sabato 22 febbraio 2014
Mi scrive in via riservata l'ex sindaco Petrotto cose che avevo già letto pubblicamente. Ecco come ho risposto.
Mi scrive in via riservata l'ex sindaco Petrotto cose che avevo già letto pubblicamente. Ecco come ho risposto.
OnlineSalvatore Petrotto
Riguardo alla disastrosa gestione del ciclo dei rifiuti a Racalmuto, bisogna tener conto dei seguenti dati ufficiali. Alla data di febbraio 2011, il Comune di Racalmuto era a credito di oltre 100 mila euro nei confronti dell'ATO rifiuti. Ciò significa che i costi dei servizi di igiene ambientale, sino alla primavera del 2011, sono stati interamente pagati dal Comune di Racalmuto e dai cittadini, attraverso quanto versato nella casse della società di gestione dell'ATO. Pertanto, quanto è stato sinora incassato, attraverso il recupero dell'evasione, e quanto ancora si incasserà, per legge, deve affluire nelle casse del Comune che è obbligato a destinare tali somme per diminuire il costo dei servizi, restituendo i soldi incamerati in più ai cittadini di Racalmuto. Anche perché la legge istitutiva della tassa sui rifiuti prevede che il comune o gli enti delegati alla riscossione di tale tassa, non possono incassare più di quanto previsto per l'effettivo costo del servizio. Da ciò ne consegue che tutte le somme recuperate con la lotta all'evasione, vanno, tassativamente, redistribuite ai cittadini di Racalmuto. Considerato anche che la stessa commissario liquidatrice dell'ATO rifiuti che sta procedendo con queste, per dir poco, insolite riscossioni, Teresa Restivo ha attestato ufficialmente ai funzionari del comune che le somme che il comune deve corrispondere all'ATO per il periodo che va dal 2012 ad oggi si aggirano attorno a 700 mila euro; è chiaro che la rimanente parte di quanto introitato in più va redistribuito ai cittadini di Racalmuto. Inoltre, va sottolineato che, i commissari prefettizi che amministrano Racalmuto, dal 2012 ad oggi, avrebbero potuto far funzionare a pieno regime il centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati, realizzando un risparmio per i cittadini di almeno il 30%, rispetto a quanto finora hanno imposto con le tariffe che, per lo scorso anno, per le civili abitazioni superavano i 7 euro a metro quadro e quest'anno addirittura oltre 8 euro a metro quadro. Faccio presente che nel 2011, la tariffa sui rifiuti era di poco più di 3 euro per metro quadro, sempre per le civili abitazioni. Questi signori, in meno di due anni, l'hanno quasi triplicata, facendola passare da 3 ad oltre 8 euro a metro quadro! Uno scandalo se si considera che i cittadini ed il Comune di Racalmuto, come ripeto, per stessa ammissione di tutti i funzionari dell'ATO e del Comune, alla data del 2011 avevano pagato sino all'ultimo centesimo di quanto dovuto all'ATO rifiuti, a differenza di comuni quali Agrigento, Favara o Porto Empedocle che sono debitori, ancora oggi, di almeno 25 milioni di euro; un'enormità!
Ma la più grossa anomalia riguarda l'illegale affidamento diretto dei servizi, i cui importi, per ogni anno oscillano attorno ai 50 milioni di euro, per un totale di almeno 300 milioni di euro, da parte dell'ATO AG 2, di cui facevamo parte sino ad agosto 2013, assieme ad altri 18 comuni. Affidamenti diretti assicurati, ovviamente, sempre alle stesse ditte, la SAP, l'ISEDA e la SEAP; il tutto senza avere espletato alcuna gara d'appalto, se si eccettua una gara -farsa espletata a dicembre del 2011 alla quale hanno partecipato sempre e solo le stesse ditte citate, che, si sono rifiutate inizialmente di accettare, a gara vinta, quanto stabilito nel bando, e cioè un importo a base d'asta che era di 45 milioni di euro. Ma qualche settimana dopo, grazie ad un'insolita maggiorazione di oltre 6 milioni di euro assicurata dai vertici dell'ATO AG 2 hanno continuato ad effettuare il servizio, sino ad oggi, si può dire!
