[Contra Omnia Racalmuto] Ettore Messana, questore dello Stato Italiano, onore e vanto di Racalmuto.
Corrispondenza con donna Giovanna Messana, nipote prediletta del ''questore' Ettore Messana
Buona Pasqua cara donna Giovanna Messana. Non praevalebunt. Ho tante di quelle frecce al mio arco da farne tanti san sebastianini da strapazzo. Ma occorre caparbietà. Vanno perseguiti ai sensi di legge. Di una cosa comunque mi vanto: prima in Internet appena si digitava il nome dell'immenso Capo della Polizia Siciliana veniva fuori un mare di fango e di ignominie. Ora il mio blog in difesa di Messana e in attacco dei suoi calunniatori giganteggia. Io non desisterò. Ettore Messana nacque a Racalmuto nel 1884 (e non nel 1888 causa di tanti sviamenti) è un titano al servizio dello Stato (qualsiasi sia stato il colore dei suoi governanti e merita onore e gloria nella terra che lo generò. Nessuno mi fermerà. E' una lotta per la verità la giustizia il dovuto tributo d'onore a chi davvero nobilitò il natio spazio vitale e non certo con qualche sillaba bene azzeccata. Ettore Messana mi appartiene; è mio concittadino, è del mio tesso paese. Anche a tentarono di calunniarmi mentre Cosa Nostra aveva deciso la mi esecuzione per averla colpita nel portafoglio bancario. (Meglio la morte per loro). Quindi lotto per Messana perché lotto per il mio onore. MaIgrado tutto i calunniatori vanno sbugiardati e impiccati moralmente. Per un cippo a spese UE sovvertono la storia e infangano eroi dell'ordine pubblico. In tre anni di ricerca ho acquisito testimonianze conoscenze riconoscimenti al cui confronto gli ignbili detrattori infami e neppure informati devono scadere nella gogna dell'imbecillità e della grettezza etica e culturale. Calogero Taverna.
Buona pasqua gentile signora.
Dom 15:49
GRAZIE E ANCORA GRAZIE per l'impegno e la caparbietà messa in questi anni nella ricerca storica e veritiera su Ettore Messana,il mio amatissimo nonno,non nascondo di essermi affidata e cullata dalle sue parole sufficienti a farmi dimenticare le infamie ,la mia famiglia non conosce disonore,realtà che a molti non piace..ancora un grazie e l'augurio di una serena PASQUA
Dom 21:01
Posso assicurare che il grand’ufficiale Ettore Messana, onore di Racalmuto, non ha ombre.
Ho setacciato la sua vita. Immacolata. L'unico colpa di Ettore Messana: attaccato al dovere non si è curato molto dei disagi che cosi ricadevano sulla sua famiglia. E' capitato pure a me e quindi lo capisco. Finché Ettore Messana fu vivo nessuno si permetteva di dargli addosso. L'on. Montalbano ci provò due volte e ne uscì malconcio. Li Causi fu da Togliatti messo da canto e al suo posto venne l'avvinazzato Bufalini ma in definitiva il giovanissimo rampante Emanuele Macaluso. A Viterbo Pisciotta diede ulteriore prova di essere un fanfarone manovrato da certi giudici istruttori (allora come ora) per fandonie non provabili. IL presidente, in relazione a Messana, lo liquidò in malo modo. Vi fu la faccenda della RSI. La Cernigoi manco sapeva che Senise ne aveva parlato e aveva dichiarato che Messana "non aveva l'anima del fascista”. In tempo di democrazia un attestato di grande merito. Messana a Bolzano fa scappare un perseguitato dall'OVRA il compaesano Picone Chiodo (v. E.N. Messana Racalmuto nella storia di Sicilia). Altro che agente dell'OVRA! Dopo Bolzano Messana era già destinato ad andare a fare il questore a Palermo. Non ci va perché si oppone tale gerarca Giuseppe Mormino, senatore del Regno, Costui fu "bersagliato anche attraverso lettere anonime indirizzate a Mussolini. Una di queste ne tratteggiava un aspetto alquanto controverso [si fa per dire, altro che controverso! ndr] seppure rispondente a quello che si era venuto delineando [in Sicilia specie se di acuto intelletto sappiamo essere più gesuiti dei gesuiti, ndr] nell'immaginario collettivo dei suteresi".
Estrapolo da quella lettera che credo bene infornata e compilata da alto personaggio dell'epoca.: " “Eppure quando il Mormino fu chiamato da voi [Mussolini] come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino pe dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è tuttora e rimarrà Questore di Palermo ed esponente della cricca Mormino separatista ed accaparratrice".
A darmi siffatti lumi insperati nientemento è il prof. Difrancesco nel suo libro STORIE SCORDATE pagg. 127 e 128, il quale professore invero non si vuole piegare alla verità di un Messana illibato e di suoi paesani marciti da interesi che qui son ben descritti. A prescindere dai gesuitici giri di parole.
Quanto a quel Giuseppe, nessuna topica. Al grand’ufficiale Messana, il suo primo nome è sì Ettore per una non commendevole faccenda della importante ma intricante famiglia Messana di Racalmuto. Ma il suo secondo nome è Giuseppe. L'ho dovuto apprendere per i felici risultati delle ricerche genealogici dell'impareggiabile architetto favarese Carmelo Antinoro. Costui sulla base di una esordio processuale può correggere il domma infondato del Casarrubea di far nascere nel 1888 il Messana mentre la datra esatta era il1884. Così abbiamo sottomano e l'atto di battesimo del Messana a Racalmuto e il rivelo al Municipio. Si chiarisce così chi veramente era Messana figlio di don Clemente Antonio Messana e di donna Rosalia Mirabella, nato in una strada che ora non c'è più.
Riuscirò però a individuarla e vi apporrò una lapide a mie e spese visto che il consanguineo avv. Messana attuale sindaco fa orecchie da mercanti per una faccenda che si collega allo zio Everardo. Bene! Così sappiamo che il secondo nome del gran. Uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana è Giuseppe e che per una quarantina di anni l'Ispettore Generale di PS preferiva farsi chiamare appunto Giuseppe. Familiarmente il grande 'Peppino Messana’ di cui ai ricordi si qualche vecchio ancora residuante al Circolo Unione.
Mi rivolgo pertanto pubblicamente a donna Giovanna Messana unica vera nipote del celebre capo della Polizia Siciliana Ettore Messana e la invito ad essere ospite mia nella mia non indegna villetta di Bovo e presenziare al convegno in onore di questo grande figlio racalmutese che dovrà concludersi con i disvelamento della lapide sul muro della vecchia casa dove nacque Ettore Giuseppe Tancredi (ECTOR JOSEPH THANCREDUS per i preti)
Comprendo reticenze dispetti e forse sospetti avverso la mia persona. No! Non son io che ho destato dal sonno dei giusti Ettore Giuseppe Tancredi Messana; molto tempo che io mi interessassi al caso vi fu un giovanissimo Giuseppe del tiaso maschile di Danilo Dolci a fingere di credere alla triplice calunnia di Li Causi e farne oggetto di dissacrante blasfemia. E poi l’ANPI di Palermo e quindi l’Amministrazione Comunale di Riesi rei di infamie calunnie stravolgimenti storici denigranti Ettore Giuseppe Tancredi Messana. Quanto soldi lucrarono? E soldi e soldi UE e sezioni speciali di sovvenzioni bancarie cinematografiche lì a turlupinare la gente con false sparatorie ordinate dal Messana nella piazza di Riesi. E quindi il Casarrubea che le spara grosse che più grosse non si può come in un processo intentato da Gianlombardo viene stigmatizzato da un giudice togato di questa Repubblica. Ci si era messo poi anche Totò Petrotto invece di pensare alle calunnie che gli scaraventavano contro; e per mettere la ciliegina sulla torta ecco il protervo Malgrado Tutto così insolente anche nei confronti della sublime donna Giovanna Messana.
Dom 22:48
Posso assicurare che il grand’ufficiale Ettore Messana, onore di Racalmuto, non ha ombre.
Ho setacciato la sua vita. Immacolata. L'unica colpa di Ettore Messana: attaccato al dovere non si è curato molto dei disagi che cosi ricadevano sulla sua famiglia. E' capitato pure a me e quindi lo capisco. Finché Ettore Messana fu vivo nessuno si permetteva di dargli addosso. L'on. Montalbano ci provò due volte e ne uscì malconcio. Li Causi fu da Togliatti messo da canto e al suo posto venne l'avvinazzato Bufalini ma in definitiva il giovanissimo rampante Emanuele Macaluso. A Viterbo Pisciotta diede ulteriore prova di essere un fanfarone manovrato da certi giudici istruttori (allora come ora) per fandonie non provabili. IL presidente, in relazione a Messana, lo liquidò in malo modo. Vi fu la faccenda della RSI. La Cernigoi manco sapeva che Senise ne aveva parlato e aveva dichiarato che Messana "non aveva l'anima del fascista”. In tempo di democrazia un attestato di grande merito. Messana a Bolzano fa scappare un perseguitato dall'OVRA il compaesano Picone Chiodo (v. E.N. Messana, Racalmuto nella storia di Sicilia). Altro che agente dell'OVRA! Dopo Bolzano Messana era già destinato ad andare a fare il questore a Palermo. Non ci va perché si oppone tale gerarca Giuseppe Mormino, senatore del Regno, Costui fu "bersagliato anche attraverso lettere anonime indirizzate a Mussolini. Una di queste ne tratteggiava un aspetto alquanto controverso [si fa per dire, altro che controverso! ndr] seppure rispondente a quello che si era venuto delineando [in Sicilia specie se di acuto intelletto sappiamo essere più gesuiti dei gesuiti, ndr] nell'immaginario collettivo dei suteresi".
