Cinque amici al BarCinque personaggi che se non la storia la grande tradizione racalmutese l'hanno segnata e due invero continuano a vergarla. Chi non conosce Liddu Giglia ed anche Mennu che non è 'ngiuria ma un nome celebre di un suo antenato che è poi quello di un santo alquanto strano. E Guglielmo Schiillaci alias Ventura, da un lato laico con sospetto ancora trentatreistico e dall'altro protettore oggidì di plaudenti sagristanelli della novella matrice, domina ancora il Circolo dei Galantuomini in cui entrò stentatamente e poi ne divenne una loquace figura egemone. Il vero presidente è lui, quasi papa nero dei residui "galantuomini" di paese. Ma sono gli altri tre gli apici di tre grandi fisionomie di una Racalmuto intatta, tradizionale, inimitabile: Liddu Savatteri mi è stato amico dal 1947 sino ai giorni del suo decesso; debbo a lui se ho potuto fare addottrinamento alle ACLI romane che mi hanno poi permesso di ben figurare in un compito di economia politica idoneo ad entrare in Banca d'Italia: se stavo spranza di qello che Mirabella insegnava all'Università di Palermo non entravo in Banca d'Italia. Forse però mi sarebbe finita meglio: come avvocato nel foro di Agrigento qualche chance per competere con l'inattingibile avvocato Totò Marchese ce l'avrei avuta. Mi ricordo che fummo in feroce contesa per la dotazione della bandiera tricolore al neo Circolo di Cultura. Vinse lui, e la bandiera sventolò negli angusti locali 'mpacci del fotografo Pavia. Dicevamo di Liddu Savatteri: potevamo essere amici quanto mi pareva ma lui oltre il "signore" (anzi signor Taverna) non volle mai andare: lui era "ddo" ed iu lu figliu di Peppi Fanci; lui di una famiglia che E.N. Messana credeva in coscienza che nel 'Seicento aveva potuto far sposare un tal nobile Scipione Savatteri con una figlia del conte del Carretto (ho scandagliato gli atti della matrice e nulla vi ho trovato di tutto ciò: anzi una irrefutabile smentita); io invece venivo da una famiglia di piccoli merciai da parte della mia nonna paterna e di contadini da parte di mio nonno paterno. Non potevo competere con un glorioso ceppo plurisecolare. Una zia di Lillo, quando le dissero che avevano vinto i comunisti e che quindi il mezzadro le avrebbe dato del tu, gridò che lei si buttava dall'astraco più alto del loro avito maniero, là a via del teatro Vecchio. Per il resto Lillo Savatteri,maestro di scuola per una vita, era "democratico" faceva persino sindacalismo cattolico a lu Santissimo (col cognato 'Naziu Pitruottu). Accanto Beniamino Burruano anzi Alfano Burruano.Famiglia antica e sempre rispettata. Influente. Il Fratello, lu zz'a Alfonso,sposò una prima cugina di mio padre; peccato che Tanu ne voglia fare un capu di li cudi chiatti. Uomo rispettato e rispettoso, lu zza Alfonso non ha mai fatto male a nessuno. La sua uccisione è per me ancora oscura, o meglio ho una mia versione che non trova alcun riscontro nelle scartoffie processuali. Beniamino era d'altra tempra, ma guardatelo qui con quali amici sta ed alla pari, paciosamente. Il resto è vana ciancia. In ultimo (per modo di dire) Daniele Ciciruni, il più grande piccolo uomo dell'Ottocento cascavaddaro di Racalmuto. Facezie, scherzi e vicende a iosa. La storia dei tre cavalli al Mutuo Soccorso lo videro ingiustamento imputato, ma fu assolto da Angelo Collura; era un altro l'artefice del perfido nascondimento del quarto cavallo. Non volle accettare e fu buttato fuori dal Mutuo Soccorso. Là, a Natale, si giocava come al Circolo Unione: ma Sciascia ne fa una bisca e assolve nelle Parrocchie di Regalpetra i suoi sodali galantuomini. Fatti e figure di Racalmuto, solo Racalmuto e Regalpetra nulla c'entra e forse non era molto libera.
domenica 30 dicembre 2012
Fatti e figure racalmutesi
sabato 29 dicembre 2012
Posso turnari a farimi allurdari di crita li canzi: basulatu a la chiazza di Racalmuto
Mi chiedo: piazza, piazzetta, in basulatu? Si torna in Racalmuto a quegli schizzi di fanghiglia che arrivavano sino al culo (maschile) nelle interminabili passeggiate (tutte al maschile) da San Pasquali a San Grioli!
Mi piace: da incorreggibile conservatore come non posso essere contento di tanta sensibilità commissarile per le anticaglie racalmutesi. Mi chiedo, però, dovendosi sprecare due milioni di euro dell'ANAS, nessuna priorità sopravanza il ritorno all'antico di una Racalmuto contadina? Che so? Non sarebbe PRIORITARIO espropriare le belle terre dal Pizzu di Donn'Alia sino a San Bartolomeo e tracciare là una sorta di circonvallazione per i mezzi pesanti che inquinano, distruggono, infettano specie i Carmelitani? Già? e le democratiche firme dei signori di Regalpetra, Malgrado tutto? Povera Racalmuto. Ma forse parliamo di sogni in paradiso: a me dissero che quei fondi sono stati già belli e stanziati per turare buchi di bilancio, che diversamente potevano imporre azioni di responsabilità alquanto disastrose per le tasche di vecchi e nuovi amministratori. Ovviamente erano male informati e male mi infornarono. E se avevano ragione? Tanto rumore per nulla?
