note sparse sulla mia Racalmuto storica
La guerra del '15-'18 quanta retorica negli anni Trenta! Trovo nella libreria di mio fratello questo testo del Dauli. Valido. Retorico e patriottardo s'intende. Ma non stucchevole. E là subito a cercare cosa ha da dirmi questo sabaudo ufficiale fascista sulla guerra di trincea nelle doline ora slovene. Qualcosa c'è ma non molto-
Scrivo e riscrivo che il mio omonimo nonno Calogero Taverna in quelle doline il 24 maggio, a dire di un vago burocratico documento militare, ebbe a morire fulminato dai cecchini austriaci e lì abbandonato dai suoi commilitoni; eppure per lo Stato maggiore italiano divenne eternamente "disperso in guerra"
Avuto in mano il foglio matricolare di mio nonno, con l'aiuto di esperti tramite FB e consultando il testo qui sotto, ho potuto rintracciare il luogo dell'abbandono del mio antenato in quel di Gorizia.
Chi come me è aduso ai fiori o magari ai poemi omerici resta annichilito nell'apprendere quanta imbecillità militaresca vi fu in quei tempi e quanto dissennata fu la feroce disumanità mettiamo di un Cadorna. Il fascismo ci mise sopra una pietra e tutto divenne eroico e patriottico.Mio nonno divenne un disperso in guerra ed anche con il dubbio che fosse un disertore da fucilazione, specie perché era stato intruppato nella Brigata Garibaldi resasi poi infaustamente nota per un ammutinamento che sfociò in una tragica decimazione deplorata persino dal patriottico D'Annunzio con prosa e versi di toccante umanità. Ma mio nonno era già un "disperso" quando vi fu quella fucilazione ad opera di carabinieri impietosi.
Comunque il ricordo ufficiale si riduce a questo elenco ad opera di un ex sindaco racalmutese, parente dell'attuale sindaco Messana. Non sono riuscito a traslare i 32 martiri per la patria in una lapide appena dignitosa. Mio nonno sta come vedete al n. 28, in forma anodina, burocratica, quasi dileggiante
Il resto delle foto sta qui per memoria. Raffigurano squarci di vita paesana racalmutese. Ne ho già parlato. Vi ritornerò a suo tempo.
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