Racalmuto 22 dicembre 2011
Egregio dottore Salvatore Picone
Segretario del Circolo Unione
Torno ad importunarti col solito sussiego; questa volta per presentare per tuo tramite le mie proposte per la prossima assemblea dei soci del 29 dicembre c.a., se non sbaglio. Non so se hai ricevuto la mia precedente diffida e che cosa ne hai voluto fare, visto che non ho ricevuto alcun segno di avvenuta ricezione. Spero che ai signori dirigenti del momento non salti in mente di far finta di nulla. Mi farebbe tanto gioco. Non so che cosa dica il nuovo preteso statuto in merito alle proposte scritte dei soci che non intendono partecipare ai lavori assembleari divisati. Ad ogni modo eccoti le mie proposte che non so se potrai ufficializzarle:
1.- Al signor presidente vanno riconosciuti tutti i meriti possibili ma non può pretendere di restare in sella vita natural durante. Diamogli il ben servito; proclamiamolo PRESIDENTE ONORARIO, come si fa in Banca d’Italia, che è quanto dire. Ma per cortesia si metta da parte perché è arrivata l’ora in cui i giovani prendano le redini del circolo per proiettarlo nel futuro che appartiene loro (a noi vecchi ultrasettantenni l’orpello di essere i testimoni di un glorioso passato). Chi proporre? Io, socio precario e forse "infedele" – diversamente dal fedele Sciascia – invito l’assemblea a nominare il dottore SALVATORE PICONE, giornalista brillantissimo, giovane dalla prorompente iniziativa, elemento di grandi entrature (il che non guasta, specie in un momento occiduo della vita del sodalizio) e con altre doti che non mi dilungo qui a sottolineare. Al suo posto di segretario potrebbe subentrare il dottore Borsellino che per vicende personali ho potuto tanto apprezzare. La "cassa" potrebbe essere affidata al ragioniere Calogero Cacciato, consulente e fiscalista di sette cotte. Alla nuova deputazione dovrebbero accedere rappresentanti delle diverse anime del Circolo Unione: Cicciu Piazza per il rispetto della tradizione (ad esempio); qualche nuovo socio per rafforzare la nuova spinta vitale; un rappresentante dei soci precari (fedeli o infedeli che siano) ma con sufficiente frequentazione: se venissi eletto sarei grato ai soci ma se si elegesse qualche giovane figura ne sarei davvero felice (anche in senso figurato).
2.- Ridisegno delle diverse contribuzioni: la ‘tassa di entrata’ dovrebbe essere soltanto figurativa visto che non abbiamo più un netto patrimonio consistente (abbiamo quello morale, certo, ma è un goodwill di nessun rilievo economico). I "buoni mensili" dovrebbero essere in linea con il mercato (il circolo cultura si limita a 5 euro mensili; il mutuo soccorso a 7 euro: il nostro pratichi una cresta anche del 30% ma non può sbilanciarsi troppo oltre). Mi si dirà: e come fronteggiamo le spese? Il valido Picone saprebbero ovviarvi: riuscirebbero a farsi dare il riconoscimento del consiglio comunale di associazione di interesse sociale e culturale (come ce l’hanno tanti altri meno ragguardevoli enti locali) e a dir poco sottrarsi alla esosa "monnezza". Non parlo qui di tante altre iniziative che saprei suggerire, date anche le mie conoscenze romane e politiche ( ma considerato che le mie prospettive associative sono ormai ridotte al lumicino, me ne astengo).
3.- Compiere il doveroso atto di ravvedimento operoso e dichiarare nullo il sedicente nuovo statuto. Nominare quindi un comitato interno di esperti per la redazione di un progetto statutario da discutere ed approvare in futuro nel pieno rispetto degli artt. 13 e 14 del vigente statuto del 1945.
Avrei in mente altri suggerimenti; ma se viene varata una nuova deputazione non stridente con i voti prima formulati, potrò collaborare con i nuovi esponenti societari.
Grazie e cordiali saluti
Lillo Taverna
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