giovedì 3 novembre 2016

Il Crack Sindona











E poi dicono che non sono (a dire il vero sono stato) importante. Trovo tra le mie carte questo stringato verbale del 29 luglio 1974. E' un verbale inusuale, unico penso nel suo genere. Dal primo luglio io e Desario conducevamo due ispezioni in Milano, io presso la Banca Privata Finanziaria, De Sario presso la Banca Unione. Io e De Sario eravamo pari grado ma invero già De Sario, destinato alle sommità dirigenziali di B.I. mi aveva rosicchiato qualche mese di anzianità. Al grado di capo ufficio lo avevo preceduto di una posizione ma ora a parità di grado mi aveva scavalcato come appare in questo verbale che risultò poi pagina tragica per la Banca d'Italia e soprattutto per Carli che un anno dopo dovette lasciare il governatorato dell'allora onnipotente istituto di emissione. 
Grifagno qui appare Antonino Occhiuto deciso a giubilare Carli. Vi appare Battaglia che mi pare Occhiuto giubilò perché da funzionario BI faceva pure il notaio. Ma vi è presente Persiani Acerbo, quel figlio adottivo del gran gerarca fascista Acerbo.
Arista era subentrato al giubilato Zoffoli e furbetto fa redigere questo informale verbale a scanso di sue personali responsabilità penali.
Dopo che il nobile Clerici di Cavenago mi aveva rassegnato quelle scartoffie relative ad una immane speculazione in cambi perdente delle banche sindoniane c'era poco da continuare a fare ispezioni ordinarie, c'era poco a tenere il Banco di Roma a fingere una simulata gestione straordinaria, c'era poco da tentare surrettizi salvataggi: a Milano il giudice dalla pistola in mano e Urbisci avevano cambiato rotta: ora avevano annusato il grande colpo scandalistico e avevano iniziato il ballo di San Vito con eclatanti apparizioni pubbliche.
Ai sensi di legge, al Governatore  non restava altro da fare che rassegnare una denuncia penale SENZA INDUGIO corredata da fatti e prove di rilievo penale.
Sia De Sario sia io avevamo depositato nelle mani del nostro Capo Servizio (Arista) interlocutorie precise e circostanziate. Invero copia di quelle interlocutorie erano state inviate alla Procura di Milano, ma un altro po' ci incriminano per tentata calunnia. Senonché il famoso Viola d'improvviso diventa accanito e reclamizzato inquisitore delle Banche che stavamo ispezionando. Occorreva in qualche modo bloccarlo. Ecco il senso di questo informale  incontro in definitiva tra i massimi esponenti della dirigenza della Banca d'Italia. Ci si appiglia al fatto che gli inviati in  sostanza da Carli, quelli del Banco di Roma, sono d'intralcio, che ancora non emerge la gravità del tracollo patrimoniale, che quindi bisogna continuare ad ispezionare e dopo vedere quali misure di rigore applicare e quali segnalazioni inviare all'UIC che non si era accorto del trambusto valutario combinato dalle banche di Sindona.
Arista quindi sollecita quell'incontro tra le alte sfere, si scarica di ogni responsabilità circa eventuali sue compiacenze informative  e raccoglie le ultime volontà di Carli in merito alla scottante vicenda bancaria che prelude  al primo grande crack bancario dell'Italia disciplinata dalla legge bancaria fascista.





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