Ecco come son finito sulla Nuova Alabarda alla Cernigoi,
quasi un tale qualsiasi "Lillo", chioserà dopo codesta signora, che
non contenta mi fa diventare criminalfascista e addirittura ieri sera bambinone
stupido e volgare, vecchio decrepito. E dire che mai mi ero permesso di
echeggiare certe simpatiche insolenze di un siculo e trapanese dalla coda
velenosissima Mi rivolgo a voi signori della POLIZIA POSTALE alla quale mi
minaccia di rivolgersi la suddetta signora in quanto, data la mia decrepita
età, la molesterei includendola in un indirizzario in cui non vuole essere
inclusa. Giusta la sua lagnanza ed io l'ho esclusa. Ma siccome si permette
sempre la suddetta signora di irridermi dinanzi al mio sindaco, di sminuirmi
come avvocato delle cause perse e siccome in un blog che lei dice a diffusione
milionaria e planetaria mi insolentisce appena può, io qualche volta mi sono
avvalso della mia facoltà di chiedere la rettifica a questa sua NUOVA Alabarda,
nulla ottenendo ma venendo prima come intimorito da questa goriziana che con
Tito ce la dovrebbe avere e che invece lo considera vox inoppugnabile quando
avrebbe voluto fare dichiarare CRIMINALE DI GUERRA il mio glorioso compaesano
ETTORE MESSANA. Nasce da qui una mia rispettosissima richiesta alla suddetta
signora di rettificare i tremendi e calunniatori giudizi contro quell'altissimo
grand-commis dello Stato, divenuto alla fine della sua carriera persino
Commendatore dell'ordine regale di San Maurizio e San Lazzaro. Trascrivo questa
"notizia" di questa Nuova Alabarda alla Cernigoi, in cui dinanzi al
suo plaudente oceanico pubblico mi irride. Notizie Mi piace questa Pagina La
Nuova Alabarda 20 giugno • APPUNTI SU ETTORE MESSANA. Ho ricevuto negli ultimi
tempi alcuni messaggi da tale Lillo Taverna, che mi "accusa" di
"essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana",
del quale Taverna starebbe ricostruendo una biografia. In effetti ho avuto modo
di scrivere alcune note su questa persona, denunciata come criminale di guerra
alle Nazioni unite, basandomi su documenti ufficiali dei quali ho indicato anche
la collocazione archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria
su questa persona. Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la
Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia
italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari.
Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana,
che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a
giugno 1943. Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra
denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini
di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia,
redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in
data 14/7/45 (Copia del rapporto originale in lingua inglese si trova
nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551 Zbirka Kopij, škatla 98, pp.
1502-1505), lo accusa (sulla base di documentazione che era stata trovata in
possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione) di
crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai
civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in
condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori
occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja
del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”. Nello
specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS
Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dottor Macis) la
costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i
quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati
che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo
fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi
conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che
fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal
vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la
direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana”
della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko
(condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček
(a 18 anni) ed altri tre che furono condannati a pene minori. Messana e gli
altri furono anche accusati di avere creato false prove nel corso di una
indagine da loro condotta, in conseguenza della quale 16 persone innocenti
furono fucilate dopo la condanna comminata dal giudice Macis. Si tratta
dell’indagine per l’attentato al ponte ferroviario di Prešerje del 15/12/41,
per la quale indagine, come risulta da altri documenti della questura di
Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri
Raffaele Lombardi ed altri agenti e militi furono proposti per onorificenze e
premi in denaro per la buona riuscita delle indagini relative: Messana
ricevette come riconoscimento per il suo operato la “commenda dell’Ordine di S.
Maurizio e Lazzaro”. Il 21/9/45 l’Alto Commissario Aggiunto per l’Epurazione di
Roma inviò una nota al Prefetto di Trieste nella quale era segnalato il nome di
Ettore Messana. Il Prefetto richiese un’indagine alla Polizia Civile del GMA
(ricordiamo che all’epoca Trieste era amministrata da un Governo Militare
Alleato e la polizia era organizzata sul modello anglosassone), il cui
risultato è contenuto in una relazione datata 6/10/45 e firmata dall’ispettore
Feliciano Ricciardelli della Divisione Criminale Investigativa, dalla quale
citiamo alcuni passaggi. “Il Messana era preceduto da pessima fama per le sue
malefatte quale Questore di Lubiana. Si vociferava infatti che in quella città
aveva infierito contro i perseguitati politici permettendo di usare dei mezzi
brutali e inumani nei confronti di essi per indurli a fare delle rivelazioni
(…) vi era anche (la voce, n.d.a.) che ordinava arresti di persone facoltose
contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire
profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati
in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro
la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli
si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami da cui
aveva ricavato lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, ove rimase
fino al giugno 1943, per la creazione in questa città del famigerato e
tristemente noto Ispettorato Speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe
Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia
politica degne di particolare rilievo. Ma anche qui, così come a Lubiana, egli
si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di
giustizia, che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a
perseguitati politici (…)”. Questa relazione è conservata in Archivio di Stato
di Trieste, fondo Prefettura gabinetto, b. 18. L’Ispettore Ricciardelli aveva
già svolto servizio in polizia sotto il passato regime fascista ed era stato
internato in Germania sotto l’accusato di favoreggiamento nei confronti di
ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare. A fronte di tutto ciò ci
si aspetterebbe che Messana sia stato, se non condannato per quanto commesso
sotto il fascismo, quantomeno “epurato” dalla Pubblica Sicurezza. Invece lo
ritroviamo nell’immediato dopoguerra nella natia Sicilia, a dirigere, alle
dipendenze dell’ex funzionario dell’OVRA a Zagabria, Ciro Verdiani, un
“Ispettorato generale di PS per la Sicilia”, un “organo creato per la
repressione della delinquenza associata, e specificamente per la repressione
del banditismo che faceva capo a Giuliano (il “bandito” Salvatore Giuliano, n.d.a.)”
