Contra Omnia
Racalmuto
...per
mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
Ecco
perché tempo fa avevamo scritto:
Di
tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime
delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato,
nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore
Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi
rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo
si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa
storia.
signorina
Cornigoi risponda a queste note
Quando
leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino
a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo detrattore, in anonimato, del grande
Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non
ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di manica larga: gli si
dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo un tempo riportato
locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da addurre a
lode omaggiante.
Si
disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di
mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto politico decisamente fascista.
E redigeva rapporti infamanti di sospetti e dispetti a base di
"corre voce", "si dice", "non poteva non sapere",
" era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo
spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma
proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore generale della PS il
Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
E
quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto funzionarietto di questura,
relegato ad una insignificante periferia. Nell'ottobre del 1945, crede che è
giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo
ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima
di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi.
E
quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non
autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori
dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando
scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e
democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto
non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi
astiosi di bassa caserma poliziesca.
lunedì
12 settembre 2011
L’Ufficio
di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni
dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria.
L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano
Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso
l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
Ma
ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
“Fra
le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava
arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al
solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali
detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare
del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di
ingenti importi di denaro.”
Inoltre
gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da
cui aveva ricavato lauti profitti.”
Qui
siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a metà del 1941 a Lubiana.
Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in una lettera riportata dal grande
studioso Sala, viene subito esautorato di fatto dall’esercito. Mussolini voleva
una “guerra parallela” ma solo per dimostrare ai tedeschi come può esserci una
“occupazione umanitaria”. Del resto a Lubiana vi esano molti coloni italiani e
questi Mussolini voleva anche proteggere dalle barbarie teutoniche che erano
ben note. In un primo momento, dicono gli stocici seri, si cercò a Lubiana di
impiantare industrie e attività economiche secondo le concezioni coloniali
fasciste. Forse qualche apporto vi fu da parte del Messana. Ma è da escludere.
Ove si eccettui forse l’avere comprato del legnami per farsi fare una “camera”
per la quale nella famiglia Messana si vagheggia ancora, di quello che insinua
il Ricciardelli non resta altro che il sospetto di una malevolenza di bassa
cucina burocratica. E la Cernigoi vi corre dietro:
“Durante
la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e
tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe
Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia
politica degne di particolare rilievo.”
Insomma
qui la colpa del Messana è solo quella di essere “amico” del commendatore Gueli
ma il Messana “non riuscì ad effettuare operazioni di polizia degne di
particolre rielievo”. Onore al merito ma no!? Ecco invece come pasticcia il
Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
“Ma
anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di
ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione
di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività
antifascista molto limitata. In proposito”
Quali
elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza assoluta di ogni
senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un ppoliziotto che misura
la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle
infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di
polizia, più o meno segreti.
Mi
si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
“Si
ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo
una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello
stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei
fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide,
Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per
l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana
avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi
la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non
intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero
respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono
rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per
conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero,
poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o
distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio
u. s.)
Che
possiamo obiettare? Come fa il R icciardelli ad affermare che “non c’era
addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa dello stesso ufficio
politico della Questura (ove pare che militasse proprio il Ricciardelli e
quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto
”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e
per i precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce
l’ha. Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le
carte riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti
dell’Ufficio Politico della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe
jugoslave di occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti
malefizi della politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto
ci fa pensare che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per
scrivere sotto ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte
olezzo fascista.
Ma
il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei. Il ministero non
avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte persecuzione
razziale se il Messana nel rappresentare la faccenda non si fosse
sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento
assolutorio.
Ma
giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di di censurabile
contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la classica ripicca del
subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di guerra dedito ai crimini
contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale straniero o italico osò
tanto.
Procediamo
nelle accuse del Ricciardelli.
“Risulta
in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione
provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro
i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto
riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena.
Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la
commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della
commissione stessa.[3]”
Il
Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa? Colpa grave?
Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio Tamburini?
E
per chiusura il denigratore subalterno, a forca di volere diffamare, finisce
con testimoniare a favore proprio del Messana.
“Destituito
Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben
presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era
ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4]
Che
un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo copre di
ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda
incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8
settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a Trieste,
ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati quali il
Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio” incappando
in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere perseguito. Ed è
certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più tragico: in quel
biennio Messana non c’era alla questura di Trieste, Ricciardelli, invece,
sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della “politica”. E’
l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il Messana che se ne
torna a Roma pur di non collaborare con fascisti repubblichini e tedeschi dalla
doppia esse. Ammirevole!
Ecco
perché tempo fa avevamo scritto:
Di
tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime
delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato,
nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore
Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi
rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo
si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa
storia.
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