Mi piace: da incorreggibile conservatore come non posso essere contento di tanta sensibilità commissarile per le anticaglie racalmutesi. Mi chiedo, però, dovendosi sprecare due milioni di euro dell'ANAS, nessuna priorità sopravanza il ritorno all'antico di una Racalmuto contadina? Che so? Non sarebbe PRIORITARIO espropriare le belle terre dal Pizzu di Donn'Alia sino a San Bartolomeo e tracciare là una sorta di circonvallazione per i mezzi pesanti che inquinano, distruggono, infettano specie i Carmelitani? Già? e le democratiche firme dei signori di Regalpetra, Malgrado tutto? Povera Racalmuto. Ma forse parliamo di sogni in paradiso: a me dissero che quei fondi sono stati già belli e stanziati per turare buchi di bilancio, che diversamente potevano imporre azioni di responsabilità alquanto disastrose per le tasche di vecchi e nuovi amministratori. Ovviamente erano male informati e male mi infornarono. E se avevano ragione? Tanto rumore per nulla?
Ci dilettiamo di letteratura greca. Una volta piacque ad Alfredo una mia sortita sul Giaciglio di Saffo
Io Alfredo e Saffoscrivi a Alfredo Sole
di Calogero Taverna (da Roma)
La lettera
Carissimo Alfredo ti sarai certamente reso conto di come stiamo sbandando in questo pubblico scambio di missive: tutte in fondo sincere ma spesso contraddittorie per memoria dimentica. Almeno da parte mia. Ti stizzisci per una mia taccia per un presunto "lapsus". Sai che manco mi ricordo quando lo scrissi, se lo scrissi, perché lo scrissi. Dovrei rileggermi e non mi va. Quello che io scrivo di solito per me è come un defecare (scusa il termine) dell'intelletto mio: ho subito voglia di tirare lo sciacquone e non sentirne più nulla, specie l'odore. Mi accorgo che insieme a tanti difetti hai anche quello della permalosità (più di me che a dire il vero ce ne ho tanta). Questo vuol dire che sei un uomo del tutto normale: né eroe. né demone e pacificamente non un angelo. Se tu la smettessi di irritare i tuoi "superiori", tutto ciò saprei ben spiegarlo al giudice competente per convincerlo che ormai sei "ostativo" a nulla. Credo che dopo ti manderebbero in un carcere normale e dal carcere normale dopo un certo periodo (non lungo) ti riconoscerebbero la "buona condotta" e ti lascerebbero (non libero) semilibero, comunque.A buon intenditore poche parole.Intanto parliamo di Saffo (se ti occorrono libri, scrivimaelo anche in pessima calligrafia che te li faccio avere subito. Peraltro che debbo dirti? Qualcuno mi dice a Racalmuto: se mi chiede di inviare qualcosa io debbo esegure, se mi chiede un atto di generosità, sappia che piango ancora i miei lutti.
Ti abbraccio con tantissimo affetto
Lillo Taverna
La risposta
Carissimo Lillo, il mio scritto sul presunto “lapsus” era sulla tua scia, su un tuo scritto dove ti stizzivi con qualcuno perchè aveva, a suo dire, trovato un errore su qualcosa che avevi scritto sulla microstoria e additato me per aver fatto un qualche lapsus non so su che.
Il “torniamo tutti e due a scuola...” era riferito sulla tua ironia: “e che vuoi che a ottant'anni torni al ginnasio?”. A volte i miei scritti possono dare una impressione di me che non rispecchia la realtà. Se ti ho dato l'impressione di essere permaloso, mi dispiace perchè non è così. Ho tanti difetti e questo fa di me quel “un uomo del tutto normale”, ma non sono permaloso. Lo sono stato in passato e l'ho identificato come difetto perciò, da correggere. Adesso l'opinione su di me da parte di chi mi controlla è che sono un tipo sempre calmo, non alzo mai la voce, non do fastidio (forse a parte quello che scrivo che potrebbe fare incazzare qualcuno), sono sempre sorridente e disponibile. Se qualcosa non mi va a genio, non mi arrabbio, cerco di capire cos'è che non va e se è possibile rimediare. Ma comunque sia, preferisco di gran lunga essere un uomo normale. Un eroe? Non ci penso neanche, lo sai la fine che fanno gli eroi! Un demone? Beh, se inteso nel modo degli antichi greci, un pensierino ce lo farei, ma sarebbe voler volare troppo in alto. Ricordi il discorso di Diodima a un giovane Socrate su Eros? Quello che noi chiamiamo il Dio dell'amore, per loro non era un Dio né un umano, un demone dunque. E lo stesso Socrate, si diceva di lui un demone che lo consigliasse su tutto. Tanto meno vorrei essere un angelo, credo che sarei incazzato con il creatore per aver dato un'anima agli uomini. Non è forse questo il motivo per cui il più potente, il più bell'angelo si ribellò al suo creatore? Quel portatore di luce che la sua ribellione gli costò la cacciata dal Paradiso. Non solo per questo. Si dice che fosse anche geloso degli esseri umani perchè Dio aveva dato a queste “scimmie” il libero arbitrio, cosa che gli angeli non possono avere. Sono l'esercito di Dio, dunque possono solo obbedire a non decidere. Quindi, tutto sommato, preferisco di gran lunga essere un uomo normale, con tutti i suoi difetti e contraddizioni. Ciao ti abbraccio Alfredo
PS: non farò irritare nessuno... ci proverò!!
