sulle mutevoli deformazioni della saga della Madonna del Monte dal 1700 ad oggi non vi possono essere molti dubbi. E prima? Mi va di adre alla alla professoressa Isabella Martorana che nella sua tesi di laaurea testimoniavaa la popolare credenza della Madonna venuta da Trapani e non dallo "scaro di Punta Bianca" come crede di sapere il Caruselli.
La tesi della professoressa Martorna è di grande risalto storico e andrebbe pubblicata. Sicuramente lì vi sono dati e notizie Martorana. Ora si dà il caso che proprio il Catalanotto quella eretica versione martoraniana invece autorevolmente avalla.
Leggiamo insime la XII "coroncina" del frate agostiniano scritta o meglio pubblicata nel 1764:
Quali Terra o Città si pò' vantari
d'aviri avutu pri Spusa a Maria
impignata a vuliri ristari
comu Racalmutiu genti pia?
Trapani, e Chiaramunti poi chiamari
ntra la tò cara amata cumpagnia
cu chissi Maria nun vosi fari
comu a lu Munti s'impignau pir tia.
Ecco qui chiara la citazione di Trapani. Certo c'è poi Chiaramonte credo Gulfi che sembra come quel grido consiliare: ed ora chi ci trasi la carrozza di li muorti cu la la putia di Maruzzu?
Penso che il Catalanotto pensasse a quella che poteva essere la sua città natale. Ovvio, congettura la mia. ma non cervellotica.
Da qui il canto asimmetrico della Martorana.
Di Trapani affaccià Maria di Gesu
'n coddu li marinara lu purtaru
li munaceddi subitu scinneru
lu velu a Maria cci arrialaru,
E prima?
E' certo che nel 1543 (possibile che quel 4 nelle tradizioni orali successive sia diventato 0 ed ecco la data presunta del 1503) vi era una statua di marmo al Monte: le carte episcopali di Agrigento annotano che s'inventariava "una figura di Nostra Donna diomarmaro". Nel 1543 Racalmuto era sotto la signoria di Giovanni III del Carretto, era "una singolare figura per prudenza e per intemerata virtù" (vedi il Baronio da me citato a pag. 54 del mio "La Signoria racalmutese dei del Carretto, caro Pio Martorana), ma non era conte. Si dovrà aspettare il 28 giugno 5^ ind. 1577da in cui FORSE (e sottolineiamo forse) in un discendente di Giovanni III GIROLAMO I otttene l'incefrto titolo do conte. (Ne accenniamo nel nostro La Signoria racalmutese del del Carrettio, pag. 66 e segg.) E guarda caso alla fine del Settecento il padre Figliola sostenuto dall'arcipretre D. Stefano Campanella vinse a Napoli un ricorso di ridimensionamento di quel pomposo titolo di Conte (v. sempre il mio La Signoria racalmutese dei del Carretto, pag,145). Caro Pio Martorana ho motivo di incazzarmi e di dileggiare quando si trascurano i miei scritti?
Ma torniamo a noi. Nella visita pastorale del 1543 viene annotato che quell'appariscente statua di marmo della Vergine Maria aveva "sopra un Pavigliuni di cuttuni cun sua finza di sita russa, et una cultra vecha".
Per il Nalbone ciò avrebbe "dimostrato la vetustà e l'estrema povertà della chiesa certamente di piccole dimensioni e con trascurabile culto". Dove abbia attinto queste informazioni il Nalbone non so. Eppure pur essendo un radiologo più attento alla pignoleria scientifica che propenso a grandi voli di fantasia qui mi pare che si sbizzarrisca a sproposito.
Quanto alle piccole dimensioni a me risulta l'opposto. Del resto non doveva sfuggire al Nalbone quello che avevamo trovato insieme nelle nostre scorribamde nei sotterranei dell'archivio vescovile di Agrigento. Nel 1543 nella chiesa di Santa Maria di lu Munti aveva "sede l'omonima confraternita " con ricche dotazioni ("onze quattro e tarì 20 di reddito sopra alcune proprietà terriere (nostra traduzione dal latino).". E già il 20 luglio del 1609 (molto prima del Signorino dunque) il vescovo Bonincontro precisa che in quella chiesa si conservava il "sacramento eucaristico ed era chiesa Arcipresbiteriale". che nell'Altare Maggiore vi era la statua marmorea ornata e indorata e alla sua sinistra vi era l'altare di Santa Lucia ove c'era l'immagine di stucco di detta .Santa indorata; rilevate anche le reliquie dei santi Crispino e Crispiniano.
Che tanta espansione tanta disponibilità di rivestimenti indorati fossero da racchiudere in appena mezzo secolo non è iòpotesi sostenibile. Di sicuro un crescendo del culto e dell'attaccamento del popolo racalmutese a questa credo unica statua di marmo esistente in paese. Tant'è che il Vescovo Rhini il 17 luglio 1686 afferma in suo Breve che ormai siamo alle soglie del miracolo: il Monte diviene Chiesa Sacramentale perché si è in presenza "della venerabile Chiesa della Miracolosissima Immaggine di Santa Maria del Monte". Da qui il popolo pio e santo è legittimato a pensare che una così miracolosa Immagine della Madonna debba venire da lontano miracolosamente, miracolosamente fermarsi a Racalmuto, miracolosamente prediligerci, miracolosamente impedire ai buoi di portala a. Castronovo- Dopo nell'Ottocento la saga si riempie di miracolosi dettagli: inesistenti conti e inesistenti principi che scendono a singolar tenzone per aggiudicarsi la santa immagine marmorea. E infine nel Novecento il trio Messana-Macaluso-Carbone farne da dramma sacro un pasticcio di cappa e spada con servitù meneghina con contesse e damigelle. Aspettiamo che nella prossima rielaborazione "poetica" vi si insinui anche una toccante storia d'amore magari con qualche prurito erotico-sessuale.
Ma io resto legato alla storica "cultra vecha": vecchia di quanto? di appena un quarantennio? Non ci credo. Vecchia di molti più anni e quindi quella statua giunge a Racalmuto, penso commissionata a Palermo, molto prima della signoria di Ercole del Carretto. Del resto di codesto Ercole, almeno io, so poco: mi limito a scrivere nel mio "la Signoria racalmutese del Carretto" pag. 49 "scarne sono le notizie che abbiamo su Ercole del Carretto. Non sappiamo quando nasce; la morte cade invece nel gennaio del 1517. Sposò tale Marchisia di cui ignoriamo il casato". Caro Pio: può essere che altri sappia più di me. Se documentati si facciano avanti. Saremmo tutti lieti e contenti. Non so cosa ha scritto in proposito l'ex genero di Sciascia il prof. Fodale. Non ho mai voluto mai leggere quello che ha scritto un Nocino (amico della Noce) che ebbe ad irridere il mio "La Signoria Racalmutese dei del Carretto " come proprio tu avesti a raccontarmi.
Certo se retrodatiamo la venuta della Madonna del Monte nell'ultimo ventennio del 'Quattrocento allora davvero potremmo parlare di Madonna di scuola gaginesca e magari arrivare allo stesso Gagìni. Ma una statua di marmo non si fa certo a Racalmuto e costa molto. Quindi di sicuro vi è presso qualche rollo notarile la solita "apocha". Se c'è prima o poi verrà fuori e cesseremo di fare cervellotiche congetture ed inventarci miracoli alquanto sacrileghi.
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