Questo fu un glorioso e colto edificio sacro aperto al culto religioso. Solo così non rientrò nelle leggi eversive degli anni '80 dell'Ottocento. Vi pende ancora un vincolo di destinazione: la sua destinazione d'uso è quella di officiarvi riti cultuali cattolici a vantaggio della cittadinanza racalmutese credente. Ogni altra destinazione è contra legem. Tutto questo significa che occorre un'azione di recupero di edifici che non possono più sottrarsi a quelle leggi eversive, e che comunque vanno perseguiti tutti coloro che ne hanno cambiato il vincolo di destinazione sine titulo. L'edificio va ripristinato in interegrum. Le spese devono ricadere sul possessore di fatto che ha determinato questo sfacelo, in poche parole alla Matrice di Racalmuto facendo condannare anche quei titolari dell'attuale parrocchia della Matrice che arrivano persino a farne commercio affittuario. A chi l'ingrata incombenza? Non ho dubbi: agli attuali commissari che peraltro in loco dovrebbero fare gli interessi del FONDO CULTO.
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