Lillo Taverna
Dispongo di filmini, quanto maldestri Dio solo sa, ma che riprendono passo
passo tutta l'ex chiesa ora indubbio patrimonio del Comune da quasi
centoinquantanni. Quello che chiami restauro è un nefando sacrilegio. Chi lo ha
permesso? Nessuno ne deve rispndere?' Andiamo oltre e tutto va bene madame la
marchesa? NON CI STO Ripariamo; no, completamento dell'ignobile vandalismo. E
il discorso si abbina subito con la Mastranza. IO SO
Lillo Taverna
Non è più chiesa. Intanto recuperiamo il quadro di proprietà del comune e se
qualche prete lo ha danneggiato lasciandolo ammuffire denunciamolo per incauta
custodia di beni COMUNALI. O se lo ha lasciato vituperare da KIKI catacuminali
(notorii iconoclasti) la querela diventi denuncia. Se questo lo so io poca
importa ma se lo sa un sindaco un commissario un assessore un consigliere
comunale un dirigente e non procede incappa in omessa o ritardata decunca: sono
begli anni di galera.
Lillo Taverna
In che via si trova? Chi ci abitava, che opificio vi era? Mi complimento. Con
le vostre foto costringerete a noi microstorici racalmutesi di fare sul serio e
non spiattellare panzane come ad esempio far nascere fra Diego la Matina nel
1622 (nacque indubitabilmente nel 1621 e vi sono due indubitabili atti di
battesimo in Matrice che lo coonestano indiscutibilmente; uno in brutta copia
ed uno in bella. Sciascia fu male informato Peggio per lui che non amava
respirare polvere d'archivio. Se questa foto si riferisce a vecchie case site
dove sospetto, lì vicino vi nacque proprio Didacus La Matina e se volete vi
dico padre, madre, padrini e vi racconto del fratello che andò a sposarsi a
Canicattì e vi accenno pure alla madre che era una terziaria carmelitana pia e
devota, altro che madre di eretico dal tenace concetto, che poi significa solo
testardo. Con buona pace di un saccente insegnante di Canicattì che ha sprecato
un libro intero per dire minchiate sulla famiglia di fra Diego.
Lillo Taverna
allora non c'entra niente con fra Diego che nacque a lu Chianu Strauli.
Disponiamo del censimento 1828 del Quarterio Montis. Chissà se è possibile
individuare gli abitanti di allora nelle residue case che appropriatamente
chiamate di "gesso". Non credo ozioso questo collegamento
"storico" per tutte le residue vecchie case di "gesso"; ho
sempre pensato ce almeno con quella ultima "numerazione delle anie"
sarebbe prezioso un lavoro di storica ricognizione. Si tratterebbe di
ricostruire il vero CENTRO STORICO mandando in aria certe fasulle e
costosissime invenzioni mappali, targate Grotte. Mi complimento ancora una
volta co voi. Voglio vedere se il nuovo ufficio tecnico si mette a concedere
licenze per demolizioni di santa pianta, al limite dovrà imporre la ineludibile
norma dello SCUCI e CUCI. Per il passato? Quanto rammarico non esserci stati.
Vi domando: perché non vi costituite in gruppo di volontari che il Comune
dovrebbe riconoscervi e darvi ogni supporto? Quanti giovani volenterosi nel
frattempo potrebbero trovare anche leciti rimborsi?
Lillo Taverna
Spero che si appia che scattare una foto e buttarla lì come per spasso è
deplorevole. Si ha l'obbligo di ubicarla con precisione. Sono denunce. Grandi sono
le conseguenze. Scattano obblighi per l'UFFICIO TECNICO. Con questi commissari
che vengono settimanalmente a farci visita e poi chi si è visto si è visto,
l'Ufficio viena mandato allo sbaraglio. Si aggiunge caos a caos. Aiutiamo
l'Ufficio Tecnico che è nostro, in cui ci lavorano persone degnissime. Se ci va
di giocare allo sbaraglio, ... non seguo più. Mi si chiami poi per diminutivo e
Cognome come mi annuncio, ma non consento a nessuno che mi si amputino i miei
titoli accademici che onorevolmente ho conseguito all'Università di Palermo ne
1958. Se vogliono il diploma di laurea in originale mi premurerò di recapitarglielo
nel minor tempo possibile. Io rispetto tutti sino a che qualcuno non sgarra.
