Racalmuto IL PECCATO ORIGINALE (Salvatore Sardo, dirigente del PD)
componente del direttivo PD
La mancata approvazione della mozione di sfiducia da parte del consiglio comunale è una buona notizia per i racalmutesi che in questo modo hanno evitato l’incubo di un ritorno alla gestione commissariale di cui non sentono, certamente, alcun bisogno.
Tuttavia rimane il problema politico di come il sindaco e la giunta si dovranno rapportare con il consiglio comunale che esce da questa vicenda lacerato, inviperito, disorientato, confuso e con compromissione perfino dei rapporti personali.
Tutto ciò è la prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la politica non va fatta né con il sentimento e tanto meno con il risentimento, come “i magnifici otto” hanno voluto fare, ma con il sereno ragionamento. La rabbia ed il risentimento fanno perdere il senso della comunità e del bene comune.
E allora proviamo a ragionare.
La gente si chiede come sia possibile che a distanza di appena 2 anni e qualche mese di attività amministrativa la coalizione vincitrice delle elezioni sia andata in frantumi e 8 consiglieri comunali abbiano addirittura presentato una “Mozione di Sfiducia” nei confronti del sindaco Emilio Messana!
Il motivo va ricercato nel modo in cui il sindaco ha concepito la sua giunta: gli assessori sono stati scelti in piena autonomia, vagliando non solo le loro competenze tecniche ma anche il loro profilo etico-morale. Una giunta insomma sganciata dai partiti, al servizio della città e della coalizione, i cui membri non fossero portatori di interessi di parte ma votati all’interesse generale.
Questa scelta, all’inizio condivisa anche dagli alleati, avrebbe dovuto operare una cesura rispetto al passato dove ogni assessore non era altro che il rappresentante di un determinato partito, gruppo consiliare o forza politica.
L’esperienza ci ha insegnato che deve esserci fiducia e stima reciproca tra sindaco e assessore, altrimenti se tra i due si insinua la diffidenza e il dubbio il rapporto politico, presto, si rompe.
Questa giunta è potuta andata avanti proprio perché tra il sindaco e gli assessori si è instaurato un forte legame politico oltre che umano e di reciproca stima e fiducia nel segno di uno per tutti e tutti per uno.
D’altra parte è la legge che assegna al sindaco la prerogativa di scegliersi gli assessori che altro non sono che dei suoi collaboratori cui delega parte delle sue funzioni.
In questi due anni c’è stata molta confusione sui ruoli e le funzioni della giunta e del consiglio comunale.
E’ bene chiarire che gli organi elettivi sono il sindaco ed il consiglio comunale, ognuno con compiti specifici: funzioni esecutivi il primo, funzione di indirizzo e di controllo il secondo.
Le modalità con cui il consiglio comunale svolge la funzione di indirizzo non sono certo i famosi “atti di indirizzo” partoriti a getto continuo con l’intento di sostituirsi alla funzione esecutiva, prerogativa esclusiva della giunta, ma quella svolta dal consiglio con l’approvazione degli atti fondamentali: bilancio di previsione, piano triennale delle opere pubbliche, piani urbanistici, atti normativi vari, regolamenti, materie di esclusiva competenza consiliare ecc.. attraverso i quali vengono stabiliti i paletti entro i quali l’esecutivo deve muoversi.
Il controllo sull’esecutivo viene svolto attraverso gli atti ispettivi: interpellanze ed interrogazioni, interessamento dell’ufficio ispettivo della regione; costituzione di commissioni di indagini su determinate questioni, assemblee cittadine per chiarire temi di pubblico interesse, richiesta di intervento da parte della magistratura contabile in caso di danni erariali fino ad arrivare ad interessare la procura della repubblica in caso di illeciti penali.
Per far funzionare bene un’amministrazione, ognuno deve stare nel proprio ruolo, altrimenti le continue interferenze e scavalcamenti delle altrui funzioni portano alla paralisi o alla rottura.
