Siccome io pago delle tasse ai comuni di Fiamignano e Pescorocchiano credo di poter dire qualcosa anche se non vi sono nato, ma addirittura nato ad un migliaio di chilometri. Non è per polemica che dico questo. Solo per pregare i cari cicolani giovani e vecchi di stare in concordia e cercare di tenere a battesimo questa nuova stagione economica e sociale del meraviglioso Cicolano. Terra questa di grandi tradizioni. Negli archivi Segreti Vaticani si rinvengono succulente testimonianze. Varato il Concilio di Trento, vescovi in veste di visitatori apostolici ne hanno descritto i fasti (e qualche nefasto). Le relationes ad limina dei vescovi reatinì, in urto con i Borboni del Regno delle due Sicilie d Napoli, ne ricalcano vicende e ne descrivono sottrazioni territoriali alle brave monache di San Pietro. L
a storia di Beatrice Cenci è molto sintomatica e ci spinge a conoscere meglio questa dicotomia tra i due Cicolani, quello longobardo e quello rimasto pertinacemente bizantino ..... e potrei non fermarmi. Dico questo perché tutta la valle del Salto dovrebbe essere una palestra di ricerca storica archeologica e libraria. Il pecorino cicolano credo che sia il migliore del mondo. Facciamolo risorgere. Una bella municipalizzata o azienda della Comunità montana sarebbe preziosa anche per l'economia nazionale o magari laziale. Prodotti caratteristici e veramente biolologici, tanti: oltre le castagne, penso ai fagioli. Nell'orto di mia suocera crescevano gustosissimi come le patate. Per non parlare delle lenticchie di Rascino. Nerse sta lì per dirci una parola illuminante sugli Oschi. Ma accanto perché non far rivivere le cave di marmo? Francescani della prima ora vi hanno nel cicolano impiantato conventi e vi hanno fatto crescere civiltà e buoni costumi che io, venendo dalla cruda Sicilia, non faccio altro che apprezzare. Star lì a rinfacciarsi contrasti per una brutta tela di Santa Lucia e per campanilismo significa sprofondare nell'immobilismo, nel peccato mortale dell'accidia: non mi sembra molto assennato. Sto per essere molto disordinato, ma credo che sia la spia di un vero e sincero attaccamento a questa bella terra, se non altro gradevole rifugio estivo quando bisogna fuggire dai soffocanti ed umidi caldi romani.
a storia di Beatrice Cenci è molto sintomatica e ci spinge a conoscere meglio questa dicotomia tra i due Cicolani, quello longobardo e quello rimasto pertinacemente bizantino ..... e potrei non fermarmi. Dico questo perché tutta la valle del Salto dovrebbe essere una palestra di ricerca storica archeologica e libraria. Il pecorino cicolano credo che sia il migliore del mondo. Facciamolo risorgere. Una bella municipalizzata o azienda della Comunità montana sarebbe preziosa anche per l'economia nazionale o magari laziale. Prodotti caratteristici e veramente biolologici, tanti: oltre le castagne, penso ai fagioli. Nell'orto di mia suocera crescevano gustosissimi come le patate. Per non parlare delle lenticchie di Rascino. Nerse sta lì per dirci una parola illuminante sugli Oschi. Ma accanto perché non far rivivere le cave di marmo? Francescani della prima ora vi hanno nel cicolano impiantato conventi e vi hanno fatto crescere civiltà e buoni costumi che io, venendo dalla cruda Sicilia, non faccio altro che apprezzare. Star lì a rinfacciarsi contrasti per una brutta tela di Santa Lucia e per campanilismo significa sprofondare nell'immobilismo, nel peccato mortale dell'accidia: non mi sembra molto assennato. Sto per essere molto disordinato, ma credo che sia la spia di un vero e sincero attaccamento a questa bella terra, se non altro gradevole rifugio estivo quando bisogna fuggire dai soffocanti ed umidi caldi romani.
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