Carissimo figlio selettivo
Alfredo Sole,
ricevo la tua ultima e molto
ho indugiato prima di scriverti quello che forse scriverò qui e forse no. Non
ne ho voglia. Temo di sfasciar tutto.
Ho il terrore che nello
scrivere il curriculum della tua defunta vita (come bene dici tu) tu abbia disegnato
un profilo che da filosofo ti stai inventando creando simulando dissimulando.
Ti capiranno? IL papa Cicciu
cosa mai capirà?
Io la conosco dall’esterno la
tua vita. Non sono Tanu Savatteri che nulla sapendo s’inventa patetici ragazzi
di regalpetra che poi sarebbero criminali appendici di inesistenti STIDDRARA in
lotta feroce con quel culo chiatto di mio zio Alfonso.
Tu che un mio nipote tuo coetaneo
ricorda come bambino “spregevole” per violenza cattiveria malizia. Lo so che tu
ora non sei più lui. Ma quale obiettività quale terzietà puoi avere nel descrivere
quel bambino delinquente in nuce.
Io lo so che tu eri coartato
deviato sobillato esaltato indiavolato deturpato da una che devesi pur sempre
chiamare “cultura”. Gi la sgangherata cultura mafiosa e non potevi che essere quello che sei stato quello
che tutti ricordano quello che alla fine ha traviato. Ma come? Davvero tu hai
ucciso? Grido no e poi no. Posso testimoniarlo. Ma ove? spero in un processo di
revisione.
Non è che scrivendo quel birichino
curriculum non è che sfogandoti con una AUTOBIOGRAFIA che poi è una eterobiografia
tu finisca con darti in pasto a giudici professionisti dell’antimafia cui non sembrerà vero di incrudelirsi ancor
di più. L’hai confessato tu, diranno.
Non continuo. Domani parto per
Racalmuto. Tornerò a Roma il sei Novembre, Ti abbraccio. C. Taverna
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