Mi
pare comunque che occorrerebbe una feroce ma schietta e alla fine benevola
rilettura dei testi mummificati dai nocini. A dire il vero non mi sembra felice
l'accostamento di Sciascia a Leopardi. E già qui di stile rondista neppure le
tracce. Parlo delle cinque paginette PAESE CON FIGURE pubblicate postume e in
dispregio della ritrosia sciasciana in IL FUOCO SUL MARE. Sono datate 1949.
Sciascia aveva dunque 28 anni. Il
fratello era morto da un anno. Ora è maestro elementare a Racalmuto. Sciascia
tacque sempre sulle cause del suicidio del fratello. Le sapeva e non le confessò
neppure in punta di morte in quel meraviglioso scarno luminoso "fuoco all'anima". Avrà
ragione Cuccuruto a svelarmi quel che mi
ha svelato? Ambroise parte dalle Favole della Dittatura per dare data certa
all'esordio letterario di Sciascia. Ci pare artificioso. Crede davvero che le
favole siano una ripulsa del fascismo. Frottola. Abbiamo nel PAESE CON FIGURE
la matrice delle PARROCCHIE. Trabocca di sincerità. Poi l'astuzia del letterato
travolge quella sincerità e da maestro elementare diviene il più impenetrabile
maestro di scrittura di questa seconda parte del secolo scorso che il Cielo gli
concesse di vivere. Felice Cavallaro forse fu infelice a desumere dall’opera
omnia di Sciascia la definizione di Paese della Ragione. Ma tante attenuanti può accampare. Sciascia
contraddittorio vi è tutto: odia ed ama il suo paese; vola verso la ragionevolezza della follia, crede giustizia
uno stato senza leggi. Materia e spunti da contrappuntare forse in studi
disincantati alla Fondazione. Ma perdono persino il sussidio regionale. Povero
Paese.
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