25/07/2014 15.00
Mi scuso se Le sto intrasando questo Canale.Vi riporto
quello che sto scrivendo sul caso messana nel mio blog. Ovvio che Ella può
subito cancekare quanto vado comunicandole. Questo qui è solo per discreta
conoscenza: non vuole significare nient'altro. Grazie e le rinnovi i ensi ella
mia crescente stima. --------------------------------------------
signorina Cornigoi risponda a queste note
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel
ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo
detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato
suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si
fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo
un tempo riportato locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto
da addurre a lode omaggiante.
Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto
singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto
politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e
dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non
poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi
tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e
niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore
generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
E quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto
funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia.
Nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino
dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha
già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno
l'on. Alcide De Gasperi.
E quel insignificante rapportino finisce obliato e
trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti
speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima
fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma
repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso
alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza.
Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca.
lunedì 12 settembre 2011
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano,
in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal
titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo
Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre
alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
“Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche
quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano
mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali.
Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un
poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione
mediante il pagamento di ingenti importi di denaro.”
Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato
al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti.”
Qui siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a
metà del 1941 a Lubiana. Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in
una lettera riportata dal grande studioso Sala, viene subito esautorato di
fatto dall’esercito. Mussolini voleva una “guerra parallela” ma solo per
dimostrare ai tedeschi come può esserci una “occupazione umanitaria”. Del resto
a Lubiana vi esano molti coloni italiani e questi Mussolini voleva anche
proteggere dalle barbarie teutoniche che erano ben note. In un primo momento,
dicono gli stocici seri, si cercò a Lubiana di impiantare industrie e attività
economiche secondo le concezioni coloniali fasciste. Forse qualche apporto vi
fu da parte del Messana. Ma è da escludere. Ove si eccettui forse l’avere
comprato del legnami per farsi fare una “camera” per la quale nella famiglia
Messana si vagheggia ancora, di quello che insinua il Ricciardelli non resta
altro che il sospetto di una malevolenza di bassa cucina burocratica. E la
Cernigoi vi corre dietro:
“Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in
questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia
diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad
effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.”
Insomma qui la colpa del Messana è solo quella di essere
“amico” del commendatore Gueli ma il Messana “non riuscì ad effettuare
operazioni di polizia degne di particolre rielievo”. Onore al merito ma no!?
Ecco invece come pasticcia il Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
“Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per
la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò
chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici,
responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito”
Quali elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza
assoluta di ogni senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un ppoliziotto che
misura la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle
infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di polizia,
più o meno segreti.
Mi si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
“Si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la
sua malvagità d’animo una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico
ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto
di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e
Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero
proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente
pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente,
per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista,
con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo
stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti
che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati
particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i
precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale
Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione
della città ai primi di maggio u. s.)
Che possiamo obiettare? Come fa il R icciardelli ad
affermare che “non c’era addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa
dello stesso ufficio politico della Questura (ove pare che militasse proprio il
Ricciardelli e quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto
”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e per i
precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce l’ha.
Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le carte
riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti dell’Ufficio Politico
della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di
occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti malefizi della
politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto ci fa pensare
che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per scrivere sotto
ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte olezzo fascista.
Ma il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei.
Il ministero non avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte
persecuzione razziale se il Messana nel rappresentare la faccenda non si fosse
sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento
assolutorio.
Ma giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di di
censurabile contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la
classica ripicca del subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di
guerra dedito ai crimini contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale
straniero o italico osò tanto.
Procediamo nelle accuse del Ricciardelli.
“Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente
la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in
modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve
entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il
massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri
componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini,
presidente della commissione stessa.[3]”
Il Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa?
Colpa grave? Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio
Tamburini?
E per chiusura il denigratore subalterno, a forca di volere
diffamare, finisce con testimoniare a favore proprio del Messana.
“Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a
Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce.
Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato
dimissionario d’ufficio”. [4]
Che un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo
copre di ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda
incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8
settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a
Trieste, ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati
quali il Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio”
incappando in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere
perseguito. Ed è certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più
tragico: in quel biennio Messana non c’era alla questura di Trieste,
Ricciardelli, invece, sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della
“politica”. E’ l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il
Messana che se ne torna a Roma pur di non collaborare con fascisti
repubblichini e tedeschi dalla doppia esse. Ammirevole!
Ecco perché tempo fa avevamo scritto:
Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni,
maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema
di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore
Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO.
Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe
risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione
calunniatrice. Certamente non fa storia.
27 luglio 2014
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