In buona sostanza è accaduto proprio questo: l’interferenza della maggioranza consiliare sulle prerogative della giunta ha portato alle incomprensioni, alle frizioni e all’inasprimento dei reciproci rapporti .
Ma non è tutto: la giunta è stata considerata, dalla maggioranza consiliare, un corpo estraneo, un’intrusa; è stata mal tollerata, come se gli assessori, al pari dei consiglieri comunali non avessero partecipato alla campagna elettorale e non avessero, anche loro, contribuito all’affermazione della coalizione!
Mai una parola di solidarietà, di sostegno delle cose fatte, di collaborazione. Solo critiche su critiche al fine di isolarla e far convergere su di essa il malcontento popolare.
Insomma la giunta era qualcosa da abbattere al più presto possibile non appena fossero trascorsi i fatidici 2 anni dall’insediamento, tempo minimo previsto dalla legge per eventualmente sfiduciare il sindaco; cosa che puntualmente si è verificata!
E allora le questioni di merito non c’entrano nulla: non c’entrano il programma, le indennità, la lentezza, l’inefficienza, i rifiuti, l’acqua, i fondi ANAS, i servizi sociali, ecc.. quello che conta sono solo le poltrone!
Come dire? Ragazzi ci avete reso un bel servizio, adesso toglietevi di mezzo perché tocca a noi; e se il sindaco non vorrà cedere gli faremo una bella sfiducia, magari col beneplacito del suo partito, visto che il segretario locale è d’accordo con noi !
La colpa del sindaco, il suo peccato originale, è stato quello di avere nominato una giunta in piena autonomia che non ha inteso cambiarla sotto la minaccia di un ricatto politico e di avere tenuto la schiena dritta; e questo comportamento gli fa onore.
Prendiamo atto che è fallita un’esperienza politica che non ha rispettato le promesse di rinnovamento politico-culturale malgrado si sia proposta una nuova generazione di soggetti politici.
Non bastano le scuse del presidente del consiglio rivolte ai cittadini per esseri assolti dalle responsabilità; Racalmuto ha bisogno di essere governata: è urgente affrontare i molteplici problemi che l’attanagliano a partire dalle tasse, dai rifiuti, dall’acqua, dai precari, dalla viabilità, dal centro storico che si sbriciola ecc….
E’ davvero penoso che di fronte a queste emergenze non si raggiunga l’unanimità di intendi e si perda tempo a produrre inutili mozioni di sfiducia che i cittadini stentano a capire!
Va dato atto alla minoranza consiliare e ai consiglieri del PD Morena Mattina e Giuseppe Guagliano di avere fatto fallire il tentativo degli 8 consiglieri che avrebbero voluto il “tanto peggio, tanto meglio”, proprio di chi non ha a cuore le sorti del paese ma soltanto il loro piccolo tornaconto!
Finita la sceneggiata, tutti al lavoro !
Salvatore Sardo
Mio carissimo medico personale Totò, figurati se posso essere io ad avere malanimo verso di te. Però non posso non dichiararmi sgomento di fronte a questa tua incauta uscita politica. Finitela innanzitutto di sentirvi i messi di Dio se vox populi vox Dei. Voi non sapete davvero cosa pensa il Popolo di Racalmuto vessato da 5o anni di mala gestio comunale. Tutte le chiacchiere stanno a zero. Come regalo di natale guarda che raffica di pretese Vittorio Lauricella sta dispensando. Grido da anni che siamo di fronte alla follia criminale. Quelle pretese di monnezza evasa addirittura sette anni fa son illegali truffaldine criminali. Le ragioni le ho esposto a Mangiacavallo a Bovo, alla senatrice Bertarotta al Senato a Roma in mille uscite informatiche, in trasmissioni televisive, in tanti ricorsi che ho consegnato al cognato del sindaco che finge di non leggere capire sapersi adeguare. La necessità di un atto di autotutela il sindaco manco la riesce ad afferrare. Pagherà.