Estrapolo da quella lettera che credo bene informata e compilata da alto personaggio dell'epoca: " “Eppure quando il Mormino fu chiamato da voi [Mussolini] come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino per dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è tuttora e rimarrà Questore di Palermo ed esponente della cricca Mormino separatista ed accaparratrice".
A darmi siffatti lumi insperati nientemeno è il prof. Difrancesco nel suo libro STORIE SCORDATE pagg. 127 e 128, il quale professore invero non si vuole piegare alla verità di un Messana illibato e di suoi paesani marciti da interessi che qui son ben descritti. A prescindere dai gesuitici giri di parole.
Quanto a quel Giuseppe, nessuna topica. Il grand’ufficiale Messana, ha per suo primo nome Ettore per una non commendevole faccenda della importante ma intricante famiglia Messana di Racalmuto. Ma il suo secondo nome è Giuseppe. L'ho dovuto apprendere per i felici risultati delle ricerche genealogici dell'impareggiabile architetto favarese Carmelo Antinoro. Costui sulla base di una esordio processuale può correggere il domma infondato del Casarrubea di far nascere nel 1888 il Messana mentre la data esatta era il 1884. Così abbiamo sottomano e l'atto di battesimo del Messana a Racalmuto e il rivelo al Municipio. Si chiarisce pertanto chi veramente era Messana figlio di don Clemente Antonio Messana e di donna Rosalia Mirabella, nato in una strada che ora non c'è più.
Riuscirò però a individuarla e vi apporrò una lapide a mie e spese visto che il consanguineo avv. Messana attuale sindaco fa orecchie da mercanti per una faccenda che si collega allo zio Everardo. Bene! Così sappiamo che il secondo nome del gran. Uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana è Giuseppe e che per una quarantina di anni l'Ispettore Generale di PS preferiva farsi chiamare appunto Giuseppe. Familiarmente il grande 'Peppino Messana’ di cui ai ricordi di qualche vecchio ancora residuante al Circolo Unione.
Mi rivolgo pertanto pubblicamente a donna Giovanna Messana unica vera nipote del celebre capo della Polizia Siciliana Ettore Messana e la invito ad essere ospite mia nella mia non indegna villetta di Bovo e presenziare al convegno in onore di questo grande figlio racalmutese che dovrà concludersi con il disvelamento della lapide sul muro della vecchia casa dove nacque Ettore Giuseppe Tancredi (ECTOR JOSEPH THANCREDUS per i preti).
Comprendo reticenze dispetti e forse sospetti avverso la mia persona. No! Non son io che ho destato dal sonno dei giusti Ettore Giuseppe Tancredi Messana; molto tempo prima che io mi interessassi al caso vi fu un giovanissimo Giuseppe del tiaso maschile di Danilo Dolci a fingere di credere alla triplice calunnia di Li Causi e farne oggetto di dissacrante blasfemia. E poi l’ANPI di Palermo e quindi l’Amministrazione Comunale di Riesi rei di infamie calunnie stravolgimenti storici denigranti Ettore Giuseppe Tancredi Messana. Quanti soldi lucrarono? E soldi e soldi UE e sezioni speciali di sovvenzioni bancarie cinematografiche lì a turlupinare la gente con false sparatorie ordinate dal Messana nella piazza di Riesi. E quindi il Casarrubea che le spara grosse che più grosse non si può come in un processo intentato da Gianlombardo viene stigmatizzato da un giudice togato di questa Repubblica. Ci si era messo poi anche Totò Petrotto; invece di pensare alle calunnie che gli scaraventavano contro. E per mettere la ciliegina sulla torta ecco il protervo Malgrado Tutto così insolente anche nei confronti della sublime donna Giovanna Messana.
Che venga Giovanna Messana a Racalmuto a dirci quale soave nonno fu Ettore Giuseppe Tancredi Messana e tagliare il nastro del velario sulla lapide a memoria di questo grandissimo figlio di Racalmuto Ettore Giuseppe Tancredi.
[Calogero Taverna]
Tutte le sue ricerche meritano attenzione al rinnovato invito di venire a Racalmuto ,confesso di essere ancora molto perplessa nell'affrontare "la fossa dei serpenti"e poi non sò quanto il nonno lo desidererebbe...Ho bisogno ancora di tempo,.........
12:51
Racalmuto non è fossa dei serpenti, la quasi totalità dei racalmutesi veniamo da una grande ammirazione e stima per il "questore Messana". Molte sono le famiglia che sono state beneficiate dal “questore Messana". Qualche nota ironica c'è solo per il cugino. il famoso don Luigino che nel libro di Sciascia viene descritto come un particolare don Ferdinando Trupia.
Non nego che qualche 'lontano parente” si faccia eco di una certa malevolissima stampa nazionale e certa cinematografia. Ma diciamo che Racalmuto non è Riesi o Partinico. Mi vanto con anni di battaglie tramite internet di avere costretto certa intellighenzia di sinistra (e stranamente anche d destra) a ripensare alla faccenda. La storiografia ufficiale ora sta per fare un grosso ripensamento perché l'apertura degli archivi del NARA americano ci sta svelando come la Sicilia non fu “libera” dal 1943 al 1950 e come le autorità italiane (Messana compreso) dovettero subire codesta limitazione di sovranità. Gli americani furono terrorizzati dal fatto che nel Nord Italia i comunisti erano sul punto di una secessione a favore dell’ Unione Sovietica. Era scoppiata la guerra fredda e la Sicilia per gli American divenne contrafforte reazionario e persino fascista pronto ad una controffensiva, ad una “marcia su Roma” che partisse non più da Milano ma da Palermo. Messana, uomo d'ordine e nazionalista, cercò con tutte le se forze sempre più grame e sfilacciate di contrapporsi a questo "disordine" delle OSS (leggi antenati della Cia) e fascista (leggi Valerio Borghese Junio). Ma sconvolgente svolta fu la vittoria socialcomunista siciliana del 20 arile del 1947. Gli americani partirono al contrattacco, Portella delle Ginestre, militarizzazione della 'banda Giuliano”, “peregribationes Mariae”. Ricattatori “pacchi dono americani, trasmutione della sopita ormai mafa tradiionale in cosa nostra all’americana e ua discorrendo. Il duro Messana era d'ostacolo ed ecco che viene preso da De Gasperi e portato A Roma per ruoli ancora più importanti ed egemoni. Giuliano dopo Messana che lo lottava divenne ancora più forte; passano ben tre nuovi Ispettori Generali di P.S. e la banda Giuliano è sempre lì protetta e foraggiata ed intoccabile. La Sicilia non è libera e sotto surrettizia sovranità americana. Parlano di Mafia risorta e di Cosa Nostra di estrazione americana ma dietro ci sono i tremendi servizi segreti americani. Dopo l'esodo Messana del 1947 dobbiamo attendere tre anni e ed arrivare al 1950 per la giubilazione di Giuliano. Ancora adesso serpeggia l'ipotesi di Casarrubea secondo cui nel cortile dell'avvocaticchio Di Maria il corpo crivellato non era di Guliano, perché costui era stato fatto scappare dagli americani ed accolto in America ove sarebbe sopravvisuto ancora a lungo. Una sentenza dice di no. Ma qualche fondo di verità ci sarà pure. E Messana era ben lontano in questo triennio dalla Sicilia; Ferreri o fra Diavlo era agente americano imposto a Messana, altro che suo criminale confidente. Fu giustiziato in una caserma dei carabinieri d'orine e per conto del potere occulto militare degli americani e Messana non c'etrava niente. E questo aspetto inquietante emerge anche dal processo Gianlombardo Casarrubea. Insomma la storia di Sicilia in quel periodo è tutta da riscrivere e la figura di Messana ne esce linda e stimabile. Penso che vada la pena anche per la famiglia che si faccia luce, penso che il grand'Ufficiale Ettore Messana sarebbe ben felice lassù se vedesse la sua nipotina Giovanna l'irrequieta nipotina con cui giocava a carte recarsi là dove nacque il 6 aprile del 1884 come attestato all'Anagrafe comunale e mgari farsi fotografare a futura memoria accanto a quel fonte battesimale ancora esistente in Matrice ove "Die eodem .. Ego Sac. Joseph Mantione batptizavi infantem ... natum ex iugalibus D. Clemente Antonio Messana et domna Rosalia Mirabella cui nomen ECTOR JOSEPH THANCREDUS. Patrini d. Augustinus Mantione et domna Calogera Rizzo jiub.". Era nato Ettore da una famiglia di ‘don’, i celeberrimi “galantuomini" del Circolo Unione, ove son sicuro il Questore accompagnato dal devotissimo cugino don Luigino ebbe varie volte ad accompagnarlo per avere l'ossequio dei dignotosi e magari sussiegosi galantuomini racalmutesi. Il decano l'ultra nonagenario avv. Burruano me ne parla ancora ammirato e devoto. Era stato grande amico del Questore. Per due ore ho discusso con l’on. Federico Martorana, imparentato con i Messana, e ultra comunista mi diceva che in quel lontano 1963 si era recato a Roma dal “questore” a perorare l’avvicinamento un poliziotto ai suoi familiari. E il Messana dirgli che lui ormai era fuori gioco, ma una settimana il poliziotto aveva il sospirato trasferimento. Francamente non comprendo certe reticenze e ritrosie della famiglia del ‘questore’. Una celebrazione in Racalmuto verrebbe gradita ed applaudita dalla cittadinanza a civilissima e consapevole ed anche quei tre o quattro intellettuali frastornati da una incontrastata campagna di stampa e cinematografica sarebbero tra primi a riverire una siffatta gloria racalmutese, magari solo ora adeguatamente rievocata.
