Tempo fa, molto tempo fa qualcuno mi consentì di fotografare una lucerna. Pessimo fotografo non seppi trarne una immagine decente. Ma come testimonianza un qualche valore ce l'ha. Non ricordo più chi mi ha consentito di fotografare questo antico cimelio e non ricordo neppure dove mi disse di averlo rinvenuto. Ma di una cosa sono certo: proviene dalla contrada Rovetto. Non mi risulta che i signori dei Beni Culturali si siano mai preoccupati di salvaguardare quella landa di grande importanza archeologica. Mi parlano di condutture sia fittili sia zincati. Non essendo io ferrato in materia, dico trattarsi di una propaggine della grande statio che arriva sino a Vito Soldano di Canicat tì sita lungo la grande arterie romana che potrebbe essere una di quelle che chiamano gli itinerari antonini. La lucerna ha impresso sotto un sigillo con lettere che non riesco a decifrare. Mi paiono caratteri greci. In tal caso ho da pensare che lì vi era il vero villaggio bizantino quello da cui certi facoltosi si sino dipartiti per seppellire nel retro stazione ferroviario quel tesoretto di cui sono pieni gli studi di eccelsi professori francesi e le cronache alcune persino romanzate.
Ma io posso parlare e scrivere quanto mi pare, nessuno se ne cale. Il nuovo piano regolatore è già scattato ma non mi pare che ci si sia preoccupati della salvaguardia del patrimonio archeologico di Racalmuto che dovrebbe essere considerato persino patrimonio dell'umanità Di fronte al falso problema dell'esosità della tassa sulla munnizza, a Racalmuto ogni altro vero problema passa nell'ignava dimenticanza.
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