Quando l’avvenente signora
agrigentina sciorinava quel suo immenso sapere in materia di tributi monnezzari
e l’amico speaker pendeva dalle sue labbra,
mi rammentai di una mia non esemplare avventura. Oltre vent’anni fa mi donavano
un contratto dirigenziale i cui termini appaiono in allegato. Senza aver fatto
neppure un giorno di vita direttiva bancaria avevo già il tasca un’anzianità di
15 anni. A questa cuccagna rinunziai subito come da accluse fotocopie, non
tanto per bontà d’animo o per sensi di giustizia o per paura dell’ allora
vigente 2630 secondo comma sub 1) del codice civile o per altro ma solo perché
non mi sono mai sentito uomo da marciapiede e la mia libertà vale tantissimo
più di tante false anzianità. Me lo sono potuto permettere perché non ho figli
e i figli dei miei fratelli non hanno mai avuto bisogno di me e sono per di più
alquanto schifiltosi.
Certo quel tapino anonimo che una
volta si mise a ragliare come l’asino cervantesiano di Sciascia non mi crederà.
Guardi i documenti e dovrà pure convincersi.
Ma quei contratti ebbero poi
sofisticatissimi miglioramenti tanto da poter leggere di milionarie liquidazioni
di cosiddette indennità di anzianità, dichiarate per giunta come proventi
assoggettati a tassazione separata e chi conosce i congegni fiscali sa quali vantaggi
si conseguono.
Perché dico questo? Perché fino a
quando taglieggiata è una multinazionale assicurativa, dico: e chi se ne frega.
Ora però che l’avvenente signora corra a mettersi in pensione invocando
siffatti marchingegni locupletanti dico: e no! Stavolta mi buggeri con rastrellamenti
insensi di TARSU arretratissima (e indebita) in quel di Racalmuto che mai è
stato il paese della ragione come scrisse Sciascia e come qualcuno rammenda al
viandante che scende dalla stazione, ma paese di “babbi” proprio non è.
Prima di parlare di evasione sì,
evasione no, dobbiamo chiarire una faccenda. Sono pronto a procurare al Comune
di Racalmuto un SERVIZIO inappuntabile di raccolta di tutte le specie di rifiuti
per non oltre 200-250 mila euro l’anno, tasse incluse ed assicurazioni dei lavoratori
impeccabili. Quando i nostri amministratori hanno barattato il servizio affidandolo
a società per azioni di cui conseguire la partecipazione societaria quale dispersione patrimoniale hanno compiuto
a danno degli amministrati (e no) che dalla sera alla mattina dovettero
sobbarcarsi a costi per oltre dieci volte. E tra i costi oltre al lauto
rimborso spese del portatore del voto societario ribollono quelli dei compensi milionari a dirigenti
ed appaltanti della libera novella società per azioni. Non c’è materia per una
indagine penale?
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