Quello che tu dici caro Totò è viziato da interesse personale. Non sei credibile. Mi astengo dal precisare.
Intanto ho applaudito alle nobilissime ragioni degli otto della maggioranza, alle simpatiche argomentazioni in TV della Presidentessa. Le sguaiataggini di Tortellino si commentano da sé.
Comici i vostri svarioni letterari e giuridici. La mozione di sfiducia al Sindaco Messana ha avuto otto sì su dieci. I cinque del Tortellino si assentarono al momento del voto vanificando la ciarla carnezziera. Ma anche in quella ciarla il Sindaco veniva bocciato. Non mettertici pure tu in questa difesa ad oltranza oltre il decoro l'intelligenza la saggezza politica e soprattutto la verità.
Messana è cotto e stracotto. E' caparbio . Ha scelto assessori impostigli da CMC o chi per essa, dalla tua stessa persona dalla opportunità di fare assessore un ex revisore dei conti per impedire recuperi mettiamo della Bucalossi, un rappresentante dei tradizionali interessi edilizi racalmutesi che sappiamo bene. Nessuno riesce a far rinsavire Emilio manco il conte zio. Giove rende folli quelli che vuol perdere.
Che gli resta da fare: dimettersi, tornare a fare l'avvocato a tempo pieno (ti posso assicurare che come legale cassazionista è impagabile). Forse il tempo evapora la memoria e chissà: il promesso posticino tra i candidati sicuri o al parlamento o alla Regione Siciliana glielo danno. Forse ma molto forse. A Racalmuto si è bruciato. Gli otto non c'entrano.
Il Paese sarebbe ben felice di un commissariamento. Ma neppure questo è da temere. Se Messana si dimette, nel giro di sei mesi si torna a votare e si dà la parola al popolo sovrano che saprà ben giudicare e se gli atavici culti familiari si sono attenuati saprà bene scegliere. Se no, peggio di così!
componente del direttivo PD
La mancata approvazione della mozione di sfiducia da parte del consiglio comunale è una buona notizia per i racalmutesi che in questo modo hanno evitato l’incubo di un ritorno alla gestione commissariale di cui non sentono, certamente, alcun bisogno.
Tuttavia rimane il problema politico di come il sindaco e la giunta si dovranno rapportare con il consiglio comunale che esce da questa vicenda lacerato, inviperito, disorientato, confuso e con compromissione perfino dei rapporti personali.
Tutto ciò è la prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la politica non va fatta né con il sentimento e tanto meno con il risentimento, come “i magnifici otto” hanno voluto fare, ma con il sereno ragionamento. La rabbia ed il risentimento fanno perdere il senso della comunità e del bene comune.
E allora proviamo a ragionare.
La gente si chiede come sia possibile che a distanza di appena 2 anni e qualche mese di attività amministrativa la coalizione vincitrice delle elezioni sia andata in frantumi e 8 consiglieri comunali abbiano addirittura presentato una “Mozione di Sfiducia” nei confronti del sindaco Emilio Messana!
Il motivo va ricercato nel modo in cui il sindaco ha concepito la sua giunta: gli assessori sono stati scelti in piena autonomia, vagliando non solo le loro competenze tecniche ma anche il loro profilo etico-morale. Una giunta insomma sganciata dai partiti, al servizio della città e della coalizione, i cui membri non fossero portatori di interessi di parte ma votati all’interesse generale.
Questa scelta, all’inizio condivisa anche dagli alleati, avrebbe dovuto operare una cesura rispetto al passato dove ogni assessore non era altro che il rappresentante di un determinato partito, gruppo consiliare o forza politica.
L’esperienza ci ha insegnato che deve esserci fiducia e stima reciproca tra sindaco e assessore, altrimenti se tra i due si insinua la diffidenza e il dubbio il rapporto politico, presto, si rompe.