(questa definizione è tratta dalla sentenza di Viterbo, emessa il 3 maggio 1952
dalla Corte d’assise di Viterbo, presieduta dal magistrato Gracco D’Agostino,
in merito alla strage di Portella della Ginestra del 1/5/47). Per sapere come i
due alti funzionari di PS svolsero il compito loro affidatogli, leggiamo alcuni
stralci dalla sentenza emessa in merito alla strage di Portella della Ginestra,
dove gli uomini di Giuliano spararono sulla folla che si era radunata per
festeggiare il Primo maggio, uccidendo undici persone tra cui donne e bambini e
ferendone molte altre. “L’Ispettore Verdiani non esitò ad avere rapporti con il
capo della mafia di Monreale, Ignazio Miceli, ed anche con lo stesso Giuliano,
con cui si incontrò nella casetta campestre di un sospetto appartenente alla
mafia, Giuseppe Marotta in territorio di Castelvetrano ed alla presenza di
Gaspare Pisciotta, nonché dei mafiosi Miceli, zio e nipote, quest’ultimo
cognato dell’imputato Remo Corrao, e dal mafioso Albano. E quel convegno si concluse
con la raccomandazione fatta al capo della banda ed al luogotenente di essere
dei bravi e buoni figlioli, perché egli si sarebbe adoperato presso il
Procuratore Generale di Palermo, che era Pili Emanuele, onde Maria Lombardo
madre del capo bandito, fosse ammessa alla libertà provvisoria. E l’attività
dell’ispettore Verdiani non cessò più; poiché qualche giorno prima che Giuliano
fosse soppresso, attraverso il mafioso Marotta pervenne o doveva a Giuliano
pervenire una lettera con cui lo si metteva in guardia, facendogli intendere
che Gaspare Pisciotta era entrato nell’orbita del Colonnello Luca (si tratta
dell’ex generale dei Carabinieri Ugo Luca, che tra il 1949 e il 1950 coordinò
l’uccisione di Giuliano in Sicilia”, già “uomo di fiducia personale di Mussolini”,
come scrive Giuseppe Casarrubea in “Storia segreta della Sicilia”, Bompiani
2005) ed operava con costui contro Giuliano”. Quanto a Messana leggiamo che
“l’Ispettore Generale di PS Messana negò ed insistette nel negare di avere
avuto confidente il Ferreri (Salvatore Ferreri, detto “fra Diavolo”, sarebbe
stato infiltrato nella “banda” di Giuliano per farlo catturare; Ferreri sembra
essere stato tra gli organizzatori degli attacchi contro i sindacalisti a
Partinico del 1947; fu ucciso dai Carabinieri pochi giorni dopo il massacro di
Portella della Ginestra), ma la negativa da lui opposta deve cadere di fronte
all’affermazione del capitano dei Carabinieri Giallombardo, il quale ripetette
(sic) in dibattimento che Ferreri fu ferito dai carabinieri presso Alcamo, ove
avvenne il conflitto in cui restarono uccise quattro persone; e, ferito, il
Ferreri stesso chiese di essere portato a Palermo, spiegando che era un agente
segreto al servizio dell’Ispettorato e che doveva subito parlare col Messana”;
Salvatore Ferreri era “conosciuto anche come Totò il palermitano, ma definito
come pericoloso pregiudicato, appartenente alla banda Giuliano, già condannato
in contumacia alla pena dell’ergastolo per omicidio consumato allo scopo di
rapinare una vettura automobile”. Verdiani morì a Roma nel 1952, e il suo
“decesso fece in modo che il suo ruolo in quegli anni piano piano si
dissolvesse sotto i riflettori”. Per approfondire la questione dei rapporti tra
la “banda” Giuliano, l’Ispettorato generale di Messana e Verdiani ed i servizi
segreti statunitensi ed italiani, nonché sul riciclaggio da parte di questi di
personale che aveva operato con la Decima Mas di Borghese, vi rimandiamo al
citato studio di Casarrubea, “Storia segreta della Sicilia”. I non fatevi
intimorire • 2 • 21 giugno alle ore 20.52 o Rimuovi La Nuova Alabarda certo che
no! 1 • 22 giugno alle ore 8.34 • Rimuovi Valentino Roiatti I fascisti italiani
in Slovenia hanno compiuto crimini inenarrabili. Basta chiedere ai loro storici
ci racconteranno la verità. In ogni caso a Lubiana , meglio non parlare
--------- Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni accusatorie. Ne
farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto segnalare copie
dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla Cernigoi, ho
commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal siciliano
all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi della Polizia
Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate ho qui una prova
provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le responsabilità. Ma forse
ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria, signora. Se impapocchia cose
di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin dei conti niente di grave;
basta una semplice doverosa rettifica. dato che il suo dire sta danneggiando
gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm. san Lazzaro e San Maurizio
(onorificenze meritatissime sulle quali signora ex goriziana lei non ha titolo
alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI PS, dottore Ettore Messana da
Racalmuto. Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale, sarà
tutt'altra musica. SECONDA PARTE
Tre tempi: Riesi 1919, (10 ottobre), (per Li Causi Messana
vi sarebbe stato coinvolto. Il Messana manco c’era); Lubiana 1941/42 (è un
momento questo di cui mi riprometto qui di documentare l’infame e fallace
costruzione della Cernigoi); Sicilia 1945/47 ( Il Casarrubea va oltre la
temerarietà di un Li Causi e fa diventare criminalità comune quella accusa faziosa
del deputato comunista che parla di Politica (sottolineo: politica) delinquenza
del Messana; sarebbe stato CAPO DEL BANDITISMO POLITICO il grande Messana;
eccesso retorico che mi riprometto addirittura di capovolgere)-
Appuntiamoci su questi che sarebbero esilaranti vituperi
calunniosi della Cernigoi se non avessero prodotto danni morali, familiari ed
economici all’innocente famiglia Messana. La Cernigoi ha mai posto uno sguardo
a questo studio serio, ponderato, circospetto di TEODORO SALA (Occupazione
Militare e AMMINISTRAZIONE CIVILE nella ‘PROVINCIA’ di LUBIANA (1941 – 1942).)?