Racalmuto non è fossa dei serpenti, la quasi totalità dei racalmutesi veniamo da una grande ammirazione e stima per il "questore Messana". Molte sono le famiglia che sono state beneficiate dal “questore Messana". Qualche nota ironica c'è solo per il cugino. il famoso don Luigino che nel libro di Sciascia viene descritto come un particolare don Ferdinando Trupia.
Non nego che qualche 'lontano parente” si faccia eco di una certa malevolissima stampa nazionale e certa cinematografia. Ma diciamo che Racalmuto non è Riesi o Partinico. Mi vanto con anni di battaglie tramite internet di avere costretto certa intellighenzia di sinistra (e stranamente anche di destra) a ripensare alla faccenda. La storiografia ufficiale ora sta per fare un grosso ripensamento perché l'apertura degli archivi del NARA americano ci sta svelando come la Sicilia non fu “libera” dal 1943 al 1950 e come le autorità italiane (Messana compreso) dovettero subire codesta limitazione di sovranità. Gli americani furono terrorizzati dal fatto che nel Nord Italia i comunisti erano sul punto di una secessione a favore dell’Unione Sovietica. Era scoppiata la guerra fredda e la Sicilia per gli American divenne contrafforte reazionario e persino fascista pronto ad una controffensiva, ad una “marcia su Roma” che partisse non più da Milano ma da Palermo. Messana, uomo d'ordine e nazionalista, cercò con tutte le sue forze sempre più grame e sfilacciate di contrapporsi a questo "disordine" delle OSS (leggi antenati della Cia) e fascista (leggi Valerio Borghese Junio). Ma sconvolgente svolta fu la vittoria socialcomunista siciliana del 20 aprile del 1947. Gli americani partirono al contrattacco: Portella delle Ginestre, militarizzazione della 'banda Giuliano”, “peregrinationes Mariae”. ricattatori “pacchi dono" americani, trasmutazione della sopita mafia tradizionale in Cosa Nostra all’americana e via discorrendo. Il duro Messana era d'ostacolo ed ecco che viene preso da De Gasperi e portato a Roma per ruoli ancora più importanti ed egemoni. Giuliano dopo Messana che lo lottava divenne ancora più forte; passano ben tre nuovi Ispettori Generali di P.S. e la banda Giuliano è sempre lì protetta e foraggiata ed intoccabile. La Sicilia non è libera e sotto surrettizia sovranità americana. Parlano di Mafia risorta e di Cosa Nostra di estrazione americana ma dietro ci sono i tremendi servizi segreti americani. Dopo l'esodo Messana del 1947 dobbiamo attendere tre anni e ed arrivare al 1950 per la giubilazione di Giuliano. Ancora adesso serpeggia l'ipotesi di Casarrubea secondo cui nel cortile dell'avvocaticchio Di Maria il corpo crivellato non era di Guliano, perché costui era stato fatto scappare dagli americani ed accolto in America ove sarebbe sopravvissuto ancora a lungo. Una sentenza dice di no. Ma qualche fondo di verità ci sarà pure. E Messana era ben lontano in questo triennio dalla Sicilia; Ferreri o fra Diavolo era agente americano imposto a Messana, altro che suo criminale confidente. Fu giustiziato in una caserma dei carabinieri d'ordine e per conto del potere occulto militare degli americani e Messana non c'entrava niente. E questo aspetto inquietante emerge anche dal processo Gianlombardo Casarrubea. Insomma la storia di Sicilia in quel periodo è tutta da riscrivere e la figura di Messana ne esce linda e stimabile. Penso che vada la pena anche per la famiglia che si faccia luce, penso che il grand'Ufficiale Ettore Messana sarebbe ben felice lassù se vedesse la sua nipotina Giovanna l'irrequieta nipotina con cui giocava a carte recarsi là dove nacque il 6 aprile del 1884 come attestato all'Anagrafe comunale e magari farsi fotografare a futura memoria accanto a quel fonte battesimale ancora esistente in Matrice ove "Die eodem .. Ego Sac. Joseph Mantione batptizavi infantem ... natum ex iugalibus D. Clemente Antonio Messana et domna Rosalia Mirabella cui nomen ECTOR JOSEPH THANCREDUS. Patrini d. Augustinus Mantione et domna Calogera Rizzo jug.".
Era nato Ettore da una famiglia di ‘don’,i celeberrimi “galantuomini" del Circolo Unione, ove son sicuro il Questore accompagnato dal devotissimo cugino don Luigino ebbe varie volte ad accompagnarlo per avere l'ossequio dei dignitosi e magari sussiegosi galantuomini racalmutesi. Il decano l'ultra nonagenario avv. Burruano me ne parla ancora ammirato e devoto. Era stato grande amico del Questore. Per due ore ho discusso con l’on. Federico Martorana, imparentato con i Messana, e ultra comunista mi diceva che in quel lontano 1963 si era recato a Roma dal “questore” a perorare l’avvicinamento di un poliziotto ai suoi familiari. E il Messana dirgli che lui ormai era fuori gioco, ma una settimana dopo il poliziotto aveva il sospirato trasferimento. Francamente non comprendo certe reticenze e ritrosie della famiglia del ‘questore’. Una celebrazione in Racalmuto verrebbe gradita ed applaudita dalla cittadinanza a civilissima e consapevole ed anche quei tre o quattro intellettuali frastornati da una incontrastata campagna di stampa e cinematografica sarebbero tra primi a riverire una siffatta gloria racalmutese, magari solo ora adeguatamente rievocata.
17:25
Se viene in Sicilia la farò incontrare con l'avv. Luigi Burruano e vedrà come si commuove nel ricordare il suo amico il 'questore' Messana. certo una volta hanno fatto delle birbanterie femminili a Messina. Non dirò mai che il Questore fosse casto e puro e se qualcuno mi dovesse dire che sverginò tardivamente la bella Elettra non me ne meraviglierei. Era maschio. Ormai è troppo giù a Caltanissetta Lillo Infurnari ma se è arrivato al grado di Vice Questore (indolente come è non è andato oltre) lo deve al questore Messana. E tanti e tanti devono al Messana se sono potuti entrare in polizia o tra i carabinieri o nell'esercito e favi carriere e trovarvi dignitoso lavoro e soprattutto uno stipendio certo e sicuro. Nella mia lunga vita, sia pure poco vissuta a Racalmuto, del questore Messana a Racalmuto ne ho sempre sentito parlare bene e in toni ammirati. Sciascia non elogia certo la figura di questo alto poliziotto ma non ne dice mai male (e questo è molto in un denigratore professionale). Finché non esplose la pubblicistica Casarrubea (prima che io me ne interessassi) nessuno a Racalmuto aveva ad eccepire su questo ammirato suo grande figlio. Dopo addirittura la famiglia Messana collegata sproloquiò. Ed io sin sicuro per i postumi connessi alla storia dello zio Everardo. ma una rondine non fa primavera. Invero Eugenio Napoleone Messana nel suo enfiato volume su Racalmuto nella storia di Sicilia sembra ignorare Ettore Messana. Ma ho scoperto che sia pure per incidens dà una testimonianza sul questore a Bolzano che spazza via la calunnia di Casarrubea, dell'ANPI di Palermo e dell'amministrazione di Riesi tendenti a fare apparire Messana agente dell'OVRA. [P.S. Preciso che se la Cernigoi me ne ha dette di cotte e di crude era per reazione: L'AVEVO PROVOCATA IN MALO MODO SINO A CHIAMARLA "SIGNORINA" nonostante fosse sposata da 35 anni. Ma rispetto a ciò che le aveva detto Gerbino ero un educando. Invero da ultimo mi ha aggredito Colpi di Spillo di Malgrado Tutto per avergli fatto saltare il giochetto teso a consolidare i loro infondati sospetti (e dispetti) avverso il questore Messana. Poveracci, se qualche membro Messana vero ed autentico e non il Bellavia di turno dovesse incazzarsi, delle brutte condanne almeno per diffamazione a mezzo stampa non gliele toglie nessuno.]
Calogero Taverna
Buona pasqua gentile signora.
Dom 15:49
GRAZIE E ANCORA GRAZIE per l'impegno e la caparbietà messa in questi anni nella ricerca storica e veritiera su Ettore Messana,il mio amatissimo nonno,non nascondo di essermi affidata e cullata dalle sue parole sufficienti a farmi dimenticare le infamie ,la mia famiglia non conosce disonore,realtà che a molti non piace..ancora un grazie e l'augurio di una serena PASQUA
Dom 21:01
Posso assicurare che il grand’ufficiale Ettore Messana, onore di Racalmuto, non ha ombre.
Ho setacciato la sua vita. Immacolata. L'unico colpa di Ettore Messana: attaccato al dovere non si è curato molto dei disagi che cosi ricadevano sulla sua famiglia. E' capitato pure a me e quindi lo capisco. Finché Ettore Messana fu vivo nessuno si permetteva di dargli addosso. L'on. Montalbano ci provò due volte e ne uscì malconcio. Li Causi fu da Togliatti messo da canto e al suo posto venne l'avvinazzato Bufalini ma in definitiva il giovanissimo rampante Emanuele Macaluso. A Viterbo Pisciotta diede ulteriore prova di essere un fanfarone manovrato da certi giudici istruttori (allora come ora) per fandonie non provabili. IL presidente, in relazione a Messana, lo liquidò in malo modo. Vi fu la faccenda della RSI. La Cernigoi manco sapeva che Senise ne aveva parlato e aveva dichiarato che Messana "non aveva l'anima del fascista”. In tempo di democrazia un attestato di grande merito. Messana a Bolzano fa scappare un perseguitato dall'OVRA il compaesano Picone Chiodo (v. E.N. Messana Racalmuto nella storia di Sicilia). Altro che agente dell'OVRA! Dopo Bolzano Messana era già destinato ad andare a fare il questore a Palermo. Non ci va perché si oppone tale gerarca Giuseppe Mormino, senatore del Regno, Costui fu "bersagliato anche attraverso lettere anonime indirizzate a Mussolini. Una di queste ne tratteggiava un aspetto alquanto controverso [si fa per dire, altro che controverso! ndr] seppure rispondente a quello che si era venuto delineando [in Sicilia specie se di acuto intelletto sappiamo essere più gesuiti dei gesuiti, ndr] nell'immaginario collettivo dei suteresi".
