Carissimo Giorgio, certo che so' regazzi ma capaci per lucrare uno spinello di venire a produrti un paio di migliaia di danni a Villa Merycal. Hanno speso a Racalmuto non so quante centinaia di migliaia di euro per monitorizzare l'inrero territorio, Una antenna la più alta l'hanno piazzata vivicino ii ponte intransitabile del Carmine in modo da vigilare la suocera del capo dei vigili.
Ebbene ho fatto scena con la caserma dei carabinieri: non avevano visto nulla non avevano controllato nulla e la notte ovvio è fatta per dormire mica per controllre i tanti monitor sul paese e sulle campagne adiacenti.
Mi è piaciuto diluire la notizia one uno scasso senza furto.
Ero vicino al vero ma non era del tutto vero. Certo non ho voluto lucrare dall'assecurazione. Perché? perché mi aspetto grandi danni da questi ragazzuoli drogati e frequentatori dei tanti bar fascisti racalmutesi. Finirà che ci guadagnerò.
Di sicuro non ho paura di questi imberbi futuri capibastone della rinascente mafia racamutese, quella vera e non quella stupidella e ciarliera dello Sciascia del Giorno della Civetta che un burlone di giornalista racalmutese è riuscito a metterlo in allegato ad un vendutissimo numero del Corrierone.
Tanti nulla sapevano di Sciascia ora mi scrivono come onniscienti in bella scrittura ipotattica sciasciana.
Sta venendo fuori un pulpitino infantile volto a presentarsi come la vera voce del popolo avverso quegli otto consiglieri di maggioranza che stanchi delll'annuente sindaco lo hanno sfiiduciato.
Ecco ora gridarre: manigoldi come osate contraddire il sindaco, mangoldi voi dite che lo state facendo per il bene del popolo. Il popolo siamo noi, noi che bighelloniamo da mani a sera tra l'Agorà della paciosa signora e il il BS ora occultato dall'UNICREDIT di Geronzi.
Mi ha fatto ridere la puerile arroganza di quel gruppo che osa rinfaciarmi il mio mafioso silenzo. E no, cari bambini. Io non ho interessi nell'ambito ei 220 nullacenti del comune; non vi è
alcun Taverna e non ho candidati in famiglia a subentrare.
Io sono stato reticentetecinente e al contempo critico disennato? Misurate le parole. Le mie accuse a questa congerie di amministratori o senza senno o sdenzap oalle stanno per venire seguite in mezzo mondo. Peraltro so accusare divertando. Cartigat ridendo mores, una lezione oraziana che ho appreso settant'anni fa persino al liceo Empedoclre di Agrigento, Liceo classico il mio, mica come i vostri displomi presi pagando CEPU o affini.
Ho accusato senza pudori e paure questa amministrazione per i loro cupi paccati in pensieri parole opere ed omissioni0no.Dovrei ripetermi? Un'altra volta. Calogero Taverna
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