitta ma non del tutto, l’Italia resta un paese
soggetto a tale occupazione che perdura dal ’44 al 47’e poi segna il passaggio
del nostro paese al Patto Atlantico”. La sua formula del “doppio Stato con una
doppia fedeltà” è interessante, indica accordi segreti tra un pezzo di Stato
italiano e i servizi segreti americani. L’Italia si presenta come un paese
sconfitto e l’Italia nel mezzogiorno non è certo un’Italia resistenziale. I
tentativi al sud di arrivare ai livelli del centro nord non reggono, il
movimento contadino, che parte in Sicilia dopo il 46’, non è la Resistenza italiana
al fascismo. Nel Mezzogiorno di fatto non c’è stata la Resistenza[10], quindi
da qusto punto di vista il sud non riflette e non rappresenta i partiti di
massa: socialisti, comunisti e cattolici. “Questo il contesto- dice Lupo- nel
quale nascono logiche di potere occulte che tendono a reprimere la libertà di
scelte politiche chiare. Al nord si assiste allo scontro tra democrazia
cristiana e comunismo, al sud si cerca di costruire una rete clandestina per
sconfiggere il nemico comune, i comunisti! Ecco quindi dopo la guerra la
nascita di gruppi combattenti italiani anti-comunisti, infiltrati dalla X_MAS.
» [11] L'introduzione di Salvatore Lupo presegue illustrando il patto di fra
tra mafia ed esercito americano (con l'interessamento sul campo degli agenti OSS
Max Corvo e Vincent Scamporino,gia' avvocato di famiglie mafiose negli USA,[12]
piu' specificatamente) per lo sbarco in Sicilia .I documenti desecretati
indicano che questo patto organico e' stato fatto.L'esercito americano,fra
l'altro,a parte ovvviamente i livelli superiori,non tutti,a conoscenza di tali
intralazzi,si configura in linea di massima la realta' siciliana come una
realta' primitiva senza comprenderne la complessita';ovverossia in linea di
massima l'esercito non conosce cosa e' la mafia e quindi ne accetta l'aiuto sia
militare che per il mantenimento dell'ordine,prova ne sara' che diversi capi
mafiosi nel periodo divengono carche pubbliche in molti centri siciliani.Ma il
patto fondamentale e' con i capi mafiosi d alto rango come Vito genovese che
diventerra' vice del plenipotenziario Charles_Poletti e giovani mafiosi che
faranno una gran carrriera come Gaetano Badalamenti,risultato implicato nella
vicenda di Salvatore Giuliano,fascista, che diviene praticamente il principale
capo militare per organizzazione di azioni milateri contro le forze della
sinistra e sindacali in fermento nel periodo(Portella della Ginestra).Altro
punto fondamentale e' unire a queto tipo di intervento la destra democristiana
e Portella della Ginestra e' la sintesi di tale strategia.I documenti
desecretati parlano di questa strategia portata avanti dagli statunitensi ,che
d'altro canto fa parte ed e' inizio della strategia degli interventi CIA in
Europa .L'altro punto su cui appoggiarsi e' il Vaticano,cosa non difficile visto
il clima di intensa rottura che vi e' fra USA ed URSS e l'accusa di
anticlericalismo violento rivolta su tuttto il territorio nazionale alle forze
di sinistra.Salvatore Lupo ipotizza quindi che alla base della strutturazione
della Repubblica italiana in una parte importantissima della nazione si basava
su questo genere di alleanze e quindi si domanda comme in tale maniera si possa
far nascere una repubblica veramente democratica. intervento di Ernesto Burgio
e Lino Buscemi[modifica | modifica sorgente] Il secondo relatore del convegno
Ernesto Burgio, conferma l'esistenza dei documenti comprovanti gli asserti
dell'introduzione di Lupo precisando che i nomi citati oltre aquelli gia'
presentati sono quelli di Giulio Andreotti,che risulta trettamente connesso ai
servizi americani dal 1946 ed il principe Valerio PignatelliValerio
Pignatellidocumenti statunitenensi ed italiani su mafia fascismo servi segreti
1944 – 1947 di GiuseppeCasarrubea.Oltre a Junio Valerio Borghese[13] la cui
collaborazione,come quella di altri criminali di guerra nazifascisti con gli
statunitensi e' ben nota,l'intervento di Giuseppe Casarrubeaverte sulla
efficienza tecnica che gli agenti preposti alle azioni hanno nel periodo dallo
sbarco alleato fino al 1948 ,gli agenti statunitensi tendono a mantenere
saldamente in pugno lo stato di occupazione e vengono trattati con nomi e
particolari nel libro di [Nicola Tranfaglia],che a detta di Casarrubea
rappresenta un punto fermo per gli storici del settore poiche' contiene
documenti citati ancora sviluppabili per lo studio dello storico.Giuseppe
Casarrubea porta esempi enommi sul piano del'organizzazione tattico_militare
per confermare vieppiu' la documentazione presentata nel libro e nello
specifico descrive il battaglione Pega formato da appartenenti alla disciolta X
Mas al comando di Nino Cuttazzoni.Scopo specifico e' la lotta contro i
comunisti,in quel momento fra le forze progressiste trainanti in Sicilia,tale
battaglione e' dotato di mezzi sia tecnici che logistici di alto livello derivati
dalla esperiqnza della X Mas.Nino Cuttazzoni ,secondo Casarrubea , « lascia
diretamente scritto Abbiamo a disposizione armi, depositi al completo, faccio
contattare anche gruppi di nuotatori paracadutisti dal sud » [14] Lino
Buscemi[15],altro studioso del periodo in questione interviene invece
sull'omerta' da parete sia di USA che di Italia che per hanno per anni impedito
l'accessso alla documentazione ssu cui si appoggia il libro di Nicola
Tranfaglia ribadendo che lo scopo della mafia dopo lo sbarco alleato era di
costituire sia a lvello locale che nazionale una classe dirigente che fose
collusa con gli interessi mafiosi e pr fare cio' in Sicilia vi era bisogno di
uno stretto controllo del territorio.Lino Buscemi individua nel fatto di
Portella della Ginestra il primo atto della Strategia della Tensione che non
per nulla avine in una zona ritenuta strategica nonn solo per l'Italia ma per
gli stessi interessi statunitensi nell'intero Mediterraneo:il fronte automista
,nato sulle idee di sinistra e di rivendicazione sociale del gruppo che faceva
capo a Bruno Canepa tramite l'aiuto degli a anglo- americani passa sotto il
controllo della destra reazionaria e mafiosa fino appunto a valesi di
personaggi quali Salvatore Giuliano.Gli stessi comunisti del noerd non capiscono,o
non vogliono capire a fondo la questione siciliana,e due lettere indirizzate a
Palmiro Togliatti da parte di Montalbano segretario siciliano del pci non
ricevono risposta ;sono del 27 otttobre del 1944 ed il pci non da alcun risalto
a livello nazionale di tali chiarimenti mandati da Montalbano.In linea di