A pag. 87 avrebbe letto, alla nota 55 “Lettera del questore Messana al gen. T.
Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna (04481). La nota
prova quanto il Sala asserisce nel testo e cioè “fu quindi un susseguirsi di
reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza
di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia
all’insaputa della questura [si badi bene della questura, come dire di Ettore
Messana, giusta la lettera che abbiamo menzionata] ora l’Alto Commissario,
contro le disposizioni in vigore adibiva dei militari al servizio carcerario.”
Un caos infernale dunque; militari da destra e militari da sinistra e il
Messana totalmente esautorato. Quali responsabilità gli si possono addossare?
Certo se vi fossero documenti, atti, testimonianze coeve, verbali etc etc.
alzeremmo le mani. Ma non vi è nulla. Nel 1943 con il famoso Tutti a Casa, la
Provincia di LUBIANA viene smantellata, le carte trafugate. Gli italiani saremo
degli imbelli ma non lasciamo tracce delle nostre malefatte ai “nemici”. Sala
non trova quella lettera del Messana; pensiamo che si rifaccia solo allo
scartafaccio del protocollo, quello può essere rimasto a Trieste. Ma il resto
delle carte, no. Ce ne sono residue, ma qui a Roma al Ministero o ai Ministeri.
Alcune noi le abbiamo trovate ma vanno nel senso diametralmente opposto a
quelle che la Cernigoi stravisa o si auspica che siano integre genuine accusatorie
in scaffali che sarebbero noti e accessibili solo a lei. Non scherzi la
Cernigoi: qui ci va di mezzo il buon nome dell’Italia. Se vi furono colpe (e vi
furono) che siano perseguite (e come vedremo alcune vi furono e finirono sotto
giustizia). Ma quelle che la Cernigioi alla fin fine fabbrica contro Messana,
NON CI SONO. Nessuno le ha mai trovate, le rigorose inchieste del dopo guerra
non le hanno neppure di striscio individuate. Frattanto: “ incalzato
dall’iniziativa partigiana, preoccupato per le conseguenze del suo
atteggiamento che poteva essere di “troppa bontà, che poteva essere scambiato
per debolezza, premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari
accampavano GRAZIOLI [grassetto nostro] emanò l’11 settembre un bando che era quasi
una dichiarazione di stato di guerra. La pena di morte veniva comminata non
solo per gli attentati e per ‘chi sia trovato in possesso di manifestini,
emblemi, distintivi, altro materiale di propaganda sovversiva‘ ma anche per
‘chi partecipi a riunioni o assembramenti della stessa natura’ per chi ‘dia
ricetto alle persone colpevoli di quei reati’. Esecrabilissimi provvedimenti,
sconfinamenti da ogni civiltà giuridica, delinquenza militare. Ma ne è
responsabile Messana che addirittura da questo cambiamento ne esce schiacciato,
esautorato, relegato a ruoli sempre più marginali? Messana finisce in
disgrazia. Vedremo dopo quale fu la sua partecipazione, incolpevole innocua e
insignificante in quella che sarà una ignominia – sì, una ignominia per
l’Italia – la soppressione con un processo burletta e con giudice monocratico
del presunto capo dei Partigiani a Lubiana. E là non vi fu alcuna
partecipazione attiva del Messana, alcuna compiacenza del MESSANA. Un verbale
di oltre 70 facciate che è stato revisionato, giudicato e contemplato dal SIS
del Ministero degli Interni ne dà ampia conferma. Noi lo pubblicheremo quel
testo così minuzioso, certosino, quasi bizantino. I Titini potevano dire e
chiedere quel che volevano, erano assetati di vendetta, volevano assolutamente
creare i mostri, volevano fare di ogni erba un fascio, ogni pur meritevole
impiegato funzionario questore italiano che si era avvicendato in quel di
Serbia in quel di Lubiana non poteva che essere un CRIMINALE DI GUERRA. Ma
Messana non lo era. L’istruttoria al Ministero che pur vi fu dovette
archiviare. Non emergeva nulla. Il dottore Pianese diede il suo ultimo colpo di
timbro, burocraticamente scrisse “atti”. Perché la Cernigoi non cercò, non
appurò , non si documentò? Non voleva acclarare la rispondenza delle carte che
le erano capitate in mano o che le avevano fatto recapitare dopo un mezzo
secolo di sonno con la veridicità storica, con la contestualizzazione, con il
grado di affidabilità? Se l’ha fatto in mala fede che paghi, se per insipienza
non si dichiari una storica di chiara fame da supportare addirittura redditizie
trasmissioni televisive che hanno buttato un mare di fango su una dignitosa,
intemerata famiglia, l’attuale famiglia Messana
---------
Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni
accusatorie. Ne farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto
segnalare copie dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla
Cernigoi, ho commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal
siciliano all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi
della Polizia Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate
ho qui una prova provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le
responsabilità. Ma forse ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria,
signora. Se impapocchia cose di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin
dei conti niente di grave; basta una semplice doverosa rettifica. dato che il
suo dire sta danneggiando gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm.
