Mi pare che al giorno d'oggi prima di concederti una licenza d'essercizio bar ti jugulano con la pretesa persino di tre bagni anche se il locale è di appena 20 metrji quadri. Certo se il locale l'hai concesso all'ebreo Giggetto in porto d'Ottavia a ripafrazione della persecuzione razziale fascista ti inviterei a non andarci come senza esito akcuno ebbi a denunciare parecchi mesi fa- Ed oggi a Roma, avendo tolto i puzzolenti Vespasiani (giusto) per uno lento di carina come me dovere scendere ni meantri del misero gadinetto nell'anfratto più oscuto dei sotterranei del palezzo vetusto ancor più dei quei qui dilegeggiati Brberini puà finire in un disatro orinale. E se a Roma abbiamo avuto i Barberini nella mio Capoluogo di Provincia Agrigento abbiamo avuto Vescovi brillanti che demalivano i Templi PAGANI per il Porto di Empedocle o per certi manieri chiaramontani, E così penso al vescovo Horotzo y Cuvarrias che nel 1599 potè impiccare a Porta Di Ponte un "bardasso" un trans d'altri tempi colpevole di avere offerto l suo deretano al cammaratese canonico Babilonia nelle grotte sotto la Bibirria. E quel vescovo, pingue che più non si poteva, scanfdalizzò i suoi nemici per essersi messo a pisciare nel convento delle monache di Sciacca, dato che lì non era disponibile neppure la latrina di San Leone che il grande professore Difrancesco sapidamente qui sfotte da par suo. E vorrei divagare ancor di più ma decenza e doveri di ospitalità me lo interdicono. Tanto per dir che? In questi tempi di autoflagellazione nazionale, foriera di grandi mali valutari e finanziari, preferisco quel momento di glorificazione calcistica di non eccelsi campioni, di sicuro non pagati alla Messi, che dopo avere trafitto una Spagna campionaria han bene figurato contro teutonici campioni del mondo. E francamente volere avere nostalgia per una Akragas che sperperava pegasi perché il reuccio del tempo potesse vincere una corsa di Muli e quindi strapagare il venalissimo seppure grandissimo poeta Pindaro per una pubblicità interetnica mi pare ececssivo e io invece ricordo benevolmente una San Leone vezzosa ed accogliente rispetto almeno a quel velleitario posto marino di tanti avvocaticchi e galantuomini agrigenbtini, fatto salvo il fetidfo orinatoio che il brillante Gero è riuscito a sbeffeggiare con piacevolissima ironia.
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