Mi sono davvero arrabbiato: anche CAMMILLERI ci si doveva mettere?
Mi scusino i miei amici (pochi) e mi perdonino i miei nemici (tanti)
Sto diluviando con la mia corrispondenza con l'ERGASTOLANO OSTATIVO 4 BIS non per vanità o per supponenza o per sornioneria - tutti difetti che mi riconosco e di cui per giunta meno vanto - ma per far comprendere che la faccenda Sole non è una stupidità statuale per un computer senza pennetta come se si trattasse di una secchia rapita di tassoniana memoria. Se ora vogliono prendere in giro, ad OPERA, prendono quel catorcio là, glielo sfasciano ancor di più, fanno resipiscenza e lo consegnano ad Alfredo.
Al mio paese si dice cornuto e gabbato.
Alfredo non ha mai smesso di studiare per laurearsi. In filosofia ma gli sarebbe piaciuto in psicologia per scandagliare la psiche dei carcerati ed anche con supponenza narcisistica (che non gli manca) pure la sua. A proposito potete leggere le mie celie. Non l'ha fatto per la semplice ragione che nel carcere dove era non c'era vicina quella facoltà. Gli servirebbe un computer collegato in internet per le sue ricerche bibliografiche e fare così una tesi ESEMPLARE per dimostrare al mondo intero di che cosa è capace un ERGASTOLANO OSTATIVO FINE PENA MAI. Ma come gli scrissi, nel carcere di ostativi in cui si trova ,mai e poi mai potranno dare un siffatto strumento che può baipassare ogni controllo e che sarebbe usufruibile anche di nascosto dai compagni di sventura delle carceri ostative.
Ben si comprende allora come risibile sia il pianto greco di Cammilleri che ignaro pensa davvero che vogliano bloccare la libertà di pensiero di Sole non dandogli un inservibile portatile. E no vecchio (più di me) Andrea qui non si tratta più di prendere Horozco de Covarrusvias (cinquecentesco) o mons. Trajna (secentesco) e traslarli nel settecento per inghirlandare l’incredibile Re di Giorgenti. Ti hanno male informato e siccome sei uomo di onore bacchetta chi ha osato tanto da farti fuorviare. Quanto ad Adragna, se volete votarlo perché incantati dal quel suo fremente pellegrinaggio tra i più contrapposti schieramenti politici, accomodatevi pure: ma se aveste intenzione di suffragarlo per la sua interrogazione parlamentare sul conto di Sole, statevene buoni. Quella interrogazione rimugina sciatterie letterarie su cudi chiatti e stiddara – nomignoli mai sentiti pronunciare da Alfredo Sole – e forse serve a riesumare vecchie composizioni giornalistiche o magari a lanciare con sotterranea pubblicità qualche evanescente pellicola cinematografica. Solo che di mezzo ci va ancor di più Alfredo: i suoi carcerieri avranno fastidi per queste tardive e dissennate iniziative parlamentari, ma hanno di che giustificarsi. Chi pagherà lo scotto? Alfredo. Abbiamo con tanta umiltà, in silenzio, anche astuzia, ordito una difesa per liberare Alfredo dalla sua vera iattura: l’art. 4 bis. Ed ecco per pruriti elettorali andare tutto in fumo. Ho motivo per arrabbiarmi.
Alfredo SOLE controbatte
La lettera
Carissimo Alfredo, ti riporto qui un mio acidulo intervento in un comunicato della meritevole associazione cattolica Giovanni XXIII. Nell'essere tutto dalla vostra parte seppure da sponda religiosa avversa, mi permetto di osservare che non sono d'accordo con Saviano "in odium auctoris". Se un tempo ciò se lo permetteva la saggia santa romana Ecclesia perché non dovrei permettermelo io? Sono molto mio malgrado d'accordo - una tantum - con Travaglio. La vera battaglia dovrebbe essere - e sarebbe vincente - quella dell'abolizione dell'art. 4 bis. Credo di essermi - nel mio insignificante piccolo - spiegato nella fitta corrispondenza che sto avendo con l'ergastolano ostativo Alfredo Sole (cfr. ARTICOLO 21). Per troppo chiedere ed a sproposito i poveri ergastolani "ostativi" nulla stanno stringendo; anzi si stanno loro stringendo anche i radi sprazzi di umanità che si stavano concedendo.
Oggi girovando per le bancarelle di natale ho comprato a 5 euro l'uno tre libri di Enzo Biagi. Come chiusa del libro IL BOSS E' SOLO: "Vera Girotti, a un giornalista che è riuscito ad avvicinarla, ha detto una sola frase: Buscetta è un uomo che voi non potete capire. Di certo non è facile giudicarlo: "Mi ci romperò la testa" dice il capitano Bellodi, l'ufficiale dei carabinieri inventatio da Sciascia nel Giorno della Civetta, mandato a comandare la compagnia di Corleone. Forse non serve. Il mestiere di uomo per Tommaso Buscetta, è stato ancora più difficile. E ha fatto male soprattutto a se stesso. La solitudine è la sua difesa ed anche la sua cella, dalla quale non uscirà mai." Tanto cinismo, tanta disumanità - sia pure sotto abilissima patina di nobiltà d'animo -non me li sarei aspettati. Questo è il perbenismo borghese imperante. Trascinarci dentro l'incolpevole Sciascia, un'altra birichineria. Ben altro sosteneva Siascia. E' morto Biagi per dirgli ti ci vorrei te nella perenne solitudine di una cella per vedere che uomo resteresti.
Calogero Taverna
La risposta
Carissimo Alfredo, ti riporto qui un mio acidulo intervento in un comunicato della meritevole associazione cattolica Giovanni XXIII. Nell'essere tutto dalla vostra parte seppure da sponda religiosa avversa, mi permetto di osservare che non sono d'accordo con Saviano "in odium auctoris". Se un tempo ciò se lo permetteva la saggia santa romana Ecclesia perché non dovrei permettermelo io? Sono molto mio malgrado d'accordo - una tantum - con Travaglio. La vera battaglia dovrebbe essere - e sarebbe vincente - quella dell'abolizione dell'art. 4 bis. Credo di essermi - nel mio insignificante piccolo - spiegato nella fitta corrispondenza che sto avendo con l'ergastolano ostativo Alfredo Sole (cfr. ARTICOLO 21). Per troppo chiedere ed a sproposito i poveri ergastolani "ostativi" nulla stanno stringendo; anzi si stanno loro stringendo anche i radi sprazzi di umanità che si stavano concedendo.
Oggi girovando per le bancarelle di natale ho comprato a 5 euro l'uno tre libri di Enzo Biagi. Come chiusa del libro IL BOSS E' SOLO: "Vera Girotti, a un giornalista che è riuscito ad avvicinarla, ha detto una sola frase: Buscetta è un uomo che voi non potete capire. Di certo non è facile giudicarlo: "Mi ci romperò la testa" dice il capitano Bellodi, l'ufficiale dei carabinieri inventatio da Sciascia nel Giorno della Civetta, mandato a comandare la compagnia di Corleone. Forse non serve. Il mestiere di uomo per Tommaso Buscetta, è stato ancora più difficile. E ha fatto male soprattutto a se stesso. La solitudine è la sua difesa ed anche la sua cella, dalla quale non uscirà mai." Tanto cinismo, tanta disumanità - sia pure sotto abilissima patina di nobiltà d'animo -non me li sarei aspettati. Questo è il perbenismo borghese imperante. Trascinarci dentro l'incolpevole Sciascia, un'altra birichineria. Ben altro sosteneva Siascia. E' morto Biagi per dirgli ti ci vorrei te nella perenne solitudine di una cella per vedere che uomo resteresti.
Calogero Taverna
La risposta
Non ho mai letto un libro di Enzo Biagi, così come non leggerò mai un libro di Vespa e di molti altri come loro che scrivono per servire non certo il popolo, ma il potere (pensiero tratto dalla lettura dei Quaderni di Gramsci che ha saputo ben definire gli intellettuali da Manzoni in poi...).
Non sei d'accordo con Saviano, ma, una tantum lo sei con Travaglio. Non so cosa ha detto uno e cosa l'altro e visto che nessuno dei due mi piace, mi tiro fuori nel cercar di comprendere il loro sciatto pensiero. Ripiego nella greca saffo che mi “diletta” le giornate con la sua poesia non avendo accesso a tutte le informazioni che riportano i quotidiani o, principalmente l'on-line. Potrei, per quanto riguarda i quotidiani, ma mi annoiano, ciao un abbraccio
Alfredo
PIERO ED IO: DUE AFFINI NELL'ASPRO PANORAMA DEGLI INSOPPORTABILI RACALMUTESI CELIAMO FRA NOI.
Caro Calogero, nel farti gli auguri di buon Natale ti esprimo apprezzamento per l'opera di dissodamento archivistico e storico della nostra ignorata memoria, e lo rendi noto con libertà di pensiero e stile scalpitante cioè scoppiettante, insomma, a cu acchiappi acchiappi. Solo i pusilli si scandalizzano e scappano, gli invidiosi censori, gli opportunisti prudentissimi, gli stanchi ripetitori dei luoghi comuni, gli psittaci per convenienza. Auguri. Alle prossime scorribande.Lillo Taverna Mi complimento con te: sei oltre tutto pungentissimo senza magari darlo a vedere. Sai persino di cose pappagallesche che per capirle ho dovuto ricorrere (seduta stante) a queste diavolerie informatiche. Non è vero poi che sono solo io a scavare nelle morie del paese del sale e dello zolfo (e anche del caciummo, per rendere più pesante l'"astrattu" e guadagnarci qualche lira in più). Io non faccio altro che gustare le tue delizie mnemoniche. Io faccio lo schifiltoso con la polvere d'archivio. Tu sai spandere il profumo del dire poetico. E così con te Racalmuto è più olezzante. Lillo Taverna Io sono troppo dadaista e cerco il ridicolo là dove forse non c'è. Ma di questo non sono molto sicuro. Senti, dopo tutta questa orgia di buon natale (e poi anche se davvero nacque Jahaveh di Nazareth non fu certo il 25 dicembre. Poi con tutti quei cambiamenti di calendario, vatti ad orientartici. Allora ricambio dicendoti BUON ANNO NUOVO. Mi è più consono.