Estrapolo da quella lettera che credo bene infornata e compilata da alto personaggio dell'epoca.: " “Eppure quando il Mormino fu chiamato da voi [Mussolini] come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino pe dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è tuttora e rimarrà Questore di Palermo ed esponente della cricca Mormino separatista ed accaparratrice".
A darmi siffatti lumi insperati nientemento è il prof. Difrancesco nel suo libro STORIE SCORDATE pagg. 127 e 128, il quale professore invero non si vuole piegare alla verità di un Messana illibato e di suoi paesani marciti da interesi che qui son ben descritti. A prescindere dai gesuitici giri di parole.
Quanto a quel Giuseppe, nessuna topica. Al grand’ufficiale Messana, il suo primo nome è sì Ettore per una non commendevole faccenda della importante ma intricante famiglia Messana di Racalmuto. Ma il suo secondo nome è Giuseppe. L'ho dovuto apprendere per i felici risultati delle ricerche genealogici dell'impareggiabile architetto favarese Carmelo Antinoro. Costui sulla base di una esordio processuale può correggere il domma infondato del Casarrubea di far nascere nel 1888 il Messana mentre la datra esatta era il1884. Così abbiamo sottomano e l'atto di battesimo del Messana a Racalmuto e il rivelo al Municipio. Si chiarisce così chi veramente era Messana figlio di don Clemente Antonio Messana e di donna Rosalia Mirabella, nato in una strada che ora non c'è più.
Riuscirò però a individuarla e vi apporrò una lapide a mie e spese visto che il consanguineo avv. Messana attuale sindaco fa orecchie da mercanti per una faccenda che si collega allo zio Everardo. Bene! Così sappiamo che il secondo nome del gran. Uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana è Giuseppe e che per una quarantina di anni l'Ispettore Generale di PS preferiva farsi chiamare appunto Giuseppe. Familiarmente il grande 'Peppino Messana’ di cui ai ricordi si qualche vecchio ancora residuante al Circolo Unione.
Mi rivolgo pertanto pubblicamente a donna Giovanna Messana unica vera nipote del celebre capo della Polizia Siciliana Ettore Messana e la invito ad essere ospite mia nella mia non indegna villetta di Bovo e presenziare al convegno in onore di questo grande figlio racalmutese che dovrà concludersi con i disvelamento della lapide sul muro della vecchia casa dove nacque Ettore Giuseppe Tancredi (ECTOR JOSEPH THANCREDUS per i preti)
Dom 22:48
Posso assicurare che il grand’ufficiale Ettore Messana, onore di Racalmuto, non ha ombre.
Ho setacciato la sua vita. Immacolata. L'unica colpa di Ettore Messana: attaccato al dovere non si è curato molto dei disagi che cosi ricadevano sulla sua famiglia. E' capitato pure a me e quindi lo capisco. Finché Ettore Messana fu vivo nessuno si permetteva di dargli addosso. L'on. Montalbano ci provò due volte e ne uscì malconcio. Li Causi fu da Togliatti messo da canto e al suo posto venne l'avvinazzato Bufalini ma in definitiva il giovanissimo rampante Emanuele Macaluso. A Viterbo Pisciotta diede ulteriore prova di essere un fanfarone manovrato da certi giudici istruttori (allora come ora) per fandonie non provabili. IL presidente, in relazione a Messana, lo liquidò in malo modo. Vi fu la faccenda della RSI. La Cernigoi manco sapeva che Senise ne aveva parlato e aveva dichiarato che Messana "non aveva l'anima del fascista”. In tempo di democrazia un attestato di grande merito. Messana a Bolzano fa scappare un perseguitato dall'OVRA il compaesano Picone Chiodo (v. E.N. Messana, Racalmuto nella storia di Sicilia). Altro che agente dell'OVRA! Dopo Bolzano Messana era già destinato ad andare a fare il questore a Palermo. Non ci va perché si oppone tale gerarca Giuseppe Mormino, senatore del Regno, Costui fu "bersagliato anche attraverso lettere anonime indirizzate a Mussolini. Una di queste ne tratteggiava un aspetto alquanto controverso [si fa per dire, altro che controverso! ndr] seppure rispondente a quello che si era venuto delineando [in Sicilia specie se di acuto intelletto sappiamo essere più gesuiti dei gesuiti, ndr] nell'immaginario collettivo dei suteresi".
Estrapolo da quella lettera che credo bene informata e compilata da alto personaggio dell'epoca: " “Eppure quando il Mormino fu chiamato da voi [Mussolini] come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato dal Mormino per dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è tuttora e rimarrà Questore di Palermo ed esponente della cricca Mormino separatista ed accaparratrice".
A darmi siffatti lumi insperati nientemeno è il prof. Difrancesco nel suo libro STORIE SCORDATE pagg. 127 e 128, il quale professore invero non si vuole piegare alla verità di un Messana illibato e di suoi paesani marciti da interessi che qui son ben descritti. A prescindere dai gesuitici giri di parole.
Quanto a quel Giuseppe, nessuna topica. Il grand’ufficiale Messana, ha per suo primo nome Ettore per una non commendevole faccenda della importante ma intricante famiglia Messana di Racalmuto. Ma il suo secondo nome è Giuseppe. L'ho dovuto apprendere per i felici risultati delle ricerche genealogici dell'impareggiabile architetto favarese Carmelo Antinoro. Costui sulla base di una esordio processuale può correggere il domma infondato del Casarrubea di far nascere nel 1888 il Messana mentre la data esatta era il 1884. Così abbiamo sottomano e l'atto di battesimo del Messana a Racalmuto e il rivelo al Municipio. Si chiarisce pertanto chi veramente era Messana figlio di don Clemente Antonio Messana e di donna Rosalia Mirabella, nato in una strada che ora non c'è più.
Riuscirò però a individuarla e vi apporrò una lapide a mie e spese visto che il consanguineo avv. Messana attuale sindaco fa orecchie da mercanti per una faccenda che si collega allo zio Everardo. Bene! Così sappiamo che il secondo nome del gran. Uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana è Giuseppe e che per una quarantina di anni l'Ispettore Generale di PS preferiva farsi chiamare appunto Giuseppe. Familiarmente il grande 'Peppino Messana’ di cui ai ricordi di qualche vecchio ancora residuante al Circolo Unione.
Mi rivolgo pertanto pubblicamente a donna Giovanna Messana unica vera nipote del celebre capo della Polizia Siciliana Ettore Messana e la invito ad essere ospite mia nella mia non indegna villetta di Bovo e presenziare al convegno in onore di questo grande figlio racalmutese che dovrà concludersi con il disvelamento della lapide sul muro della vecchia casa dove nacque Ettore Giuseppe Tancredi (ECTOR JOSEPH THANCREDUS per i preti).
Comprendo reticenze dispetti e forse sospetti avverso la mia persona. No! Non son io che ho destato dal sonno dei giusti Ettore Giuseppe Tancredi Messana; molto tempo prima che io mi interessassi al caso vi fu un giovanissimo Giuseppe del tiaso maschile di Danilo Dolci a fingere di credere alla triplice calunnia di Li Causi e farne oggetto di dissacrante blasfemia. E poi l’ANPI di Palermo e quindi l’Amministrazione Comunale di Riesi rei di infamie calunnie stravolgimenti storici denigranti Ettore Giuseppe Tancredi Messana. Quanti soldi lucrarono? E soldi e soldi UE e sezioni speciali di sovvenzioni bancarie cinematografiche lì a turlupinare la gente con false sparatorie ordinate dal Messana nella piazza di Riesi. E quindi il Casarrubea che le spara grosse che più grosse non si può come in un processo intentato da Gianlombardo viene stigmatizzato da un giudice togato di questa Repubblica. Ci si era messo poi anche Totò Petrotto; invece di pensare alle calunnie che gli scaraventavano contro. E per mettere la ciliegina sulla torta ecco il protervo Malgrado Tutto così insolente anche nei confronti della sublime donna Giovanna Messana.
Che venga Giovanna Messana a Racalmuto a dirci quale soave nonno fu Ettore Giuseppe Tancredi Messana e tagliare il nastro del velario sulla lapide a memoria di questo grandissimo figlio di Racalmuto Ettore Giuseppe Tancredi.
[Calogero Taverna]
Tutte le sue ricerche meritano attenzione al rinnovato invito di venire a Racalmuto ,confesso di essere ancora molto perplessa nell'affrontare "la fossa dei serpenti"e poi non sò quanto il nonno lo desidererebbe...Ho bisogno ancora di tempo,.........
12:51
Racalmuto non è fossa dei serpenti, la quasi totalità dei racalmutesi veniamo da una grande ammirazione e stima per il "questore Messana". Molte sono le famiglia che sono state beneficiate dal “questore Messana". Qualche nota ironica c'è solo per il cugino. il famoso don Luigino che nel libro di Sciascia viene descritto come un particolare don Ferdinando Trupia.
