Ero innocentista quando tutti colpevolizzavano tutti figurarsi adesso he ci sarebbe il sigillo di una assoluzione ampia e dissolvente di tutto e di tutti. Ma se allora non tutti erano colpevoli davvero ora sono tutti innocenti? Va a finire che a Racalmuto non hanno mai ammazzato nessuno per mafia, che nessuno ha truffato lo stato o la comunità europea che quei capretti che ogni anno non si sa quanti agnellini fetavano come mi divertivo a vedere negli undici mesi di mia consulenza all'AIMA di Via Palestro, 60 Roma erano veri e reali, davvero prolifici persino contro ogni legge di natura, va a finire che il cimitero era un paradiso. va a finire che non si assumevano avvocati ad esose parcelle per spartirsele. E qui mi fermo.
Certo fino a quando non si leggono le motivazioni bisogna star cauti. Assolto perché il fatto non sussiste? Nulla da dire. Assolto perché il fatto non costituisce reato? Allora il fatto c'è ma manca diciamo il dolo di specie. Assolto per decadenza di termini? Assolto perché deceduto? Assolto per infermità mentale? Le vie dell'assoluzione, tolte quelle famose per insufficienza di prove, sono infinite. E poi mi desta grande sospetto questo aspettare le calende greche per decidersi a dar sentenza. Cui prodest? Ma va a finire che come per Mannino la sentenza c'è la motivazione mai e il gioco è fatto. Niente appello ma attenzione niente definitività della sentenza.
Abbiamo migliaia di anni di civiltà giuridica per non lasciare contenti a gabbati.
Calogero Taverna
Inchiesta 'Giochi di Potere' a Racalmuto, tutti assolti, tranne il paese di Sciascia, violentato e distrutto da qualche investigatore
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- Scritto da Salvatore Petrotto
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Si è conclusa, presso il Tribunale di Agrigento, con l’assoluzione di tutti quanti gli imputati, ma solo dopo oltre 6 anni di estenuanti udienze e rinvii, la vicenda giudiziaria denominata ‘giochi di potere’ che riguardava dei presunti abusi d’ufficio ed abusi edilizi che, secondo una suggestiva ipotesi investigativa, rivelatasi del tutto insussistente, erano stati commessi a Racalmuto all’atto del conferimento di alcuni incarichi pubblici e nella costruzione di 3 piccoli alberghi.
Si è tratta di una perfetta ‘tempesta in un bicchiere d’acqua’ che comunque ha contribuito, in maniera determinante, a creare un clima infame nel paese di Leonardo Sciascia, dilaniato da un procedimento giudiziario che ha pesantemente colpito più di venti tra politici, funzionari, professionisti ed imprenditori locali.
Il collegio giudicante della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduto dalla dott.ssa Luisa Turco, giudici a latere il dott. Giuseppe Miceli ed il dott. Francesco Gallegra, nel primo pomeriggio del 7 novembre 2016, dopo l’articolata richiesta di assoluzione, avanzata già ad ottobre, anche dal Pubblico Ministero, la dott.ssa Brunella Sardoni, ha assolto tutti quanti gli imputati.
Ricordiamo che i reati più gravi contestati contemplavano anche delle ipotesi di truffa ai danni di enti pubblici.
Il costrutto accusatorio si è rivelato così palesemente strambalato al punto tale che ci sono voluti, per giungere alla sentenza di primo grado, 6 anni e 5 mesi dalle notifiche degli avvisi di garanzia.
Per la verità leggendo le carte del procedimento iniziale, sin dalle prime battute, lo si era capito che si trattava soltanto di un’inchiesta avventata, senza né capo e né coda, messa in piedi per dimostrare che a Racalmuto c’era una sorta di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di una caterva di reati, che alla prova dei fatti, si sono rivelati del tutto inesistenti.
Addirittura, anche gli stessi investigatori e tecnici che hanno denunciato i presunti abusi sottoposti al vaglio delle Autorità Giudiziarie, hanno dovuto ammettere, nel corso di alcune pubbliche udienze, che forse si erano sbagliati nella valutazione di quanto verbalizzato in sede di indagini preliminari.
Che dire, tutto è bene ciò che finisce bene?
Purtroppo però, in questi anni, la comunità racalmutese ha dovuto subire, tra le tante disgrazie, anche quest’onta, quella di un mega processo che vedeva inizialmente coinvolti, oltre che una decina, tra imprenditori e professionisti, anche quasi tutti i tecnici ed un’intera Amministrazione del comune di Racalmuto, compreso il sottoscritto che, all’epoca dei fatti, ricopriva la carica di sindaco di Racalmuto.
Adesso tutti quanti si chiedono chi pagherà i danni economici, sociali ed occupazionali, oltre che ovviamente quelli morali?
E’ come se un’intera comunità, a partire da quel lontano mese di maggio del 2010, da quando cioè vennero apposti i sigilli ai tre alberghi sequestrati dalle Autorità Giudiziarie, avesse subito una ferita mortale!
