Lillo Taverna Cerco di rispondere senza saccenteria. Una tentazione in me sempre presente. il signor Gaspare Matrona - non mi risulta sia stato un laureato - fu uomo che si va a sposare la vedova la quale da quasi bambina era stata sacrificata ad ungiudice vecchio che fu così circuito per non condannare un antenato di Tano Savatteri : aveva fulminato con un ceffone un suo mitateri. Che tempi ci si sfogava al Circolo di Conversazione "che tempi! un galantomu non po' dare una masciddrata a lu so mitateri. Sciascia scrisse un sapido racconto su quesrta ragazzina sacrificata per l'impunibilità del parente del sindaco di allora. Gaspare Matrona uomo di scarsa cultura e di arrogante potere faceva soldi (poi li dilapidò) sfruttando i "carusi" nelle sue pirrere di zokfo. Vi fu anche una inchiesta parlamentare al tiguardo. Era agganciato al prefetto Basile e questo fece sì che si stendessero testimonianze laudative sul Matrona. Matrona si stancò presto della vedova che già si era attempata e sedusse la moglie ddel segretario comunale Lauricella. Nacque uno scandalo grosso che travolse il circolo del Mutuo Soccorso ed aktro come una comica che doveva portare al duelllo di onore. Il giovane barone Tulumello iniziò a dileggiare il Matrona. Comiche di paese. La commissione parlamentare d'inchiesta si sbrodolò in tanti rapporti elogiativi che indussero Sciascia a dare una raffigurazione mirabile di uno che alleggeriva le casse del comune, che si inventava lotte contro la mafia mentre era stato lui che aveva introdotto a racalmuto i bagariorti che te li raccomando. Il teatro e soprattutto la rapina dei beni ecclesiastici erano stati il suo grande affare., Tutte frottole quelle di dire che luii pagava di tasca sua. Persino il Prefetto suo grande amico e soldale gli intima di essere più moderato. L'ex gesuita Nalbone invitò al ministero un pamphlet contro Gaspare Matrona che ho pubblicato varie volte, tutto l'opposto della esakltazione di Sciascia. Il sacerdote Giudice tuona spesso su questo scandalo del teatro. In fin dei contio anche E.N. Messana consultando gli archivi ne dice tante sulla strumentalizzazione del teatro a spese dei racalmutesi per i maneggi dei matrona. Scrivo così di getto. Nel mio blog CONTRAOMNIARACALMUTO credo di avere pubblicato qualche centinato di pagine sull'argonemto. Non sono la voce della verità, ma le grandi menzgone della stampa sul matrona credo di averle bene smantellate. PUNTO B. Tinebra Baldassare fu ucciso da Centoedieci come esecutore del mandante don Calogero Vizzini che puniva il Tinebra dei latrocinii che aveva commesso a suo danno nella gestione della miniera di Gibillini. Il Vizzini alla fine degli anni Venti l' aveva dovuto abbandonare per il confino che il Fascismo gli aveva comminato. Sciascia è ambiguo sul fatto perché aveva motivi di gratitudine verso il Tinebra che lo aveva salvato dai provevdimenti dell'AMGOT di Canicattì in quanto fascista su richiesta del dottore Burruano,. Tutta una storia insomma che varie volte ho scritta. Tano Savateri vi ha intessuto un romanzo di un qualche sucecsso (Il silenzio dei Loquaci) raccontando frottole storiche. Mi ha ha ragguagliato Guglielmi Schillaci che fu testimone oculaee di quell'omicidio di Centoedieci. Non si può considerarsi delitto di mafia anche se perpetrato tra due notori mafiosi. Questo può essere stato lo spunto per il giorno della civetta che è in fondo un inno alla mafia. I capimafia "uomini" erano la fede di ciascia:: Vizzini che conobbe ed appezzò, Tinebra cui era rinonoscente, Carmelino Rizzo che lo protesse e che suscitava in Nanà stima ed amicizia profonde. Gli Alfano Burruano e tutto sommato l'idea (fallace) che si era fatta dei matrona anche per la devozione della sua famiglia. mentra aveva in odio i Tulumello per l'omicidio che avevano commesso contro un suo antenato un martorelli. Tutto quello che ho qui abborracciato è oggetto di mie lunghe scritture in CONTRA OMNIA RACALMUTO.
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