Allora divento terribile. I ragazzuoli poi sono in grado di friggerli su una
padella ben più ardente di quella di San Lorenzo o magari dell’ inventato
diacono Diego La Matina
Buona domenica ai miei visitatori e soprattutto alle gentili
mie visitatrici. Chiedo innanzitutto vere scuse a quanti cattoliche e cattolici
mi degnano di una qualche attenzione. So bene che sono alquanto irriguardoso
nel confronti della loro fede più o meno sentita, Qui capovolgo il brocardo,
massima stima le credenti e i credenti, scarsissimo rispetto per il contenuto
del loro credo. Del resto p...enso che siamo pari: cosa dite voi cattoliche e
cattolici contro il mio veterocomunismo; se non mangiamo più i bambini ci date
per morti e sepolti. Con i dovuti scongiuri. Ma voi state sopravvivendo
credendo che un patetico papa cicciu con tre pater ave e gloria risolve la
questione sociale della moderna società OPULENTA. Già, con il saio e il cingolo
di san Francesco voi donne correte qui a Roma dallo story a nome TOY a comprare
calze psichedeliche che oggi mi hanno prosciugato il portafogli, e i vostri
figli se non li dotati dell'ultima versione di Ipad vi tolgono il saluto e
l'aggeggio ultracostoso se lo fanno regalare dalla nonna che tutti dicono che
con la magra pensione non ce la fa a sbarcare il lunario e vostro marito non
ama più andare nella non vecchia auto, siccome praticano sconti appetibilissimi
cambia macchia; e via discorrendo. E subitoi dopo ad applaudire Papa Cicciu che
si preoccupa di chi ha fame nel mondo. La società capitalistica almeno questo
grave problema l'ha risolto. Noi comunisti diciamo che non basta. Voi ci
irridete, e pare che ora avete preso in mano i forconi. Per austerità i vostri
figli universitari non mettono più il cappello a punta e non vogliono
sottostare alla pesantissima bara dell'Addolorata del Monte con un pugnale simbolo
dei vostri peccati infisso sopra il seno per non andare a ferire il cuore.
Io sono ionico e dovrei stare zitto, ma non sto zitto. Turbo miei carissimi amici cattolici - le donne, essendo visionarie di majukore, da irriducibile maschilista non le degno - quali restano interdetti. Non sanno se dovendomi considerare scomunicato ipso facto devono evitarmi "quia vitansus sum". Restano molto imbarazzati, traccheggiano ma alla fine si decidono, scendono ad un compromesso cattolico; hanno abilissima penna e quindi riescono persino ad applaudirmi prendendo al contempo ogni decente distanza. Mi diverto, mi affeziono vieppiù e qui pubblicamente li ringrazio.
Io sono ionico e dovrei stare zitto, ma non sto zitto. Turbo miei carissimi amici cattolici - le donne, essendo visionarie di majukore, da irriducibile maschilista non le degno - quali restano interdetti. Non sanno se dovendomi considerare scomunicato ipso facto devono evitarmi "quia vitansus sum". Restano molto imbarazzati, traccheggiano ma alla fine si decidono, scendono ad un compromesso cattolico; hanno abilissima penna e quindi riescono persino ad applaudirmi prendendo al contempo ogni decente distanza. Mi diverto, mi affeziono vieppiù e qui pubblicamente li ringrazio.
Carmelo Rizzo
Va beni và......appena le fiamme rientrano in un fuoco regolare ecco che subito
lo fai "svambare" con una tanga di benzina e che dirti? non sempre ti
credo....l'ironia su se stessi e sulle "cose" spesso spinge ad
esagerare ecco la benzina sul fuoco! e comunque ringrazio e ricambio con
affetto il tuo augurio........(non importa se non era rivolto a me il tuo
scritto! mi piace commentarlo così........ciao)
Lillo Taverna
con te il tono non può che essere diverso. Comunque io mi diverto con le anime
pie. Intanto un abbraccio affettuosissimo da chi ti stima tanto. Tra breve sono
a Racalmuto e gli auguri natalizi
Carmelo Rizzo
Chi si esageratu! io "Padre della Chiesa"!!!!!! Fammi sapere e verrò
a trovarti.....di sicuro così ci scambiamo quattru maliparoli! ciaoooooo
Lillo Taverna
Tu conosci il clero agrigentino meglio di me. Più di te lo conoscevo negli '50.
E' di una tale ignoranza e sciatteria per cui altro he padre della chiesa sei
tu ... ma molto molto di più. Dopo il giorno 18 dicembre io sono là dove sei
venuto a trovarmi...Altro
Certo oggi quella operazione folle di fare acquistare al MPS
un gruppo bancario patrimonialmente valido senza tenere conto dell'aspetto
della liquidità, ha segnato un dolorosissimo flop gestionale. L'operazione, che
era poi di salvataggio bancario, appare persino pregevole sotto il profilo di
Basilea DUE ; acquistare per soli 8 miliardi di euro un aggregato bancario,
paCerto oggi quella operazion...e folle di fare acquistare al MPS un gruppo
bancario patrimonialmente valido senza tenere conto dell'aspetto della
liquidità, ha segnato un dolorosissimo flop gestionale. L'operazione, che era
poi di salvataggio bancario, appare persino pregevole sotto il profilo di
Basilea DUE ; acquistare per soli 8 miliardi di euro un aggregato bancario,
particolarmente appetibile specie per essere tradizionalmente la grande
tesoriera delle rimesse padovane del Santo, quale aggregato per le mie
cognizioni si aggira sui venti miliardi di euro, doveva determinare proficuo irrobustimento
patrimoniale. Senonché, l'esborso del pur contenuto costo sta mettendo in
ginocchio un titano del sistema bancario italiano. Ecco scoppiare il bubbone
del lato oscuro, l'equilibrio del cash flow.
Io non penso che Basilea3 potrà essere la bussola della saggia navigazione bancaria nel gran pelago dei flussi liquidi.
Mia nipote, invece, una giovane scrupolosa, seria, puntigliosa, si è tuffata negli uffici di un grosso gruppo bancario; ha studiato Basilea tre, ha almanaccato dati, cifre, variazioni, coefficienti e sfiancandosi in un ginepraio di algoritmi ha conseguito un portento di simulazioni in tema di Basilea tre.