Questa giunta è potuta andata avanti proprio perché tra il sindaco e gli assessori si è instaurato un forte legame politico oltre che umano e di reciproca stima e fiducia nel segno di uno per tutti e tutti per uno.
D’altra parte è la legge che assegna al sindaco la prerogativa di scegliersi gli assessori che altro non sono che dei suoi collaboratori cui delega parte delle sue funzioni.
In questi due anni c’è stata molta confusione sui ruoli e le funzioni della giunta e del consiglio comunale.
E’ bene chiarire che gli organi elettivi sono il sindaco ed il consiglio comunale, ognuno con compiti specifici: funzioni esecutivi il primo, funzione di indirizzo e di controllo il secondo.
Le modalità con cui il consiglio comunale svolge la funzione di indirizzo non sono certo i famosi “atti di indirizzo” partoriti a getto continuo con l’intento di sostituirsi alla funzione esecutiva, prerogativa esclusiva della giunta, ma quella svolta dal consiglio con l’approvazione degli atti fondamentali: bilancio di previsione, piano triennale delle opere pubbliche, piani urbanistici, atti normativi vari, regolamenti, materie di esclusiva competenza consiliare ecc.. attraverso i quali vengono stabiliti i paletti entro i quali l’esecutivo deve muoversi.
Il controllo sull’esecutivo viene svolto attraverso gli atti ispettivi: interpellanze ed interrogazioni, interessamento dell’ufficio ispettivo della regione; costituzione di commissioni di indagini su determinate questioni, assemblee cittadine per chiarire temi di pubblico interesse, richiesta di intervento da parte della magistratura contabile in caso di danni erariali fino ad arrivare ad interessare la procura della repubblica in caso di illeciti penali.
Per far funzionare bene un’amministrazione, ognuno deve stare nel proprio ruolo, altrimenti le continue interferenze e scavalcamenti delle altrui funzioni portano alla paralisi o alla rottura.
In buona sostanza è accaduto proprio questo: l’interferenza della maggioranza consiliare sulle prerogative della giunta ha portato alle incomprensioni, alle frizioni e all’inasprimento dei reciproci rapporti .
Ma non è tutto: la giunta è stata considerata, dalla maggioranza consiliare, un corpo estraneo, un’intrusa; è stata mal tollerata, come se gli assessori, al pari dei consiglieri comunali non avessero partecipato alla campagna elettorale e non avessero, anche loro, contribuito all’affermazione della coalizione!
Mai una parola di solidarietà, di sostegno delle cose fatte, di collaborazione. Solo critiche su critiche al fine di isolarla e far convergere su di essa il malcontento popolare.
Insomma la giunta era qualcosa da abbattere al più presto possibile non appena fossero trascorsi i fatidici 2 anni dall’insediamento, tempo minimo previsto dalla legge per eventualmente sfiduciare il sindaco; cosa che puntualmente si è verificata!
E allora le questioni di merito non c’entrano nulla: non c’entrano il programma, le indennità, la lentezza, l’inefficienza, i rifiuti, l’acqua, i fondi ANAS, i servizi sociali, ecc.. quello che conta sono solo le poltrone!
Come dire? Ragazzi ci avete reso un bel servizio, adesso toglietevi di mezzo perché tocca a noi; e se il sindaco non vorrà cedere gli faremo una bella sfiducia, magari col beneplacito del suo partito, visto che il segretario locale è d’accordo con noi !
La colpa del sindaco, il suo peccato originale, è stato quello di avere nominato una giunta in piena autonomia che non ha inteso cambiarla sotto la minaccia di un ricatto politico e di avere tenuto la schiena dritta; e questo comportamento gli fa onore.
Prendiamo atto che è fallita un’esperienza politica che non ha rispettato le promesse di rinnovamento politico-culturale malgrado si sia proposta una nuova generazione di soggetti politici.