Tali scandalose procedure, fatte di proroghe, affidamenti diretti ed addirittura di questa incredibile gara al rialzo, anziché al ribasso, sono state peraltro sanzionate dall'Autorità Nazionale di Vigilanza sugli appalti e dall'Autorità Nazionale Antitrust, oltre che dalla Corte dei Conti siciliana, esattamente nel 2010, 2011, nel 2012 ed anche nel 2013. Basta spulciare a tal proposito i siti istituzionali di queste autorità di vigilanza e controllo per rendersi conto delle illegalità fin qui commesse dal 2007 ad oggi, oltre che dagli ATO rifiuti siciliani, anche dalla stessa Regione Siciliana, attraverso i suoi commissari regionali ed i suoi assessori.
Ma il colmo è che a Racalmuto, anche i commissari prefettizi, pur avendo avuto due anni di tempo per espletare una regolare gara d'appalto, hanno preferito invece, affidare anche loro direttamente, con ordinanza, e sempre alle stesse ditte, SAP, SEAP ed ISEDA i servizi di igiene ambientale del paese di Sciascia, dal primo settembre ad oggi.
Con costi esorbitanti che si aggirano attorno ai 130 mila euro al mese, solo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti; mentre per quanto attiene degli inspiegabili costi di gestione e quelli relativi al personale del comune mantenuto appositamente inattivo ma impropriamente caricato nelle bollette, si aggira attorno ai 60 mila euro al mese! Cosi da arrivare, per il 2014, alla modica cifra di 2 milioni di euro!
Anche i commissari inviati dal Ministero dell'Intenro, così come in precedenza aveva fatto per 6 anni l'ATO AG 2, non hanno tenuto conto che bisognava, per tempo, effettuare delle regolari gare d'appalto. Hanno inoltre tralasciato di far funzionare a pieno regime il centro di raccolta differenziata, pur essendo il comune dotato di mezzi, attrezzature e personale sufficienti ad assicurare la raccolta e lo smaltimento di quasi il 100% di tutti i rifiuti, addirittura anche per conto di altri due comuni a cui il centro è destinato e cioé Grotte e Castrofilippo.
Se i rifiuti del paese di Sciascia fossero stati raccolti correttamente, e cioè nel rispetto delle leggi ambientali e di quelle relative agli appalti pubblici, non avremmo raggiunto l'incredibile e cocente record di pagare, per dei servizi pessimi ed illegali, la tassa sui rifiuti più cara d'Italia, ossia ben oltre 800 euro l'anno, per un appartamento di 100 metri quadri!
Ed invece, anche i commissari hanno preferito favorire sempre le stesse ditte, attraverso le loro ordinanze che prescindono dall'utilizzo dei mezzi, delle attrezzature e del personale del comune.
In compenso, le spese del personale inutilizzato, vengono ugualmente caricate in bolletta! Così noi registriamo un doppio costo, quello delle ditte esterne e quello del personale interno al comune, non utilizzato per i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti!
Basterebbe fare funzionare il centro comunale di raccolta per la differenziata, effettuando il servizio di raccolta porta a porta, per diminuire di almeno il 60% il costo dei servizi, fin qui illegalmente assicurati attraverso tali anomale e sospette procedure sanzionate, come detto, da tutte le autorità di controllo e vigilanza, nazionali e regionali!
.
Carissimo, la mia valutazione è diversa ed è molto più cattiva di quella tua. Credo che tu stasera non eri presente alla Fondazione. Non è che io sia stato perspicuo nell'illustrare questa maledetta faccenda della monnezza. Ma qualcosa credo di avere detto. Certo le responsabilità sono plurime e imperdonabili. Sostengo però che il passato va POLITICAMNTE SEPOLTO, perché di passato si muore e nessun racalmutese è innocente. Mi escluderei perché io a Racalmuto non ci sono mai stato come "residente". A me interessa l'avvenire. Ho qualche idea. C'è qualcuno che la condivide? Penso di no. Meglio così posso morire in santa pace.