Le grandi banche dovrebbe requisire questa solitaria e preziosa competenza. Ma l'Italia lascia cadere i suoi geniali ricercatori. Mia nipote per ora si dedica ad altro. Forse qualche banchiere illuminato mi leggerà e capirà bene quello che mi riprometto d'illustrare.
Intanto come vademecum trascrivo le compendiose ma troppo dense considerazioni finali. Ma è solo un assaggio.
CONCLUSIONI
Con la presente ricerca, come già più volte rammentato, si è voluto porre l’accento sul rischio di liquidità bancario.
La criticità del rischio di liquidità nella gestione bancaria è emersa a seguito della crisi finanziaria, ma ancor prima della crisi di fiducia interbancaria a cui si è assistito nel biennio 2007 - 2008.
Tale vicenda è stata la scintilla che ha spinto le Autorità di Vigilanza e le Istituzioni internazionali a riflettere in modo critico sulla costituzione di metodologie di monitoraggio e di gestione del rischio di liquidità, uniformi su base mondiale (ma più in generale sul monitoraggio e sulla gestione delle diverse tipologie di rischio bancarie).
Tutto ciò è stato formalizzato nelle linee guida conosciute sotto il nome di Basilea 3 (ed ancor prima nel documento dei “Principles for sound liquidity risk management and supervision”) che, alla luce di queste nuove considerazioni, sono state emanate con due intenti: da un lato, aggiornare le indicazioni fornite in precedenza con Basilea 2 superandone gli aspetti rivelatisi fallimentari, e, dall’altro, iniziare a costruire in modo più formalizzato una struttura di indicatori (LCR e NSFR) ed adempimenti (gli strumenti di monitoraggio) per la gestione del rischio di liquidità.
Ad oggi il processo di recepimento di Basilea 3 sembra tuttavia in una fase di stallo: le prime implementazioni dovevano attuarsi a gennaio 2013, ma sono in atto dispute per prorogarne i termini, seguendo la proroga degli USA, che hanno annunciato di implementare i precetti di Basilea 3 con un anno di ritardo (a far data dall’1/01/2014).
Con riferimento all’implementazione degli indicatori di liquidità, nei primi giorni di gennaio 2013, i Governatori delle Banche Centrali hanno stabilito che, nel 2015, l’LCR entrerà a regime solo al 60%, e non al 100% come precedentemente deciso, al fine di concedere più tempo alle banche per potersi adeguare ai nuovi principi e costruire in maniera più idonea e circostanziata gli adeguati buffer di liquidità richiesti.
Nonostante la lentezza delle Autorità di Vigilanza nell’accettare l’importanza del rischio di liquidità nella gestione del rischio nelle istituzioni bancarie, la letteratura accademica da tempo si occupava del tema: già nel 1999 Bangia, Diebold, Schuermann e Stroughair proponevano un metodo per la misurazione del market liquidity risk, e, ancor prima (1951), Dell’Amore affrontava il tema del rischio di liquidità nelle banche.
Nel corso del lavoro emerge anche l’importante ruolo svolto dal Liquidity Risk Management (LRM): funzione bancaria cui viene oggi riconosciuta autonomia nelle scelte di gestione dei rischi seppure essa debba continuamente mantenere flussi informativi con le altre aree del Risk Management al fine di coordinare le strategie gestionali dei diversi rischi. Precedentemente, infatti, l’LRM non si distingueva all’interno della più generica funzione di Risk Management.
L’intento dell’indagine, oltre a registrare lo stato dell’arte degli attuali orientamenti tanto della letteratura quanto della normativa, è stato quello di approfondire le ultime novità in tema di rischio di liquidità intraday.
Quest’ultimo tema è stato affrontato attraverso lo studio del documento consultivo del Comitato di Basilea che ha ad oggetto proprio l’implementazione di un insieme di indicatori di monitoraggio del suddetto rischio.
Per riuscire ad afferrare meglio l’importanza della gestione del rischio di liquidità intraday all’interno delle banche si è pertanto condotto un case study, in collaborazione con il Gruppo Bancario Iccrea che ha fornito i dati interni, per poter costruire gli indicatori di liquidità intraday, producendo dei report (giornalieri e mensili) e monitorandoli per un quadrimestre.
Attraverso il case study si sono potuti approfondire tutti gli aggregati utili per la gestione del rischio di liquidità intraday e analizzare le relazioni che si creano tra i diversi indicatori sviluppati, al fine di giungere alla comprensione dell’analisi giornaliera che si deve condurre su di essi, per una gestione proattiva della liquidità giornaliera.
Pertanto l’integrazione della gestione del rischio di liquidità intraday nei sistemi di Risk Management è l’ulteriore passo che le banche saranno costrette a fare nel prossimo futuro.
Ciò che è emerso dal case study, tra l’altro, è che una gestione corretta della liquidità giornaliera può anche essere fonte di risparmio e/o guadagno: avere consapevolezza dei flussi dei pagamenti che si dovranno fronteggiare nel corso di ogni giornata lavorativa consente di dotarsi della giusta quantità di riserve per potervi far fronte e, pertanto, evitare di detenere inutilmente quantità eccessive di risorse che possono essere invece impiegate in maniera fruttuosa su altre attività.
Per poter giungere ad una gestione consapevole della liquidità in un orizzonte di tempo così breve quale l’intraday, però, è necessario operare il monitoraggio della liquidità per lunghi periodi al fine di poter elaborare strategie di gestione integrate tra il brevissimo termine (l’intraday) e il medio-lungo termine. Inoltre, gli andamenti delle serie storiche degli indicatori di liquidità intraday consentono di prevenire eventuali inversioni di tendenza nella gestione interna e/o percepire in anticipo eventuali cambiamenti nelle condizioni di mercato; peraltro possono aiutare nei processi di pianificazione strategica di una diversa impostazione della gestione della liquidità giornaliera da concordare, non solo con tutte le aree del Risk Management, ma in modo più ampio con tutte le aree e le funzioni strategiche di una banca.
Relativamente al Gruppo Bancario Iccrea, dall’analisi dei risultati ottenuti nell’ambito del case study, è emerso che la Banca nel periodo considerato ha assunto un approccio altamente prudenziale nella gestione del rischio di liquidità intraday. Per tutto il periodo in esame si sono riscontrate riserve di liquidità giornaliere con le quali si riusciva a coprire ampiamente il fabbisogno di uscite di cassa in capo alla banca.
A seguito di questo riscontro si potrebbe pensare di impiegare la liquidità giornaliera detenuta per far fronte alle uscite di cassa in progetti remunerativi.
Il documento del Comitato di Basilea “Monitoring indicators for intraday liquidity management” è solo il primo che si occupa di tale tematica; per una corretta ed uniforme implementazione di sistemi di gestione di liquidità intraday nelle banche è necessario che altri documenti seguano e altri dibattiti si sviluppino tanto tra gli studiosi quanto in seno alle istituzioni che di si occupano di coordinare e stilare le linee guida della normativa in materia bancaria.
Dal canto loro, è opportuno che anche le banche inizino a sperimentare sistemi di monitoraggio della liquidità giornaliera, al fine di poterne evidenziare gli aspetti utili e individuarne quelli critici nell’implementazione, di modo che le Autorità preposte ne tengano conto nella predisposizione delle regole di implementazione che emanano al fine di dirimerne le difficoltà applicative.
rticolarmente appetibile specie per essere tradizionalmente la grande tesoriera delle rimesse padovane del Santo, quale aggregato per le mie cognizioni si aggira sui venti miliardi di euro, doveva determinare proficuo irrobustimento patrimoniale. Senonché, l'esborso del pur contenuto costo sta mettendo in ginocchio un titano del sistema bancario italiano. Ecco scoppiare il bubbone del lato oscuro, l'equilibrio del cash flow.
Io non penso che Basilea3 potrà essere la bussola della saggia navigazione bancaria nel gran pelago dei flussi liquidi.
Mia nipote, invece, una giovane scrupolosa, seria, puntigliosa, si è tuffata negli uffici di un grosso gruppo bancario; ha studiato Basilea tre, ha almanaccato dati, cifre, variazioni, coefficienti e sfiancandosi in un ginepraio di algoritmi ha conseguito un portento di simulazioni in tema di Basilea tre.
Le grandi banche dovrebbe requisire questa solitaria e preziosa competenza. Ma l'Italia lascia cadere i suoi geniali ricercatori. Mia nipote per ora si dedica ad altro. Forse qualche banchiere illuminato mi leggerà e capirà bene quello che mi riprometto d'illustrare.
Intanto come vademecum trascrivo le compendiose ma troppo dense considerazioni finali. Ma è solo un assaggio.
CONCLUSIONI
Con la presente ricerca, come già più volte rammentato, si è voluto porre l’accento sul rischio di liquidità bancario.
La criticità del rischio di liquidità nella gestione bancaria è emersa a seguito della crisi finanziaria, ma ancor prima della crisi di fiducia interbancaria a cui si è assistito nel biennio 2007 - 2008.
Tale vicenda è stata la scintilla che ha spinto le Autorità di Vigilanza e le Istituzioni internazionali a riflettere in modo critico sulla costituzione di metodologie di monitoraggio e di gestione del rischio di liquidità, uniformi su base mondiale (ma più in generale sul monitoraggio e sulla gestione delle diverse tipologie di rischio bancarie).
Tutto ciò è stato formalizzato nelle linee guida conosciute sotto il nome di Basilea 3 (ed ancor prima nel documento dei “Principles for sound liquidity risk management and supervision”) che, alla luce di queste nuove considerazioni, sono state emanate con due intenti: da un lato, aggiornare le indicazioni fornite in precedenza con Basilea 2 superandone gli aspetti rivelatisi fallimentari, e, dall’altro, iniziare a costruire in modo più formalizzato una struttura di indicatori (LCR e NSFR) ed adempimenti (gli strumenti di monitoraggio) per la gestione del rischio di liquidità.
Ad oggi il processo di recepimento di Basilea 3 sembra tuttavia in una fase di stallo: le prime implementazioni dovevano attuarsi a gennaio 2013, ma sono in atto dispute per prorogarne i termini, seguendo la proroga degli USA, che hanno annunciato di implementare i precetti di Basilea 3 con un anno di ritardo (a far data dall’1/01/2014).
Con riferimento all’implementazione degli indicatori di liquidità, nei primi giorni di gennaio 2013, i Governatori delle Banche Centrali hanno stabilito che, nel 2015, l’LCR entrerà a regime solo al 60%, e non al 100% come precedentemente deciso, al fine di concedere più tempo alle banche per potersi adeguare ai nuovi principi e costruire in maniera più idonea e circostanziata gli adeguati buffer di liquidità richiesti.
Nonostante la lentezza delle Autorità di Vigilanza nell’accettare l’importanza del rischio di liquidità nella gestione del rischio nelle istituzioni bancarie, la letteratura accademica da tempo si occupava del tema: già nel 1999 Bangia, Diebold, Schuermann e Stroughair proponevano un metodo per la misurazione del market liquidity risk, e, ancor prima (1951), Dell’Amore affrontava il tema del rischio di liquidità nelle banche.
Nel corso del lavoro emerge anche l’importante ruolo svolto dal Liquidity Risk Management (LRM): funzione bancaria cui viene oggi riconosciuta autonomia nelle scelte di gestione dei rischi seppure essa debba continuamente mantenere flussi informativi con le altre aree del Risk Management al fine di coordinare le strategie gestionali dei diversi rischi. Precedentemente, infatti, l’LRM non si distingueva all’interno della più generica funzione di Risk Management.
L’intento dell’indagine, oltre a registrare lo stato dell’arte degli attuali orientamenti tanto della letteratura quanto della normativa, è stato quello di approfondire le ultime novità in tema di rischio di liquidità intraday.
Quest’ultimo tema è stato affrontato attraverso lo studio del documento consultivo del Comitato di Basilea che ha ad oggetto proprio l’implementazione di un insieme di indicatori di monitoraggio del suddetto rischio.
Per riuscire ad afferrare meglio l’importanza della gestione del rischio di liquidità intraday all’interno delle banche si è pertanto condotto un case study, in collaborazione con il Gruppo Bancario Iccrea che ha fornito i dati interni, per poter costruire gli indicatori di liquidità intraday, producendo dei report (giornalieri e mensili) e monitorandoli per un quadrimestre.
Attraverso il case study si sono potuti approfondire tutti gli aggregati utili per la gestione del rischio di liquidità intraday e analizzare le relazioni che si creano tra i diversi indicatori sviluppati, al fine di giungere alla comprensione dell’analisi giornaliera che si deve condurre su di essi, per una gestione proattiva della liquidità giornaliera.
Pertanto l’integrazione della gestione del rischio di liquidità intraday nei sistemi di Risk Management è l’ulteriore passo che le banche saranno costrette a fare nel prossimo futuro.
Ciò che è emerso dal case study, tra l’altro, è che una gestione corretta della liquidità giornaliera può anche essere fonte di risparmio e/o guadagno: avere consapevolezza dei flussi dei pagamenti che si dovranno fronteggiare nel corso di ogni giornata lavorativa consente di dotarsi della giusta quantità di riserve per potervi far fronte e, pertanto, evitare di detenere inutilmente quantità eccessive di risorse che possono essere invece impiegate in maniera fruttuosa su altre attività.
Per poter giungere ad una gestione consapevole della liquidità in un orizzonte di tempo così breve quale l’intraday, però, è necessario operare il monitoraggio della liquidità per lunghi periodi al fine di poter elaborare strategie di gestione integrate tra il brevissimo termine (l’intraday) e il medio-lungo termine. Inoltre, gli andamenti delle serie storiche degli indicatori di liquidità intraday consentono di prevenire eventuali inversioni di tendenza nella gestione interna e/o percepire in anticipo eventuali cambiamenti nelle condizioni di mercato; peraltro possono aiutare nei processi di pianificazione strategica di una diversa impostazione della gestione della liquidità giornaliera da concordare, non solo con tutte le aree del Risk Management, ma in modo più ampio con tutte le aree e le funzioni strategiche di una banca.
Relativamente al Gruppo Bancario Iccrea, dall’analisi dei risultati ottenuti nell’ambito del case study, è emerso che la Banca nel periodo considerato ha assunto un approccio altamente prudenziale nella gestione del rischio di liquidità intraday. Per tutto il periodo in esame si sono riscontrate riserve di liquidità giornaliere con le quali si riusciva a coprire ampiamente il fabbisogno di uscite di cassa in capo alla banca.
A seguito di questo riscontro si potrebbe pensare di impiegare la liquidità giornaliera detenuta per far fronte alle uscite di cassa in progetti remunerativi.
Il documento del Comitato di Basilea “Monitoring indicators for intraday liquidity management” è solo il primo che si occupa di tale tematica; per una corretta ed uniforme implementazione di sistemi di gestione di liquidità intraday nelle banche è necessario che altri documenti seguano e altri dibattiti si sviluppino tanto tra gli studiosi quanto in seno alle istituzioni che di si occupano di coordinare e stilare le linee guida della normativa in materia bancaria.
Dal canto loro, è opportuno che anche le banche inizino a sperimentare sistemi di monitoraggio della liquidità giornaliera, al fine di poterne evidenziare gli aspetti utili e individuarne quelli critici nell’implementazione, di modo che le Autorità preposte ne tengano conto nella predisposizione delle regole di implementazione che emanano al fine di dirimerne le difficoltà applicative.Visualizza altro
Io non penso che Basilea3 potrà essere la bussola della saggia navigazione bancaria nel gran pelago dei flussi liquidi.