Non bastano le scuse del presidente del consiglio rivolte ai cittadini per esseri assolti dalle responsabilità; Racalmuto ha bisogno di essere governata: è urgente affrontare i molteplici problemi che l’attanagliano a partire dalle tasse, dai rifiuti, dall’acqua, dai precari, dalla viabilità, dal centro storico che si sbriciola ecc….
E’ davvero penoso che di fronte a queste emergenze non si raggiunga l’unanimità di intendi e si perda tempo a produrre inutili mozioni di sfiducia che i cittadini stentano a capire!
Va dato atto alla minoranza consiliare e ai consiglieri del PD Morena Mattina e Giuseppe Guagliano di avere fatto fallire il tentativo degli 8 consiglieri che avrebbero voluto il “tanto peggio, tanto meglio”, proprio di chi non ha a cuore le sorti del paese ma soltanto il loro piccolo tornaconto!
Finita la sceneggiata, tutti al lavoro !
Salvatore Sardo
Mio carissimo medico personale Totò, figurati se posso essere io ad avere malanimo verso di te. Però non posso non dichiararmi sgomento di fronte a questa tua incauta uscita politica. Finitela innanzitutto di sentirvi i messi di Dio se vox populi vox Dei. Voi non sapete davvero cosa pensa il Popolo di Racalmuto vessato da 5o anni di mala gestio comunale. Tutte le chiacchiere stanno a zero. Come regalo di natale guarda che raffica di pretese Vittorio Lauricella sta dispensando. Grido da anni che siamo di fronte alla follia criminale. Quelle pretese di monnezza evasa addirittura sette anni fa son illegali truffaldine criminali. Le ragioni le ho esposto a Mangiacavallo a Bovo, alla senatrice Bertarotta al Senato a Roma in mille uscite informatiche, in trasmissioni televisive, in tanti ricorsi che ho consegnato al cognato del sindaco che finge di non leggere capire sapersi adeguare. La necessità di un atto di autotutela il sindaco manco la riesce ad afferrare. Pagherà.
Quello che tu dici caro Totò è viziato da interesse personale. Non sei credibile. Mi astengo dal precisare.
Intanto ho applaudito alle nobilissime ragioni degli otto della maggioranza, alle simpatiche argomentazioni in TV della Presidentessa. Le sguaiataggini di Tortellino si commentano da sé.
Comici i vostri svarioni letterari e giuridici. La mozione di sfiducia al Sindaco Messana ha avuto otto sì su dieci. I cinque del Tortellino si assentarono al momento del voto vanificando la ciarla carnezziera. Ma anche in quella ciarla il Sindaco veniva bocciato. Non mettertici pure tu in questa difesa ad oltranza oltre il decoro l'intelligenza la saggezza politica e soprattutto la verità.
Messana è cotto e stracotto. E' caparbio . Ha scelto assessori impostigli da CMC o chi per essa, dalla tua stessa persona dalla opportunità di fare assessore un ex revisore dei conti per impedire recuperi mettiamo della Bucalossi, un rappresentante dei tradizionali interessi edilizi racalmutesi che sappiamo bene. Nessuno riesce a far rinsavire Emilio manco il conte zio. Giove rende folli quelli che vuol perdere.
Che gli resta da fare: dimettersi, tornare a fare l'avvocato a tempo pieno (ti posso assicurare che come legale cassazionista è impagabile). Forse il tempo evapora la memoria e chissà: il promesso posticino tra i candidati sicuri o al parlamento o alla Regione Siciliana glielo danno. Forse ma molto forse. A Racalmuto si è bruciato. Gli otto non c'entrano.
Il Paese sarebbe ben felice di un commissariamento. Ma neppure questo è da temere. Se Messana si dimette, nel giro di sei mesi si torna a votare e si dà la parola al popolo sovrano che saprà ben giudicare e se gli atavici culti familiari si sono attenuati saprà bene scegliere. Se no, peggio di così!
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