Nessuno se l’è sentita più di intraprendere altre attività in un paese bersagliato per giunta, due anni dopo, da un altro ingiusto provvedimento, quello relativo allo scioglimento del Consiglio Comunale per delle inesistenti infiltrazioni mafiose. Anche in quell’occasione non sono mancate delle informative di polizia, assai simili a quelle che hanno riguardato questa fantomatica inchiesta farlocca, denominata come detto, ‘giochi di potere’ .
Tutti si chiedono adesso, come è stato possibile che una pura e semplice fantasia investigativa di un maresciallo dei Carabinieri, coadiuvato da un paio di tecnici, perché fondamentalmente di questo si tratta, abbia potuto bloccare, del tutto ingiustamente e per oltre 6 anni, 3 attività imprenditoriali?
Ora, e soltanto ora, in teoria, i titolari di quei tre alberghi, uno per la verità è già aperto da un anno, il Regalpetra dei fratelli Borsellino, potrebbero mettere mano al completamento dei lavori di ristrutturazione di quegli immobili che il cosiddetto ‘braccio armato’ della Legge, inopinatamente aveva bloccato.
Staremo a vedere.
Salvatore Petrotto
Ex sindaco di Racalmuto
Si è tratta di una perfetta ‘tempesta in un bicchiere d’acqua’ che comunque ha contribuito, in maniera determinante, a creare un clima infame nel paese di Leonardo Sciascia, dilaniato da un procedimento giudiziario che ha pesantemente colpito più di venti tra politici, funzionari, professionisti ed imprenditori locali.
Il collegio giudicante della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduto dalla dott.ssa Luisa Turco, giudici a latere il dott. Giuseppe Miceli ed il dott. Francesco Gallegra, nel primo pomeriggio del 7 novembre 2016, dopo l’articolata richiesta di assoluzione, avanzata già ad ottobre, anche dal Pubblico Ministero, la dott.ssa Brunella Sardoni, ha assolto tutti quanti gli imputati.
Ricordiamo che i reati più gravi contestati contemplavano anche delle ipotesi di truffa ai danni di enti pubblici.
Il costrutto accusatorio si è rivelato così palesemente strambalato al punto tale che ci sono voluti, per giungere alla sentenza di primo grado, 6 anni e 5 mesi dalle notifiche degli avvisi di garanzia.
Per la verità leggendo le carte del procedimento iniziale, sin dalle prime battute, lo si era capito che si trattava soltanto di un’inchiesta avventata, senza né capo e né coda, messa in piedi per dimostrare che a Racalmuto c’era una sorta di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di una caterva di reati, che alla prova dei fatti, si sono rivelati del tutto inesistenti.
Addirittura, anche gli stessi investigatori e tecnici che hanno denunciato i presunti abusi sottoposti al vaglio delle Autorità Giudiziarie, hanno dovuto ammettere, nel corso di alcune pubbliche udienze, che forse si erano sbagliati nella valutazione di quanto verbalizzato in sede di indagini preliminari.
Che dire, tutto è bene ciò che finisce bene?
Purtroppo però, in questi anni, la comunità racalmutese ha dovuto subire, tra le tante disgrazie, anche quest’onta, quella di un mega processo che vedeva inizialmente coinvolti, oltre che una decina, tra imprenditori e professionisti, anche quasi tutti i tecnici ed un’intera Amministrazione del comune di Racalmuto, compreso il sottoscritto che, all’epoca dei fatti, ricopriva la carica di sindaco di Racalmuto.
Adesso tutti quanti si chiedono chi pagherà i danni economici, sociali ed occupazionali, oltre che ovviamente quelli morali?
E’ come se un’intera comunità, a partire da quel lontano mese di maggio del 2010, da quando cioè vennero apposti i sigilli ai tre alberghi sequestrati dalle Autorità Giudiziarie, avesse subito una ferita mortale!
Nessuno se l’è sentita più di intraprendere altre attività in un paese bersagliato per giunta, due anni dopo, da un altro ingiusto provvedimento, quello relativo allo scioglimento del Consiglio Comunale per delle inesistenti infiltrazioni mafiose. Anche in quell’occasione non sono mancate delle informative di polizia, assai simili a quelle che hanno riguardato questa fantomatica inchiesta farlocca, denominata come detto, ‘giochi di potere’ .
Tutti si chiedono adesso, come è stato possibile che una pura e semplice fantasia investigativa di un maresciallo dei Carabinieri, coadiuvato da un paio di tecnici, perché fondamentalmente di questo si tratta, abbia potuto bloccare, del tutto ingiustamente e per oltre 6 anni, 3 attività imprenditoriali?
Ora, e soltanto ora, in teoria, i titolari di quei tre alberghi, uno per la verità è già aperto da un anno, il Regalpetra dei fratelli Borsellino, potrebbero mettere mano al completamento dei lavori di ristrutturazione di quegli immobili che il cosiddetto ‘braccio armato’ della Legge, inopinatamente aveva bloccato.
Staremo a vedere.
Salvatore Petrotto
Ex sindaco di Racalmuto
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