Mia nipote, invece, una giovane scrupolosa, seria, puntigliosa, si è tuffata negli uffici di un grosso gruppo bancario; ha studiato Basilea tre, ha almanaccato dati, cifre, variazioni, coefficienti e sfiancandosi in un ginepraio di algoritmi ha conseguito un portento di simulazioni in tema di Basilea tre.
Le grandi banche dovrebbe requisire questa solitaria e preziosa competenza. Ma l'Italia lascia cadere i suoi geniali ricercatori. Mia nipote per ora si dedica ad altro. Forse qualche banchiere illuminato mi leggerà e capirà bene quello che mi riprometto d'illustrare.
Intanto come vademecum trascrivo le compendiose ma troppo dense considerazioni finali. Ma è solo un assaggio.
CONCLUSIONI
Con la presente ricerca, come già più volte rammentato, si è voluto porre l’accento sul rischio di liquidità bancario.
La criticità del rischio di liquidità nella gestione bancaria è emersa a seguito della crisi finanziaria, ma ancor prima della crisi di fiducia interbancaria a cui si è assistito nel biennio 2007 - 2008.
Tale vicenda è stata la scintilla che ha spinto le Autorità di Vigilanza e le Istituzioni internazionali a riflettere in modo critico sulla costituzione di metodologie di monitoraggio e di gestione del rischio di liquidità, uniformi su base mondiale (ma più in generale sul monitoraggio e sulla gestione delle diverse tipologie di rischio bancarie).
Tutto ciò è stato formalizzato nelle linee guida conosciute sotto il nome di Basilea 3 (ed ancor prima nel documento dei “Principles for sound liquidity risk management and supervision”) che, alla luce di queste nuove considerazioni, sono state emanate con due intenti: da un lato, aggiornare le indicazioni fornite in precedenza con Basilea 2 superandone gli aspetti rivelatisi fallimentari, e, dall’altro, iniziare a costruire in modo più formalizzato una struttura di indicatori (LCR e NSFR) ed adempimenti (gli strumenti di monitoraggio) per la gestione del rischio di liquidità.
Ad oggi il processo di recepimento di Basilea 3 sembra tuttavia in una fase di stallo: le prime implementazioni dovevano attuarsi a gennaio 2013, ma sono in atto dispute per prorogarne i termini, seguendo la proroga degli USA, che hanno annunciato di implementare i precetti di Basilea 3 con un anno di ritardo (a far data dall’1/01/2014).
Con riferimento all’implementazione degli indicatori di liquidità, nei primi giorni di gennaio 2013, i Governatori delle Banche Centrali hanno stabilito che, nel 2015, l’LCR entrerà a regime solo al 60%, e non al 100% come precedentemente deciso, al fine di concedere più tempo alle banche per potersi adeguare ai nuovi principi e costruire in maniera più idonea e circostanziata gli adeguati buffer di liquidità richiesti.
Nonostante la lentezza delle Autorità di Vigilanza nell’accettare l’importanza del rischio di liquidità nella gestione del rischio nelle istituzioni bancarie, la letteratura accademica da tempo si occupava del tema: già nel 1999 Bangia, Diebold, Schuermann e Stroughair proponevano un metodo per la misurazione del market liquidity risk, e, ancor prima (1951), Dell’Amore affrontava il tema del rischio di liquidità nelle banche.
Nel corso del lavoro emerge anche l’importante ruolo svolto dal Liquidity Risk Management (LRM): funzione bancaria cui viene oggi riconosciuta autonomia nelle scelte di gestione dei rischi seppure essa debba continuamente mantenere flussi informativi con le altre aree del Risk Management al fine di coordinare le strategie gestionali dei diversi rischi. Precedentemente, infatti, l’LRM non si distingueva all’interno della più generica funzione di Risk Management.
L’intento dell’indagine, oltre a registrare lo stato dell’arte degli attuali orientamenti tanto della letteratura quanto della normativa, è stato quello di approfondire le ultime novità in tema di rischio di liquidità intraday.
Quest’ultimo tema è stato affrontato attraverso lo studio del documento consultivo del Comitato di Basilea che ha ad oggetto proprio l’implementazione di un insieme di indicatori di monitoraggio del suddetto rischio.
Per riuscire ad afferrare meglio l’importanza della gestione del rischio di liquidità intraday all’interno delle banche si è pertanto condotto un case study, in collaborazione con il Gruppo Bancario Iccrea che ha fornito i dati interni, per poter costruire gli indicatori di liquidità intraday, producendo dei report (giornalieri e mensili) e monitorandoli per un quadrimestre.
Attraverso il case study si sono potuti approfondire tutti gli aggregati utili per la gestione del rischio di liquidità intraday e analizzare le relazioni che si creano tra i diversi indicatori sviluppati, al fine di giungere alla comprensione dell’analisi giornaliera che si deve condurre su di essi, per una gestione proattiva della liquidità giornaliera.
Pertanto l’integrazione della gestione del rischio di liquidità intraday nei sistemi di Risk Management è l’ulteriore passo che le banche saranno costrette a fare nel prossimo futuro.
Ciò che è emerso dal case study, tra l’altro, è che una gestione corretta della liquidità giornaliera può anche essere fonte di risparmio e/o guadagno: avere consapevolezza dei flussi dei pagamenti che si dovranno fronteggiare nel corso di ogni giornata lavorativa consente di dotarsi della giusta quantità di riserve per potervi far fronte e, pertanto, evitare di detenere inutilmente quantità eccessive di risorse che possono essere invece impiegate in maniera fruttuosa su altre attività.