A tu per tu con Alfredo Sole
Calogero Taverna (da Roma) La letteraMi mandano una MS e forse questo dannato "sogno" domani me lo danno e te lo invio. Mi hanno spiegato perché tante lungaggini. Trattasi di cessioni di case editrici e questo testo o te lomandano da Verona o da Napoli. L'amico di Musumeci è Beppe Morelli. Mi pare brava persona. Non bisogna eccedere. Musumeci si attacca troppo ad una sortita che più che di uno scienziato (e Veronesi lo è) e quella di un uomo di buon cuore. Già Travaglio l'ha redarguito.L'ergastolo per me è ineliminabile. Non è quello il problema: il problema è quello di umanizzarlo. Già i poveri cristi senza 4bis fanno dieci-quindici anni e vanno a casa. Il vero problema è il 4bis. Su questo bisogna insistere. Oltre natutalmente all'umanizzazione della pena con la possibilità di un lavoro disgnitoso e serio e con revisioni periodiche effettive e sagge. A Milano lavora un bravo editore che ho conosciuto domenica. Mi piacerebbe che tu gli scrivessi e lo pregassi di mettersi a contatto con la tua avvocatessa per ottenere lacessione di questa ostativa faccenda del 4bis. Gli sarebbe possibile credo anche un approccio con il giudice competente. E' un dottore della Bocconi e si chiama Calogero Garlisi. E' il nipote del defunto mio caro amico avvcato Totò Garlisi: non so se l'hai conosciuto.Scrivigli parlando di me e rammentandogli che ci siamo incontrati a pranzo domenica scorsa al Fungo di Roma.Eccoti l'indirizzo Dottor Calogero Garlisi c/o Melampo editore - via Cappuccini, 4 MILANO. Scrivi con la tua pessima calligrafia o meglio: fai prima la brutta copia e poi passa tutto in bella copia come ci costringevano a fare a noi alle superiori. Ti abbraccio Calogero Taverna La risposta Carissimo Lillo, sono venuto in possesso del libro “il sogno” di Foucault. Ti ringrazio molto. Diventare psicanalista? Quando mi diplomai in socio-psico-pedagogia il mio intento era quello di iscrivermi alla facoltà di psicologia, ma a Pisa non c'era la facoltà così ripiegai in filosofia e credo che sia stata una scelta azzeccata. Ma a volte penso che la prima scelta non era poi così sbagliata; non solo avrei studiato psicologia sui libri, ma avrei “sperimentato sul campo”, visto la quantità di “materiale” umano che mi ritrovo qui dentro, ma credo che sarebbe bastato studiare me stesso per divenire un illuminare della psicoanalisi (adesso sono io che celio...). Sono d'accordo con te, il vero problema è il 4 bis. Ma eccoti un discorso su cui non sarai d'accordo ma che, allo stesso tempo sarai “costretto” ad ammettere che è logico: L'ergastolo è una pena che va inflitta a “chiunque” commetta un reato di sangue. Il 4 bis è stato introdotto soltanto per i reati di mafia. Se togliessero il 4 bis i “ben pensanti” griderebbero allo scandalo: “ma come! Si fanno regali ai mafiosi?”. Se invece abolissero l'ergastolo, portando la pena, non so... a 30 anni?! I mafiosi rimarrebbero ostativi e sconterebbero la pena fino all'ultimo giorno, di conseguenza, nessun “regalo” per i mafiosi che rimarrebbero ostativi, ma una pena civile, proprio di in popolo che consapevole della propria forza ETICA non ha bisogno di sopprimere i propri detenuti con una condanna disumana. Riassumendo: da una parte il 4 bis per i mafiosi, dall'altra l'abolizione dell'ergastolo che è per tutti. Quale delle due, secondo te, ha più speranza di essere abolito? Mi metterò in contatto con il dott. Calogero Garlisi. Oggi non ce la faccio a imbucare in tempo la lettera e domani non partano perchè è sabato. Salterà tutta la prossima settimana visto che le lettere non partiranno nemmeno lunedì. Martedì è Natale... Bene, avrò tempo per cercare di usare una calligrafia che possa essere leggibile per il Garlisi. Ringrazio te e tua moglie per il pensiero di accompagnare gli auguri di natale con un regalo. La mia misura è la “L” (dovrebbe essere la 48). dovrò chiudere questa lettera se voglio che parta oggi, altrimenti, come le altre, non potrò imbucarla prima del 27. Ciao un abbraccio e auguri a te e alla tua famiglia di Buon Natale e Buon anno. Alfredo . Mi piace · · Non seguire più il post · Condividi · Elimina Scrivi un commento... .