san Lazzaro e San Maurizio (onorificenze meritatissime sulle quali signora ex
goriziana lei non ha titolo alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI
PS, dottore Ettore Messana da Racalmuto.
Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale,
sarà tutt'altra musica.
SECONDA PARTE
Tre tempi: Riesi 1919, (10 ottobre), (per Li Causi Messana
vi sarebbe stato coinvolto. Il Messana manco c’era); Lubiana 1941/42 (è un
momento questo di cui mi riprometto qui di documentare l’infame e fallace
costruzione della Cernigoi); Sicilia 1945/47 ( Il Casarrubea va oltre la
temerarietà di un Li Causi e fa diventare criminalità comune quella accusa
faziosa del deputato comunista che parla di Politica (sottolineo: politica)
delinquenza del Messana; sarebbe stato CAPO DEL BANDITISMO POLITICO il grande
Messana; eccesso retorico che mi riprometto addirittura di capovolgere)-
Appuntiamoci su questi che sarebbero esilaranti vituperi
calunniosi della Cernigoi se non avessero prodotto danni morali, familiari ed
economici all’innocente famiglia Messana.
La Cernigoi ha mai posto uno sguardo a questo studio serio,
ponderato, circospetto di TEODORO SALA (Occupazione Militare e AMMINISTRAZIONE
CIVILE nella ‘PROVINCIA’ di LUBIANA (1941 – 1942).)? A pag. 87 avrebbe letto,
alla nota 55 “Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della
Divisione Granatieri di Sardegna (04481). La nota prova quanto il Sala
asserisce nel testo e cioè “fu quindi un susseguirsi di reciproche intromissioni
da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le
truppe regolari ad assumere compiti di polizia all’insaputa della questura [si
badi bene della questura, come dire di Ettore Messana, giusta la lettera che
abbiamo menzionata] ora l’Alto Commissario, contro le disposizioni in vigore
adibiva dei militari al servizio carcerario.”
Un caos infernale dunque; militari da destra e militari da
sinistra e il Messana totalmente esautorato. Quali responsabilità gli si
possono addossare? Certo se vi fossero documenti, atti, testimonianze coeve,
verbali etc etc. alzeremmo le mani. Ma non vi è nulla. Nel 1943 con il famoso
Tutti a Casa, la Provincia di LUBIANA viene smantellata, le carte trafugate.
Gli italiani saremo degli imbelli ma non lasciamo tracce delle nostre malefatte
ai “nemici”. Sala non trova quella lettera del Messana; pensiamo che si
rifaccia solo allo scartafaccio del protocollo, quello può essere rimasto a
Trieste. Ma il resto delle carte, no. Ce ne sono residue, ma qui a Roma al
Ministero o ai Ministeri. Alcune noi le abbiamo trovate ma vanno nel senso
diametralmente opposto a quelle che la Cernigoi stravisa o si auspica che siano
integre genuine accusatorie in scaffali che sarebbero noti e accessibili solo a
lei. Non scherzi la Cernigoi: qui ci va di mezzo il buon nome dell’Italia. Se
vi furono colpe (e vi furono) che siano perseguite (e come vedremo alcune vi
furono e finirono sotto giustizia). Ma quelle che la Cernigioi alla fin fine
fabbrica contro Messana, NON CI SONO. Nessuno le ha mai trovate, le rigorose
inchieste del dopo guerra non le hanno neppure di striscio individuate.
Frattanto: “ incalzato dall’iniziativa partigiana,
preoccupato per le conseguenze del suo atteggiamento che poteva essere di
“troppa bontà, che poteva essere scambiato per debolezza, premuto dalle
esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano GRAZIOLI [grassetto
nostro] emanò l’11 settembre un bando che era quasi una dichiarazione di stato
di guerra. La pena di morte veniva comminata non solo per gli attentati e per
‘chi sia trovato in possesso di manifestini, emblemi, distintivi, altro
materiale di propaganda sovversiva‘ ma anche per ‘chi partecipi a riunioni o
assembramenti della stessa natura’ per chi ‘dia ricetto alle persone colpevoli di
quei reati’.
Esecrabilissimi provvedimenti, sconfinamenti da ogni civiltà
giuridica, delinquenza militare. Ma ne è responsabile Messana che addirittura
da questo cambiamento ne esce schiacciato, esautorato, relegato a ruoli sempre
più marginali? Messana finisce in disgrazia. Vedremo dopo quale fu la sua
partecipazione, incolpevole innocua e insignificante in quella che sarà una
ignominia – sì, una ignominia per l’Italia – la soppressione con un processo
burletta e con giudice monocratico del presunto capo dei Partigiani a Lubiana.