massima Lino Buscemi asserisce che anche la Strage di Portella della Ginestra
e' stata rimossa da entrambi le parti politiche di maggior peso nella nazione
non procedendo con la denuncia basata sui documenti disponibili anche se di
parole demagociche ne son state spese anche troppe. [16] intervento di Giuseppe
Casarrubea[modifica | modifica sorgente] Interviene di seguito Giuseppe
Casarrubea, figlio fra l'altro di una delle vittime della strage di
Partinico.Il suo intervento verte sia sull'azione che sull'organizzazione degli
agenti in Italia pagati dal dipartimento di Stato americano ande poter mettere
a frutto nell'immediato dopoguerra la situazione di privilegio oggettiva degli
statunitensi dopo lo sbarco.Per le specifiche azioni Giuseppe Casarrubea fa
riferimento al libro di Nicola Tranfaglia fondamentale per le fonti
citate.Casarrubea procede con alcuni esempi specifici chiarificatori citando
personaggi ben singolari:oltre a gia' nominato Nino Cuttazzoni ed associato
pure lui al battaglione Vega vi e' Salvatore Sapienza, di Montelepre,di stanza
a Verona per esercitarsi all'uso delle arm ma presente al momento opportuno con
i reparti del battaglione Vega in Sicilia.Poi cita un altro accolito dell X_MAS
e /o degli apparati da questo derivati: Fortunato Colbani e come rappresentanti
della mafia nomi che ricorrono spesso ed in tempi diversi come Calogero
Vizzini, Genco Russo etc.Parla anche di come il generale Giuseppe
Castellano,fra i firmatari dell'armistizio,indica una riunione fra i piu' noti
capimafiaed il risultato e' la nascita del fronte democratico dell’ordine
siciliano,con presidente esattamente Calogero Vizzini;lo scopo dichiarato e' il
riportare lordine nella Sicilia.Gli statunitensi che trovano allo sbarco una
situazione confusa intricata e complessa nella gestione di tuttto il tessuto
sociale accettano anzi spingono perche' mafiosi di gran caratura si occupino
della normalizzazione del territorio,sopratutto in risposta alle sommose e rivendicazioni
sociali portate avanti in quel momento dalle masse operaie e contadine
siciliane , e gli elencati morti negli scontri di piazza uccisi daglli orgni di
repressione dello stato sono indicativi di tale eriodi di disordine' Torando
alle interazioni mafiosi fascisti per lo sviluppo dell'argomento usiamo le
stesse parole di Giuseppe Casarrubbea delle nel suo specifico intervento « Non
c’era solo la spia di Giuseppe Pazienza del battaglione Vega. Abbiamo una fonte
archivistica parallela, che si chiama Fonte di documentazione del SIS[17] via
Appia, Roma., consultata per conto del giudice Guido Salvini dallo Storico Aldo
Giannuli[18]. Il quale ha dimostrato che la banda di Salvatore Giuliano non era
che un plotone di esecuzione agli ordini del generale della Guardia nazionale
repubblichina di Salò, rispondente al nome di MARTINA (non so se è vivo,
speriamo che la voce non gli arrivi), il quale aveva a sua disposizione appunto
un nucleo, da cui dipendeva la banda di Salvatore Giuliano. Quindi questa
favola che Giuliano era il bandito analfabeta, che Giuliano aveva fatto la
strage, che dietro di lui forse c’era qualcuno che gli aveva armato la mano,
che ci sono tanti misteri, non regge più rispetto ai dati della ricerca. » [19]
intervento di Giuseppe Carlo Marino[modifica | modifica sorgente] L'intervento
di Giuseppe Carlo Marino verte suifatti di Portella della Ginestra e sulla
figura di Salvatore Giuliano,i dubbi di Marino sono sul fatto che la sua scelta
espressamente antisocilcomunista sia un'evoluzione ideologica del suo iter
politico avvenuta per "maturazione politica",come i suoi dubbi
permangono sul fatto che sia stato solo lui e i suoi uomini a sparare a
Portella visto che questo gli avrebbe fatto perder la sua fama di
"giustiziere" e di Robin Hood a cui Giuliano teneva
enormemente,ovvero in sintesi non lo convince attribuire i fatti di Portella
della Ginestra al solo "bandito Giuliano".Basandosi sui documenti
ampiamente trattati nel libro di Nicola Tranfaglia,Giuseppe Carlo Marino riesce
a togliersi qualche dubbio in quanto prende atto che gli avvenimenti di
Portella della Ginestra facevano parte di un piano per buttare i
socialcomunisti nell'illilegalita',visto la loro forza al momento sopratutto in
Sicilia,facendo una prococazione alla quale la controrisposta violenta avvrebbe
potuto catenare la repressione "legale" verso le due grandi forze
popolari.Cioe' Marino prende atto delle lettere non considerate di Montalbano a
Palmiro Togliatti per collegare la procazione di Portella della Ginestra ad uno
scenario assai piu' ampio in cui i due leaders dei due partiti principali
Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti son consapevoli che la nazione sta
vivendo un periodo di "liberta' controllata" con una sovranita'
nazionale limitata che puo' avere una doppia chiave di lettura ovvero sia
sovranita' limitata nei confronti degli occupanti statunitensi sia del
Vaticano.In questo periodo quindi si inseriscono e si intersecano diversi
personaggi che poi entreranno nella storia della nazione;Giulio Andreotti,uno
fra tutti, il quale in una lettera all'OSS (nello specifico all'ufficio affari
strategici) da informazioni su discorsi riservati fattigli da Alcide De
Gasperi,quindi senza mezzi termini il prof.Giuseppe Carlo Marino definisce
Giulio Andreotti informatore dei servizi segreti statunitensi essendo al
contempo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:lo storico si domanda se
era stato posizionato li' per controllare cio' che faceva De Gasperi il quale a
sua era a conoscenza dei contatti dell'informatore Giulio Andreotti con gli
americani.Di seguito cita documenti inerenti, 1946, a Pio 12°,anticomunista in
modo fermo e deciso,il quale non esclude a possibilita' che socialisti e
comunisti vadano al governo con i democristiani pero' i socialcomunisti si
debbono presentare alle elezioni come unico corpo elettorale in modo da poter
pervenire ad egual numero di rappresentanti parlamentari fra i democristiani ed
i socialcomunisti.Infine il prof.Giuseppe Carlo Marino rimarca il fatto
apparentemente stupefacente che l’autonomia siciliana nata da lotte popolari e
rivendicative di grosse masse fosse pero' decisa con calcoli appropriati da
potentissimi capi mafiosi e su tali calcoli mafiosi son stati trovati documenti
comprovanti. [20] Collegamenti Esterni[modifica | modifica sorgente] • Il
potere ambiguo Portella della Ginestra e i nuovi equilibri politico mafiosi di
Serena Minicuci tesi di laurea discussa presso l'Università di Messina.