venerdì 28 dicembre 2012
Caro Alfredo Sole
Ho letto furiosamente le tue due lettere e quindi spesso ho capito fischi per fiaschi. Intanto vedo che sbagli anche la tua taglia: se sei L - dice mia moglie - sei per lo meno 50, altro che 48. Le tue risposte mi arrivano solo oggi a Natale passato. Poco male, qualcosa ti arriverà dopo le feste. Non credo che ciò ti possa angosciare più di tanto. Mi rasserena il fatto che se non leggo molte altre lettere in posta diretta, questo significa poco: ti scrivono riservatamente e questo è un bene. Mi ha molto irritato la interrogazione ADRAGNA per ragioni che non ti dico, ma tu capisci bene perché. Piomberanno inchieste e occorreranno giustificazioni. Se tu dopo potrai andare altrove, poco male. Ma non è così. In tante cose la pensiamo diversamente ma non ci bistratteremo. Tu vivi la doppia iattura dell'ergastolo e dell'ergastolo ostativo. Hai profonde motivazioni per imprecare. Ma, in diritto diciamo: nemo judex in causa propria. E quanto ad autopsicanalizzarti sai le papere che prenderesti. Dall'alto(o dal basso) dei miei ottant'anni e completamente dal difuori tendo a valutare le cose con .. umano cinismo. Innanzitutto, saggezza siciliana impone: calati juncu ca passa la china. Io spero (a dire il vero sono certo) che questo è l'ultimo natale che passi ad OPERA. Poi niente art. 4 bis; niente ostatività: tanti troppi anni son passati: sei innocuo. Pertanto semilibertà (attenzione non libertà, semilibertà) e la vita continua (dobbiamo dire in meglo) Dice il vangelo: siate candidi come colombe ma astuti come serpenti (grosso modo: non son credente). Ti abbraccio
Una MOZIONE di otto anni fa: allora come ora a Racalmuto?
Ecco la MOZIONE d’ORDINE che ebbi a dettare otto anni fa. Non tutti i termini di prescrizione sono spirati. Non rispondendone di persona, sono stato necessariamente, criptico, allusivo, ammiccante, sornione. Ma l’atto sta lì, a corredo di un tempestoso verbale di assemblea comunale. Sudò sette camicie la brava segretaria, oggi unica crocifissa. Pare per cento metri di fogna messa in opera dal marito senza alcun cerimoniale appaltante. Né i controllori dell’epoca, né i revisori di ogni tempo, né la Triade di Diomede, né il missus panormitanus vi hanno posato i loro stanchi occhi. Hai voglia di invitare, ammonire, celiare: silenzio assordante. Da ultimo, silenzio assordante anche da Tramonti e soci ed ora dal civis romanus e soci. Ma sorprende che due signori magistrati della Corte dei Conti siciliana, ci abbiano potuto dare dieci anni di miseria coatta senza neppure degnarsi di capire se davvero erano cazzabubbole quelle che dicevamo. Chiaro, non sono pagine di facile lettura. Occorre l’ermeneutica di chi le ha scritte o suggerite che dir si voglia. Qualche chiave di lettura? - Il pur impaurito “organo di controllo” non se l’era sentita di dare il benestare ad una caterva di spese comunali; - Un consigliere avvocato aveva di che ridire in ordine alla “onnicomprensività di debiti residui”; - Sproporzioni tra lo stanziato, l’impegnato, il pagato e il da pagare in una caterva di specifiche poste contabili; - Sospette discontinuità nelle entrate tributarie; - Contributi regionali di improbabile esigibilità; - Proventi sperati in bilancio, proventi certi pretermessi, - “non perspicua la previsione del recupero crediti”; - Non previsto alcunché per il recupero del credito IVA (aggirabile a 250.000 euro annui): - Nulla quanto al recupero della Bucalossi; - Teneri con funzionari quanto “al recupero di diritti comunali quali occupazioni del suolo pubblico, esazione di tasse, percezione di proventi vari; - Avvocati, spesso distratti, diligentemente remunerati (anche a distanza di quinquenni), per cause inopinatamente perse; - Dispendiosi gemellaggi di nessun fondamento storico; - Un parco letterario vinto; i relativi miliardi di finanziamento evaporati. Molto ammiccanti, invero, le rimostranze ma poche prove addotte. Si sperava in inchieste adeguate. I moderni magistrati mettono – pare – un pietra tombale. Solo che le voragini di bilancio ce le hanno spalmate per dieci anni. E nessuno protesta né tampoco contesta. Potrebbero scattare fastidiosi recuperi di danni erariali. Ed a nessuno conviene svegliare il can che dorme. Non parlerei neppure io se non capissi che per dieci anni pagherò salatissime IMU, addizionali , e gravami in diversa forma .. e non avrò il piacere di vedere pubblicata qualche mia ricerca di microstoria a spese del Comune. Ma gli apollinei scultori di alabastrino, non racalmutesi, stiano tranquilli: per loro la beneficenza comunale sarà sempre prodiga.N.B. - La copia della MOZIONE nella mia bacheca di FB
Racalmuto non è mafiosa, parola di Leonardo SCIASCIA
Signora Ministra
Ecco cosa disse sulla mafia di RACALMUTO il morente Sciascia. Lei asserisce di essere una devota del grande scrittore Racalmutese. Ha mai letto in FUOCO ALL'ANIMA questa savia pagina di diffidenza contro i teorici dell'antimafia? Giunta ormai all'epilogo della sua carriera governativa perché non compie un atto di resipiscenza e restituisce ai ludi democratici questo meraviglioso incorrotto paese di Racalmuto? Qualche crimine, passate faide non dovrebbero cedere il posto alle innocenze della presente ora?
Alla socia onorario del mio circolo UNIONE, la Ministra Cancellieri affossatrice della libera amministrazione comunale di Racalmuto
da Racalmuto al Cicolano alla ricerca dei comuni reperti arheologici romani
come eravamo agli esordi del fascismo quando Agrigento si chiamava ancora GIRGENTI
DICEVAMO IERI ... aggiungiamo oggi: Fazio Sindona ed io - EGO TE ABSOLVO
Se la ridda di sentenze degli austeri tribunali di Milano avverso Bankit e soprattutto ostili al grande governatore Antonio Fazio avevano lasciato perplessi (almeno noi addetti ai lavori); se un briciolo di resipiscenza c’era sembrato di cogliere nella decisione assolutoria della Corte di Appello meneghina, ora dobbiamo versare lagrime amare per una doppia censura della CASSAZIONE, dissolvente ogni fisionomia costituzionale del governatore della Banca d'Italia.
Vecchio articolo 1 della legge bancaria del ‘36: "la raccolta del risparmio fra il pubblico sotto ogni forma e l'esercizio del credito sono FUNZIONI DI INTERESSE PUBBLICO .. " E per di pù "tali funzioni sono esercitate da Istituti di credito di diritto pubblico, da Banche di interesse nazionale, da Casse di Risparmio e da Istituti, Banche ed imprese private a tale fine autorizzati."
Legge fascista si dirà: sì, certo ma per ermeneutica consolidata nella giurisprudenza e nella dottrina, quella legge è stata acquisita ed immessa nello spirito della nuova Repubblica Italiana democratica con il suggello dell'art.44 della Costituzione: intangibile quindi con ordinaria deregolamentazione.
Succede che un D.LGS del 1993 spazza via ogni aspetto di superiore difesa pubblica del risparmio e l'art. 1 diventa una sequela retorica di vacue "definizioni". Che astuzia!! Il Governatore viene espunto da organo tutorio, ma anche di vigilanza attiva, di autorità di indirizzo del credito e del risparmio e resta solo come una sorta di amministratore delegato di comune azionaria a nome Banca d'Italia, salvaguardata ovviamente ogni prerogativa giuspubblicistica. Paradossalmente l'equivoco ex art. 10 in odore di stridore costituzionale viene anteposto di tre numeri e tale e quale risorge come ai tempi del fascismo: si salvaguarda quella specie di tribunale speciale che è l'attribuzione del giudizio di procedibilità penale al Governatore. Per vicende rimaste esemplari nella storia del mondo bancario italiano di questo dopoguerra, pur tuttavia quel potere là - pericoloso ed increscioso - si era ridotto ad un mero varco non ostativo per il passaggio alla giustizia ordinaria delle condotte antidoverose delle banche et similia.
Sarà per effetto di queste follie legislative, sarà per altro, fatto sta che a Milano sede della più autorevole dottrina giuspubblicistica dell’ordinamento sezionale del credito a partire dal capo scuola Giovanni Pratis, si derubrica la figura a rilievo costituzionale del Governatore e lo si riduce a “vigile equidistante” della privatistica legge sull’OPA. Le funzioni giuspubblicistiche di vigilanza creditizia e di indirizzo della politica monetaria e creditizia cassate per sentenza pretorile,
Speravamo in un ritorno al rigore dell’alta scuola di diritto costituzionale ed amministrativo italiana da parte della Cassazione. Nulla, il teorema Ichino ribadito, rimarcato, adottato. Così si costruisce un “misfatto” e lo si inquadra in un “fatto” onde applicare una “norma”, addirittura di grande dissolvenza penale.
Noi speriamo che con la prossima legislatura, esaurita la rottamazione ove mi pare sono finiti tritati anche omonimi della magistratura milanese, si abbiano scienza e coscienza per restituire autonomia costituzionale alla Banca d’Italia e ripristinare la figura sovraordinata del Governatore della Banca d’Italia, specie per le gravosissime responsabilità in seno alla BCE.
FAZIO SINDONA ED IO Tutti e tre a recitare CONFITEOR
giovedì 27 dicembre 2012
FOTO E PERCHE' in FB (a proposito di mons. Ficarra)
1. Guarda un po' cosa
sono riuscito a combinare: mi sono insinuato nel più rigido dei periodici
cattolici dell'agrigentino: mi sono ficcato nel foglio del vescovo Ferraro che
tanto benevolo non era certo con me, specie se sobillato dal prete ...
Inizio modulo
Tina Ferlisi Non si
legge....
Ieri alle 19.40
tramite cellulare · Mi piace
Carmelo Mulè da me si
legge bene, rumutia un po',
Tina Ferlisi No troppo
piccolo, nemmeno zummando si legge
Ieri alle 19.45
tramite cellulare · Mi piace
Lillo Taverna Grazie
Carmelo: forse non basta rumutiari. Sapessi quale è davvero la vicenda di Mons.
Ficarra! Non ci azzeccano niente né le carte di Sciascia che invero dovrebbero
stare alla FONDAZIONE SCIASCIA né le ciarlatanerie di un ex prete che si
dilunga in un volume di circa 300 pagine. A Sciascia bastarono un centinaio di
paginette per beccarsi addirittura una scomunica ipso facto. Giustamente se ne
fregava e ci rideva anche sopra. Solo che se fosse morto qui a Roma i cardinali
di Santa Roana Chiesa col c... che avrebbero fatto entrare il feretro
all'analoga chiesa del Monte di Racalmuto. Ma padre Puma e ilvescovo di allora
fecero finta di non sapere. Non avevano manco letto il libretto di Sciascia (o
no?)-
Lillo Taverna La
signora Tina Ferlisi se ha voglia di addottorarsi si può recare ad Agrigento e
sfogliare l'Amico del Popolo. Io a dire il vero non ho i dati del settimanale
vescovile di allora. Meglio così, così gli ex preti possono continuare a
dileggiare Sciascia.
