Un tal Carollo, aduso ad una sua banale quotidianità. raggruma personaggi di disparata storia politica e sociale e in fondo così ci contesta:
"Franco Carollo Di solito non apprezzo particolarmente quanti fanno esercizio di verità, quelli che si ritengono graniticamente sicuri di essere nel vero. Rispetto a questo "certo Messana" e alla sua presenza a Palermo e nel contesto dei fatti relativi alla strage di Via Maqueda (19/10/1944) Noi vogliamo sapere
se c'è stato un ruolo
da parte dell' Ispettorato Generale della Pubblica Sicurezza.
Noi vogliamo sapere
se ebbero un ruolo quella mattina Messàna, Gueli e Collotti. Noi vogliamo sapere se a, sciopero concluso, a contratto sottoscritto, ci fu qualcuno che volle comunque del sangue, volle delle vittime innocenti. Il resto è successivo."
Rimartella manie esibizioniste di una tale Cernigoi, magari presa sul serio dal defunto Casarrubea,
E' già un progresso che il Carollo non aggiunga alla trade di 'famigerati' Ciro Verdiani che i famigerati titini esecutori criminli di 12.000 'demobranci' sloveni volevano criminale di guerra a loro immagine e somiglianza.
L'ra funesta di Casarrubea (o di Mario José Cereghino) deve pur ammettere che "nel 1952 si 'suicida' l'ispettore Ciro Verdiani:" Un paio di anni prima era finalmente riuscito a debellare il bandito Giuliano, che dopo Portella della Ginestrra, dopo l'immediato defenestramento di Ettore Giuseppe Tancredi Messana, per ben tre anni aveva potuto scorrazzare criminalmemnte lungo le cime montagnose di Montelepre. Naturalmente protetto e foraggiato dalle OSS americane, i veri padroni della Sicilia dall'entrata del luglio 1943.
Signor Carollo come potevano allora essere responsabli della strage del pane di via Maqueda, lei dice : del 19 ottobre 1944? Messana stava al Viminale a Roma appena uscito dal suo nascondiglio a Trastevere perché ricercato da Gestapo e dal famigerato Pavolini della RSI appena dopo l'8 settembre 1943? Mi permette di incazzarmi con lei, sig. Carolla per la sua protervia calunniatrice?
A me intressano poco Gueli e Collotti. Ma tutto si può sospetatre di loro ma non certo che se ne stessero nella bella Via Maqueda palermitana a tramare chissà che. O imbecitlli o infamanti le sue insinuazioni.
Gueli, bene o male, fu prosciolto da ogni accusa (ed è certo che nella lotta alla mafia del'era fascista si era merritevolmente distinto coìnfinnado l'ammanigliatissimo don Calogero Vizzini, ad ontta delle tante assoluzioni compiacenti per 'insuffucienza di prove'.
Quanto al Collotti non potè mai avere un giusto processo magari con condanna alla pena capitale perché sedicenti 'partigiani' non so di che colore e di quale nazionalità lo crivellarono di colpi insieme alla sua incolpevole compagna e così per completare quella sorta di giustizia sommaria, lo spogliarono anche dell'oro che - pare cospicuo - aveva con sé.
Io signor Carollo a queste cose mi incazzo forte, lei pare invece potersene stare quieto nella sua imperturbabile quotidianità.
Calogero Taverna
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