OnlineSalvatore Petrotto
Riguardo alla disastrosa gestione del ciclo dei rifiuti a Racalmuto, bisogna tener conto dei seguenti dati ufficiali. Alla data di febbraio 2011, il Comune di Racalmuto era a credito di oltre 100 mila euro nei confronti dell'ATO rifiuti. Ciò significa che i costi dei servizi di igiene ambientale, sino alla primavera del 2011, sono stati interamente pagati dal Comune di Racalmuto e dai cittadini, attraverso quanto versato nella casse della società di gestione dell'ATO. Pertanto, quanto è stato sinora incassato, attraverso il recupero dell'evasione, e quanto ancora si incasserà, per legge, deve affluire nelle casse del Comune che è obbligato a destinare tali somme per diminuire il costo dei servizi, restituendo i soldi incamerati in più ai cittadini di Racalmuto. Anche perché la legge istitutiva della tassa sui rifiuti prevede che il comune o gli enti delegati alla riscossione di tale tassa, non possono incassare più di quanto previsto per l'effettivo costo del servizio. Da ciò ne consegue che tutte le somme recuperate con la lotta all'evasione, vanno, tassativamente, redistribuite ai cittadini di Racalmuto. Considerato anche che la stessa commissario liquidatrice dell'ATO rifiuti che sta procedendo con queste, per dir poco, insolite riscossioni, Teresa Restivo ha attestato ufficialmente ai funzionari del comune che le somme che il comune deve corrispondere all'ATO per il periodo che va dal 2012 ad oggi si aggirano attorno a 700 mila euro; è chiaro che la rimanente parte di quanto introitato in più va redistribuito ai cittadini di Racalmuto. Inoltre, va sottolineato che, i commissari prefettizi che amministrano Racalmuto, dal 2012 ad oggi, avrebbero potuto far funzionare a pieno regime il centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati, realizzando un risparmio per i cittadini di almeno il 30%, rispetto a quanto finora hanno imposto con le tariffe che, per lo scorso anno, per le civili abitazioni superavano i 7 euro a metro quadro e quest'anno addirittura oltre 8 euro a metro quadro. Faccio presente che nel 2011, la tariffa sui rifiuti era di poco più di 3 euro per metro quadro, sempre per le civili abitazioni. Questi signori, in meno di due anni, l'hanno quasi triplicata, facendola passare da 3 ad oltre 8 euro a metro quadro! Uno scandalo se si considera che i cittadini ed il Comune di Racalmuto, come ripeto, per stessa ammissione di tutti i funzionari dell'ATO e del Comune, alla data del 2011 avevano pagato sino all'ultimo centesimo di quanto dovuto all'ATO rifiuti, a differenza di comuni quali Agrigento, Favara o Porto Empedocle che sono debitori, ancora oggi, di almeno 25 milioni di euro; un'enormità!
Ma la più grossa anomalia riguarda l'illegale affidamento diretto dei servizi, i cui importi, per ogni anno oscillano attorno ai 50 milioni di euro, per un totale di almeno 300 milioni di euro, da parte dell'ATO AG 2, di cui facevamo parte sino ad agosto 2013, assieme ad altri 18 comuni. Affidamenti diretti assicurati, ovviamente, sempre alle stesse ditte, la SAP, l'ISEDA e la SEAP; il tutto senza avere espletato alcuna gara d'appalto, se si eccettua una gara -farsa espletata a dicembre del 2011 alla quale hanno partecipato sempre e solo le stesse ditte citate, che, si sono rifiutate inizialmente di accettare, a gara vinta, quanto stabilito nel bando, e cioè un importo a base d'asta che era di 45 milioni di euro. Ma qualche settimana dopo, grazie ad un'insolita maggiorazione di oltre 6 milioni di euro assicurata dai vertici dell'ATO AG 2 hanno continuato ad effettuare il servizio, sino ad oggi, si può dire!
