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Io sono siciliano. Pavolini mandò duecento militi di quellli arrabbiatissimi in Sicilia per combattere gli americani. Gli americani subito li assoldarono e poi vollero in Sicilia Valerio Borghese Junio. Tutti insieme poi fecero Portella delle Ginestre per schiacciare i comunisti scomunicati da Pio XII. Padre Lombardi predicava la liberazione del male rosso. Se il prete non ti dava il benestare in America non andavi. In Sicilia se ci liberarono dai fascisti presero Vizzini e lo fecero gran consgliore. Vizzini tramite Guarno Amella prese Ballassaru Tinebra e lo fece sindaco di Racalmuto. Vizzini per faccende loro private lo fece ammazzare in piena piazza da Centoedieci. La mafia che con Mori non c'era più risorse più dura e credele che pria. Come scambio liberatorio non ci guadagnammo. Noi Siciliani almeno. Calogero Taverna
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Commenti
Lillo Taverna Pagina di storia non convenzionale ma posso provarla tutta.
Silvano Messina Enzo Russo ritiene che l'accordo tra mafia ed americani per sbarcare in Sicilia sia una balla. Dobbiamo credere alla storia ufficiale o a lui?
Lillo Taverna Nè all'auna né all'altra, ma alle carte per ora in parte fotocopiate e giacenti a Calatafimi. Tranfaglia se ne è lavate le mani. Casarrubea è morto. Io non ho tempo per andare a Calatafimi. E poi non conosco l'inglese e non sono uno storico accademato.
Lillo Taverna
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Lillo Taverna ma debbo correggere: PARTINICO.

Giuseppe Casarrubea senior (1899-1947)
Giuseppe Casarrubea senior (1899-1947)

UN ARCHIVIO STORICO SULL’ITALIA E SULLA SICILIA

DEL XX SECOLO

Chi siamo?

L’archivio sorge per dare seguito ad uno dei punti statutari dell’Associazione “Non solo Portella onlus” fondata nel 1998 con lo scopo di rappresentare i familiari delle vittime della strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), e degli assalti contro le Camere del Lavoro del 22 giugno 1947.

Aderiscono all’Associazione i familiari di altre stragi avvenute in Sicilia dal secondo dopoguerra in poi.

L’archivio è dedicato al dirigente sindacale “Giuseppe Casarrubea” assassinato durante l’attacco terroristico contro la sezione del Pci di Partinico, un mese e 22 giorni dopo la strage di Portella della Ginestra. Il commando, stando ai giudici di Viterbo (1950-’52), era ispirato dal neofascista Salvatore Giuliano e da Pasquale ‘Pino’ Sciortino.

Il processo contro i mandanti e gli esecutori di queste stragi ebbe a fondamento un depistaggio della polizia giudiziaria: il “Rapporto giudiziario” del 4 settembre 1947. Gli accusati furono sottoposti a interrogatori e confronti dibattimentali durati due anni. Alla fine i giudici conclusero assolvendo i mafiosi e parecchi imputati e negando l’esistenza di mandanti.

Nell’attentato di giugno perse la vita anche Vincenzo Lo Iacono e si ebbero dieci feriti gravi, alcuni con menomazioni irreversibili come Leonardo Addamo e Giuseppe Salvia. In una stessa notte furono prese d’assalto le seguenti sedi di sinistra: la sezione comunista di Cinisi (attentato dinamitardo senza vittime), sezione del Pci di San Giuseppe Jato (un ferito e distruzione totale della sede), Camera del Lavoro di Borgetto (senza vittime), sezione socialista di Monreale (senza vittime), sezione del Pci di Carini (senza vittime).

Gli attentati di giugno furono la “naturale” continuazione dell’azione di provocazione terroristica della strage del 1° maggio. Entrambe le stragi, processualmente unificate, ebbero gravi coperture da parte di alcuni settori delle forze dell’ordine dipendenti dall’Ispettore di Ps, Ettore Messana. Questi aveva cominciato la sua carriera ai tempi della strage di Riesi (1919) e l’aveva conclusa dopo Portella della Ginestra, avendo avuto all’interno del gruppo di fuoco che aveva sparato sulla folla dei manifestanti per la festa del 1° maggio, il proprio confidente Salvatore Ferreri, inteso Fra’ Diavolo. L’ispettore inoltre era stato nominato dal governo di Ivanoe Bonomi, a quell’alta carica, nonostante fosse ricercato dalla commissione delle Nazioni Unite nel 1945 per crimini di guerra compiuti in Slovenia, durante l’occupazione fascista (1941-1943: sul tema si possono consultare diversi post di questo stesso blog e una sequenza fotografica di eccezionale interesse).