Relatore, prof. Saverio Di Bella • Girolamo Li Causi. Intervento alla camera
dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 • Lettera di Salvatore Giuliano a
"La Voce di Sicilia", 31 agosto 1947, e commento-risposta di Girolamo
Li Causi • Giuliano e Portella: il primo intrigo della Repubblica • Come nasce
la Repubblica? (parte II) Rosa Alba Amico • documenti desecretati da Bill
Clinton • il Golpe Borghese da RAI • Meridiana : rivista di storia e scienze
sociali • il ritorno della Mafia in Sicilia. Un regalo dei
"nemici"Gli USA e la mafia e I nemici, la Mafia e il Mis • La storia
della Mafia(Leonardo Sciascia - Fonte: Storia Illustrata – anno XVI – n. 173 –
aprile 1972 – A. Mondadori Editore) • LA MAFIA: al cuore dello Stato e della
strategia imperialista Note[modifica | modifica sorgente] 1. ^ ampia
presentazione libro 2. ^ Il caso degli ispettori generali Verdiani e Messana di
Claudia Cernigoinote su Ciro Verdiani Ciro Verdiani ex agente OVRA implicato in
tutta la vicenda di Salvatore Giuliano muore a Roma immediatamente prima del
processo in cui dovra' essere giudicato per favoreggiamente:ufficialmente per
suicidio del resto las us cariera di fascista incomincia presto assieme al
collega Messana « Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di
professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage
di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi
si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono
uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di
spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche
invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della
Slovenia. Messana diventa questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio
1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste (1942-1943) fino alla
destituzione di Mussolini. Il questore non è uno qualsiasi. Il suo nome compare
in un elenco di 35 ricercati per crimini di guerra. » 3. L’ispettore Ps,
l’Italia fascista e il battesimo della Repubblica di Giuseppe Casarrubea 4. ^ «
Il discorso che il dirigente della sinistra pronuncia, in un clima di tumulti,
alla Costituente nella seduta del 2 maggio 1947, giorno successivo a Portella,
costituisce un po' il lancio ufficiale della sfida. Bersaglio del dirigente
comunista non sono soltanto gli ambienti monarchici e mafiosi dell'isola, che
in quei primi frangenti indica quali diretti responsabili del massacro, bensì
anche "alti funzionari addetti alla polizia", alludendo anzitutto all'ispettore
di PS Ettore Messana. Li Causi censura inoltre lo stesso ministro dell'Interno,
che s'è affrettato a negare, con equivoca certezza, ogni politicità
all'eccidio. Tale esordio risente, ovviamente, della concitazione di quei
giorni; nondimeno è indicativo d'un percorso plausibile, che viene meglio
esplicitato in occasioni successive. Alla seduta della Costituente del 15
luglio, infatti, comunisti e socialisti già espulsi dal governo, il leader
siciliano si esprime con veemenza su possibili correità governative, mentre
definisce gli equivoci di Messana, del resto tristemente noto nell'isola perché
responsabile della strage di Riesi nel 1919, con trecidi contadini uccisi,
massacratore in Grecia negli anni della guerra, implicato infine nella strana morte
di un carabiniere. » 5. commento di Carlo Ruta adIntervento di Girolamo Li
Causi Assemblea Costituente - Seduta del 15 luglio 1947 6. ^ La famiglia
Montalbano 7. ^ Elenco alfabetico dei componenti dell'Assemblea Costituente 8.
^ salvatore miceli e narcotraffico 9. ^ salvatore miceli da wikipedia inglese
10. ^ Testo delle dichiarazioni del colonnello dei carabinieri Antonio Perenze
rese al Comitato d'Indagine sui rapporti tra mafia e fenomeno del banditismo in
Sicilia nella seduta del 22 maggio 1969 11. ^ Girolamo Li Causi. Intervento
alla camera dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 12. ^ Sud , la Resistenza
dimenticata di Mario Avagliano 13. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di
Nicola Tranfaglia a cura di Rosa Alba Amico 14. ^ biografia breve « Scamporino
non è soltanto un oriundo, è pure il legale dei sindacati sui quali Cosa Nostra
ha già steso la propria ombra. Suo vice è un altro avvocato, PoliticiVictor
Anfuso, che ha difeso nelle aule di giustizia tanti siciliani di Brooklyn. Il
terzo in gerarchia è un ventenne con il pallino dell'agente segreto, Max Corvo.
» 15. da « Come è noto, le attività di quel gruppo, messo in piedi per la
maggior parte da italo-americani quali Scamporino e Corvo, sono sempre state di
dubbio odore e i più sono stati rispediti a casa quando Bob Joyce ha preso la
direzione in Italia.' E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in
Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà la corsa del gruppo di Max Corvo e
Vincent Scamporino all'isola di Favignana, `per restituire la libertà ai
mafiosi imprigionati' dal regime fascista. » 16. l'angolo morto di Mario
Coglitore « Office of Strategic Service, servizio segreto statunitense, che poi
cambiò il nome in CIA), d’origine siciliana, diretti da Earl Brennan, tra i
quali Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino, prepararono ad Algeri i
piani per la collaborazione coi mafiosi in Sicilia, in previsione dello sbarco,
con la collaborazione in particolare di Lucky Luciano, e inviarono agenti
speciali a stabilire contatti diretti ‘in loco’ » 17. che 'bella' sorpresa! Gli
alleati in Sicilia 18. ^ « aderisce alla Repubblica di Salò continuando
l'attività nella Decima Flottiglia MAS, ricostituita come reparto indipendente
di volontari, di cui diviene il comandante. La formazione, che gode di una
singolare autonomia e di un regolamento particolare, collabora con l'occupante
tedesco nella guerra agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza
partigiana, ma ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i
servizi segreti americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione
anticomunista ed antislava. » 19. da RAI lastoriasiamonoi 20. ^ sintesi di come
nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia 21. ^ articolo di Repubblica Così fu
ucciso a casa mia il re di Monteleprea firma di Buscemi sull'assassinio di
Salvatore Giuliano 22. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola
Tranfaglia 23. ^ il ritrovamento dell'archivio "dimenticato" 24. ^
Aldo Giannuli 25. ^ Come nasce la Repubblica? 26. ^ sintesi di come nasce la
repubblica? di Nicola Tranfaglia
Questo è un libro che stiamo consultando, inverando,
contestando e reprimendo in forza di opposti incontrovertibili documenti e
inediti dati di archivi storici d'altissimo profilo. • Storia e archeologia
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ufficiale dei fatti, nella Sicilia del 1943-1945 gli americani fecero leva
sulla mafia per muoversi meglio sul territorio, utilizzandola temporaneamente
quale alleata nella prima fase dell'occupazione; e il 1° maggio 1947, con le
sinistre che nell'isola stanno avanzando da tempo, a Portella della Ginestra,
il gruppo del bandito Salvatore Giuliano, nemico giurato dei "rossi",
spara tra la folla riunitasi per assistere a un comizio. Quest'ultima parte della
versione ufficiale ha già da tempo mostrato le proprie crepe: Giuliano non agì
di propria sola iniziativa. Oggi, Giuseppe Casarrubea, forse il massimo esperto
della questione, mette in luce i contatti del bandito con alcuni elementi
fascisti e, per questo tramite, con uomini dei servizi segreti sia italiani,
sia d'oltreoceano. Riceve una serie di rilevanti chiarificazioni il contesto
entro cui, nella Sicilia del dopo sbarco alleato, maturarono le condizioni del
massacro di Portella. L'idea di fondo, sposata anche da Tranfaglia
nell'introduzione al volume, è quella d'una sostanziale continuità, tra il '43
e gli anni della strategia della tensione, nelle strategie di lotta non
democratiche poste in essere sotto l'ombrello atlantico contro i comunisti in Italia.