Tali scandalose procedure, fatte di proroghe, affidamenti diretti ed addirittura di questa incredibile gara al rialzo, anziché al ribasso, sono state peraltro sanzionate dall'Autorità Nazionale di Vigilanza sugli appalti e dall'Autorità Nazionale Antitrust, oltre che dalla Corte dei Conti siciliana, esattamente nel 2010, 2011, nel 2012 ed anche nel 2013. Basta spulciare a tal proposito i siti istituzionali di queste autorità di vigilanza e controllo per rendersi conto delle illegalità fin qui commesse dal 2007 ad oggi, oltre che dagli ATO rifiuti siciliani, anche dalla stessa Regione Siciliana, attraverso i suoi commissari regionali ed i suoi assessori.
Ma il colmo è che a Racalmuto, anche i commissari prefettizi, pur avendo avuto due anni di tempo per espletare una regolare gara d'appalto, hanno preferito invece, affidare anche loro direttamente, con ordinanza, e sempre alle stesse ditte, SAP, SEAP ed ISEDA i servizi di igiene ambientale del paese di Sciascia, dal primo settembre ad oggi.
Con costi esorbitanti che si aggirano attorno ai 130 mila euro al mese, solo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti; mentre per quanto attiene degli inspiegabili costi di gestione e quelli relativi al personale del comune mantenuto appositamente inattivo ma impropriamente caricato nelle bollette, si aggira attorno ai 60 mila euro al mese! Cosi da arrivare, per il 2014, alla modica cifra di 2 milioni di euro!
Anche i commissari inviati dal Ministero dell'Intenro, così come in precedenza aveva fatto per 6 anni l'ATO AG 2, non hanno tenuto conto che bisognava, per tempo, effettuare delle regolari gare d'appalto. Hanno inoltre tralasciato di far funzionare a pieno regime il centro di raccolta differenziata, pur essendo il comune dotato di mezzi, attrezzature e personale sufficienti ad assicurare la raccolta e lo smaltimento di quasi il 100% di tutti i rifiuti, addirittura anche per conto di altri due comuni a cui il centro è destinato e cioé Grotte e Castrofilippo.
Se i rifiuti del paese di Sciascia fossero stati raccolti correttamente, e cioè nel rispetto delle leggi ambientali e di quelle relative agli appalti pubblici, non avremmo raggiunto l'incredibile e cocente record di pagare, per dei servizi pessimi ed illegali, la tassa sui rifiuti più cara d'Italia, ossia ben oltre 800 euro l'anno, per un appartamento di 100 metri quadri!
Ed invece, anche i commissari hanno preferito favorire sempre le stesse ditte, attraverso le loro ordinanze che prescindono dall'utilizzo dei mezzi, delle attrezzature e del personale del comune.
In compenso, le spese del personale inutilizzato, vengono ugualmente caricate in bolletta! Così noi registriamo un doppio costo, quello delle ditte esterne e quello del personale interno al comune, non utilizzato per i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti!
Basterebbe fare funzionare il centro comunale di raccolta per la differenziata, effettuando il servizio di raccolta porta a porta, per diminuire di almeno il 60% il costo dei servizi, fin qui illegalmente assicurati attraverso tali anomale e sospette procedure sanzionate, come detto, da tutte le autorità di controllo e vigilanza, nazionali e regionali!
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Carissimo, la mia valutazione è diversa ed è molto più cattiva di quella tua. Credo che tu stasera non eri presente alla Fondazione. Non è che io sia stato perspicuo nell'illustrare questa maledetta faccenda della monnezza. Ma qualcosa credo di avere detto. Certo le responsabilità sono plurime e imperdonabili. Sostengo però che il passato va POLITICAMNTE SEPOLTO, perché di passato si muore e nessun racalmutese è innocente. Mi escluderei perché io a Racalmuto non ci sono mai stato come "residente". A me interessa l'avvenire. Ho qualche idea. C'è qualcuno che la condivide? Penso di no. Meglio così posso morire in santa pace.
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