Non nego che qualche 'lontano parente” si faccia eco di una certa malevolissima stampa nazionale e certa cinematografia. Ma diciamo che Racalmuto non è Riesi o Partinico. Mi vanto con anni di battaglie tramite internet di avere costretto certa intellighenzia di sinistra (e stranamente anche d destra) a ripensare alla faccenda. La storiografia ufficiale ora sta per fare un grosso ripensamento perché l'apertura degli archivi del NARA americano ci sta svelando come la Sicilia non fu “libera” dal 1943 al 1950 e come le autorità italiane (Messana compreso) dovettero subire codesta limitazione di sovranità. Gli americani furono terrorizzati dal fatto che nel Nord Italia i comunisti erano sul punto di una secessione a favore dell’ Unione Sovietica. Era scoppiata la guerra fredda e la Sicilia per gli American divenne contrafforte reazionario e persino fascista pronto ad una controffensiva, ad una “marcia su Roma” che partisse non più da Milano ma da Palermo. Messana, uomo d'ordine e nazionalista, cercò con tutte le se forze sempre più grame e sfilacciate di contrapporsi a questo "disordine" delle OSS (leggi antenati della Cia) e fascista (leggi Valerio Borghese Junio). Ma sconvolgente svolta fu la vittoria socialcomunista siciliana del 20 arile del 1947. Gli americani partirono al contrattacco, Portella delle Ginestre, militarizzazione della 'banda Giuliano”, “peregribationes Mariae”. Ricattatori “pacchi dono americani, trasmutione della sopita ormai mafa tradiionale in cosa nostra all’americana e ua discorrendo. Il duro Messana era d'ostacolo ed ecco che viene preso da De Gasperi e portato A Roma per ruoli ancora più importanti ed egemoni. Giuliano dopo Messana che lo lottava divenne ancora più forte; passano ben tre nuovi Ispettori Generali di P.S. e la banda Giuliano è sempre lì protetta e foraggiata ed intoccabile. La Sicilia non è libera e sotto surrettizia sovranità americana. Parlano di Mafia risorta e di Cosa Nostra di estrazione americana ma dietro ci sono i tremendi servizi segreti americani. Dopo l'esodo Messana del 1947 dobbiamo attendere tre anni e ed arrivare al 1950 per la giubilazione di Giuliano. Ancora adesso serpeggia l'ipotesi di Casarrubea secondo cui nel cortile dell'avvocaticchio Di Maria il corpo crivellato non era di Guliano, perché costui era stato fatto scappare dagli americani ed accolto in America ove sarebbe sopravvisuto ancora a lungo. Una sentenza dice di no. Ma qualche fondo di verità ci sarà pure. E Messana era ben lontano in questo triennio dalla Sicilia; Ferreri o fra Diavlo era agente americano imposto a Messana, altro che suo criminale confidente. Fu giustiziato in una caserma dei carabinieri d'orine e per conto del potere occulto militare degli americani e Messana non c'etrava niente. E questo aspetto inquietante emerge anche dal processo Gianlombardo Casarrubea. Insomma la storia di Sicilia in quel periodo è tutta da riscrivere e la figura di Messana ne esce linda e stimabile. Penso che vada la pena anche per la famiglia che si faccia luce, penso che il grand'Ufficiale Ettore Messana sarebbe ben felice lassù se vedesse la sua nipotina Giovanna l'irrequieta nipotina con cui giocava a carte recarsi là dove nacque il 6 aprile del 1884 come attestato all'Anagrafe comunale e mgari farsi fotografare a futura memoria accanto a quel fonte battesimale ancora esistente in Matrice ove "Die eodem .. Ego Sac. Joseph Mantione batptizavi infantem ... natum ex iugalibus D. Clemente Antonio Messana et domna Rosalia Mirabella cui nomen ECTOR JOSEPH THANCREDUS. Patrini d. Augustinus Mantione et domna Calogera Rizzo jiub.". Era nato Ettore da una famiglia di ‘don’, i celeberrimi “galantuomini" del Circolo Unione, ove son sicuro il Questore accompagnato dal devotissimo cugino don Luigino ebbe varie volte ad accompagnarlo per avere l'ossequio dei dignotosi e magari sussiegosi galantuomini racalmutesi. Il decano l'ultra nonagenario avv. Burruano me ne parla ancora ammirato e devoto. Era stato grande amico del Questore. Per due ore ho discusso con l’on. Federico Martorana, imparentato con i Messana, e ultra comunista mi diceva che in quel lontano 1963 si era recato a Roma dal “questore” a perorare l’avvicinamento un poliziotto ai suoi familiari. E il Messana dirgli che lui ormai era fuori gioco, ma una settimana il poliziotto aveva il sospirato trasferimento. Francamente non comprendo certe reticenze e ritrosie della famiglia del ‘questore’. Una celebrazione in Racalmuto verrebbe gradita ed applaudita dalla cittadinanza a civilissima e consapevole ed anche quei tre o quattro intellettuali frastornati da una incontrastata campagna di stampa e cinematografica sarebbero tra primi a riverire una siffatta gloria racalmutese, magari solo ora adeguatamente rievocata.
Racalmuto non è fossa dei serpenti, la quasi totalità dei racalmutesi veniamo da una grande ammirazione e stima per il "questore Messana". Molte sono le famiglia che sono state beneficiate dal “questore Messana". Qualche nota ironica c'è solo per il cugino. il famoso don Luigino che nel libro di Sciascia viene descritto come un particolare don Ferdinando Trupia.
Non nego che qualche 'lontano parente” si faccia eco di una certa malevolissima stampa nazionale e certa cinematografia. Ma diciamo che Racalmuto non è Riesi o Partinico. Mi vanto con anni di battaglie tramite internet di avere costretto certa intellighenzia di sinistra (e stranamente anche di destra) a ripensare alla faccenda. La storiografia ufficiale ora sta per fare un grosso ripensamento perché l'apertura degli archivi del NARA americano ci sta svelando come la Sicilia non fu “libera” dal 1943 al 1950 e come le autorità italiane (Messana compreso) dovettero subire codesta limitazione di sovranità. Gli americani furono terrorizzati dal fatto che nel Nord Italia i comunisti erano sul punto di una secessione a favore dell’Unione Sovietica. Era scoppiata la guerra fredda e la Sicilia per gli American divenne contrafforte reazionario e persino fascista pronto ad una controffensiva, ad una “marcia su Roma” che partisse non più da Milano ma da Palermo. Messana, uomo d'ordine e nazionalista, cercò con tutte le sue forze sempre più grame e sfilacciate di contrapporsi a questo "disordine" delle OSS (leggi antenati della Cia) e fascista (leggi Valerio Borghese Junio). Ma sconvolgente svolta fu la vittoria socialcomunista siciliana del 20 aprile del 1947. Gli americani partirono al contrattacco: Portella delle Ginestre, militarizzazione della 'banda Giuliano”, “peregrinationes Mariae”. ricattatori “pacchi dono" americani, trasmutazione della sopita mafia tradizionale in Cosa Nostra all’americana e via discorrendo. Il duro Messana era d'ostacolo ed ecco che viene preso da De Gasperi e portato a Roma per ruoli ancora più importanti ed egemoni. Giuliano dopo Messana che lo lottava divenne ancora più forte; passano ben tre nuovi Ispettori Generali di P.S. e la banda Giuliano è sempre lì protetta e foraggiata ed intoccabile. La Sicilia non è libera e sotto surrettizia sovranità americana. Parlano di Mafia risorta e di Cosa Nostra di estrazione americana ma dietro ci sono i tremendi servizi segreti americani. Dopo l'esodo Messana del 1947 dobbiamo attendere tre anni e ed arrivare al 1950 per la giubilazione di Giuliano. Ancora adesso serpeggia l'ipotesi di Casarrubea secondo cui nel cortile dell'avvocaticchio Di Maria il corpo crivellato non era di Guliano, perché costui era stato fatto scappare dagli americani ed accolto in America ove sarebbe sopravvissuto ancora a lungo. Una sentenza dice di no. Ma qualche fondo di verità ci sarà pure. E Messana era ben lontano in questo triennio dalla Sicilia; Ferreri o fra Diavolo era agente americano imposto a Messana, altro che suo criminale confidente. Fu giustiziato in una caserma dei carabinieri d'ordine e per conto del potere occulto militare degli americani e Messana non c'entrava niente. E questo aspetto inquietante emerge anche dal processo Gianlombardo Casarrubea. Insomma la storia di Sicilia in quel periodo è tutta da riscrivere e la figura di Messana ne esce linda e stimabile. Penso che vada la pena anche per la famiglia che si faccia luce, penso che il grand'Ufficiale Ettore Messana sarebbe ben felice lassù se vedesse la sua nipotina Giovanna l'irrequieta nipotina con cui giocava a carte recarsi là dove nacque il 6 aprile del 1884 come attestato all'Anagrafe comunale e magari farsi fotografare a futura memoria accanto a quel fonte battesimale ancora esistente in Matrice ove "Die eodem .. Ego Sac. Joseph Mantione batptizavi infantem ... natum ex iugalibus D. Clemente Antonio Messana et domna Rosalia Mirabella cui nomen ECTOR JOSEPH THANCREDUS. Patrini d. Augustinus Mantione et domna Calogera Rizzo jug.".
Era nato Ettore da una famiglia di ‘don’,i celeberrimi “galantuomini" del Circolo Unione, ove son sicuro il Questore accompagnato dal devotissimo cugino don Luigino ebbe varie volte ad accompagnarlo per avere l'ossequio dei dignitosi e magari sussiegosi galantuomini racalmutesi. Il decano l'ultra nonagenario avv. Burruano me ne parla ancora ammirato e devoto. Era stato grande amico del Questore. Per due ore ho discusso con l’on. Federico Martorana, imparentato con i Messana, e ultra comunista mi diceva che in quel lontano 1963 si era recato a Roma dal “questore” a perorare l’avvicinamento di un poliziotto ai suoi familiari. E il Messana dirgli che lui ormai era fuori gioco, ma una settimana dopo il poliziotto aveva il sospirato trasferimento. Francamente non comprendo certe reticenze e ritrosie della famiglia del ‘questore’. Una celebrazione in Racalmuto verrebbe gradita ed applaudita dalla cittadinanza a civilissima e consapevole ed anche quei tre o quattro intellettuali frastornati da una incontrastata campagna di stampa e cinematografica sarebbero tra primi a riverire una siffatta gloria racalmutese, magari solo ora adeguatamente rievocata.