Adottando opportunamente una prospettiva che fonde il piano nazionale con
quello regionale, Casarrubea dipana la gigantesca matassa dei contatti tra
fascisti, agenti segreti, settori della polizia, ambienti clericali, circoli
massonici, politici (Sturzo, Scelba, Finocchiaro Aprile), tutti consci del
fatto che la mafia debba essere considerata la "forca caudina di molte
scelte". L'Italia, in questi anni, è del resto immersa in un clima di
guerra civile latente, con i Far ben organizzati, il Movimento sociale in
crescita, e la piena attività di molti ex dell'Ovra, "brodo di coltura
della continuità post-fascista". Inizia qui la strumentalizzazione
istituzionale dei più combattivi nostalgici del fascismo a fini anticomunisti.
Lo stesso dicasi, appunto, della mafia, che gli americani stessi scelgono di
mantenere nella posizione di fulcro del "partito dell'ordine" in
Sicilia. E se Charles Poletti, capo del governo militare statunitense in Italia
dal '43 al '45, elogia apertamente il noto boss mafioso Vito Genovese, già
nominato "commendatore del Regno" da Mussolini, le autorità italiane
fanno anche di peggio. Ad esempio, nominare nel maggio 1945 ispettore capo di
Pubblica sicurezza in Sicilia nientemeno che Ettore Messana, ex questore di
Lubiana, classificato dagli alleati come un criminale di guerra: manterrà
stretti contatti con i mafiosi. Sono appena due esempi di quel
"solidarismo istituzionale" che nei decenni a venire si rivelerà
gravido delle più penose conseguenze. Casarrubea ipotizza addirittura che la
banda Giuliano nasca su impulso dell'Ovra stessa, attraverso personaggi quali
Selene Corbellini (banda Koch), per poi ricevere copertura dal controspionaggio
alleato. È comunque chiaro che contro l'ascesa delle sinistre in Italia si
giocò sporco fin dalla caduta del fascismo: su molti livelli, pochissimi dei
quali finora toccati dalle indagini giudiziarie. Daniele Rocca I vostri
commenti Media Voto: 5 / 5 | Invia recensione luca mazzei (14-02-2007) Una
ricostruzione della strage di Portella della Ginestra attraverso la
consultazione delgi archivi dei servizi segreti americani. Bellissimo Voto: 5 /
5 Alberto zamaal@libero.it (13-11-2005) Splendido saggio sulla strage di
Portella della Ginestra, su cui solo ora si stanno diradando le nubi del
mistero. Voto: 5 / 5
giotto.ibs.it
Scusami se ti sto inondando di post e scritti vari. Te li
invio a semplice notizia. Nn necessita he tu li legga. Grazie. Ciao a presto.
è un vero piacere leggere ogni cosa che invii .non so se hai
sentito il messaggio che ti ho inviatosul cell,avevamo appuntamento per le 16
di oggi ma il caldo è pazzasco avendo problemi di pressione non è il caso che
venga a Roma sentiamoci telefonocamente appena possibile
ho letto il messaggio-- giornata infernale siamocene a ca
casa
Questo il mio primo giuduzio sull'ispettore generale Ettore
Messana di Racalmuto. Più passa il tempo, più mi addentro nelle ricerche di
archivio, più verifico i truculenti giudizi di settari pubblicisti e più il
primo giudizio si conferma. Ed anche il contorno dà ulteriori elementi a favore
di questa bistrattata grande figura storica., di questo uomo di stato, per
tutta la vita dedito al culto della cosa pubblica, dell'ordine pubblico senza
impacci ideologici.
12 giugno 10.47.36
Carissima Giovanna SCRIVIMI QUI nome e cognome
dell'avvocato. Non sento bene e quando lo dici non capisco correttamente
12 giugno 15.15.55
Avv Michele Lo Foco
Ho già consultato ottimo! Chissà poi se ha avuto la carica
che aveva DEL NOCE?
non lo sò ,lo chideremo lunedì,penso che possa esserci molto
utile
moltissimo a questo punto indispensabile
Bene sono contenta ci vogliamo bene e sono convinta che farà
tutto quanto sarà possibile
13 giugno 17.14.36
Giornata afosissima e davvero torrida qui a Roma. Arrivo
proprio adesso dall'Archivio Centrale dello Stato. Ho consultato buste di
polverose carte da fare venire la TBC. Ho fatto fare 40 fotocopie che mi sono
costate 00 euro per diritti di urgenza. Sono euforico. Sono relazioni originali
del nostro grandissimo concittadino, cugino del celeberrimo don Luigi Messana,
l'ispettore generale di PS Ettore Messana. Mi dispiace per il Link Sicilia: ha
scritto minchiate sul nostro questore. Non rettificherà? E altrettanto dico a
Malgrado Tutto, che finge di non leggere quello che scrivo. E che dire al sordo
Giuseppe Casarrubea? Mi glissa. Glisserà la nipote Giovanna del questore che è
proprio infuriata per le mascalzonate INFAMANTI DEL TUTTO INFONDATE? e che dirà
il Vespa che sul suo PORTA A PORTA fa ricicciato vomitevoli e false calunnie
storiche sul questore Messana. Proprio lui? Sicuramente male informato.
Riparerà con una controtrasmissione?. Alla giornalista triestina non so che
dire, come a quel paio di corrispondenti del Giornale di Sicila. All'ANPI d
Palermo ho paura di mandare i miei strali. In fin dei conti da vetero comunista
non posso buttarmi contro la mia tessa chiesa rossa. Solo che io ho due motti
che mi sibilano dentro PLATO AMICUS sed MAGIS VERITAS e l'altro appreso da quei
miei padri della chiesa quali Pajetta e C. La verità è sempre rivoluzionaria.