Per poter giungere ad una gestione consapevole della liquidità in un orizzonte di tempo così breve quale l’intraday, però, è necessario operare il monitoraggio della liquidità per lunghi periodi al fine di poter elaborare strategie di gestione integrate tra il brevissimo termine (l’intraday) e il medio-lungo termine. Inoltre, gli andamenti delle serie storiche degli indicatori di liquidità intraday consentono di prevenire eventuali inversioni di tendenza nella gestione interna e/o percepire in anticipo eventuali cambiamenti nelle condizioni di mercato; peraltro possono aiutare nei processi di pianificazione strategica di una diversa impostazione della gestione della liquidità giornaliera da concordare, non solo con tutte le aree del Risk Management, ma in modo più ampio con tutte le aree e le funzioni strategiche di una banca.
Relativamente al Gruppo Bancario Iccrea, dall’analisi dei risultati ottenuti nell’ambito del case study, è emerso che la Banca nel periodo considerato ha assunto un approccio altamente prudenziale nella gestione del rischio di liquidità intraday. Per tutto il periodo in esame si sono riscontrate riserve di liquidità giornaliere con le quali si riusciva a coprire ampiamente il fabbisogno di uscite di cassa in capo alla banca.
A seguito di questo riscontro si potrebbe pensare di impiegare la liquidità giornaliera detenuta per far fronte alle uscite di cassa in progetti remunerativi.
Il documento del Comitato di Basilea “Monitoring indicators for intraday liquidity management” è solo il primo che si occupa di tale tematica; per una corretta ed uniforme implementazione di sistemi di gestione di liquidità intraday nelle banche è necessario che altri documenti seguano e altri dibattiti si sviluppino tanto tra gli studiosi quanto in seno alle istituzioni che di si occupano di coordinare e stilare le linee guida della normativa in materia bancaria.
Dal canto loro, è opportuno che anche le banche inizino a sperimentare sistemi di monitoraggio della liquidità giornaliera, al fine di poterne evidenziare gli aspetti utili e individuarne quelli critici nell’implementazione, di modo che le Autorità preposte ne tengano conto nella predisposizione delle regole di implementazione che emanano al fine di dirimerne le difficoltà applicative.
rticolarmente appetibile specie per essere tradizionalmente la grande tesoriera delle rimesse padovane del Santo, quale aggregato per le mie cognizioni si aggira sui venti miliardi di euro, doveva determinare proficuo irrobustimento patrimoniale. Senonché, l'esborso del pur contenuto costo sta mettendo in ginocchio un titano del sistema bancario italiano. Ecco scoppiare il bubbone del lato oscuro, l'equilibrio del cash flow.
Io non penso che Basilea3 potrà essere la bussola della saggia navigazione bancaria nel gran pelago dei flussi liquidi.
Mia nipote, invece, una giovane scrupolosa, seria, puntigliosa, si è tuffata negli uffici di un grosso gruppo bancario; ha studiato Basilea tre, ha almanaccato dati, cifre, variazioni, coefficienti e sfiancandosi in un ginepraio di algoritmi ha conseguito un portento di simulazioni in tema di Basilea tre.
Le grandi banche dovrebbe requisire questa solitaria e preziosa competenza. Ma l'Italia lascia cadere i suoi geniali ricercatori. Mia nipote per ora si dedica ad altro. Forse qualche banchiere illuminato mi leggerà e capirà bene quello che mi riprometto d'illustrare.
Intanto come vademecum trascrivo le compendiose ma troppo dense considerazioni finali. Ma è solo un assaggio.
CONCLUSIONI
Con la presente ricerca, come già più volte rammentato, si è voluto porre l’accento sul rischio di liquidità bancario.
La criticità del rischio di liquidità nella gestione bancaria è emersa a seguito della crisi finanziaria, ma ancor prima della crisi di fiducia interbancaria a cui si è assistito nel biennio 2007 - 2008.
Tale vicenda è stata la scintilla che ha spinto le Autorità di Vigilanza e le Istituzioni internazionali a riflettere in modo critico sulla costituzione di metodologie di monitoraggio e di gestione del rischio di liquidità, uniformi su base mondiale (ma più in generale sul monitoraggio e sulla gestione delle diverse tipologie di rischio bancarie).
Tutto ciò è stato formalizzato nelle linee guida conosciute sotto il nome di Basilea 3 (ed ancor prima nel documento dei “Principles for sound liquidity risk management and supervision”) che, alla luce di queste nuove considerazioni, sono state emanate con due intenti: da un lato, aggiornare le indicazioni fornite in precedenza con Basilea 2 superandone gli aspetti rivelatisi fallimentari, e, dall’altro, iniziare a costruire in modo più formalizzato una struttura di indicatori (LCR e NSFR) ed adempimenti (gli strumenti di monitoraggio) per la gestione del rischio di liquidità.
Ad oggi il processo di recepimento di Basilea 3 sembra tuttavia in una fase di stallo: le prime implementazioni dovevano attuarsi a gennaio 2013, ma sono in atto dispute per prorogarne i termini, seguendo la proroga degli USA, che hanno annunciato di implementare i precetti di Basilea 3 con un anno di ritardo (a far data dall’1/01/2014).