E là non vi fu alcuna partecipazione attiva del Messana, alcuna compiacenza del
MESSANA. Un verbale di oltre 70 facciate che è stato revisionato, giudicato e
contemplato dal SIS del Ministero degli Interni ne dà ampia conferma. Noi lo
pubblicheremo quel testo così minuzioso, certosino, quasi bizantino. I Titini
potevano dire e chiedere quel che volevano, erano assetati di vendetta,
volevano assolutamente creare i mostri, volevano fare di ogni erba un fascio,
ogni pur meritevole impiegato funzionario questore italiano che si era
avvicendato in quel di Serbia in quel di Lubiana non poteva che essere un
CRIMINALE DI GUERRA. Ma Messana non lo era. L’istruttoria al Ministero che pur
vi fu dovette archiviare. Non emergeva nulla. Il dottore Pianese diede il suo
ultimo colpo di timbro, burocraticamente scrisse “atti”. Perché la Cernigoi non
cercò, non appurò , non si documentò? Non voleva acclarare la rispondenza delle
carte che le erano capitate in mano o che le avevano fatto recapitare dopo un
mezzo secolo di sonno con la veridicità storica, con la contestualizzazione,
con il grado di affidabilità? Se l’ha fatto in mala fede che paghi, se per
insipienza non si dichiari una storica di chiara fame da supportare addirittura
redditizie trasmissioni televisive che hanno buttato un mare di fango su una
dignitosa, intemerata famiglia, l’attuale famiglia Messana
7 ottobre 2014
Se un giornalista o uno scrittore di una certa fama, UMBERTO
SANTINO, ha voglia di infilare in uno articolo come questo: _____________
"Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus
La strage di Portella della Ginestra Umberto Santino La strage di Portella
della Ginestra ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: uno svolazzo del tipo:
---------------------------------------- il .... nome di
[Giuliano] viene fatto dall'Ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, lo
stesso che l'8 ottobre 1919 aveva ordinato il massacro di Riesi (15 morti e 50
feriti) e che ora Li Causi addita come colui che dirige il "banditismo
politico". La banda Giuliano sarà pure indicata come responsabile degli
attentati del 22 giugno in vari centri della Sicilia occidentale, con morti e
feriti ..... .............................................. allora vien voglia
di chiedergli: sulla base di quale prova? quale è la fonte? ove le carte, le
sentenze giudiziarie, le condanne? la legittimazione dell'addebito infamante?
Ma avreste la sorpresa che il desso nulla saprebbe rispondervi. La parola di Li
Causi, peraltro datata 15 luglio 1947, non basta. Il Li Causi è troppo preso
dal suo furore contro Scelba e scarica il suo vociare accusatorio sul
declinante questore Messana, cui peraltro doveva la vita. Senza gli avvisi e le
protezioni del Messana il compagno onorevole comunista finiva crivellato dai
colpi del bandito Giuliano o di chi vi stava dietro; e per noi comincia ad
essere molto probabile che possano essere quelli dell'America, ammesso che
allora la CIA non fosse già operante.
Noi siamo andati a rovistare fra le carte dell'archivio di
Stato di Caltanissetta e nulla abbiamo trovato che possa coinvolgere il Messana
in codesti efferati crimini di Riesi del 1919. Ma sorpresa delle sorprese,
veniamo a scoprire che nel 1919 la questura a Caltanissetta non c'era, c'era
solo un distaccamento presso la Prefettura all'epoca sotto la ferrea direzione
del prefetto Guadagnini. Questi fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto
circostanziato al suo Ministero. L'abbiamo rinvenuto presso l'Archivio Centrale
di Stato di Roma. Anche qui nulla che possa buttare ombre sul Messana.
Semplicemente del tutto ignorato per la semplice ragione che non aveva avuto
alcun ruolo in quel groviglio di tristi vicende.
Eccovi quel rapporto: leggetevelo, scandagliatelo e vediamo
cosa vi potreste trovare per aggredire il Messana. Diciamo subito: NULLA
Intanto vi diamo le coordinate per andare a controllare
presso l'ACS di Roma
Non so se avete notato la richiedente: è la signora Giovanna
Messana, la solerte nipote del questore Messana, appunto. Se voi detrattori non
fate quel passo indietro, quella peraltro doverosa resipiscenza, la signora non
può sottrarsi all'onere di perseguirvi per via legale.
18 ottobre 2014
«Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un
uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana
è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far
piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un
massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire
il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le
parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce
l’abbiamo nel sangue. Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da
verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi
esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da
Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non
lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono
senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi
sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi,
siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione
vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura
nemica e vincitrice che è assetata di vendetta. Ma soprattutto sa che fine ha
fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra
50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna
un “MESSANA”, “questore”. E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a
Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana
e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di
Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora
chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il
Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a
Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben
tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito. I denigratori del
Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto,
il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il
Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi
rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano
le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per
Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia
in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia
incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento
tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come
ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno
storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative.
Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di
opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa
la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna
cognizione di causa. Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo
in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo
libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella
della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti
dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino
in contatto con agenti americani”. Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben
tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti
storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse
nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947
chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie,
insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si
lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori
posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una
parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di
stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva.
Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo. Chiediamo allora
subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra.
Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore
di una sedicente provincia italiana. Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è
noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con
l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai
posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana
fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno
1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.» Cosa fu Lubiana, la
costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò
è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare.
29 ottobre 2014
Oggi Gerbino è in contesa giudiziaria con Casarrubea (un
ottimo storico di sinistra siciliano) e con Claudia Cernigoi giornalista e
storica triestina, nata a Gorizia (con la quale in conflitto sono io).