La strage di Partinico è preceduta dall’uccisione, all’età di quarant’anni, di Salvatore Patti, il 24 maggio 1946 e del sindacalista Michelangelo Salvia (n. il 9 aprile 1913), avvenuta l’8 maggio 1947, a una settimana della strage di Portella. Sulla sua tomba leggiamo:

barbaramente ucciso da una mano sopraffattrice

per chiudere la bocca

portatrice di verità insopprimibile

su tutti gli uomini che soffrono

I buoni e onesti cittadini lo ricordano

fulgido esempio di onesto lavoratore
*

Cosa abbiamo raccolto?

Negli ultimi anni l’archivio ha intrapreso un’ampia attività di ricerca sulla storia europea e italiana acquisendo in Italia e all’estero documenti desecretati a partire dalla fine degli anni Novanta.

L’archivio ha raccolto una mole di documenti sulla Storia del Ventesimo Secolo. In particolare:

Atti del processo di Viterbo sulla strage di Portella della Ginestra, svoltosi negli anni Cinquanta a Viterbo e a Roma (circa 14 faldoni comprendenti i rapporti giudiziari, gli atti dell’istruttoria, i dibattimenti e le sentenze).

Carte provenienti da donazioni private come quelle dell’avv. Loriedo sul bandito Salvatore Giuliano.

Documenti statunitensi (in cd-rom) sulla Storia del XX secolo, prodotti e presentati per temi da un centro studi di Los Angeles (California).

Documenti del Nara (National archives and records administration), gli archivi nazionali statunitensi con sede a College Park, nel Maryland (carte della Cia, dell’Fbi, del Dipartimento di Stato e dell’ Oss).

Documenti dei National Archives britannici (Kew Gardens, Surrey) sulla Storia italiana e siciliana a partire dalla seconda guerra mondiale.

Documenti dell’Archivio di Stato della Repubblica di Slovenia (Lubiana), sui crimini di guerra perpetrati dalle truppe italiane di occupazione dal 1941 al 1943.

Documenti dei servizi segreti italiani (Sis) degli anni ’43-’48.

Documenti dell’Archivio storico dei Servizi di Sicurezza dello Stato, Ungheria, Budapest (fondo ABTL), carte 1945-1991.

Documenti sull’attività delle Commissioni Parlamentari Antimafia a partire dal 1963.

Fonti manoscritte e stampate sulla Storia della città di Partinico.

Al momento, è in corso l’acquisizione di centinaia di carte provenienti dagli archivi britannici e dei servizi di intelligence ungheresi.

Cosa vogliamo fare?

Mettere a disposizione di storici, ricercatori, docenti, studenti e operatori dell’informazione (quotidiani, tv e siti web) i documenti in nostro possesso.

Organizzare corsi di formazione e progetti didattici in collaborazione con le Scuole, le università, i comuni, le province e la Regione Siciliana, con l’obiettivo di avvicinare i giovani allo studio della Storia.

Creare un polo archivistico e documentario anche in collaborazione con altri centri similari.

Sviluppare iniziative di ricerca e intervenire a livello sociale, scolastico e formativo per la salvaguardia della memoria delle lotte per la democrazia in Italia;

Istituire un archivio aperto al pubblico sulla storia nazionale e territoriale.

L’archivio contiene circa 25.000 documenti raccolti in quindici anni e provenienti soprattutto da Roma (Corti di Appello e Archivio di Stato), Washington (Nara), Londra (Kew Gardens), Budapest, Lubiana (Archivio della Repubblica slovena), donazioni documentarie private (Carte Loriedo, Costa, ecc.).

Sarà reso di dominio pubblico progressivamente in dipendenza anche della povertà dei mezzi e delle forze di cui dispone.

Dei materiali dell’archivio si darà progressivamente, per ciascun documento, l’esatta collocazione della fonte di provenienza, e di quella registrata in archivio nonchè la pubblicazione in formato PDF o semplicemente digitalizzato. Per saperne di più consulta le varie voci della categoria ARCHIVIO E INVENTARIO nella home page di questo blog.

Per un resoconto della consistenza dei materiali catalogati al 2011 clicca qui di seguito: