carissimo
Giovanni, va da sé che di quello che hai scritto a proposito della "lodevole
iniziativa" di Emilio Messana io non ne ne condivido un bel tubo- Ti
confesso che non l'avevo manco letto. E' difficile che io legga anche per una
questione di vista.
Ho
82 anni compiuti. A te che sei mente fina pongo un paio di quesiti avverso Sciascia
e le sue malfamate parrocchie.
Perché
non parla della questione degli zolfatai? Perché tace su quell'efferato delitto
Tinebra (peraltro suo benefattore) che portava a don Calogero Vizzini? (Altro
che congiura dei loquaci del loquace a vanvera Savatteri!).
Perché
là irride alla Madonna del Monte (e dopo accusa il modesto ma onesto padre
Morreale non più gesuita da mezzo secolo)?
Perché
nelle parrocchie non ci dice nulla su fra Diego e poi ne strombazza meriti che
ogni normale intelligenza rigetta?
Perché
si inventa tutte quelle panzane su Girolam o II del Carretto, sulla sua
consorte la Principessa di Ventimiglia e perché pasticcia sugli eredi di
Girolamo II del Carretto?
E
soprattutto dove mai ha trovato le fonti documentali per scrivere:
"l'investitura passava ai marchesi di S. Elia ... fu grande riforma quella
dei Sant'Elia fecero centocinquanta anni addietro, divisero il feudo in lotti,
stabilirono un censo non gravoso…"?
In
base a quale certificato di morte poté scrivere: "passarono i garibaldini
da Regalpetra, misero un uomo contro il muro di una chiesa e lo fucilaronio
..."?
Non
continuo, ma potrei.
Ora
dimmi Giovanni: non ti sembra che sprecare una settimana per far fare
pubblicità al Corriere della Sera al Circolo Unione con un pizzico di lubricità
(le tondeggianti cosce di una tardona) è davvero una “lodevole iniziativa”? O è
soltanto un affaruccio persino spregevole?
Ho
sempre creduto che la cultura è soprattutto ricerca della VERITA'. e se dixit
Plato magis veritas.
E
odierò vita natural durante Sciascia che fa a quelle maldicenti parrocchie
questa postfazione: "Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un
paese [alias Racalmuto] ….. e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia
questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione!".
Contesto!
E in
questa settimana gravosa per le esauste
casse del Comune del mio borgo natio dovevo avere almeno accesso per difendere
l'onore della Racalmuto verace che il F. Emmanuello Maria Catalanotto, per atti
pubblicati in Palermo nel1764, riferendo alla sua signora D. Raffaella Maria
Gaetani e Buglio, contessa di Racalmuto, così elogiava:
"
gentilissima e fedelissima ... assai benigna, Giardinu di biddizzi, e di decoru
[che] di li rari virtù porti l'Insigna, di ogni scienza la curuna d'oru: Pri li
meiti toi sij stata digna d'aviri di lu Munti un gran tesoru chi ti difendi la
bella tua vigna dall'insidij iniqui d'ogni moru.".
Mi
dirai carissimo Giovanni che quello si dimostra un agostiniano ruffiano che esagerava e quella
sparata finale contro l'accoglienza dei "mori" alias i novelli
migranti di fede musulmana non lo rendono molto commestibile,
Però
non era racalmutese e se elogiava tanto i nostri concittadini del 'Settecento
mi pare più accettabile di uno Sciascia che mostra qui (e peggio in Paese con
figure) tanto disprezzo verso la nostra Racalmuto.
E
questa deve continuare a svenarsi per esaltarlo e fare incassare alla famiglia
ulteriori diritti d'autore che vanno scemando? (conosco bene la faccenda dei
diritti di autore ma so che mentre si
vietano riedizioni Bardi o pubblicazioni di Fuoco all'anima, poi contro la volontà testamentaria del caro
estinto si fa mercemonio delle carte che a ragione Sciascia voleva non si
svelassero). Calogero Taverna
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