domenica 19 gennaio 2014

Mi istruiva Baffi: fuge rumores. Non fari battaria, perché il capitale è come il coniglio se alzi la voce scappa.

Grazie innanzitutto pe non avermi gratificato con quel famigerato Lillo. Mi permetterà di pensarla esattamente al contrario di Lei. Oso pensare di avere informazioni di prima mano che pochi hanno. Quindi ribalto la vulgata. La vulgata che persino ieri sera ho dovuto trangugiare da quella indgesta voce di Stella mi lascia del tutto indifferente. Quello inventandosi l'India (la casta) ha scoperto l'America (la sua). Si sappia in giro che in Italia chi appare non conta chi conta non appare. Tra quelli che contano e non parlano manco ad ammazzarli c'è Via Nazionale 91  Palazzo Koch (B.I.). Io lì dentro ci sono stato oltre 20 anni. Inevitabilmente ne conosco uomini, cose, filosofie, ipocrisie, marpionerie ed altre messe cantate. Spero che l'amico Ignazio Licata mi assolva da questi ricordi che gli danno fastidio. Gridavo e grido: il CAPITALE (quello di K. Marx) ha una sede sociale in Italia: Via Nazionale 91. La politica non è quella del teatrino (perspicace immagine di Berlusconi) ma è solo ed esclusivamente POLITICA ECONOMICA. Sa che Lei ha corso due anni fa di non essere pagata  come degna Insegnante quale è, perché in articulo mortis Berlusconi aveva perso la fiducia dei tremendi mercati finanziari extracorporei, mondiali. Vi erano 400 miliardi di Euro (sic) di titoli di debito pubblico in scadenza che gli investitori esteri avevano fatto sapere che non avrebbero rinnovati. Crack pauroso per il Tesoro. Berlusconi si dimise. Ecco perché venne Monti che tramite l'espressione massima dell'ex governatore della B,I. ora a capo della BCE riuscì ad scongiurare quel disastro finanziario per l'Italia. Che tecnicismi inventarono è molto lungo e tedioso ridescriverlo qui. Non ho letto una riga in proposito. Quella sorta di ingegneria finanziaria fu pensata architettata e relizzata in Via Nazionale 91 che si è avvalsa del più sofisticato agguerrito e onnipotente servizio studi della stessa Banca d'Italia. Chi comandò fu la Banca d'Italia, Chi comanda? La banca d'Italia. Di chi in fin dei conti si fidano gli italiani? Della Banca d'Italia e della Benemerita.... e fanno bene. Due Istituzioni egemoni: economia e ordine pubblico che mi fanno dormire beato tra due guanciali. I cialtroni, i castisti del teatrino della politica che devono estorcere il consenso come dice Bobbio, a me mi lasciano indifferente. A spoglio quasi ultimato delle passate elezioni politiche ebbi a scrivere (mia moglie ride di me per questi miei atti vanitosi) che ormai la via tracciata era quella che con questo incontro tra il Capo della Destra Italiana (Berlusconi appunto, una condanna dopo trent'anni e per una non evasione ma elusione fiscale da addebitare non a lui ma al suo management fa parte della comica di quel teatrino messo su per estorcere il predetto consenso) e con il capo, peraltro anche giovane, (che importa se io lo ho in gran dispitto?) del  più grande partito politico vagamente di sinistra è una lungimirante scelta dei riservatissimi centri egemoni come la B.I. E' in corso una nuova palingenesi: lo Stato italiano cessa di essere il pur pregevole Stato assistenziale per dare posto ad un moderno prospero "felice" stato post capitalismo industriale. Il caro vecchio Napolitano non serve più, il pur valido Letta ha bruciato la sua effimera estate, Alfano ha denti troppo appariscenti. Archiviare e passare oltre, hanno stabilito là dove davvero si conta ma nell'assoluta riservatezza. Mi istruiva Baffi: fuge rumores. Non  fari battaria, perché il capitale è come il coniglio se alzi la voce scappa.

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