In questo caso qui si scontrano due ordinamenti sovrani: quello nazionale e quello internazionale. Quello internazionale si sa: è un'araba fenice. Vale nel mondo tutto sommato la teorica nazista, cinica ma realista, di Karl Schimt: amicus hostis. Se sei amico tutto ti è permesso se sei nemico tutto ti è vietato- Nel caso indiano siamo stati noi italiani a fare gli indiani. Là per il principio dello jus fori i due marines italiani strabenvestiti, strapagati e in vena di bravate omicide sarebbero stati già belli e giudicati condannati e giustiziati, come si meritano, Tutte le furberie italiche, le pretestuosità italiane sarebbero state men che meno. Il corso della locale giustizia non lo distraeva nessuno. Ma l'Italia, settima potenza del mondo, si è attaccata al diritto internazionale e ha impedito il normale corso della giustizia indiana. Siamo stati furbi e potenti. Quando i marines americani hanno tranciato una funivia e hanno ucciso non so quanti cittadini italiani come abbiamo gridato allorché la potenza economica n. 1 si è preso i suoi criminali militari se li è portati in America per un processo assolutorio burletta. Oggi fascisticamente siamo noi a potere fare gli americani contro i macilenti indiani. Transeat, ma vivaddio farne degli eroi di guerra e mandare ministre bruttarelle ad abbracciare il baldo assassino (sia pure in dilatoria attesa di giudizio) a me fa molta specie- Quanto alle truculenze pandettistiche che leggo sopra e sotto, per le mie competenze universitarie, la voglia di sberleffi è irresistibile. Contra factum non valet argumentum e il fatto indubitabile è che due poveri pescatori uccisi da marines esteri attendono ancora giustizia. Se non si è fascisti questa cosa turba assai- Caro Vittorio, a me importa poco aver vinta o persa la partita. Se però insalutato ospite entrando a piedi giunti qualcuno mi accusa di "sbagliare grossolanamente", il dargli del fascista (Mussolini aveva sempre ragione) mi viene spontaneo. Calogero Taverna)
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