sabato 15 ottobre 2016


Accademia Nazionale di Santa Cecilia
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Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Auditorium Parco della Musica di Roma
Viale de Coubertin
Auditorium Parco della musica
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CONCERTO DI INAUGURAZIONE STAGIONE 2016/2017
Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano
direttore
Simon O'Neill tenore (Florestano)
Rachel Willis-Sørensen soprano (Leonore)
Günther Groissböck basso (Rocco)
Amanda Forsythe soprano (Marzelline)
Sebastian Holecek baritono (Don Pizarro)
Maximilian Schmitt tenore (Jacquino)
Julian Kim baritono (Don Fernando)
Marco Santarelli tenore (Prigioniero I)
Antonio Pirozzi basso (Prigioniero II)
Ciro Visco maestro del Coro
Beethoven Fidelio in forma di concerto

In diretta tv su Rai 5 il 22 ottobre.
In diretta radiofonica su Rai Radio 3 il 24 ottobre.
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Sir Antonio Pappano
Direttore musicale dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Durata del concerto: circa 2 ore e 45'
Atto I: circa 75'
Intervallo: 25 minuti
Atto II:  circa 65'


Fidelio è l’unica opera nella produzione di Beethoven ed è emblematica del suo pensiero. L’eterna lotta tra il bene e il male, tra la libertà e la tirannia che nella fedeltà coniugale (come anche nella “gioia” del Finale della IX Sinfonia) trovano il loro compimento supremo, sono i cardini, non solo drammaturgici, sui quali si snoda la vicenda di una donna votata al sacrifico per ridare all’uomo a cui è legata la libertà che un oscuro potere gli ha tolto imprigionandolo nelle segrete di una impenetrabile fortezza. Leonore è per questo pronta ad affrontare prove difficili e paradossali. Una vicenda che si dipana tra le mura umide e grigie di una prigione dove è sempre latente il fervore dei sentimenti, che sono anche il portato di idee progressiste e moderne e che saranno infine espresse nel finale quando le porte della prigione si aprono perché i liberatori sono riusciti a far cadere il tiranno e il Coro dei prigionieri esplode in un inno potentissimo e travolgente al quale solo Beethoven poteva conferire tale formidabile forze espressiva ed ideale.
 
Antonio Pappano torna a Beethoven in questa apertura di stagione, continuando idealmente il ciclo delle Sinfonie eseguito nella precedente e avvalendosi in questo Fidelio di alcuni interpreti vocali che ha voluto coinvolgere dopo avere costruito con loro una importante complicità artistica. Il tenore Simon O’Neill, nella impervia parte di Florestan, è stato infatti con Pappano a Santa Cecilia l’interprete di Das Lied von der Erde di Mahler mentre in precedenza aveva cantato il ruolo di Parsifal nell’opera wagneriana diretta da Daniele Gatti nel 2008. Rachel Willis-Soerensen è ben nota al pubblico dei nostri concerti avendo cantato sempre con Pappano nella Nona Sinfonia. Nel cast spiccano inoltre Gunther Groissbock nel ruolo di Rocco, il soprano Amanda Forsythe in quello di Marzelline e il tenore Maximilain Schmitt in quello di Jacquino. Importanti sono anche le presenze di Sebastian Holececk nei panni del perfido Don Pizarro e di Julian Kim in quelli del liberatore Don Fernando.