1 novembre 2014
Mi introduco qui nella speranza che tramite questa tua
bacheca possa destare curiosità in quel di Favara e qualcuno anche anonimamente
mi dia ragguagli. Ieri all'ARCHIVIO CENTRALE DI STATO qui a Roma, all'EUR. mi
imbatto in carte sconcertanti relative al triennio 1945-48. Scopro che ad
Agrigento vi era un tribunale ALLEATO. Un favarese vi viene processato e
condannato- Questa la nota: " NAPOLI GIUSEPPE fu Carmelo, nato a Favara
nel 1910, coniugato, senza prole, condannato dalla CORTE MILITARE ALLEATA di
Agrigento. con sentenza del 19.9.43 ad anni 6 di reclusione per omicidio di un
militare americano. Detenuto nelle carceri giudiziarie di Favara." Diciamo
6 anni appena per un omicidio e per giunta di un soldato americano! Cosa fu
questo TRIBUNALE MILITARE ALLEATO di Agrigento? Ove finirono le carte
processuali? Nessuno le ha mai consultate? Con tutti questi microstorici che
popolano Agrigento e dintorni! Vi fu dunque un carcere giudiziario a Favara! E
l'archivio relativo ove sta? Napoli vi avrebbe trascorso 4-5 anni! Materia per
ricerche storiche approfondite, obiettive e super partes.
La nostra storia passata è fatta tutta di misteri. Difficile
raggiungere tappe definitive. Nel caso di molte inchieste gli atti seguirono i
vincitori e si trovano o a Londra, o al Nara (Usa).
Lei accenna alle carte del SIS (Viminale). Ieri ho
consultato la busta n. 41 Ne sono rimasto sconcertato e disorientato. Questo
appunto sul Napoli di Favara si trova là. Quel faldone a mio avviso non è stato
adeguatamente investigato. Vi ho vista la genesi di quella che sarà la Gladio
di Cossiga. Comunque vi trovo quest'altro inquietante appunto. Un informatore
occulto della polizia nazionale faceva presente che: " Palermo 5 ottobre
1946 [....] negli ambienti filofascisti palermitani tale voce trova molto
credito (e cioè) l'esistenza in Sicilia di battaglioni (sic), ben armati e
pronti , appena sarà dato l'ordine, a marciare su Roma per rovesciare il
governo e impadronirsi dei poteri". Io non sono né storico né scrittore né
altro; solo un vecchio pensionato dell' Ispettorato vigilanza della Banca
d'Italia e propenso ancora a fare ispezioni avalutative, senza preconcetti di
sorta. Mi sto domandando: ma forse che il buon Li Causi si riferiva a questo
quando in piena aula Costituente parla di Messana quale CAPO DEL BANDITISMO
POLITICO (ovviamente siciliano). In effetti Messana in quell'Ottobre a Palermo
si trovava. Ma Li Causi non poteva non sapere quello che quella busta 41 del
SIS contiene contro noi poveri comunisti specie in quel di Bologna, Reggio
Emilia e quello che i TITINI facevano infiltrandosi nelle c.d. bande armate
ROSSE. Che confusione mentale che ho caro professore. Mi piacerebbe che Lei
venisse a Racalmuto al Circolo Unione (o in altro luogo culturale quale la
FONDAZIONE SCIASCIA per controbattere anche le mie modeste tesi. E se vi
partecipasse la Cernigoi- con la quale ho sbagliato approccio e le chiederò
scusa - credo che ne potrebbe venire qualcosa di utile per la obiettiva
conoscenza della storia siciliana e non di quei turbolenti anni.
2 novembre 2014
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per
istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messanail
suo aureo e sero studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICIIA: Inceppo in questo
piccolo raffronto. Per Tranfaglia: dobbiamolamentare la dispersione e
'indisponibilità (non sappiamo ancra se definitiva) di fondi italiani dei
ricostituiti ervizi segreti, che soltanto negli ultimi annisono stati, ma in
piccola parte, recuperatidall'Archivio centrale dello Stato Malgrado queste
lacune, molte delle quali appaiono detinate a restare tali per lungo tempo
ancora, l'utilizzazione degli archivi americanie di quelli italiani,
soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commission
parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su
problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma:
"lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le
classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati
come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo
supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più
generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è
da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la
cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E
non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo
nella mercantile televione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.?
In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici
potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi
"uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A
Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia
italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della
provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo
penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò
perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del
Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop
giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano.
l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto
qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo
prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che
seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume
giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una
consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non
avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per
istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il
suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo
piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e
l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei
ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in
piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste
lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo
ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani,
soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni
parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su
problemi di grande rilievo". (pag.5-6). Mi sembra molto più cauto Lei
quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di
verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ...
non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti
giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E
per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello
sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni
studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne
circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di
valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in
un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo
che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore
Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato".
O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato
nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di
Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu
irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne
un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei
riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di
Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL
BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947
costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e
onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei
tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta.
Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece.
Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo
archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime
superfetazioni calunniatrici?
6 novembre 2014
Caro dott. Taverna. Lei è un galanuomo e i problemi che si
pone sono seri. Purtroppo la ricerca non può contare su una sola fonte, ma su
una molteplicità di fonti spesso lontane tra di loro e talvolta in
contraddizione. E' difficile una valutazione definitiva, specie perchè la
ricerca non si effettua per calunniare qualcuno, ma per trovare tasselli di un
mosaico complesso che prima o poi si troveranno nel loro reciproco confronto di
corrispondenza. Le auguro una buona serata.
