mercoledì 24 dicembre 2014
Gueli, Messana, la Cernigoi e don Calogero Vizzini.
Mi chiedo come certi magniloquenti storici reputino di poter fare storia. infangando questo o quel personaggio di cui ignorano tutto. Leggiamo in La Nuova Alabarda della Cernigoi: questa stilettata al capo della polizia Gueli:
"Durante la sua permanenza a Trieste, ove rimase fino al giugno 1943, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto Ispettorato Speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo."
Già Gueli? vedete questo sant'uomo? E' il celebre don Calogero Vizzini di Villalba. Sotto il fascismo le busca. Confino quindi ammonimento e allora ritorno al confino. Se non arrivano gli americani e non prende il sopravvento la clericale e pia DC finiva tristemente i suoi giorni. Eppure era pio e devoto. Nel 1927 interviene in suo favore un tale padre Tacchi Ventura S.J. più papa nero del papa nero (altro che l'ambiguo padre Nalbone S.J. da Racalmuto). Osservate questa minuta ministeriale del 16/2/1927 (anno V). Leggiamo: "si ha il pregio di restituire l'unita lettera di padre Tacchi Ventura [grande fiancheggiatore del neo regime fascista. n.d.r.] in favore del confinato comune VIZZINI CALOGERO". Il 10 febbraio 1927, il prefetto Palumbo scriveva: "Ora la stessa Maffia, nella sua
parte più alta, si a
gita con manovra subdola quanto tenace. per ottenere una rivincita. Così non ha mancato di assistere il Vizzini durante la sua detenzione in queste carceri, ricorrendo ad ogni mezzo per avere permessi di colloquio. Inoltre ha diffuso la voce che l'assegnazione del Vizzini al confino costituisca la distruzione delle aziende da lui tenute e quindi della situazione economica personale e della famiglia di lui, e che infine sia stata fatta senza tener calcolo del pregiudizio morale che ne è derivato per uno zio di lui, Mons. Scarlata, vescovo di Muro Lucano, e per un cugino di lui Mons. Vizzini Vescovo di Noto, i quali poi si afferma - si sarebbero già messi in movimento per ottenere - per mezzo della Santa Sede - il proscioglimento del loro congiunto."
E cavolo se si sono messi in movimento. Il fascicolo abbonda di echi di siffatte clericali ingerenze, le quali arrivano persino a coinvolgere un altissimo prelato romano: mons. Angelo Bartolomasi, arcivescovo titolare - ordinario militare preposto al capitolo del Panheon - ispettore centrale per l'assistenza religiosa nell' O.N.B.
Ma tutti questi maneggi andarono in buca, E perché'? guarda caso cozzarono contro un baluardo, proprio l'ISPETTORE GENERALE DI P.S. GIUSEPPE GUELI, rimasto tenace anche il
14 agosto 1935, XIII° quando ancora non deflette dal considerare il Vizzini, "un delinquente astuto e fortunato" Aggiunge che Don Calogero, "processato ben dieci volte pe rapine, estorsioni, associazioni per delinquere , frode nelle forniture militari in tempo di guerra, accaparramento, danneggiamento e bancarotta, è riuscito sempre ad avere l'assoluzione per insufficienza di prove, durante il periodo d'istruttoria o al momento del dibattimento, in forza di testimonianze compiacenti di elementi malfamati e di dichiarazioni favorevoli di individui pavidi, gravemente intimoriti dal suo nome e dalle sue gesta."
Che coraggio in codesto, malfamato dalla Cernigoi. signore Ispettore generale di P.S. e se costui teneva in grande stima quel Messana che la Cernigoi e contorni vorrebbero addirittura artefice della carneficina di Stato di Riesi nel 1919, io ho ulteriore motivo per ribadire la tesi di un n Messana eccelso funzionario pubblico, pe cui è da considerare una gloria di Racalmuto, checché ne pensino i miei amici di Malgrado Tutto.
"Durante la sua permanenza a Trieste, ove rimase fino al giugno 1943, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto Ispettorato Speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo."
Già Gueli? vedete questo sant'uomo? E' il celebre don Calogero Vizzini di Villalba. Sotto il fascismo le busca. Confino quindi ammonimento e allora ritorno al confino. Se non arrivano gli americani e non prende il sopravvento la clericale e pia DC finiva tristemente i suoi giorni. Eppure era pio e devoto. Nel 1927 interviene in suo favore un tale padre Tacchi Ventura S.J. più papa nero del papa nero (altro che l'ambiguo padre Nalbone S.J. da Racalmuto). Osservate questa minuta ministeriale del 16/2/1927 (anno V). Leggiamo: "si ha il pregio di restituire l'unita lettera di padre Tacchi Ventura [grande fiancheggiatore del neo regime fascista. n.d.r.] in favore del confinato comune VIZZINI CALOGERO". Il 10 febbraio 1927, il prefetto Palumbo scriveva: "Ora la stessa Maffia, nella sua
parte più alta, si a
gita con manovra subdola quanto tenace. per ottenere una rivincita. Così non ha mancato di assistere il Vizzini durante la sua detenzione in queste carceri, ricorrendo ad ogni mezzo per avere permessi di colloquio. Inoltre ha diffuso la voce che l'assegnazione del Vizzini al confino costituisca la distruzione delle aziende da lui tenute e quindi della situazione economica personale e della famiglia di lui, e che infine sia stata fatta senza tener calcolo del pregiudizio morale che ne è derivato per uno zio di lui, Mons. Scarlata, vescovo di Muro Lucano, e per un cugino di lui Mons. Vizzini Vescovo di Noto, i quali poi si afferma - si sarebbero già messi in movimento per ottenere - per mezzo della Santa Sede - il proscioglimento del loro congiunto."
E cavolo se si sono messi in movimento. Il fascicolo abbonda di echi di siffatte clericali ingerenze, le quali arrivano persino a coinvolgere un altissimo prelato romano: mons. Angelo Bartolomasi, arcivescovo titolare - ordinario militare preposto al capitolo del Panheon - ispettore centrale per l'assistenza religiosa nell' O.N.B.
Ma tutti questi maneggi andarono in buca, E perché'? guarda caso cozzarono contro un baluardo, proprio l'ISPETTORE GENERALE DI P.S. GIUSEPPE GUELI, rimasto tenace anche il
14 agosto 1935, XIII° quando ancora non deflette dal considerare il Vizzini, "un delinquente astuto e fortunato" Aggiunge che Don Calogero, "processato ben dieci volte pe rapine, estorsioni, associazioni per delinquere , frode nelle forniture militari in tempo di guerra, accaparramento, danneggiamento e bancarotta, è riuscito sempre ad avere l'assoluzione per insufficienza di prove, durante il periodo d'istruttoria o al momento del dibattimento, in forza di testimonianze compiacenti di elementi malfamati e di dichiarazioni favorevoli di individui pavidi, gravemente intimoriti dal suo nome e dalle sue gesta."
Che coraggio in codesto, malfamato dalla Cernigoi. signore Ispettore generale di P.S. e se costui teneva in grande stima quel Messana che la Cernigoi e contorni vorrebbero addirittura artefice della carneficina di Stato di Riesi nel 1919, io ho ulteriore motivo per ribadire la tesi di un n Messana eccelso funzionario pubblico, pe cui è da considerare una gloria di Racalmuto, checché ne pensino i miei amici di Malgrado Tutto.
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