Protagonisti assieme al loro Direttore Musicale sono ovviamente il Coro (istruito da Ciro Visco) e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Biglietti da 22 a 60 Euro
Sinossi
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Locandina della prima rappresentazione
Vienna, 23 maggio 1814
Atto I. Nel cortile di una prigione. Jaquino, portinaio del carcere, confida a Marzelline, figlia del capocarceriere Rocco, il desiderio di sposarla quanto prima, ma la ragazza rifiuta fermamente, poiché i suoi pensieri sono tutti per Fidelio, giovane aiutante del padre. Rocco, che ha compreso i sentimenti della figlia e che nutre per Fidelio un’affettuosa simpatia, allude al possibile matrimonio fra i due. Ma Fidelio non è la persona che sembra: si tratta infatti di Leonore, che si è travestita da uomo per essere impiegata da Rocco come guardiano nella prigione, temendo che suo marito Florestan sia là rinchiuso a causa delle sue opinioni politiche, avverse a don Pizarro, tirannico Governatore della prigione di Stato. I progetti di matrimonio di Marzelline provocano ovviamente grande imbarazzo in Fidelio, specialmente quando si accorge che anche Rocco caldeggia le loro nozze. Né del resto può svelare la sua vera identità per non compromettere il proprio disegno di accertarsi della possibile presenza del marito. Fidelio approfitta della fiducia di Rocco nei suoi confronti per chiedere di essere impegnato in compiti di maggiore responsabilità, ad esempio prendersi cura del misterioso prigioniero che è da tempo in totale isolamento nei sotterranei del carcere. Rocco promette di discuterne con il Governatore.
Una marcia segnala l’arrivo di don Pizarro. Egli ha ricevuto una lettera che lo mette in guardia da un’imminente visita del Ministro don Fernando, il quale ha saputo che nel carcere sono rinchiusi uomini vittime della personale vendetta di Pizarro: ha intenzione dunque di effettuare un’ispezione per appurare se queste voci hanno un reale fondamento. Atterrito, Pizarro medita di eliminare Florestan ed ogni traccia della sua presenza: ordina dunque a Rocco di assassinare il suo nemico, ma questi si rifiuta. Viene così deciso che Rocco scaverà la tomba e che Pizarro stesso scenderà nei sotterranei per uccidere Florestan.
Leonore, in preda all’angoscia per aver ascoltato la loro conversazione, sempre più si convince che il prigioniero misterioso sia suo marito, sparito senza lasciare traccia. Ottiene allora da Rocco che i reclusi possano trascorrere alcuni momenti all’aria aperta: esitanti, i prigionieri escono lentamente dalle loro celle e godono per un breve, malinconico istante della luce del sole, rimpiangendo la perduta libertà. Quindi Rocco, credendo di confidarsi col futuro genero, gli rivela i piani del Governatore e gli chiede di scendere con lui nei sotterranei per aiutarlo a scavare una fossa per il prigioniero, che in breve sarà ucciso. Sconvolto, ma intenzionato a rivedere Florestan, Fidelio decide di seguirlo.
Giunge Pizarro, furioso perché i reclusi sono usciti dalle celle senza il suo permesso ed ordina che siano rinchiusi immediatamente; ma Rocco riesce a calmarlo, suggerendogli che ciò fornirà un’eccellente distrazione per quello che deve accadere più tardi nello stesso giorno. Sempre più impaziente, Pizarro intima al carceriere di scavare al più presto la tomba di Florestan.
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Leonore impedisce a Pizarro di uccidere Florestan
Atto II. Florestan piange il suo destino nella prigione sotterranea: la stanchezza e la debolezza crescenti gli provocano delle allucinazioni in cui crede di vedere Leonore che giunge a liberarlo.
Quindi sviene e non si accorge che Rocco e il suo aiutante sono entrati nella cella: mentre il carceriere comincia a scavare la fossa, Leonore, nell’oscurità, cerca di dare uno sguardo al viso del prigioniero e riconosce subito in lui il marito. La donna è incapace di parlare ed è Rocco che, impietosito, risponde per la prima volta alle domande del prigioniero. Gli spiega che è in potere di Pizarro e che egli non è in grado di aiutarlo: un sorso di vino è tutto ciò che gli può offrire. Leonore, cercando invano di mascherare l’emozione, offre a Florestan un pezzo di pane, mentre Rocco dà a Pizarro il concordato segnale che tutto è pronto. Florestan sente che sta per succedere qualcosa, ma Leonore cerca di calmarlo: deve credere nella provvidenza. Poi la giovane si nasconde nelle oscure volte del carcere e quando giunge Pizarro per uccidere Florestan ella si lancia verso il Governatore impugnando una pistola e gridando: “Prima uccidi sua moglie!” Per un lungo momento tutti sono troppo sorpresi dalla rivelazione della vera identità di Fidelio per riuscire a reagire: prima che Pizarro possa riprendersi dallo stupore, risuona il segnale che annuncia l’arrivo del Ministro. Sollevato per non aver dovuto partecipare ad un delitto, Rocco conduce fuori Pizarro lasciando Leonore e Florestan finalmente liberi di dar sfogo alla propria gioia.
I guardiani e i prigionieri si riuniscono nel cortile per accogliere il Ministro, che annuncia la fine dei tempi della tirannia e dell’oppressione.
Giungono anche Pizarro e Rocco seguiti da Leonore e Florestan: don Fernando riconosce in lui un suo amico scomparso. Poche parole da parte di Rocco sono sufficienti per far arrestare il crudele Governatore; Leonore stessa può finalmente sciogliere Florestan dalle catene. In un gioioso finale, tutti lodano la donna che tanto ha lottato per la liberazione del marito, inneggiando all’amor coniugale e alla libertà riconquistata.
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