17:25
Se viene in Sicilia la farò incontrare con l'avv. Luigi Burruano e vedrà come si commuove nel ricordare il suo amico il 'questore' Messana. certo una volta hanno fatto delle birbanterie femminili a Messina. Non dirò mai che il Questore fosse casto e puro e se qualcuno mi dovesse dire che sverginò tardivamente la bella Elettra non me ne meraviglierei. Era maschio. Ormai è troppo giù a Caltanissetta Lillo Infurnari ma se è arrivato al grado di Vice Questore (indolente come è non è andato oltre) lo deve al questore Messana. E tanti e tanti devono al Messana se sono potuti entrare in polizia o tra i carabinieri o nell'esercito e favi carriere e trovarvi dignitoso lavoro e soprattutto uno stipendio certo e sicuro. Nella mia lunga vita, sia pure poco vissuta a Racalmuto, del questore Messana a Racalmuto ne ho sempre sentito parlare bene e in toni ammirati. Sciascia non elogia certo la figura di questo alto poliziotto ma non ne dice mai male (e questo è molto in un denigratore professionale). Finché non esplose la pubblicistica Casarrubea (prima che io me ne interessassi) nessuno a Racalmuto aveva ad eccepire su questo ammirato suo grande figlio. Dopo addirittura la famiglia Messana collegata sproloquiò. Ed io sin sicuro per i postumi connessi alla storia dello zio Everardo. ma una rondine non fa primavera. Invero Eugenio Napoleone Messana nel suo enfiato volume su Racalmuto nella storia di Sicilia sembra ignorare Ettore Messana. Ma ho scoperto che sia pure per incidens dà una testimonianza sul questore a Bolzano che spazza via la calunnia di Casarrubea, dell'ANPI di Palermo e dell'amministrazione di Riesi tendenti a fare apparire Messana agente dell'OVRA. [P.S. Preciso che se la Cernigoi me ne ha dette di cotte e di crude era per reazione: L'AVEVO PROVOCATA IN MALO MODO SINO A CHIAMARLA "SIGNORINA" nonostante fosse sposata da 35 anni. Ma rispetto a ciò che le aveva detto Gerbino ero un educando. Invero da ultimo mi ha aggredito Colpi di Spillo di Malgrado Tutto per avergli fatto saltare il giochetto teso a consolidare i loro infondati sospetti (e dispetti) avverso il questore Messana. Poveracci, se qualche membro Messana vero ed autentico e non il Bellavia di turno dovesse incazzarsi, delle brutte condanne almeno per diffamazione a mezzo stampa non gliele toglie nessuno.]
Calogero Taverna
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mar 11/02/2014, 15.44
Te
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Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888 [rectius. 1884 nell'attuale via Messana n. 4], di professione ufficiale di polizia. Servitore dello Stato integerrimo quanto inflessibile, deve talora specie in tempi calamitosi avere la mano ferma ma nella ferrea disciplina militare non mancare mai di senso umanitario. Vissuto in tempi ardui è chiaro che non sempre è facile avere concorde approvazione e come capita ai solerti uomini dell'ordine pubblico la calunnia, l'invidia, la malvagità dei reprobi si scatenano nella denigrazione gratuita, nella diffamazione indecorosa. Ettore Messana ne fu purtroppo spesso vittima, ma la sua rettitudine il suo profondo senso umanitario emergono incontaminati e ammirevoli. Racalmuto, la sua terra natia, ebbe spesse volte bisogno di una sua assistenza, di un suo atto di clemenza, di un sua onesta segnalazione: tante famiglie gli sono ancora grate. Racalmuto deve quindi rispettarne la memoria, onorarlo come suo grande figlio, detergere le infamanti calunnie.
Nel 1919 certo deve fronteggiare una terribile rivolta contadina. E' appena trentenne, deve stabilire l'ordine. Lo fa. il suo contributo alla sedizione popolare c'è ma le sue responsabilità sono molto limitate: volerne fare un feroce repressore di contadini è solo mala fede, atto ribaldo.
Subentra il Fascismo ma a Messana spetta il ruolo di fedele servitore della Patria- E adempie ai suoi uffici che sono quelli di Polizia con diligenza, umanità e spirito di servizio tanto da attirarsi l'apprezzamento dei suoi superiori che sono poi uomini di polizia come il Gueli che molto si distinsero nella repressione della mafia di Vizzini. Sì, fu molto apprezzato da Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli. Ed allora? solo la faziosità calunniatrice può far scrivere che costoro furono "nel ventennio nero .... uomini che nello spionaggio se ne intend[evano]ono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Arriviamo nell’aprile del 1941 la carriera del Messana è ad una fulgida e al contempo perigliosa svolta . Le truppe italo-tedesche invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della Slovenia. Messana è chimato ad andare a fare il questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio 1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste, dove fu destinato con telegramma di Carmine Senise a decorrere dal primo giugno 1942.
Doveva assumere la temporanea reggenza della locale questura, ma vi rimase fino al 14 giugno 1943, quando fu nominato ispettore generale di Ps e posto a disposizione del Ministero dell’Interno.
Certo il Messana non era molle di spina dorsale, sapeva accoppiare tratti umanissima a ferrea disciplina. Se subalterni mal tolleravano talvolta la sua rigidità, questo torna a suo vanto e i detrattori sono degni di sprezzo se finita la guerra, peraltro persa cercano di vendicarsi con la calunnia.
Si arriva all'ignominia di volere fare apparire sotto riprovevoli aspetti un atto burocratico di normale avvicendamento: nulla di scandaloso se "la direzione generale di Ps [fu] lapidaria nel [comunicare] alla questura di Trieste la decisione, già ai primi di giugno:
398111/333- Questore Messana Ettore cessa col quattordici corrente dalla direzione codesta Questura rimanendo at disposizione Ministero. Telegrafate partenza.[1]"
A me pare che quello che si vuole fare apparire come una macchia nello stato di servizio del Messana torni a suo merito: oddio! non era gradito ai fascisti di Bologna, quale maggior merito di questo? La faziosità arriva all'illogicità. Trascrivo letteralmente:
"Ma si dovette pervenire a quella decisione attraverso un lungo tempo di sopportazione e dopo vari tentativi degli stessi apparati fascisti del luogo di destinarlo ad altra sede. E di fatti si era registrato un tentativo di trasferire il Messana a Bologna, poi temporaneamente sospeso e prorogato al 5 maggio.[2]"
Le dicerie di Ricciardelli sono di una vacuità e insipienza assolute; non val la pena neppure di soffermarcisi sopra.
[continua]
Messana Ettore
Nato il 2 aprile 1888 a Racalmuto (Agrigento), fu questore della Questura di Lubiana dal giugno 1941 fino al 15 maggio 1942. Poi fu questore a Trieste.
Finita la guerra, vine promosso capo della Polizia in Sicilia e deve affrontare . burrascosevicende soprattutto per ilo caso del bandito Giuliano.
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Citiamo qui documentazione (molto parziele e spesso faziosa) che attiene al nostro grande compaesano il questore Ettore Messana. Questi paziali dati burocratici ne stagliano la titanica figura
[1] Prefettura di Trieste, Nota del prefetto Tullio Tamburini alla questura di Trieste e p. c. alla Ragioneria della regia prefettura di Trieste, con oggetto. Gr.Uff. Dott. Ettore Messana questore, 7 giugno 1943 XXI, gab. 018/2286. Il telegramma di Senise riportato dal prefetto Tullio Tamburini al questore di Trieste, 30 maggio 1942, XX, gab. 062/6454
[2] Cfr. ibidem, il prefetto Tullio Tamburini al questore di Trieste, fonogramma a mano, 28 aprile 1943, XXI, gab. 016/1724; e nota dello stesso prefetto del 16 aprile 43, gab. 018/1468 –2
[3] Prefettura di Trieste, Polizia della Venezia Giulia, Divisione criminale investigatica, Atti di gabinetto, b. 18, nota dell’ispettore capo Feliciano Ricciarelli al prefetto di Trieste, 6 ottobre 1945, prot. 481
[4] Prefettura di Trieste, Atti di gabinetto, b. 18, nota del prefetto Bruno Coceani alla Direzione generale di Ps del Ministero dell’Interno, 24 maggio 1944, gab. 018/1895
[5] Cfr. Archivio della Repubblica Slovena, Lubiana, Kraljeva Kuestura, AS 1796, 1941-1943, f. 1/II,2 31 agosto 1942 riguardante l’arresto di Antonio Tomsic; Rapporto del prefetto di Chieti al Ministro dell’Interno e all’Alto Commissario di Lubiana, riguardante l’internamento a Tollo di Miran Pozenel, div. Di Ps., prot. 05879, 12 giugno 1942; Ministero dell’Interno, direzione generale di Ps all’Alto commissario di Lubiana, Emilio Grazioli, per l’internamento di Giovanni Gradisek, prot. 447/05167 del 25 maggio 1942; Ministero dell’Interno all’Alto commissario di Lubiana, prot. 448/306997, 19 maggio 1942, per l’internamento di Rodolfo Fink a Pisticci; il prefetto di Padova Vittorelli alla R.questura di Chieti e all’Alto commissario di Lubiana, 22 giugno 1942.
