Si vede che lei per me è molto importante e ho bisogno di un avversario dialettico molto duro, ostico e tu nun babbii. A te va di fare il Savonarola e quindi non ti rendi conti che scivoli nel marasma delle ovvietà, del sentito dire del così è perché così gli pare (anzi così gli conviene). Ti può confortare il fatto che sono riusciti a farvi credere cazzabubbole che non stanno né in cielo né in terra. A me non la danno da bere. Perché? Ma non per merito mio ma perché per quel poco di intelligenza in più che voi dite mi avrebbe dato il Padreterno il massimo potere italiano (la Banca d'Italia, credo che almeno qui non reputi che io dia sballati giudizi buonisti) sono stato sfruttato per certe grandi operazioni di polizia bancaria. La tremenda estate che nel 1974 mi hanno fatto passare a Milano per stroncare Sindona non l'auguro a nessuno. E quello che poi ho dovuto passare, rischiando persino la vita a detta del giudice Imposimato non sono state piacevolezze. Ma due grandi lezioni mi sono entrate dentro: quella della violenza di Stato e quella della mistificazione a comando dei mass media. Sindona doveva essere sacrificato, pur essendo un povero imbecille o appunto per questo, per far finta che in Italia la giustizia non guarda in faccia a nessuno (come ora con Berlusconi). In effetti si sacrificava un sicilianuzzo di nessun pregio per insabbiare le grandi responsabilità del Vaticano (IOR) dei servizi segreti specie del Mossad, della finanza Ambrosiana e di quel misterioso conto SICO che mi si diceva significare SINDONA-COMUNISTI. E taglio. Poi lasciati tutti e tutto, vado a Trapani con scalo a Birgi e mi incontro con il banchiere Ruggirello, che veniva strabersagliato da BI per sospetta mafiosità. Mi racconta quello che mi racconta contro il duo FALCONI-BOCCASSINI. Cose da non credere. Ma io gli ho creduto e gli credo ancora di più adesso dopo quello che è venuto fuori nella persecuzione di codesto giudice stupidamente mitizzato contro il candido innocente nostro grandissimo paesano lo scrittore sommo Leonardo Sciascia. Così tanto per contraddirti: io tanta storia non la racconto l'ho vissuta per la mia tardissima età. Esprimi giudizi anchilosati sui grandi d'Italia. Passi per De Gasperi, ma per Moro mi fai sorridere. Ometti poi altri due veri grandi (come uomini di Stato): Togliatti e Craxi (cose da me già scritte). Guarda che a pensarci bene sono le grandissime espressioni delle tre vere culture di questo dopoguerra: la cattolica, la comunista e la socialista.
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