7 novembre 2014
Gentilissimo professore Casarrubea, La ringrazio per le
belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di
scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né
giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che
riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle
accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto
ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale,
Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più
cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente
nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi
scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici. Arrivo alla
signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni
calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire.
Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora
Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei.
Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto. A questo
punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non
viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui
dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche- Appena ne
disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del
SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al
comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per
tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso
Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei
ribollenti tempi storici. La ringrazio e la saluto con deferenza profonda.
Calogero Taverna
8 novembre 2014
Caro dott. Taverna,
Al momento questo non è un buon tempo per la mia salute, ma
se un giorno dovessi stare meglio, magari in estate, sarà un mio piacere
poterla incontrare.
La ringrazio. Spero davvero che a Racalmuto si possa
organizzare nei tanti luoghi deputati alla cultura un incontro per illustrare e
comunicare l'approdo dei Suoi studi storici sul drammatico periodo del biennio
1945/47 in Sicilia. Lo spero tanto. Si abbia il mio sincero augurio per la Sua
salute. Buona domenica
9 novembre 2014
La Nuova Alabarda MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI? Dopo avere
attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine
Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi son...o oggetto di invio di messaggi che
oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo
Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro)
e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a
difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui
operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che
ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali
conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento
alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il
sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di
"signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non
corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per
sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina"
non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di
messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche
con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di
"disporre" di un "canale riservato" (veramente la
messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali
vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana.
Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo,
del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal
Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa
nostra Italia) che "la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente
titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia". Curioso termine
"fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i
documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata
diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più
forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come
denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da
una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste,
amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma: "Non può
credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta
onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse
infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in
quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non
può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra". Ciò che io credo
è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954,
quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al
torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario
Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS. Alla fine, dopo avere
accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani",
Taverna conclude nel seguente squisito modo: "Porto il tasco torto,
infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici
di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff.
dottore Ettore Messana". Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me
incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino"
Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino.
Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo"
(cito). Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono
"propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura
italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che
l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di
guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano
innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un
sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le
accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che
mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato
l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha
seminato morte e distruzione in Europa. Altro... Inizio modulo Mi piaceMi piace
• • Condividi Rimuovi Lillo Taverna Ancor oggi posso leggere su FB tutta questa
sfilza di insolenze che mi propina la "signorina" Cernigoi, che
obiettivamente fa propaganda antitaliana supportando come verità assulute le
nefandezze postbelliche del regime titino. Oltre a questa bacheca, LA NUOVA
ALABARDA, la dessa immette informaticamente il BLOG LANUOVAALABARDA il cui
contatto suona la nuovaalabarda@gmail.com. In FB, come può constatarsi, non è
possibile contrapporre commenti a difesa o a rettifica. Quanto al blog, mi vedo
minacciato insolentito diffidato a contattarmi perché sarebbe contatto
personale e riservato della signorina Cernigoi. Devo precisare che con il
professore Casarrubea siamo venuti a chiarimenti esaustivi e civili come si
addice a galantuomini della generosa terra di Sicilia. Laddove all'inizio ebbi
a sbagliare con termini alquanto pesantucci, ho dovuto ammettere le mie colpe e
chiedere scusa. Con la signorina Cernigoi non solo non mi è possibile ogni
civile chiarimento ma mi vedo insolentito, come ben si può constatare qui
sopra, e minacciato di stalking (non so cosa sia), e di ricorso ai poteri
inquisitori della polizia postale. Io, invero, non vedo l'ora che ciò faccia
avendo strali al mio arco per ribaltare la frittata. Ma devo stare attento qui
ad usare il termine "strale" perché la goriziana signorina Cernigoi
ha una sua molto personale convivenza con la lingua italiana. Per lei
l'elegante ad allusivo termine "infilzare" come dire venire
elegantemente e sapidamente "infilzati" o "contestati" è
equivalente di "calci in culo" sornionissima espressione di
Melchiorre Gerbino, personaggio da cui sono stellarmente lontano per cultura,
per cifra etica e militanza politica. Ora La Cernigoi mi dà del
"fascista" sol perché metto i titini alla berlina: nebbie mentali
femminili. Certo non sono né storico, né letterato, né pubblicista: so solo che
la "storia" è "scienza sociale " e quindi deve tendere alla
"avalutatività". In ogni caso la storia non "condanna" fa o
tenta di fare "verità" in ordine ad un passato, senza ottundere
l'obbiettività. La costituzione della "provincia di Lubiana" va letta
e capita sulla base di testi obbiettivi tipo quello del grande storico T. Sala.