Tina Ferlisi Non mi
sembra il caso di fare dell'ironia,signor Taverna,non posso recarmi ad
Agrigento per addottorarmi,vivendo a circa 1500 km di distanza, avrei comunque
gradito leggere l'articolo,non è colpa mia se qualcuno non Sa !Usare lo scanner
!!!
Ieri alle 20.00
tramite cellulare · Mi piace
Lillo Taverna Non è
colpa mia se si sta a millecinquecento chilometri; io sto a mille. Se non
faccio ironia crepo specie se si pretende che a ottant'anni mi debba
industriare a fare il grafico informatico. Le donne devono capire che se
celiano legittimano la celia.
Tina Ferlisi Ero e
sono molto seria , non celio e pertanto non legittimo chi intende celiarmi, con
tutto il rispetto per l'età avanzata.
Ieri alle 20.42
tramite cellulare · Mi piace · 1
Lillo Taverna Con
nessuno per le imberbe
Lillo Taverna Carissimo
Carmelo, non senza cruccio, mi chiedo perché natura (che non è né madre né
matrigna) è così parsiminiosa nel fornire il senso del ridicolo alle donne. La
questione che sollevo - e che tu sagacissimo politico hai subito colto - trascende
le qu...Altro
Carmelo Mulè Mi
dispiace aver provocato questo scontro, ma assicuro che la mia amica Tina è
persona molto seria e non poteva immaginare di scontrarsi con un tipo come Te.
Dotto, ma scontroso all'eccesso, alle volte, persino banale.
Lillo Taverna Sarò
banale essendo un funtanaro, ma è certo che ci azzecco sempre quanto a fronte
mi si contrappongono risibili osservazioni tipografiche. Perché mi basta un
segno e so riconoscere intelligenze o cretinerie. Nota la mia introspezione
ispettiva. Vedi Carmè, quel "banale" è ... banale. Te la potevi
risparmiare!.
o
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1. Guarda un po' cosa
sono riuscito a combinare: mi sono insinuato nel più rigido dei periodici
cattolici dell'agrigentino: mi sono ficcato nel foglio del vescovo Ferraro che
tanto benevolo non era certo con me, specie se sobillato dal prete ...
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Tina Ferlisi Non si
legge....
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Carmelo Mulè da me si
legge bene, rumutia un po',
Tina Ferlisi No troppo
piccolo, nemmeno zummando si legge
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Lillo Taverna Grazie
Carmelo: forse non basta rumutiari. Sapessi quale è davvero la vicenda di Mons.
Ficarra! Non ci azzeccano niente né le carte di Sciascia che invero dovrebbero
stare alla FONDAZIONE SCIASCIA né le ciarlatanerie di un ex prete che si
dilunga in un volume di circa 300 pagine. A Sciascia bastarono un centinaio di
paginette per beccarsi addirittura una scomunica ipso facto. Giustamente se ne
fregava e ci rideva anche sopra. Solo che se fosse morto qui a Roma i cardinali
di Santa Roana Chiesa col c... che avrebbero fatto entrare il feretro
all'analoga chiesa del Monte di Racalmuto. Ma padre Puma e ilvescovo di allora
fecero finta di non sapere. Non avevano manco letto il libretto di Sciascia (o
no?)-
Lillo Taverna La
signora Tina Ferlisi se ha voglia di addottorarsi si può recare ad Agrigento e
sfogliare l'Amico del Popolo. Io a dire il vero non ho i dati del settimanale
vescovile di allora. Meglio così, così gli ex preti possono continuare a
dileggiare Sciascia.
Tina Ferlisi Non mi
sembra il caso di fare dell'ironia,signor Taverna,non posso recarmi ad
Agrigento per addottorarmi,vivendo a circa 1500 km di distanza, avrei comunque
gradito leggere l'articolo,non è colpa mia se qualcuno non Sa !Usare lo scanner
!!!
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Lillo Taverna Non è
colpa mia se si sta a millecinquecento chilometri; io sto a mille. Se non
faccio ironia crepo specie se si pretende che a ottant'anni mi debba
industriare a fare il grafico informatico. Le donne devono capire che se
celiano legittimano la celia.
Tina Ferlisi Ero e
sono molto seria , non celio e pertanto non legittimo chi intende celiarmi, con
tutto il rispetto per l'età avanzata.
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Lillo Taverna Con
nessuno per le imberbe
Lillo Taverna Carissimo
Carmelo, non senza cruccio, mi chiedo perché natura (che non è né madre né
matrigna) è così parsiminiosa nel fornire il senso del ridicolo alle donne. La
questione che sollevo - e che tu sagacissimo politico hai subito colto - trascende
le qu...Altro
Carmelo Mulè Mi
dispiace aver provocato questo scontro, ma assicuro che la mia amica Tina è
persona molto seria e non poteva immaginare di scontrarsi con un tipo come Te.
Dotto, ma scontroso all'eccesso, alle volte, persino banale.
Lillo Taverna Sarò
banale essendo un funtanaro, ma è certo che ci azzecco sempre quanto a fronte
mi si contrappongono risibili osservazioni tipografiche. Perché mi basta un
segno e so riconoscere intelligenze o cretinerie. Nota la mia introspezione
ispettiva. Vedi Carmè, quel "banale" è ... banale. Te la potevi
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