Con riferimento all’implementazione degli indicatori di liquidità, nei primi giorni di gennaio 2013, i Governatori delle Banche Centrali hanno stabilito che, nel 2015, l’LCR entrerà a regime solo al 60%, e non al 100% come precedentemente deciso, al fine di concedere più tempo alle banche per potersi adeguare ai nuovi principi e costruire in maniera più idonea e circostanziata gli adeguati buffer di liquidità richiesti.
Nonostante la lentezza delle Autorità di Vigilanza nell’accettare l’importanza del rischio di liquidità nella gestione del rischio nelle istituzioni bancarie, la letteratura accademica da tempo si occupava del tema: già nel 1999 Bangia, Diebold, Schuermann e Stroughair proponevano un metodo per la misurazione del market liquidity risk, e, ancor prima (1951), Dell’Amore affrontava il tema del rischio di liquidità nelle banche.
Nel corso del lavoro emerge anche l’importante ruolo svolto dal Liquidity Risk Management (LRM): funzione bancaria cui viene oggi riconosciuta autonomia nelle scelte di gestione dei rischi seppure essa debba continuamente mantenere flussi informativi con le altre aree del Risk Management al fine di coordinare le strategie gestionali dei diversi rischi. Precedentemente, infatti, l’LRM non si distingueva all’interno della più generica funzione di Risk Management.
L’intento dell’indagine, oltre a registrare lo stato dell’arte degli attuali orientamenti tanto della letteratura quanto della normativa, è stato quello di approfondire le ultime novità in tema di rischio di liquidità intraday.
Quest’ultimo tema è stato affrontato attraverso lo studio del documento consultivo del Comitato di Basilea che ha ad oggetto proprio l’implementazione di un insieme di indicatori di monitoraggio del suddetto rischio.
Per riuscire ad afferrare meglio l’importanza della gestione del rischio di liquidità intraday all’interno delle banche si è pertanto condotto un case study, in collaborazione con il Gruppo Bancario Iccrea che ha fornito i dati interni, per poter costruire gli indicatori di liquidità intraday, producendo dei report (giornalieri e mensili) e monitorandoli per un quadrimestre.
Attraverso il case study si sono potuti approfondire tutti gli aggregati utili per la gestione del rischio di liquidità intraday e analizzare le relazioni che si creano tra i diversi indicatori sviluppati, al fine di giungere alla comprensione dell’analisi giornaliera che si deve condurre su di essi, per una gestione proattiva della liquidità giornaliera.
Pertanto l’integrazione della gestione del rischio di liquidità intraday nei sistemi di Risk Management è l’ulteriore passo che le banche saranno costrette a fare nel prossimo futuro.
Ciò che è emerso dal case study, tra l’altro, è che una gestione corretta della liquidità giornaliera può anche essere fonte di risparmio e/o guadagno: avere consapevolezza dei flussi dei pagamenti che si dovranno fronteggiare nel corso di ogni giornata lavorativa consente di dotarsi della giusta quantità di riserve per potervi far fronte e, pertanto, evitare di detenere inutilmente quantità eccessive di risorse che possono essere invece impiegate in maniera fruttuosa su altre attività.
Per poter giungere ad una gestione consapevole della liquidità in un orizzonte di tempo così breve quale l’intraday, però, è necessario operare il monitoraggio della liquidità per lunghi periodi al fine di poter elaborare strategie di gestione integrate tra il brevissimo termine (l’intraday) e il medio-lungo termine. Inoltre, gli andamenti delle serie storiche degli indicatori di liquidità intraday consentono di prevenire eventuali inversioni di tendenza nella gestione interna e/o percepire in anticipo eventuali cambiamenti nelle condizioni di mercato; peraltro possono aiutare nei processi di pianificazione strategica di una diversa impostazione della gestione della liquidità giornaliera da concordare, non solo con tutte le aree del Risk Management, ma in modo più ampio con tutte le aree e le funzioni strategiche di una banca.
Relativamente al Gruppo Bancario Iccrea, dall’analisi dei risultati ottenuti nell’ambito del case study, è emerso che la Banca nel periodo considerato ha assunto un approccio altamente prudenziale nella gestione del rischio di liquidità intraday. Per tutto il periodo in esame si sono riscontrate riserve di liquidità giornaliere con le quali si riusciva a coprire ampiamente il fabbisogno di uscite di cassa in capo alla banca.
A seguito di questo riscontro si potrebbe pensare di impiegare la liquidità giornaliera detenuta per far fronte alle uscite di cassa in progetti remunerativi.
Il documento del Comitato di Basilea “Monitoring indicators for intraday liquidity management” è solo il primo che si occupa di tale tematica; per una corretta ed uniforme implementazione di sistemi di gestione di liquidità intraday nelle banche è necessario che altri documenti seguano e altri dibattiti si sviluppino tanto tra gli studiosi quanto in seno alle istituzioni che di si occupano di coordinare e stilare le linee guida della normativa in materia bancaria.
Dal canto loro, è opportuno che anche le banche inizino a sperimentare sistemi di monitoraggio della liquidità giornaliera, al fine di poterne evidenziare gli aspetti utili e individuarne quelli critici nell’implementazione, di modo che le Autorità preposte ne tengano conto nella predisposizione delle regole di implementazione che emanano al fine di dirimerne le difficoltà applicative.Visualizza altro
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