In qualche altra parte , ma sempre qui sopra, la signorina Cernigoi,
scandalizzata dal fatto che in Sicilia tanti miei amici anche a 80 anni mi
chiamano Lillo anziché Calogero come registrato nell'ex convento delle clarisse
a Racalmuto, mi vuol negare persino il piacere di tenere un blog: paturnie
postmestruali. Sì, sono logorroico: lo ammetto.. E questo perché mi sono
serviti fiumi di parole per rettificare la triplice calunnia di Li Causi
avverso Ettore Messana. Ho potuto appurare che Messana non poteva essere uno
stragista nel 1919 a Riesi perché o non c'era o fu talmente defilato da finire
del tutto ignoto. A Lubiana non ebbe colpa alcuna come scandagliato dal SIS del
M.I. in base ad una doviziosa documentazione che io posseggo e la Cernigoi,
no!. La sortita leguleia di Li Causi tendente a fare apparire il Messana come
CAPO DEL BANDITISMO POLITICO (attenzione: politico) ha lasciato il tempo che
trova ed oggi anzi in base alla documentazione NARA che ben sta studiando il
professore Casarrubea ed a quella dell'ARCHIVIO CENTRALE DI STAO (faldoni SIS)
sta finalmente affiorando una verità sconcertante: la responsabilità dell'Oss
americana (l'antenata della CIA) contro cui lottò Messana in Sicilia, rimettendoci
le penne. Io sarei un "difensore sperticato" di Messana. e ammesso
che lo sia, questo mi lusinga. A me comunque sembra che per colpa di questi
pennivendoli un grand-commis dell'ordine pubblico è finito, mezzo secolo dopo
la sua morte, mostro sbattuto in prima pagina. Emblematica la circostanza che
persino con minacce la Cernigoi mi vuole impedire la replica alle sue
"fesserie storiche". Così, en passant, cosa avvenne a Lubiana dopo la
sconfitta dell'Italia? roba da accapponar la pelle. Ho tra le mani un libro:
SLOVENIA e vi troverò tanto di quel materiale più che bastevole per irridere
alla Cernigoi che vorrebbe dar credito all’ira furente dei titini. Si è mai
chiesta la Cernigoi cosa avvenne ai cattolici anticomunisti detti domobranci.
"Circa 12.000 domobranci furono vittime di massacri efferati una volta
rientrati in patria. Altri 6.000 civili scamparono all'annientamento grazie
all'intervento del maggiore Barre". Lei si è ingolfata tutta in quello che
andavano costruendo questi signori criminali. Io no! Tutta quella sua
pappardella - postuma perché confezionata dopo quattro anni di guerra e da
organi non autorevoli - è finita nell'istruttoria romana e quindi per assoluta
infondatezza archiviata dal dottore Pianese. Vada a leggersi le carte del SIS
all'EUR qui a Roma. Quanto poi alle elucubrazioni psicologiche del subordinato
Ricciardelli, si è mai chiesta la Cernigoi perché manco giunsero qui a Roma. E'
proprio sicura che il pettegolo non si sia rimangiato tutto per non perdere il
posto. Sì, rimase in polizia ma mi pare molto melanconicamente. A me la figura
del Ricciardelli non interessa, non interesserebbe neppure la figura del
magistrato Macis che condannò a morte come giudice monocratico il Tomsic (ma
doveva applicare le leggi anche quelle leggi da stato di guerra che a me
lasciano interdetto. Io sono comunista, sa? non fascista). Mi dia lei lezioni
di diritto internazionale criminale di guerra. Il Messana aveva fatto solo una
o meglio aveva diretto una perquisizione in casa di Tomsic e aveva trovato quello
che aveva trovato e ne ha fatto una certosina diligente e certo poliziesca
relazione. 76 pagine di rapporto. Se me lo accorda gliene mando una copia. Sta
al SIS all’ ACS, EUR/ROMA. Lei avrebbe l'obbligo di accertare anche se
travolgerebbe tutti i due suoi articoli che credo le abbiano fruttato qualcosa.
Che altro le debbo dire: è disinformata. Mai il Messana fu sotto il Verdiani;
non poteva essere fascista nel 1919 a Riesi; le altissime onorificenze le ebbe
a fine della sua carriera in riconoscimento della suo integerrimo e prezioso
servizio allo Stato. Ad apprezzarlo fu De Gasperi non Scelba. Con fra' Diavolo
ha avuto i classici rapporti che hanno i dirigenti di polizia con i confidenti
e ad imporglielo come confidente fu Aldisio. Sarà non senza ragione che i
carabinieri pare che a fra’ Diavolo gliel'abbiano fatta finire peggio di
Cucchi. Sia chiaro: non Messana e, a ben sospettare, contro Messana. E quanto
al suicidato Pisciotta Messana lo "infilza" sulla faccenda delle
mitraglie Beretta. Si legga le carte del processo. E Messana mai ebbe a che
fare con processi penali a sui carico. Ecco perché io sto cercando la
"verità" su Messana sbattuto in prima pagine, purtroppo credo
iniziando dal santone suo compaesano Danilo Dolci. Io non so chi fu veramente Messana,
ma so che quello che lei dice di lui è falso, denigratorio e calunnioso. Vuol
continuare? faccia pure! Mi vuol denunciare di stalting perché continuerò con
tutti i mezzi a smentirla? felice di divenire la sua vittima. Ma Manzoni
direbbe: e poi dicono che non c'è giustizia a questo, mondo. Solo, io le dico:
in Italia c'è giustizia; nella sua Slovenia, no!
10 novembre 2014
Gentilissimo Professore Casarrubea, ecco l'appunto ultra
riservato che mi ha stravolto. Bologna fine 1946. Incontro segreto tra chi non
si sa (ma certo molto altolocato) e l'emissario americano Ci danno lezioni di
democrazia. Al governo mi pare che c'erano persino comunisti come Togliatti,
Gullo, Scoccimarro. Certo i comunisti in Emilia non scherzavano. Che dire?
Spero che la sua salute migliori e la ossequio.
11 novembre 2014
Grazie, Le sono grato.
sono lusingato
io cerco solo la verità storica. So bene che è un traguardo
irraggiungibile. Ma provare si deve sempre, no?
12 novembre 2014
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