13 giugno 22.36.35
www.youtube.com
17 giugno 19.16.54
ECCO PERCHE’ DIFENDO LA MEMORIA DEL QUESTORE ETTORE MESSANA
DA RACALMUTO Giunto a questa svolta delle mie ricerche sul questore Ettore
Messana, dopo giorni di colloqui con la spumeggiante nipote di questo cerbero
attaccatissimo al suo senso dell’onore, ligio sino all’autocalunnia al più
rigoroso rispetto del dovere, un dovere che magari a me risulta effigie di uno
Stato di polizia qualunque sia la vernice ideologica della travagliata vicenda
politica dell’Italia del XX secolo, giunto qui insomma voglio tracciare le tre
cifre ermeneutiche di questa infamia divenuta domma storico. I tre momenti
sono: la vicenda del 1919 a Riesi, l’avventura di una Lubiana inventata dal
Duce d’accordo con i tedeschi quale “provincia italiana” in cui approdò per il
primo anno il Questore Messana; il tormento della Sicilia dell’AVIS quando
toccò al Messana districarla dalle grinfie degli agrari in collusione con un
Fiorello La Guardia newyorkese; e sarà lui a stroncare il fenomeno del
banditismo dei Giuliano, Pisciotta e Fra Diavolo alias Ferreri. Che il Messana
sia stato tacciato di protagonismo negativo nelle lotte contadine dei tempi di
Nitti in qualità di feroce commissario di pubblica sicurezza noi siam certi che
fu l’effetto indotto delle ire funeste del compagno Li Causi, giustamente
furibondo per l’eccidio – quello di trent’anni dopo – di Portella delle
Ginestre. Ciarla proprio il Casarrubea quando letteralmente scrive, diffamando
– che: “l’eccidio ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi
nel 1919”. Un personaggio, un valdese di Riesi, lo storico Salvatore Ferro, nel
1934 raccoglie memorie del suo paese ed ecco invece come ci descrive quei
tristi eventi: “Gli scalmanati ritornando sull’imbrunire entrarono in paese
cantando battendo le mani. Trovandosi in piazza l’Angilella ordinò al popolo di
andarsi ad armare e ritornare. E difatti così fecero. La piazza formicolava di
gente. Ad un certo punto il Tenente e il Delegato di P.S. premerono la mano del
soldato, facendo funzionare lo strumento micidiale. Al crepitio fulminea della
Mitragliatrice seguirono altri colpi di fucile e di revolvers. Il terrore
invase tutti gli animi. Un momento dopo si vide un campo di morti sia in Piazza
che nel Corso: anche i feriti fecero spavento. Nella confusione gli sparatori
fuggirono: inseguiti, fu raggiunto il Tenente al piano del Pozzillo per la via
di Ravanusa e fu freddato. In quella occasione l’ing. Accardi, che si trovava
lungo il Corso, trascinato nel Cortile Golisano, venne pugnalato da mano ignota
e ferito. Il pallore, lo sgomento si leggeva in faccia di tutti, vedendo la
carneficina il sangue che scorreva, raccolti i cadaveri , le famiglie ne
piansero amaramente i figli, i mariti, i parenti. I morti furono 8 e dei feriti
non si seppe il numero.” Lo si accetti, lo si nego codesto racconto, una cosa è
certa come si fa a dire che vi partecipò il Messana? Che fu lui in ogni caso
colui che ne avrebbe “ordinato l’eccidio”? che i morti furono - poi si disse -
in numero di quindici, o di venti? Pare che vi sia stata dopo una inchiesta.
Prima o poi troveremo gli atti di questa inchiesta. Ma una cosa è certa:
nessuna responsabilità, nessun addebito venne fatto al Messana, e non certo per
raccomandazione: non aveva appoggi, non aveva protezioni. Il Messana nel 1919
aveva appena 31 anni e di carriera ne farà, ma dopo . A caldo il Prefetto di
Caltanissetta così, per incidens, ragguaglia l’onorevole Ministero
dell’Interno: “ il 13 corrente, la locale sezione socialista presentava avviso
che l’indomani, domenica, dalle organizzazioni economiche sarebbe stata fatta
una pubblica manifestazione con comizio in onore e per l’escarcerazione
dell’avv. Calì Carmelo, socialista ufficiale, già arrestato quale istigatore
dei noti fatti di Riesi e dimesso dal carcere il 10 andante”. E in questa lunga
relazione da noi rinvenuta nell’Archivio Centrale di Stato altri ed altri
elementi che fanno tanta luce su queste tragiche vicende delle lotte contadine
in Sicilia. Ma un cenno, dico un cenno, che possa coinvolgere l’operato del
questore Messana, allora modesto delegato di PS in forza a Caltanissetta non
c’è. Si dirà che il silenzio nulla prova. Certo, ma non può non provare che
l’eccidio di Riesi “ordinato” dal Messana è solo una infamante superfetazione
del Casarrubea. Il secondo atto riguarda il periodo in cui Messana fu questore
a Lubiana: abbiamo lettere e documenti ove traspare che il questore Messana non
fu colpevole di nulla, dato che addirittura veniva esautorato dall’esercito.
(“ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia ad insaputa della
Questura”. Scriverà il Messana. Vds. Lettera del questore Messana al gen. T.
Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna – 04481 del 3/9/1941
IZDG fasc. 656/IV). Nessuna prova, nessun documento, nessuna accusa seria
poterono addurre gli juguslavi titini a guerra persa, per noi, e così nessuno
può infamare il Messana perché quella dei Titini fu solo calunnia che non ebbe
seguito alcuno. Messana fu poi uomo di Stato con De Gasperi. Tutto lo comprova.
Quanto si è ricamato sopra,magari ingigantendo l’invidiuzza di qualche collega
del Messana, è talmente irrisorio che è solo malevolenza volerla ancora
strumentalizzare come la recentissima pubblicistica pervicacemente continua. La
vicenda siciliana degli anni 1945-1947 vede in effetti un Messana in sintonia
con l’on. Aldisio, ed è un abilissimo segugio , poliziotto integerrimo che
sfruttando le confidenze di fra Diavolo poté sbaragliare l’ordito
mafia-banditismo-agrari-agganci e protezioni americane. Abbiamo trovato ampia
documentazione che prova il valore, l’abilità e il modo intemerato di agire del
Messana negli archivi di Stato qui a Roma. Documentazione che pur disponibile
non è stata mai indagata da chi si veste dei panni di censore di un uomo a
totale servizio dello Stato, morto in dignitosa austerità finendo i suoi giorni
addirittura in una casa INGC.
Carissima Giovanna, ho già pubblicato questo post nel mio
blog. Non ho voluto appositamente chiedere il tuo parere preventivo perché mi
piacerebbe che a caldo mi manifestassi tutte le tue perplessità a bocce ferme.
Penso che dovresti scrivere al direttore Egidio Terrana di MALGRADO TUTTO per
stigmatizzare sia l'infamante articolo del Casarrubea ivi pubblicato lo scorso
anno, sia la piccola furbizia di ritenere idoneo alle smentite quel tale Giuseppe
Bellavia che comunque la si giri nulla ha a che fare con la famiglia
dell'Ispettore Superiore di PS Gr,Uff. Ettore Messana, e in ogni caso non è
abilitato in alcun modo a parlare a nome dell'unica nipote vivente del grande
Ispettore. Aggiungerei che quindi ai sensi di legge sulla debbano provvedere
alle congrue smentite e alle doverose rettifiche magari, se lo reputi del caso,
sulla falsariga di quanto ho iniziato a fare nel mio blog CONTRA OMNIA
RACALMUTO. Ti abbraccio.
Debbo aggiungere che essendo in FB una frana questo post è
finito riservatamente già a Malgrado Tutto. Me ne sono accorto con ritardo ma
tutto sommato non mi dispiace più di tanto. Così capiscono che non possono far
finta di niente quando mando preavvisi come già fatto per due volte per tuo
nonno.