[6] Cfr. Archivio Centrale dello Stato, Sis, b. 36, fasc HP27/Agrigento, class.: segreto. Titolo: Sciacca (Agrigento), assassinio del rag. Miraglia, segretario di quella Camera del Lavoro, 18 marzo 1947
[7] Cfr. Repubblica Slovena, Lubljana, Archivio Nazionale, CC.RR. , vol. 155/I, nn. 8-9-10, n. 13; lettera del maggiore Raffaele Lombardi al Comando del gruppo CC.RR. di Lubiana, 19 gennaio 1942; il capo della polizia Carmine Senise all’Alto Commissario per la provincia di Lubiana, 6 aprile 1942; per l’attentato alla linea ferroviaria Skoblica- Smaric, il fasc. 16; per gli arresti per attività antiitaliane, fasc. 18.
[8] Cfr. ivi, Comando raggruppamento camicie nere d’assalto; il luogotenente comandante Renzo Mantenga alla sezione Celere CC.RR. di Lubiana, fasc. 154/II, n. 5, 1° novembre 1942.
[9] Cfr., ivi., CC.RR., b. 154, II, 1941, il questore Messana al comando gruppo CC. di Lubiana, 14 luglio 1941, e nota del luogotenente comandante Renzo Mantenga, Comando raggruppamento Camicie nere d’assalto alla sezione Celere CC.RR. di Lubiana, 1 nov. ’42.
[10] Cfr. ivi, Nota del capitano dei CC.RR. Salvatore Spatafora all’Alto Commissario e alla Regia Questura di Lubiana, prot. 75/299, 4 dicembre 1941; fasc. 42.
[11] Cfr. ivi, Comando del gruppo dei CC.RR. di Lubiana, fono 1/109 del 9 dicembre 1941; fasc. 42.
[12] Cfr. ivi, Kraljeva Kuestura, 1796, VI, R. Ufficio di Ps di confine di Novo Mesto, gab. 0239, 12 gennaio 1942; e ibidem, prot. I n.0952 del 31 gennaio 1942. Un importante documento della resistenza jugoslava, anche se parzialmente mutilo, è reperibile allo stesso fondo, 1796, n° 1, f. 1/II.
[13] Cfr. Ivi, Comando gruppo CC.RR. di Lubiana, fasc. 14, Battaglione CC.RR. “Milano, Tenenza Lubiana Esterna, il tenente Mario Guarino all’Alto Commissario di Lubiana, 9 dicembre 1941; fasc. 43.
[14] Cfr. ivi, segnalazione del capitano Salvatore Spatafora all’Alto Commissariato di Lubiana, 28 dicembre 1941; fasc. 47, per il caso di Tomc Joze al fasc. 45.
[15] Cfr. ivi, b. 154/II, n. 5. Sugli innumerevoli suicidi, CCRR., gruppo, b. 156/III, n. 5.
[16] Archivio di Stato di Lubiana, 1931, segnato RSNZ, SRS, Questura, 2022-3/ n. 59. Si tratta di un documento microfilmato, intestato a Ettore Messana e recante il n. 168013. La traduzione è stata effettuata dal prof. Boris Gombac, residente a Lubiana.
[17] Cfr. Archivio di Stato di Lubiana, AS, 1551, Zbirka Copij, Skatla 98, 1502-1505. Caso n. R/IT/75- Nomi degli accusati: 1) Ettore Messana, questore a Lubiana (Fasc. 263); 2) N. Pellegrino, commissario di PS a Lubiana (Fasc. 266); 3) dott. Macis, tenente colonnello, procuratore del Re, tribunale militare di guerra a Lubiana (Fasc. 267). Data e luogo del presunto crimine: durante l’occupazione italiana della Slovenia. Numero e descrizione del crimine nella lista dei crimini di guerra: I) Assassinio e massacri- uso sistematico del terrorismo; III) Tortura di civili; V) Violenza carnale; VII) Deportazione di civili; VIII) Internamento di civili in condizioni inumane; XII) Tentativo di denazionalizzare gli abitanti del territorio occupato- Violazione degli articoli 4, 5, 45, 46, regolamentazione dell’Aia, 1907, e dell’art. 13, Atti jugoslavi per le Corti Militari, 1944.
[18]Cfr. Repubblica slovena, Archivio nazionale di Lubiana, AS 1781, f. 154/I, CC.RR, 1941, il capitano della Compagnia di Cocevie, Pasquale Luciano al Comando dei CC. di Lubiana, n. 113/77-1, prot. Div. .III, 6 novembre 1941.
[19] Cfr. ivi, il maggiore comandante del gruppo CC di Lubiana a tutte le compagnie dipendenti, n. 64/1, prot. Segreto, 12 ottobre 1941.
[20] Cfr. ivi, il Comandante la Tenenza, Augusto Fabri al Comando CC.RR. di Lubiana, 4 novembre 1941.
[21] Cfr. ivi, CC.RR., b. 155/III, e b. 156/I, il maggiore maresciallo Leonardo Capozzi alla regia questura, Lubiana, 22 settembre 1941; nota del tenente comandante CC di Longatico Filippo Falco alla R. Questura di Lubiana, 8 ottobre 1941.
[22] Cfr. ivi, CC.RR., b. 157, I (tutto il fondo CC.RR. porta il numero 1781 e comprende le buste fino a 185); sulla fucilazione di ostaggi, tra gli altri, il comandante la Compagnia del Gruppo CCRR di Lubiana all’Alto Commissario di Lubiana, b. 157, I, riservata del 25 maggio 1942; cfr. inoltre ivi, Kraljeva Kuestura Ljubljana, 1941-1943, 1796, corrispondenza di luglio-agosto 1941., n° 2, f.1, 1941; n°2, f.II/2; circolare di Messana al Comando CC di Lubiana interna, 17 marzo 1942.
[23] Cfr. Discorso di Girolamo Li Causi al Senato della repubblica, 23 giugno 1949, in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, Atti relativi alla strage di Portella della Ginestra, parte prima, p. 90.
[24] Cfr. http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Curiosita/Non+tutti+sanno+che/G/40+G.htm
[25] Cfr. Archivio nazionale della Repubblica slovena, , AS 1796, Kraljeva Kuestura Ljubljana, 1941-’43, f. 1/I, documento a firma Verdiani del 29 maggio 1942.
[26] ACS, Ministero dell’Interno, Sis, Relazione dell’Ispettore generale di Ps Fausto Salvatore al Capo della Polizia, Roma, 18 marzo 1947, inviata dal direttore capo divisione del Sis il 29 ottobre 1947, div,. Sis, sez II, prot. 224/62345, b. 36, f. HP27 (titolo: ‘Agrigento’), oggetto: Assassinio del rag. Miraglia, segretario Camera del Lavoro di Sciacca
Nel 1919 certo deve fronteggiare una terribile rivolta contadina. E' appena trentenne, deve stabilire l'ordine. Lo fa. il suo contributo alla sedizione popolare c'è ma le sue responsabilità sono molto limitate: volerne fare un feroce repressore di contadini è solo mala fede, atto ribaldo.
Subentra il Fascismo ma a Messana spetta il ruolo di fedele servitore della Patria- E adempie ai suoi uffici che sono quelli di Polizia con diligenza, umanità e spirito di servizio tanto da attirarsi l'apprezzamento dei suoi superiori che sono poi uomini di polizia come il Gueli che molto si distinsero nella repressione della mafia di Vizzini. Sì, fu molto apprezzato da Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli. Ed allora? solo la faziosità calunniatrice può far scrivere che costoro furono "nel ventennio nero .... uomini che nello spionaggio se ne intend[evano]ono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Arriviamo nell’aprile del 1941 la carriera del Messana è ad una fulgida e al contempo perigliosa svolta . Le truppe italo-tedesche invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della Slovenia. Messana è chimato ad andare a fare il questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio 1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste, dove fu destinato con telegramma di Carmine Senise a decorrere dal primo giugno 1942.
Doveva assumere la temporanea reggenza della locale questura, ma vi rimase fino al 14 giugno 1943, quando fu nominato ispettore generale di Ps e posto a disposizione del Ministero dell’Interno.
Certo il Messana non era molle di spina dorsale, sapeva accoppiare tratti umanissima a ferrea disciplina. Se subalterni mal tolleravano talvolta la sua rigidità, questo torna a suo vanto e i detrattori sono degni di sprezzo se finita la guerra, peraltro persa cercano di vendicarsi con la calunnia.
Si arriva all'ignominia di volere fare apparire sotto riprovevoli aspetti un atto burocratico di normale avvicendamento: nulla di scandaloso se "la direzione generale di Ps [fu] lapidaria nel [comunicare] alla questura di Trieste la decisione, già ai primi di giugno:
398111/333- Questore Messana Ettore cessa col quattordici corrente dalla direzione codesta Questura rimanendo at disposizione Ministero. Telegrafate partenza.[1]"
A me pare che quello che si vuole fare apparire come una macchia nello stato di servizio del Messana torni a suo merito: oddio! non era gradito ai fascisti di Bologna, quale maggior merito di questo? La faziosità arriva all'illogicità. Trascrivo letteralmente:
"Ma si dovette pervenire a quella decisione attraverso un lungo tempo di sopportazione e dopo vari tentativi degli stessi apparati fascisti del luogo di destinarlo ad altra sede. E di fatti si era registrato un tentativo di trasferire il Messana a Bologna, poi temporaneamente sospeso e prorogato al 5 maggio.[2]"
Le dicerie di Ricciardelli sono di una vacuità e insipienza assolute; non val la pena neppure di soffermarcisi sopra.
[continua]
Messana Ettore
Nato il 2 aprile 1888 a Racalmuto (Agrigento), fu questore della Questura di Lubiana dal giugno 1941 fino al 15 maggio 1942. Poi fu questore a Trieste.
