sabato 9 novembre 2013

Blenorragia al Circolo


Ecco l'ambigua fila dei palchi ottocenteschi del Teatro Regina Margherita, prima dello scempio da definire sciasciano: lui ci portò  quell'architetto veneziano che mal ridusse questi palchi del "peccato". Peccato e peccato di lussuria. Alcuni si erano ARRICCHITI NELL’0TTOCENTO CON LO ZOLZO, TANTISSIMI ERANO DISCESI NELLA PIU’  MESCHINA MISERIA CERCANDO UN INTROVABILE ZOLFO.LA CRESTOMAZIA LOCALE CON I MATRONA AL POTERE VOLEVA DIVERTIRSI. TASSANDO SI FECE QUESTO OPULENTO TEATRO. VENVANO LE COMPAGNIE DI OPERETTE. TANTE BALLERINE, BELLOCCE, DISPINIBILI E COSI' PER I GALANTUOMINI LOCALI CHE DISPONEVANO DI UN PALCO A TEATRO, QUEL PALCO DIVENIVA UNA COMODA E PROSSENETICA ALCOVA. TANTI DI QUEI SIGNOROTTI CONTRASSERO MALI BLENARROGICI. AL CIRCOLO UNIONE VI ERANO MEDICI SORNIONI MA ALLA FINE AVEVANO COMPRENSIONE PER QUEI DISCOLI E FEDIFRAGHI CONSOCI E LI CURAVANO. UN PRETE, PERSINO CONSIGLIERE COMUNALE, UN TAL PADRE GIUDIC0E (SE NO ANDIAMO ERRATI) TUONAVA CONTRO LE SPESE DI ASSOLDAMENTO DELLE COMPAGNIE TATRALI, FUCINE DI PECCATO CONTRA SEXTUM. NON CREDO CHE FOSSE PER RIGORI MORALI, FORSE PER MALCELATA INVIDIA. LlUI IL PALCO NON L'AVEVA NE’ POTEVA FREQUENTARLO: ERA PRETE.

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