HO TROVATO SU YOUTUBE RAI 1 13 FEBBRAIO 2012 aLESSANDRA
kERSEVAN A PORTA A PORTASTORICA ETITOLARE CASA EDITRICEKAPPA DI UDINE ARGOMENTI
.FOIBE LAGHER FASCISTI SE TI PUO' INTERESSARE VAI A VEDERE
un altro personaggio televisivo lucarelli carlo nella
trasmissione blu notte parlava di ettore messana purtroppo il video è stato
oscurato se ti può interessare vale la pena tu vada a dare un'occhiata
sto cercando di trovare una trasmissione della tv la 7dove
la giornalista Lilli gruber parla del nonno sempre sull'argomento delle foibe
i toni sono senpre i soliti
Ho dato u fugacissimo sguardo a quello che mi hai segnalato
e che riguarda la Kersevan. Dovrò spulciare il tanto materiale che ho
rinvenuto. Ma moltissimo è in lingua slava. Non è roba per me. Ma mi pare di
capire che quel marpione di Bruno Vespa l'ha molto censurato. Bisognerà allora
limitarsi alla trasmissione di Porta a Porta in un primo tempo rinviata. Senza
la cassetta o DVD della trasmissione non saprei cosa fare. Ad ogni modo credo
che il nome di Messana non dovrebbe essere stato fatto. E allora il nostro
interesse è nullo. Quanto alla trasmissione di Lilli Gruber mi giunge del tutto
nuova e allora aspetto che tu da brava segugia mi procuri il materiale.
Ho preso la tua lettera: molto bella. Rallegramenti.
Cercherò di non deluderti.
mai! ti sarò perennemente riconoscente
della gruber me lo ha detto mia cognata sto cercando di
rintracciare qualcosa
Comincio a pensare che a noi elle trasmissioni televisive
non ce ne importa nulla. Credo che con quella paginetta e mezza tuo cugino - da
te amabilmente pressato . possa ottenere da Bompiani almeno la pubblica zione
di un tuo libro che per ora intitolerei: Difendo mio nonno"-
Il titolo è perfetto.......lo scriviamo insieme vero????
18 giugno 9.13.23
oggi è il tuo onomastico,non so se lo festeggi io ,comunque
,ti faccio tanti auguri
Calogero viene festeggiato in tre giorni 18: a Giugno, a
Luglio e ad Agosto. A giugno quello di Naro (e mi riguarderebbe) a Luglio
quello di Agrigento con una festa leggendaria (non mi riguarda) ad Agosto non
so dove. Mi torna però molo gradito questo tuo pensiero e al di là del
convenevole religioso mi divieni sempre più cara. Ciao "spumeggiante"
signora.
18 giugno 15.08.54
l'avevo letto tempo fa e in qualche modo già contestato, ma
questo blog di Casarrubea riletto ora mi appare molto inquietante Il nnno di
Giovanna Messana vi viene davvero diffamato a mezzo stampa senza possibilità di
replica. Il Casarrubea sfrutta una spiata segreta di un capo della polizia
politica (come dire fascista) per infangare il grande Poliziotto di Stato
Ettore Messana. Fare il pelo a quella fonte sarebbe per me facile gioco, ma io
non mi chiamo Casarrubea per mettermi a calunniare un morto che non potrebbe
difendersi. Per me de muortuis nihil nisi bonum e per mia cultura greca i morti
sono tutti aghathoi. Lo è Ettore Messana e per me il rispetto vale anche per
codesto “ispettore Ricciardelli ” cui si attribuisce una “Relazione in Archivio
di Stato di Trieste, Prefettura gabinetto, b 18”. La laudatrix aggiunge
comunque che “ l’Ispettore Ricciardelli aveva già svolto servizio in polizia
sotto il passato regime fascista”, un bel fascista insomma che infatti nessuna
carriera fece dopo e nessun riconoscimento gli fu tributato dalla subentrata
Repubblica democratica di De Gasperi che invece fu munifico di cariche,
incarichi e titoli onorifici verso il Messana; questi concluse la sua apicale
carriera sino ai suoi estremi limiti di età. Onorato e riverito anche perché
mai lo poterono trovare colpevole in sede giudiziaria di nulla. Certe denunce
politicamente preconcette di li Causi e Montalbano restarono lettera morta
giacché destituite di ogni fondamento, come può riscontrarsi ora cosultando
Google. Il Casarrubea ha titolo per sostituirsi alle magistrature di Stato
italiane e a quelle internazionali? Ci citi una condanna anche lieve nei
confronti del Messana. Quanto al Ricciardelli la laudatrix aggiunge che “era
stato internato in Germania sotto l’accusa di favoreggiamento nei confronti di
ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare.” Gratis? Avremmo voglia di
domandare? Ma ciò non è né sarebbe molto significativo. Qui necessita, a mio
avviso, che un valido avvocato per adisca due vie presso i tribunali di Palermo:
esposto per tutta una serie di reati a mezzo stampa e soprattutto vertenza
civilie per risarcimento danni per diffamazione aggravata ed altro a mezzo
stampa. Le ultime leggi sulla stampa mi paiono non dare molta ragione agli
avvocati affetti da prudenza. So del terrore di editori giornalisti e direttori
responsabili. Berlusconi non ha legiferato invano. Non vorrei affliggerti più
di tanto, mia cara Giovanna, ma ritengo doveroso renderti edotta di quello he
vado scoprendo e pensando. Quel Ricciardelli là si trova in Google. Poche note
ma per me molto illuminati. Un soggetto poco simpatico. Riporteremo quei passi
della suddetta relazione che si attribuisce al Ricciardelli. Si dice che la
relazione si troverebbe a Trieste e chissà perché non starebbe nell’Archivio
Centrale di Stato (se vi si trova perché codesti sedicenti storici non la vanno
a cercare e avvalorare?). Di sicuro – ed anche la laudatrix lo ammette –
l’archivio della prefettura triestina fu molto manomesso e carte sparite e
bruciate e manipolate. A me un ricorso acritico a fonti così dubbie non appare
molto corretto. Ma tant’è. (Calogero Taverna)
------------------------------------------- Blog di Giuseppe Casarrubea occorre
conoscere il passato per dare risposte al futuro Vai al contenuto Home Archivio
Libri di Casarrubea Contatti Resistenza antifascista in Slovenia e l’ispettore
Messana Pubblicato il 2 agosto 2008 di casarrubea (Questa parte è illustrata
grazie alla scrupolosa ricerca condotta dalla storica Claudia Cernigoi,
direttrice della rivista “La Nuova Alabarda.” Si tratta di immagini tratte da
una vasta collezione fotografica sui crimini fascisti dell’Italia in Slovenia)
III L’ombra lunga del fascismo
18 giugno 17.40.45
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel
ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo
meschinello detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe
essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad pprezzarlo. Al suo
paese irpino si fu di di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di
santificarlo. Riportiamo giù locandine manifesti e e dicerie elogiative ma non
c'era molto dall'addurre a lode omaggiante. Si disse "uomo giusto".
Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestere aveva fatto il poliziotto
di reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamenti di
sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice",
"non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore
(se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu
compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande siperiore
l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana. E quando le
scrive queste cose, quando ancora modesto funzionarietto di questura, relagato
ad una insignificante periferia, nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il
momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex
Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di
un superbo uomo di sìStato, nientemeno l'on. Alcode De Gasperi. E quel
insignificante rapportino finisce obliato e trascurato i mano non autorevole e
ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per
riseumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte
leparte. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e
indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva:
non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di
bassa caserma poliziesca. lunedì 12 settembre 2011 Ricciardelli, l'amico e
collega di Palatucci che finì a Dachau https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS7wgIJ8SelmWpQ1JeFZnYBiyMXsvlml9dCaBsTvrJ1gIaAoBzk8Q7CtH8aswFe7U2D5sbfra7tmnpy7joMDd0g6PBimRKIVv-kTD4C_6dxxY5fuUUJuisEsIH2DdxSn7Xy8fuqeQgElA/s1600/ricciardelli.jpg
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150
anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria.