Finita la guerra, vine promosso capo della Polizia in Sicilia e deve affrontare . burrascosevicende soprattutto per ilo caso del bandito Giuliano.
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Citiamo qui documentazione (molto parziele e spesso faziosa) che attiene al nostro grande compaesano il questore Ettore Messana. Questi paziali dati burocratici ne stagliano la titanica figura
[1] Prefettura di Trieste, Nota del prefetto Tullio Tamburini alla questura di Trieste e p. c. alla Ragioneria della regia prefettura di Trieste, con oggetto. Gr.Uff. Dott. Ettore Messana questore, 7 giugno 1943 XXI, gab. 018/2286. Il telegramma di Senise riportato dal prefetto Tullio Tamburini al questore di Trieste, 30 maggio 1942, XX, gab. 062/6454
[2] Cfr. ibidem, il prefetto Tullio Tamburini al questore di Trieste, fonogramma a mano, 28 aprile 1943, XXI, gab. 016/1724; e nota dello stesso prefetto del 16 aprile 43, gab. 018/1468 –2
[3] Prefettura di Trieste, Polizia della Venezia Giulia, Divisione criminale investigatica, Atti di gabinetto, b. 18, nota dell’ispettore capo Feliciano Ricciarelli al prefetto di Trieste, 6 ottobre 1945, prot. 481
[4] Prefettura di Trieste, Atti di gabinetto, b. 18, nota del prefetto Bruno Coceani alla Direzione generale di Ps del Ministero dell’Interno, 24 maggio 1944, gab. 018/1895
[5] Cfr. Archivio della Repubblica Slovena, Lubiana, Kraljeva Kuestura, AS 1796, 1941-1943, f. 1/II,2 31 agosto 1942 riguardante l’arresto di Antonio Tomsic; Rapporto del prefetto di Chieti al Ministro dell’Interno e all’Alto Commissario di Lubiana, riguardante l’internamento a Tollo di Miran Pozenel, div. Di Ps., prot. 05879, 12 giugno 1942; Ministero dell’Interno, direzione generale di Ps all’Alto commissario di Lubiana, Emilio Grazioli, per l’internamento di Giovanni Gradisek, prot. 447/05167 del 25 maggio 1942; Ministero dell’Interno all’Alto commissario di Lubiana, prot. 448/306997, 19 maggio 1942, per l’internamento di Rodolfo Fink a Pisticci; il prefetto di Padova Vittorelli alla R.questura di Chieti e all’Alto commissario di Lubiana, 22 giugno 1942.
[6] Cfr. Archivio Centrale dello Stato, Sis, b. 36, fasc HP27/Agrigento, class.: segreto. Titolo: Sciacca (Agrigento), assassinio del rag. Miraglia, segretario di quella Camera del Lavoro, 18 marzo 1947
[7] Cfr. Repubblica Slovena, Lubljana, Archivio Nazionale, CC.RR. , vol. 155/I, nn. 8-9-10, n. 13; lettera del maggiore Raffaele Lombardi al Comando del gruppo CC.RR. di Lubiana, 19 gennaio 1942; il capo della polizia Carmine Senise all’Alto Commissario per la provincia di Lubiana, 6 aprile 1942; per l’attentato alla linea ferroviaria Skoblica- Smaric, il fasc. 16; per gli arresti per attività antiitaliane, fasc. 18.
[8] Cfr. ivi, Comando raggruppamento camicie nere d’assalto; il luogotenente comandante Renzo Mantenga alla sezione Celere CC.RR. di Lubiana, fasc. 154/II, n. 5, 1° novembre 1942.
[9] Cfr., ivi., CC.RR., b. 154, II, 1941, il questore Messana al comando gruppo CC. di Lubiana, 14 luglio 1941, e nota del luogotenente comandante Renzo Mantenga, Comando raggruppamento Camicie nere d’assalto alla sezione Celere CC.RR. di Lubiana, 1 nov. ’42.
[10] Cfr. ivi, Nota del capitano dei CC.RR. Salvatore Spatafora all’Alto Commissario e alla Regia Questura di Lubiana, prot. 75/299, 4 dicembre 1941; fasc. 42.
[11] Cfr. ivi, Comando del gruppo dei CC.RR. di Lubiana, fono 1/109 del 9 dicembre 1941; fasc. 42.
[12] Cfr. ivi, Kraljeva Kuestura, 1796, VI, R. Ufficio di Ps di confine di Novo Mesto, gab. 0239, 12 gennaio 1942; e ibidem, prot. I n.0952 del 31 gennaio 1942. Un importante documento della resistenza jugoslava, anche se parzialmente mutilo, è reperibile allo stesso fondo, 1796, n° 1, f. 1/II.
[13] Cfr. Ivi, Comando gruppo CC.RR. di Lubiana, fasc. 14, Battaglione CC.RR. “Milano, Tenenza Lubiana Esterna, il tenente Mario Guarino all’Alto Commissario di Lubiana, 9 dicembre 1941; fasc. 43.
[14] Cfr. ivi, segnalazione del capitano Salvatore Spatafora all’Alto Commissariato di Lubiana, 28 dicembre 1941; fasc. 47, per il caso di Tomc Joze al fasc. 45.
[15] Cfr. ivi, b. 154/II, n. 5. Sugli innumerevoli suicidi, CCRR., gruppo, b. 156/III, n. 5.
[16] Archivio di Stato di Lubiana, 1931, segnato RSNZ, SRS, Questura, 2022-3/ n. 59. Si tratta di un documento microfilmato, intestato a Ettore Messana e recante il n. 168013. La traduzione è stata effettuata dal prof. Boris Gombac, residente a Lubiana.
[17] Cfr. Archivio di Stato di Lubiana, AS, 1551, Zbirka Copij, Skatla 98, 1502-1505. Caso n. R/IT/75- Nomi degli accusati: 1) Ettore Messana, questore a Lubiana (Fasc. 263); 2) N. Pellegrino, commissario di PS a Lubiana (Fasc. 266); 3) dott. Macis, tenente colonnello, procuratore del Re, tribunale militare di guerra a Lubiana (Fasc. 267). Data e luogo del presunto crimine: durante l’occupazione italiana della Slovenia. Numero e descrizione del crimine nella lista dei crimini di guerra: I) Assassinio e massacri- uso sistematico del terrorismo; III) Tortura di civili; V) Violenza carnale; VII) Deportazione di civili; VIII) Internamento di civili in condizioni inumane; XII) Tentativo di denazionalizzare gli abitanti del territorio occupato- Violazione degli articoli 4, 5, 45, 46, regolamentazione dell’Aia, 1907, e dell’art. 13, Atti jugoslavi per le Corti Militari, 1944.
[18]Cfr. Repubblica slovena, Archivio nazionale di Lubiana, AS 1781, f. 154/I, CC.RR, 1941, il capitano della Compagnia di Cocevie, Pasquale Luciano al Comando dei CC. di Lubiana, n. 113/77-1, prot. Div. .III, 6 novembre 1941.
[19] Cfr. ivi, il maggiore comandante del gruppo CC di Lubiana a tutte le compagnie dipendenti, n. 64/1, prot. Segreto, 12 ottobre 1941.
[20] Cfr. ivi, il Comandante la Tenenza, Augusto Fabri al Comando CC.RR. di Lubiana, 4 novembre 1941.
[21] Cfr. ivi, CC.RR., b. 155/III, e b. 156/I, il maggiore maresciallo Leonardo Capozzi alla regia questura, Lubiana, 22 settembre 1941; nota del tenente comandante CC di Longatico Filippo Falco alla R. Questura di Lubiana, 8 ottobre 1941.
[22] Cfr. ivi, CC.RR., b. 157, I (tutto il fondo CC.RR. porta il numero 1781 e comprende le buste fino a 185); sulla fucilazione di ostaggi, tra gli altri, il comandante la Compagnia del Gruppo CCRR di Lubiana all’Alto Commissario di Lubiana, b. 157, I, riservata del 25 maggio 1942; cfr. inoltre ivi, Kraljeva Kuestura Ljubljana, 1941-1943, 1796, corrispondenza di luglio-agosto 1941., n° 2, f.1, 1941; n°2, f.II/2; circolare di Messana al Comando CC di Lubiana interna, 17 marzo 1942.
[23] Cfr. Discorso di Girolamo Li Causi al Senato della repubblica, 23 giugno 1949, in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, Atti relativi alla strage di Portella della Ginestra, parte prima, p. 90.
[24] Cfr. http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Curiosita/Non+tutti+sanno+che/G/40+G.htm
[25] Cfr. Archivio nazionale della Repubblica slovena, , AS 1796, Kraljeva Kuestura Ljubljana, 1941-’43, f. 1/I, documento a firma Verdiani del 29 maggio 1942.
[26] ACS, Ministero dell’Interno, Sis, Relazione dell’Ispettore generale di Ps Fausto Salvatore al Capo della Polizia, Roma, 18 marzo 1947, inviata dal direttore capo divisione del Sis il 29 ottobre 1947, div,. Sis, sez II, prot. 224/62345, b. 36, f. HP27 (titolo: ‘Agrigento’), oggetto: Assassinio del rag. Miraglia, segretario Camera del Lavoro di Sciacca
- Piace a Accursio Vinti e Giovanna Messana.
- Lillo Taverna Su che cosa? Non riesco a capire. Quello che sta scritto qui sopra è vangelo rispetto ad un denigratorio vangelo apocrifo che ben conosco. A mio avviso la famiglia lasciando da parte i comprensibili pudori dovrebbe attivare le la giusta difesa della memoria per via giudiziaria, possibilmente avvalendosi di te che davvero sei molto bravo anche come avvocato, come ho avuto modo di esperimentare per faccende personali.
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