Ah! TINA: noi siculi traduciamo male il siciliano (la più nobile ed agressiva lingua del mondo) in vernacolo italico. Noi della Crusca ne facciam farina. Le nostre libertà linguistiche voi le chiamate "strafalcioni". Lo sai che noi ce ne gloriamo. Io me ne glorio. Di tanto in tanto pubblico i post in scoppiettante creatività linguistica del mio ammirato paesano BIAGIO. Mi riprometto di incuriosire Umberto Eco per ricerche sofisticate sul linguaggio dei folli siculi. Come Pasolini con le Favole della Dittatura di Sciascia, insomma!
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