L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano
Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso
l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano. Collega, amico e
confidente di Giovanni Palatucci, Feliciano Ricciardelli fu capo dell’Ufficio
Politico della Questura di Trieste mentre Palatucci era capo dell’Ufficio
Stranieri della Questura di Fiume. Collaborò con quest’ultimo per mettere in
salvo centinaia di perseguitati dal regime. Fu arrestato e deportato nel campo
di concentramento di Dachau da cui riuscì a salvarsi. La manifestazione trae
spunto dal libro “Capuozzo accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni
Palatucci” di Angelo Picariello che considera Ricciardelli «...un eroe più
anziano ed esperto, mosso dalle stesse motivazioni umanitarie e cristiane. Con
lui più volte si confronta sul come muoversi per il bene di questi
perseguitati, aggirando le leggi e i controlli dei superiori più
intransigenti…». Attraverso l’esempio del Montemaranese Ricciardelli si
celebreranno i 150 anni dell’unità d’Italia evidenziando il ruolo di chi, con
la propria opera, ha reso grande la nazione. I partecipanti rifletteranno anche
su cosa significhi, oggi, servire la Patria nei suoi vari aspetti. Al dibattito
interverranno, oltre al Presidente di Amo Montemarano, Beniamino Palmieri,
l’autore del libro, nonchè giornalista di Avvenire, Angelo Picariello, Raffaele
Ricciardelli, figlio del dott. Ricciardelli, il Questore di Avellino Sergio
Bracco. Gli interventi verranno conclusi dal senatore Nicola Mancino, già Vice
Presidente del CSM, Presidente del Senato e Ministro dell’Interno. Pubblicato
da Mario Avagliano a 15:02 http://img1.blogblog.com/img/icon18_email.gifhttp://img2.blogblog.com/img/icon18_edit_allbkg.gif
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su
FacebookCondividi su Pinterest ------------------- Ma ecco cosa scriveva ancora
il Ricciardelli: “Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche
quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano
mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali.
Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un
poliziotto sloveno, compare del Messana, che promettevaloro la liberazione
mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva
carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva
ricavato lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione
in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di
polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì
ad affettuare operazionidi polizia politica degne di particolare rilievo. Ma
anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di
ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione
di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività
antifascista molto limitata. In proposito, si ritiene opportuno segnalare un
episodio che dimostra la sua malvagità d’animo: In una notte del gennaio 1943
senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico
della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i
nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e
l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento,
perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per
pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza
della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali
rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta.
Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un
mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi
degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti
dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle
truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.) Risulta
in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale
per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i
denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava
i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale
comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione
e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione
stessa.[3] gli italiani uccidono 15 uomini e donne a Brdo presso Lubiana. Le
vittimesi trovano al cimitero di Vic Destituito Mussolini, nonostante avesse
eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto
le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste
fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4] * Di tutta questa accozzaglia di
dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo
affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai
addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito
nel nulla dell'ARCVHIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo
documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio
avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.
2.bp.blogspot.com
Nota troppo lunga. Ma credo crucuale. Mi piace la coda
scritta da me.
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel
ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo
meschinello detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe
essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese
irpino si fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo.
Riportiamo giù locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da
addurre a lode omaggiante. Si disse "uomo giusto". Un epiteto
alquanto singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un
reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di
sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice",
"non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero
malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne
fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande
superiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana. E
quando le scrive queste cose, quando ancora modesto funzionarietto di questura,
relegato ad una insignificante periferia, nell'ottobre del 1945, crede che è
giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo
ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima
di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi. E quel
insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non autorevole e
ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per
riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte le
parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e
indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva:
non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di
bassa caserma poliziesca. lunedì 12 settembre 2011 Ricciardelli, l'amico e
collega di Palatucci che finì a Dachau https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS7wgIJ8SelmWpQ1JeFZnYBiyMXsvlml9dCaBsTvrJ1gIaAoBzk8Q7CtH8aswFe7U2D5sbfra7tmnpy7joMDd0g6PBimRKIVv-kTD4C_6dxxY5fuUUJuisEsIH2DdxSn7Xy8fuqeQgElA/s1600/ricciardelli.jpg
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150
anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria.
L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano
Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso
l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano. Collega, amico e
confidente di Giovanni Palatucci, Feliciano Ricciardelli fu capo dell’Ufficio
Politico della Questura di Trieste mentre Palatucci era capo dell’Ufficio
Stranieri della Questura di Fiume. Collaborò con quest’ultimo per mettere in
salvo centinaia di perseguitati dal regime. Fu arrestato e deportato nel campo
di concentramento di Dachau da cui riuscì a salvarsi. La manifestazione trae
spunto dal libro “Capuozzo accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni
Palatucci” di Angelo Picariello che considera Ricciardelli «...un eroe più
anziano ed esperto, mosso dalle stesse motivazioni umanitarie e cristiane. Con
lui più volte si confronta sul come muoversi per il bene di questi
perseguitati, aggirando le leggi e i controlli dei superiori più
intransigenti…». Attraverso l’esempio del Montemaranese Ricciardelli si
celebreranno i 150 anni dell’unità d’Italia evidenziando il ruolo di chi, con
la propria opera, ha reso grande la nazione. I partecipanti rifletteranno anche
su cosa significhi, oggi, servire la Patria nei suoi vari aspetti. Al dibattito
interverranno, oltre al Presidente di Amo Montemarano, Beniamino Palmieri,
l’autore del libro, nonchè giornalista di Avvenire, Angelo Picariello, Raffaele
Ricciardelli, figlio del dott. Ricciardelli, il Questore di Avellino Sergio
Bracco. Gli interventi verranno conclusi dal senatore Nicola Mancino, già Vice
Presidente del CSM, Presidente del Senato e Ministro dell’Interno. Pubblicato
da Mario Avagliano a 15:02 http://img1.blogblog.com/img/icon18_email.gifhttp://img2.blogblog.com/img/icon18_edit_allbkg.gif
Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su
FacebookCondividi su Pinterest ------------------- Ma ecco cosa scriveva ancora
il Ricciardelli: “Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche
quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano
mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali.
Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un
poliziotto sloveno, compare del Messana, che promettevaloro la liberazione
mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva
carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato
lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa
città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto
dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad affettuare
operazionidi polizia politica degne di particolare rilievo. Ma anche qui come a
Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di
umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche
relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto
limitata. In proposito, si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra
la sua malvagità d’animo: In una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito
specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò
l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli
Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo
che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti
politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e,
probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale
federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo
dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la
scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere
(per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati,
esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico
della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di
occupazione della città ai primi di maggio u. s.) Risulta in modo indubbio che
il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i
provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati.
Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i
denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale
comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione
e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione
stessa.[3] gli italiani uccidono 15 uomini e donne a Brdo presso Lubiana. Le
vittimesi trovano al cimitero di Vic Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto
domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue
tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu
dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4] * Di tutta questa accozzaglia di
dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo
affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai
addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito
nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo
documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio
avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.
2.bp.blogspot.com
versione corretta
l'avevo letto tempo fa e in qualche modo già contestato, ma
questo blog di Casarrubea riletto ora mi appare molto inquietante Il nonno di
Giovanna Messana vi viene davvero diffamato a mezzo stampa senza possibilità di
replica. Il Casarrubea sfrutta una spiata segreta di un capo della polizia
politica (come dire fascista) per infangare il grande Poliziotto di Stato Ettore
Messana. Fare il pelo a quella fonte sarebbe per me facile gioco, ma io non mi
chiamo Casarrubea per mettermi a calunniare un morto che non potrebbe
difendersi. Per me de mortuis nihil nisi bonum e per mia cultura greca i morti
sono tutti aghathoi. Lo è Ettore Messana e per me il rispetto vale anche per
codesto “ispettore Ricciardelli ” cui si attribuisce una “Relazione in Archivio
di Stato di Trieste, Prefettura gabinetto, b 18”. La laudatrix aggiunge
comunque che “ l’Ispettore Ricciardelli aveva già svolto servizio in polizia
sotto il passato regime fascista”, un bel fascista insomma che infatti nessuna
carriera fece dopo e nessun riconoscimento gli fu tributato dalla subentrata
Repubblica democratica di De Gasperi; questi invece fu munifico di cariche,
incarichi e titoli onorifici verso il Messana; il quale concluse la sua apicale
carriera sino ai suoi estremi limiti di età. Onorato e riverito anche perché
mai lo poterono trovare colpevole in sede giudiziaria di nulla. Certe denunce
politicamente preconcette di Li Causi e Montalbano restarono lettera morta
giacché destituite di ogni fondamento, come può riscontrarsi ora cosultando
Google. Il Casarrubea ha titolo per sostituirsi alle magistrature di Stato
italiane e a quelle internazionali? Ci citi una condanna anche lieve nei
confronti del Messana. Quanto al Ricciardelli la laudatrix aggiunge che “era
stato internato in Germania sotto l’accusa di favoreggiamento nei confronti di
ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare.” Gratis? Avremmo voglia di
domandare! Ma ciò non è né sarebbe molto significativo. Qui necessita, a mio
avviso, che un valido avvocato adisca due vie presso i tribunali di Palermo:
esposto per tutta una serie di reati a mezzo stampa e soprattutto vertenza
civile per risarcimento danni per diffamazione aggravata ed altro a mezzo
stampa. Le ultime leggi sulla stampa mi paiono non dare molta ragione agli
avvocati affetti da prudenza. So del terrore di editori giornalisti e direttori
responsabili. Berlusconi non ha legiferato invano. Non vorrei affliggerti più
di tanto, mia cara Giovanna, ma ritengo doveroso renderti edotta di quello he
vado scoprendo e pensando. Quel Ricciardelli là si trova in Google. Poche note
ma per me molto illuminati. Un soggetto poco simpatico. Riporteremo quei passi
della suddetta relazione che si attribuisce al Ricciardelli. Si dice che la
relazione si troverebbe a Trieste e chissà perché non starebbe nell’Archivio
Centrale di Stato (se vi si trova perché codesti sedicenti storici non la vanno
a cercare e avvalorare?). Di sicuro – ed anche la laudatrix lo ammette –
l’archivio della prefettura triestina fu molto manomesso e carte sparite e
bruciate e manipolate. A me un ricorso acritico a fonti così dubbie non appare
molto corretto. Ma tant’è. (Calogero Taverna)
------------------------------------------- Blog di Giuseppe Casarrubea occorre
conoscere il passato per dare risposte al futuro Vai al contenuto Home Archivio
Libri di Casarrubea Contatti Resistenza antifascista in Slovenia e l’ispettore
Messana Pubblicato il 2 agosto 2008 di casarrubea (Questa parte è illustrata
grazie alla scrupolosa ricerca condotta dalla storica Claudia Cernigoi,
direttrice della rivista “La Nuova Alabarda.” Si tratta di immagini tratte da
una vasta collezione fotografica sui crimini fascisti dell’Italia in Slovenia)
III L’ombra lunga del fascismo
versione corretta
19 giugno 14.59.54
Gentilissimo signor Direttore di Malgrado Tutto, Egidio
Messana, Solo adesso prendo visione del Vostro servizio del 15 febbraio dello
scorso anno, non certo laudativo della fulgida figura di mio nonno il gr.Uff.
Ettore Messana, Ispettore Generale di PS. Già nella titolazione il pur glorioso
giornale caro a Sciascia, Malgrado tutto, incappa in malevoli giudizi di valore
e qualifica fatti e vicende in termini pregiudizievoli nei confronti di
quest'altissimo servitore dello Stato che fu mio nonno. Si danno per vere e
reali colpe che un falso storico, invero un politico ideologicamente
preconcetto, raffazzona manipolando fonti e documenti incongrui e omettendo la
più pertinente e molto favorevole a mio nonno documentazione che il vostro
dottore Calogero Taverna ha rintracciato commentato e contrapposto come emerge
dal suo blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. Non mi rivolgo a Lei ai sensi di legge che
pur potrei: so essere LEI un grande gentiluomo, un saggio uomo di cultura e un
validissimo giornalista e direttore, ragion per cui La prego soltanto di
riparare alla scivolata del Suo giornale, inconveniente pur comprensibile,
adoperandosi ad una rettifica storica doverosa anche per il buon nome di
Racalmuto, che per tanti versi viene vilipeso. Il presunto chiarimento di tal
Giuseppe Bellavia non è accettabile per la stessa figura del notista che i suoi
locali collaboratori non potevano non conoscere. Di certo il Bellavia non ha
alcun titolo a parlare in nome della vera e legittima famiglia di mio nonno, di
cui l'unica erede naturale e legale sono io Giovanna Messana. Qualora lo
ritenesse del caso potrebbe avvalersi del contributo del dottore Taverna col
sol quale sono in contatto, che volentieri presterebbe la sua consulenza
storica e documentale. Con deferenza, Giovanna Messana
Questa la bozza a cui ho pensato. Ti do gli estremi di quel
servizio. Non si possono fare fotocopie e quindi devi accontentarti di quelli
che ho trascritto.Ti invio i miei scarabocchi. I dati essenziali si leggono.
19 giugno 21.14.38
ho letto e domani stesso spediròuna raccomandata con
ricevuta di ritorno così saremo sicuriche venga recapitata,benissimo una
lettera diplomatica e risoluta avrà sicuramente esito positivo ,come sempre ti
sono riconoscente
Mi sono messo nei tuoi panni. Credo però che avraiqualche
difficoltà con l'indirizzo. Nel caso potresti mandargliela con un messaggio a
Malgrado Tutto e chiedere lindirizzo cui far seguire la lettera. Ma tu sai
cavartela meglio di me.
la sede del giornale qual'è? vedo di trovare l'indirizzo su
google
Guarda ma credo che non abbia sede ... lo fanno in casa di
Salvatore Picone .. ma non ne sono certo.
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